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In un sondaggio del 2006 tra i tifosi del Liverpool si è classificato al quarto posto nella classifica 100 Players Who Shook The Kop alle spalle di Gerrard, Dalgish e Rush. Talmente idolatrato dalla Kop da affibbiargli sin da ragazzino il poco impegnativo soprannome di “The God”, Dio, nonostante da bambino aveva in cameretta i poster dei giocatori dell’Everton.

Robbie Fowler, nato a Liverpool il 9 aprile 1975, è stato un portento, un attaccante che sbucava da tutte le parti, imprevedibile, estroso, letale. Ha segnato 163 gol in Premier League, 120 con il Liverpool in otto stagioni, sesto miglior marcatore della storia del campionato inglese dietro a Thierry Henry, Frank Lampard, Andy Cole, Wayne Rooney e Alan Shearer. Colpi di genio e colpi di pazzia, gli anni Novanta sono stati i suoi, nel bene e nel male.

Il periodo sfortunato di Fowler inizia nel 1998, quando un infortunio al legamento del ginocchio lo costringe a chiudere anticipatamente la stagione, precludendogli la possibilità di partecipare ai campionati mondiali del 1998, favorendo così anche l’ascesa del giovane compagno di squadra Michael Owen, che aveva esordito con il Liverpool l’anno precedente.

The legend of Robbie Fowler: The Premier League's best finisher ...

Ma è nel 1999, nei primi mesi del nuovo anno, che Fowler perde la bussola: nella partita contro il Chelsea, provoca il difensore del Chelsea, Graeme Le Saux, sulle voci sulla sessualità del giocatore. Poi si arriva al derby del Merseyside del 3 aprile 1999. Il match si apre con un minuto di silenzio per il decennale della tragedia di Hillsborough, i Toffees passano in vantaggio immediatamente con un tirazzo di Olivier Dacourt da lontano e pallone sotto l’incrocio dei pali. Nell’Everton milita anche un giovane Marco Materazzi che in area di rigore abbatte Paul Ince. Sul dischetto si presenta Robbie Fowler, che incrocia il sinistro, firma l’1-1 e va a festeggiare con un’esultanza passata alla storia. Accusato dai tifosi dell’Everton di essere un cocainomane, Fowler si esibisce in mondovisione in una sniffata della linea di fondo.

La sua doppietta nel 3-2 finale passa in secondo piano e stavolta, a differenza della lite con Le Saux, Robbie capisce immediatamente di aver passato il segno.  Mentre l’attaccante si scusa con un rapido comunicato, il suo allenatore, Gerard Houllier, va in sala stampa fornendo una versione inspiegabile dell’accaduto: secondo il francese, l’esultanza di Fowler sarebbe un omaggio a Rigobert Song, difensore camerunense arrivato dalla Salernitana, e alle esultanze buffe come le danze intorno alla bandierina e il gesto di mangiare l’erba. L’attaccante del Liverpool viene convocato dalla Football Association, con due inchieste pronte a fondersi in una sola udienza e una multa di 32.000 sterline già inflitta dalla dirigenza del Liverpool per l’esultanza contro l’Everton. Decide di non appellarsi all’ulteriore sanzione di 32.000 sterline imposta dalla Fa e alle sei giornate di squalifica: due per il diverbio con Le Saux, quattro per lo show nel derby.

Il Liverpool, per Fowler, ha significato molto, forse tutto. Da tifoso, era a Istanbul nella notte della clamorosa rimonta contro il Milan. E proprio da tifoso ha ragionato quando, nel gennaio 2006, è tornato ai Reds durante la sua fase calante, quasi a voler riassaporare l’innocenza dei primi anni.

Liverpool boss Klopp the Messiah? There's only one God on ...

 

Fonte: Ultimo Uomo