Due gol con la nuova maglia della Roma, due gol di tacco. Nello scombussolamento di un avvio di stagione incerto per Di Francesco e i giallorossi, dopo le cessioni di Nainggolan e di Strootman, dopo i nuovi innesti, c’è una piccola piccola certezza: Javier Pastore sa segnare solo di tacco.
L’ex Palermo e Paris Saint-Germain, infatti, ha fatto esplodere l’Olimpico prima con una magia nel 3-3 contro l’Atalanta e poi alla sesta giornata con la solita acrobazia nel 4-0 contro il Frosinone. E con il derby alle porte, la provocazione vien da sé: farà centro per la terza volta con la parte posteriore della scarpetta?
E quando si parla di stracittadina contro la Lazio e di colpi di tacco, scorrendo all’indietro i ricordi della memoria due prodezze simili portano, casualmente, lo stesso nome…anzi lo stesso cognome. Mancini.
Il Mancini Roberto, con la casacca laziale, ha più volte infilzato la retroguardia avversaria e capitolina, ma nel derby d’andata della stagione 1998-1999 arriva a farlo proprio di tacco: rete del momentaneo 2-1 (il match finirà 3-3) su assist di Sinisa Mihajlovic.
E che dire dell’altro Mancini…Amantino? Altra genialata, altra coordinazione pazzesca del laterale brasiliano. Siamo al 9 novembre 2003 e Mancini, approfittando dei blocchi e della caduta di Corradi all’ interno dell’area di rigore, trova la deviazione vincente con la quale gli uomini di Capello colgono la vittoria nella stracittadina numero 137.
La storia ci insegna che il derby di Roma vive di fiammate, di momenti iconici da rivendicare lustri e lustri nelle discussioni da bar. Aspettiamo un colpo di genio…magari di tacco.