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«Signori, questa è la nuova campionessa del mondo». Il palazzetto applaude l’esibizione senza sbavatura della ginnasta italiana Vanessa Ferrari, lei abbraccia il suo allenatore Enrico Casella, il punteggio ufficiale ancora non c’è, ma Yuri Chechi, uno che con gli anelli ha vinto cinque titoli mondiali, in telecronaca è certo: la sedicenne Orzinuovi ha vinto la medaglia d’oro al campionato mondiale di ginnastica artistica nel concorso generale individuale. Era il 18 ottobre 2006, nei Mondiali di Aarhus, in Danimarca, e la giovane ginnasta della provincia di Brescia entra nella storia dello sport italiano: prima italiana a conquistare l’oro, le uniche due medaglie mondiali risalgono a 56 anni prima, durante i Mondiali di Basilea nel 1950, quando Wanda Nuti e Licia Macchini conquistarono rispettivamente l’argento ed il bronzo alla trave che garantirono il terzo posto all’Italia.

Mezzo secolo dopo, dunque, un’italiana sale sul podio, questa volta sul gradino più alto con 61.025 punti conquistati nei quattro attrezzi dell’all around (corpo libero, trave, volteggio e parallele asimmetriche) precedendo la statunitense Bieger, con 60.750 punti, e la rumena Izbasa con 60.250. Leggera, elegante, ma determinata e pungente, per Vanessa Ferrari la prova è stata in salita: durante l’esercizio della trave, uscendo da una combinazione, sbilanciata, è scesa dall’attrezzo.
Una sbavatura, una macchia potenzialmente fatale, ma la cannibale di Orzinuovi non si è persa d’animo e alla quarta prova, nel corpo libero, ha compiuto un autentico capolavoro: scesa, momentaneamente al secondo posto, per puntare all’oro, era necessario un punteggio di 15.225. Minuto dopo minuto, dinanzi a un esercizio elegante, difficile, ma sempre limpido e preciso, il pubblico inizia ad accorgersi che è davvero possibile. Sulle note del “Nessun dorma” la 15enne convince i giudici: 15.500 e primo posto irraggiungibile.

Un traguardo storico che le valse il Collare d’oro del Coni, massima onorificenza sportiva, e nel 2007, la nomina a Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. La danza di Vanessa Ferrari rimane e rimarrà il momento più alto e glorioso dell’artistica italiana: qualcosa di eterno, difficilmente emulabile, ma che ha dato ulteriore vitalità e attenzione mediatiche a una disciplina sportiva che sta cullando tante atlete valide. Vanessa Ferrari ha vinto tanto, il quarto posto alle Olimpiadi di Rio 2016 e i vari infortuni (i suoi peggiori nemici ha detto in un’intervista recente) suonano come un dolce e inesorabile principio di addio. Ma a Vanessa Ferrari possiamo solo dire una parola: grazie!