E sono nove. Nove titoli mondiali in sella a una moto. Proprio come l’altro ragazzo eterno. Tony Cairoli da un lato e Valentino Rossi dall’altro. Il pilota siciliano si è laureato campione del mondo di motocross per la nona volta in carriera. La matematica è arrivata dopo il secondo posto in Gara-1 di Assen, proprio dove aveva vinto il primo alloro iridato.
Sul gradino più alto di tutti, con cinque giornate d’anticipo. Un campionato 2017 che lo ha visto primeggiare sei volte, andando a podio in dodici e una costanza di rendimento assolutamente inarrivabile per gli avversari.
TC222, classe 1985, è nel giro dal 2004: il primo titolo lo conquista nel 2005, bissato poi nel 2007. Nel 2009 il debutto nella classe regina ed è subito mondiale. Poi il cambio di moto, si va dalla Yamaha alla KTM: un amore quasi eterno come la sua carriera, cinque mondiali prima del buio nel 2015.
Un infortunio al braccio, lesione ossea al gomito sinistro, addio alla stagione, la riabilitazione e al termine di una lunga convalescenza, si frattura due costole in allenamento, poco prima dell’inizio del Mondiale 2016. Condizioni fisiche precarie che pregiudicano la sua stagione.
Ma lui è ancora qui, ancora più avanti di tutti:
«Vincere questo titolo è stato molto importante per me e per tutta la squadra – ha spiegato Tony – a inizio stagione non eravamo dati per favoriti ma abbiamo lavorato duramente durante l’inverno per essere pronti a combattere nuovamente dopo le ultime due stagioni difficili. È stato un anno straordinario, credo il mio migliore finora ed è sorprendente notare che posso ancora migliorarmi dopo 14 anni che corro nel Mondiale. Un titolo è molto speciale per me: è il primo con una KTM 450 e ci ripaga di tutto il lavoro che abbiamo fatto per sviluppare questa moto e renderla adatta al mio stile di guida. Voglio ringraziare tutto il mio team, tutte le persone che lavorano in KTM, la mia famiglia, i miei sponsor e i tifosi di tutto il mondo per il loro incredibile supporto durante questi anni»
Toni è caduto, si è rialzato e non ha mai mollato. Il fango, il sudore e la gloria appartengono a lui. Ma non smette: abituato a correre c’è un altro obiettivo da raggiungere. Il decimo Mondiale. C’è riuscito solo uno, il belga Stefan Everts. Fino ad oggi…