Partiamo da questo: due-tre persone che mi hanno detto “Che ci vai a fare cinque giorni a Rostov?”. Mi aspettavo una città decentrata, poco piacevole e invece, ragazzi, è davvero tanto tanto bella. E soprattutto respiri l’aria pura della Russia, quella autoctona e poco contaminata come può essere la metropoli di Mosca.
E proprio a Mosca sono atterrato nella notte tra domenica e lunedì. Notte, sì, ho dovuto dirmelo più volte quando mi sono svegliato in aereo. Sembrava di stare in Islanda (è una fissa!) per quanta luce c’era. E così il mio viaggio mondiale è iniziato nel migliore dei modi, ma prima di prendere il volo, a Vienna, sono passato da un ristorante islandese, mi sono preso una birra e ho fatto una foto con il proprietario. Chissà, porta bene!
E ho portato con me la bandiera della mia Sardegna e una maglia realizzata per l’occasione: le due isole della mia vita e una sola anima. In realtà penso di essere arrivato con largo anticipo rispetto agli altri tifosi croati e islandesi. Mosca è ovviamente una Babele di idiomi, colori differenti, ma sul volo interno che mi ha portato a Rostov, di “straniero” c’ero solo io!
Ma oggi è il grande giorno, le strade si sono animate, i tifosi si vedono sparpagliati e a grappoli, ma l’atmosfera è carica di adrenalina. Alcuni abitanti russi mi fermano per scattare delle foto assieme: pensano davvero che io sia islandese?? La Rostov Arena mi aspetta e con lui una partita semplicemente storica: Islanda – Croazia!
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