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È stata sin qui una piacevole sorpresa e, contro il Giappone, non ha intenzioni di gettare la spugna facilmente.

È il Vietnam che ha sconfitto negli ottavi di finale la Giordania ai calci di rigore per 4-2 dopo l’1-1 dei tempi regolamentari.

Tra i trascinatori della nazionale dei Draghi d’oro c’è sicuramente il numero dieci Nguyen Cong Phuong. Classe 1995, prima dell’inizio della Coppa d’Asia lo avevamo già inserito nell’elenco dei talenti da seguire e così è stato. L’attaccante dello Hoàng Anh Gia Lai sta ben figurando e, grazie alle sue belle prestazioni, sicuramente ha aiutato la sua nazionale prima a passare come miglior terza nella fase a gironi e poi l’ottavo di finale.

Grazie alla rete segnata al 51esimo, la punta vietnamita ha permesso di agguantare il momentaneo vantaggio giordano. Un bel gol da rapace d’area, un guizzo che ha sorpreso portiere e difesa avversari.
Il resto l’hanno poi fatto i suoi compagni, in particolare il portiere Dang Van Lam, autore di una serie di parate durante i calci di rigori finali.

I pronostici per la prossima partita sono tutti pendenti per il Giappone che vanta una rosa molto più forte e collaudata, con diversi calciatori che giocano in Europa come: Nagatomo (Galatasaray), Yoshida (Southampton) e Kagawa (Borussia Dortmund).
Tuttavia il Vietnam sa che, a questo punto, può giocarsela contro chiunque e l’allenatore Park Hang Seo inserirà la miglior formazione possibile. Ovviamente davanti ci sarà proprio Nguyen Cong Phuong.

La Coppa d’Asia può essere una vetrina importante in cui giocatori come il numero 10 vietnamita hanno la possibilità di mettersi in mostra e, perché no, cercare di farsi adocchiare da qualche club europeo.

Per quanto riguarda l’Italia, bene Zaccheroni e Lippi che hanno ottenuto la qualificazione ai quarti rispettivamente con gli Emirati Arabi Uniti e Cina.

Si è chiusa la fase a gironi della Coppa d’Asia 2019 che si sta tenendo negli Emirati Arabi Uniti. Il quadro delle sedici squadre che si affronteranno negli ottavi di finale è al completo: poche reali novità riguardo le nazionali più accreditate, qualche sorpresa tra le squadre esordienti.

Dopo l’Uae di Alberto Zaccheroni, anche la Cina di Lippi vola alla seconda fase seppur dietro la Corea del Sud. I Dragoni, infatti, sono stati sconfitti per 2-0 dai sudcoreani, nello scontro diretto.

Passano il turno anche Thailandia, Giordania, Australia (campione uscente del 2015), Iran, Iraq, Qatar, Arabia Saudita, Giappone e Uzbekistan.
A queste si aggiungono quattro migliori terze che sono: Bahrain, Oman, Kyrgyzstan e Vietnam.

Il quadro degli ottavi è definitivo e si parte domenica 20 con la Cina di mister Marcello Lippi contro la Thailandia. Un match comunque alla portata per la nazionale cinese che, grazie alle geometrie del commissario tecnico viareggino, potrebbe avere qualche chance in più.

 

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Round of 16 line-up confirmed. Who will go on to be the #AsianCup2019 champions?

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Tra le sfide più accattivanti c’è sicuramente Giappone – Arabia Saudita, due grandi del calcio asiatico. I nipponici, finora imbattuti, hanno sconfitto nell’ultimo match anche l’Uzbekistan di Hector Cuper per 2-1. La vincente sfiderà una tra Giordania e Vietnam. Proprio i Draghi d’oro sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi come ultima miglior terza, a discapito del Libano. Per una serie di combinazioni, le due nazionali si sono trovate appaiate in classifica con entrambe 3 punti, con la stessa differenza reti e gol segnati. Il passaggio del turno, così com’è stato già allo scorso Mondiale, è stato decretato dal punteggio fair play: i numeri di cartellini gialli e rossi. Proprio come è accaduto al Senegal in Russia, il Libano non ce l’ha fatta a passare il turno per un cartellino giallo in più rispetto alla nazionale vietnamita, ma non è tutto. L’ultima ammonizione ricevuta, nella sfida vinta contro la Corea del Nord per 4-1, è stata comminata dal direttore di gara al minuto 99 del match.

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Mohamad Haidar al termine del match contro la Corea del Nord

A farne le spese è stato il numero dieci, Mohamad Haidar, per aver protestato contro l’arbitro riguardo ai minuti di recupero concessi. Una vera e propia beffa, oltre che un’ingenuità clamorosa del giocatore, che forse non aveva considerato questa possibilità, ma che in sostanza ha sancito l’uscita dei Cedri dalla Coppa d’Asia. Tra le altre curiosità di questa Coppa d’Asia, nell’ultimo turno ha fatto molto discutere un calcio di rigore assegnato alla Siria contro l’Australia.

L’arbitro messicano Ramos ha concesso un penalty inesistente alla nazionale siriana, trasformato da Omar Al Soma. La decisione è stata fortemente criticata dai Socceroos che però non hanno potuto far nulla. Il Var non è ancora presente dato che la confederazione ha deciso di inserirla solamente dai quarti di finale.

È bastato un pareggio ad Alberto Zaccheroni per strappare il pass per gli ottavi di finale della Coppa d’Asia 2019.

La nazionale degli Emirati Arabi Uniti, paese ospitante del torneo, ha chiuso il girone al primo posto con 5 punti, grazie a una vittoria e due pareggi, l’ultimo contro la Thailandia per 1-1. A passare in vantaggio sono proprio gli emiratini con il gol di Mabkhout, prima del pareggio thailandese di Paungchan.

Un gran bel risultato per il tecnico romagnolo il quale, dopo lo 0-0 del match inaugurale, è riuscito a ottenere il massimo dalla sua squadra. Nello stesso girone passano il Bahrein, che ha battuto l’India per 1-0, e la Thailandia, come migliore terza.

Ora per la nazionale araba c’è l’attesa per scoprire l’avversaria, sicuramente sarà una seconda o forse una delle altre tre migliori terze.

Oggi si chiude il girone B con l’Australia, vincitrice nel 2015, che ha bisogno di una vittoria contro la Siria per superare il turno. Il gruppo è guidato dalla Giordania che se la vedrà contro la Palestina ferma a un punto.

Nel gruppo C è in programma lo scontro al vertice tra la Cina di Marcello Lippi e la Corea del Sud. Entrambe appaiate a sei punti e già qualificate, la nazionale dei Dragoni dovrà battere i sudcoreani se vuole passare il turno come prima. Nel secondo match la Cina ha ben figurato contro le Filippine di Sven Goran Eriksonn, battute con un netto 3-0.

Stessa situazione negli altri raggruppamenti in cui ci sono le prime due squadre a sei punti, già agli ottavi, e le altre ferme a zero. Queste ultime, possono ancora giocarsi un posto agli ottavi come migliori terze. Infatti quattro su sei hanno ancora una possibilità.

È iniziata con la partita inaugurale tra Emirati Arabi Uniti – Bahrein la 17esima edizione della Coppa d’Asia 2019.

Il torneo continentale si sta giocando negli stadi degli Emirati Arabi e si concluderà con la finale del primo febbraio prossimo allo stadio Zayed Sports City di Abu Dhabi.

Sono tante le novità di questa edizione. Le nazionali partecipanti sono 24 (non più 16) divise in sei gironi da quattro. Le prime due di ogni gruppo si qualificano direttamente agli ottavi di finale, a cui si aggiungono successivamente le quattro migliori terze. L’altra novità è l’eliminazione della finale per il terzo-quarto posto.

Tutte presenti le formazioni più blasonate: in primis l’Australia (ultima trionfatrice nel 2015), ma anche Corea del Sud, Giappone, Iran e Arabia Saudita.

Due le formazioni allenate da commissari tecnici italiani: Alberto Zaccheroni, mister dell’UAE, e Marcello Lippi, alla guida della Cina.

Il tecnico romagnolo, sulla panchina della nazionale degli Emirati dall’ottobre 2017, ha sposato il progetto della federcalcio emira che cercava un allenatore d’esperienza (ha già vinto una Coppa d’Asia nel 2011 e una Coppa d’Asia Orientale nel 2013 col Giappone) per far crescere un paese in cui il calcio è ancora poco praticato nonostante ci siano impianti idonei e fiorenti casse.
Alla prima uscita mister Zac non è andato oltre l’1-1 contro il Bahrein, nel girone A in cui sono presenti anche India e Thailandia.

Oggi tocca ad Australia – Giordania, India – Thailandia e Siria – Palestina.

Domani è la volta della Cina di Lippi contro l’esordiente Kirghizistan. Partita sulla carta semplice, ma occhio alle sorprese. La stella cinese è Wu Lei, ala dello Shanghai SIPG con cui è il top scorer con 169 reti, mentre con i Dragoni ha realizzato 13 reti in 59 apparizioni.

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Wu Lei con la maglia dello Shanghai SIPG

Le altre nazionali debuttanti sono Yemen e Filippine, ma ci sono anche grandiritorni come il Libano, assente dall’edizione casalinga del 2000, il Turkmenistan, che mancava dal 2004, il Vietnam e la Thailandia, che hanno segnato l’ultima presenza “casalinga” nel 2007.

Gli altri “italiani” presenti sono l’iracheno Ali Adnan dell’Atalanta e i nordcoreani Kwang-Song Han del Perugia e Song Hyok Choe dell’Arezzo.

La stella in assoluto non può che essere il sudcoreano del Tottenham Son Hueng-min, ma ci sono anche altri talenti da tener d’occhio come già detto il cinese Wu Lei, ma anche il “Messi iraniano” Azmoun, il vietnamita Nguyen Cong Phuong, il giordano Musa Al-Taamari e il nipponico Gaku Shibasaki.

Sardar Azmoun, Nguyen Cong Phuong, Musa Al-Taamari e Gaku Shibasaki

Insomma non resta che gustarci questo grande torneo per vedere chi avrà la meglio e per scoprire quale calciatore potrà fare il salto di qualità nel calcio europeo.

Non ha resistito al ritorno in panchina e, non appena è arrivata una proposta, ha detto di sì.

È Alberto Zaccheroni che, dopo una parentesi come commentatore tecnico Rai per la partite della Nazionale italiana, ha dato il suo benestare alla nazionale degli Emirati Arabi Uniti. Il tecnico romagnolo sarà dunque selezionatore della federazione del Paese arabo.

Benvenuto Capitano”, l’annuncio sui vari social network da parte della nazionale.

Un invito particolare per mister Zaccheroni, il quale sarà il vero capitano degli Emirati Arabi. Una sorta di guida, di faro per una nazionale che ha perso la sua “rotta” e il pass per volare ai Mondiali di Russia 2018.

In effetti il commissario tecnico argentino fresco di esonero, Edgardo Bauza, è stato sollevato dall’incarico proprio a causa del flop nel girone di qualificazione per il prossimo campionato del Mondo.

Per Zaccheroni quindi serve innanzitutto rimettere in ordine idee e giocatori per cercare di creare le condizioni per far crescere la Nazionale araba e quindi porsi degli obiettivi. Il primo è sicuramente la Coppa d’Asia 2019, che sarà ospitata proprio dagli Emirati Arabi, il secondo la qualificazione al Mondiale 2022 in Qatar.

Ancora Asia nella carriera di Zac che ha già allenato il Giappone (con la quale ha vinto Coppa d’Asia 2011 e Coppa d’Asia Orientale 2013) e il Beijing Guoan (club cinese di Pechino che milita in China Super League). Quest’ultima esperienza non è andata come ci si aspettava a causa della mancanza di risultati e difficoltà nel mettere in mostra il proprio gioco.

Con la Nazionale del Sol Levante, invece, ha tagliato molti traguardi oltre che ha ottenuto tanti successi dal 2010 al 2014. L’ultima gara disputata sulla panchina nipponica è stata al Mondiale in Brasile del 2014, prima di decidere di non rinnovare il contratto.

Ora un nuovo percorso e un nuovo progetto sportivo l’aspetta. La nazionale emiratina si è affidata all’esperienza di mister Zac per provare a fare bene. Gli allenatori italiani all’estero sono sempre e comunque stimati.

Dario Sette

Il calcio italiano negli ultimi anni ha conquistato la Cina.
Se le oramai società milanesi Inter e Milan sono in mani a proprietà cinesi, anche molti calciatori italiani si sono trasferiti nel grande Paese orientale per provare una nuova esperienza calcistica magari strappando un contratto faraonico.

Ultimo della lista è bomber Federico Piovaccari. L’attaccante, dopo aver girovagato in molti campionati come: Italia, Romania, Australia e Spagna, ha deciso di provare una nuova esperienza. Durante la finestra di mercato di riparazione, la punta ha accettato l’offerta dello Zhejiang Yiteng, club della città di Shaoxing, militante nella China League One (pari alla Serie B italiana).

Tuttavia l’elenco degli italiani a “masticare” il calcio cinese è corposo. Ai calciatori bisogna anche aggiungere la presenza degli allenatori.
Il pioniere di questa “migrazione” è stato Damiano Tommasi nel 2009. L’ex calciatore della Roma firma un contratto da 40mila dollari al mese con il Tianjin Teda, squadra che milita in Super League.

Dopo un ex romanista, un ex laziale: Fabio Firmani. All’inizio del 2011, ormai ai margini del club biancoceleste, il centrocampista romano approda allo Shaanxi Renhe. Diciotto presenze e due gol, di cui una in quella che è stata la sua ultima gara da professionista.

In un periodo più recente il duplice acquisto italiano DiamantiGilardino ha fatto notizia nel 2014. Entrambi si sono trasferiti al Guangzhou Evergrande allenato dall’ex ct della nazionale, Marcello Lippi. Il club cinese mette sul piatto un triennale da 6,9 milioni di euro che per Alessandro Diamanti sono irrinunciabili. Il centrocampista tra alti e bassi, collezionando 4 reti in 24 partite di Super League, riesce a contribuire alla vittoria del campionato del suo Guangzhou.
Qualche mese più tardi un altro eroe del Mondiale 2006, Alberto Gilardino, accetta le lusinghe del club guidato da Lippi. Dopo pochi mesi però entrambi rientrano in Italia.

Ultimo in ordine cronologico, ma colui che è riuscito a strappare un contratto faraonico, è sicuramente Graziano Pellè. L’attaccante salentino, dopo un buon Europeo (a parte il calcio di rigore contro la Germania) ha detto sì allo Shandong Luneng. Con ben 15 milioni di euro a stagione, è lo sportivo italiano più pagato al mondo.

GLI ALLENATORI

Ma se il primo calciatore è stato Tommasi nel 2009, il primo mister a sedere su una panchina cinese è stato Beppe Materazzi nel 2003, proprio nella squadra in cui militerà qualche anno più tardi l’ex centrocampista romanista.

I trionfi però arrivano per nome di Marcello Lippi. L’attuale commissario tecnico della nazionale di calcio cinese, è stato allenatore dello Guangzhou Evergrande per tre stagioni in cui ha vinto tre China Super League, una Coppa di Cina e la Champions League asiatica del 2013.

Tra il 2014/15 è stato anche direttore tecnico del club cinese, cedendo la panchina a un altro italiano doc: Fabio Cannavaro.
Proprio l’ex capitano azzurro e pallone d’oro 2006, dopo la parentesi al Guangzhou e altre in Arabia Saudita, accetta di guidare il Tianjin Quanjian con la consapevolezza che la sua proprietà condurrà una campagna acquisti faraonica.

Meteore invece sono state Alberto Zaccheroni e Ciro Ferrara. L’ex ct del Giappone, in seguito ai successi con la nazionale nipponica, decide di firmare con la squadre pechinese del Bejing Gouan. Lascerà la guida del club dopo sole 9 giornate.
L’ex difensore napoletano invece, dopo una salvezza in netto anticipo con lo Wuhan Zall, serie B cinese, viene esonerato dopo poche giornate al suo secondo anno.

Ultimo a firmare un cospicuo contratto con una proprietà cinese è Fabio Capello. L’allenatore ha detto sì a Suning, famiglia proprietaria dello Jiangsu e dell’Inter. L’obiettivo del mister friulano è quello di risollevare la squadra da una pessima situazione in classifica.

Dario Sette