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L’Italia non vince il Mondiale da 11 anni, il ct azzurro Davide Cassani si sporge dall’ammiraglia per aggiornare Trentin e incitarlo per gli ultimi chilometri di corsa. Ne mancano otto, «è finita la corsa, ci siete solo voi», dice. Gli azzurri in fuga sono due su quattro, c’è anche Gianni Moscon, Trentin allo sprint ha già vinto in carriera, parte bene ma si pianta sul più bello. E Pedersen, che ne ha di più, va a tagliare il traguardo proprio per una questione di metri e vince il torneo iridato.

L’occasione forse della carriera per Matteo Trentin sfuma perché dopo oltre sei ore di corsa sotto la pioggia e alle prese con il freddo le gambe non sono quelle necessarie per andare a prendersi un oro che dopo la resa del grande favorito, l’olandese Van der Poel, sembrava essere davvero alla portata. A vincere in volata, invece, è il 23enne danese Mads Pedersen che ha più gamba di Trentin e lo beffa sul traguardo di Harrogate, alla fine di un Mondiale 2019 nello Yorkshire che regala sorprese anche nella prova in linea maschile.

Si inizia ancora prima della partenza, con il percorso accorciato a causa del maltempo che non lascia un attimo di tregua per tutta la giornata. Tanti grandi nomi escono dal gruppo dopo pochi chilometri, senza però avere ambizioni di successo: si muovono tra gli altri Roglic, Quintana e Carapaz, che però non avranno voce in capitolo per la vittoria finale. Un ruolo importante potrebbe averlo Gilbert che però resta coinvolto in una caduta a 124 km dalla fine ed è costretto al ritiro, seguito da altri nomi importanti come il campione del mondo 2018 Valverde e l’altro spagnolo Luis Leon Sanchez. L’Italia, invece, perde per strada solo uno sfortunato Ulissi e tatticamente si impone all’interno del gruppo. Prima Gianni Moscon si infila in un tentativo di allungo ai 40 km circa dal traguardo, quando poi a muoversi in prima persona è l’olandese Van der Poel ai meno 33 il primo a reagire con grande prontezza è Matteo Trentin.

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l duo italo-olandese recupera sugli altri attaccanti e così in testa restano in cinque, con due italiani, Trentin e Moscon, l’olandese Van der Poel, lo svizzero Kung e il danese Pedersen. Da dietro il gruppo non si organizza e nessuna squadra ha la forza per ricucire il margine che si crea. I colpi di scena però non sono ancora finiti, perché mentre tutti attendono il duello Trentin-Van der Poel, a 12 km dalla fine, l’olandese va in crisi di fame e si sfila scuotendo la testa, abbandonando così i propri sogni di vittoria. La strada sembra allora spianata per Trentin, l’ammiraglia azzurra urla che la corsa è praticamente finita e che a giocarsela sono i quattro superstiti di una giornata infinita. Moscon si stacca, Trentin si prepara alla volata finale e scatta a circa 200 metri dall’arrivo, la gamba però non lo accompagna, Pedersen lo sorpassa e si prende un successo dolce e inaspettato, lasciando all’Italia un argento che oggi non può che avere il gusto misto di gioia, rabbia e rammarico.

Le parole del ct Davide Cassani:

Siamo partiti ad aprile con un progetto per farci trovare pronti e non abbiamo sbagliato niente Sono orgoglioso della mia nazionale e dei miei ragazzi, erano una cosa sola e hanno corso per vincere, il nostro capitano Trentin è stato superlativo. Negli ultimi 30 metri ha trovato qualcuno più forte e resta l’amarezza perché a quel punto tutti noi speravamo nella vittoria. Ma resta anche il viaggio, l’esperienza, questa Nazionale che ha fatto entusiasmare tanti italiani. Ci abbiamo provato fino alla fine e ci riproveremo dalla prossima edizione

Dietro l’americano Quin Simmons è spuntato da solo, a un certo punto, Alessio Martinelli. L’argento della prova in linea juniores, la terza medaglia azzurra ai Mondiali di Harrogate, è nato a 25 km dall’arrivo. Lo statunitense, nella prova da Richmond ad Harrogate, lunga 144,5 chilometri, è scattato a 33 km dall’arrivo e ha creato il vuoto. Il 18enne valtellinese è riuscito a staccare gli altri compagni di fuga, ma sul traguardo ha accusato 56″ di ritardo da Simmons. Il bronzo va a un altro statunitense, Magnus Sheffield, che regola in volata, fra gli altri, Gianmarco Garofoli, alla fine quinto, a completare l’ottima giornata per i colori italiani che vede piazzarsi tredicesimo Antonio Tiberi, già vincitore della crono iridata junior.

Il coraggio, la forza e la spregiudicatezza di Simmons sono stati premiati e lo stesso vale per Sheffield, altro talento a stelle e strisce, che si è aggiudicato uno sprint ristretto a pochi corridori, ma giunti alle spalle di Martinelli. Anche stavolta, come era avvenuto nella prova a cronometro degli juniores, l’inizio di gara non è stato fortunato per l’Italia, a causa della caduta di Andrea Piccolo, una delle punte di diamante dello schieramento azzurro; per il resto, la squadra è sempre stata in gara, tenendo il ritmo degli avversari e mettendo un uomo sempre negli attacchi. Tranne che nell’occasione in cui Simmons e Sheffield hanno spazzato la corsa, insieme all’inglese Askey, allo spagnolo Rodriguez Cano e al ceco Bittner. Quando il gruppo, tirato soprattutto dagli azzurri, si stava riportando sul drappello di testa, Simmons ha contrattaccato, creando il vuoto alle proprie spalle e ponendo i presupposti per l’impresa iridata che è assolutamente meritata.

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Lo statunitense ha spinto a tutta e, dal gruppetto degli inseguitori, il solo Martinelli è riuscito a uscire per tentare un’impresa disperata. Forse troppo per risultare credibile. Martinelli, quando mancavamo circa 25 km all’arrivo, ha rischiato, lanciandosi in un inseguimento in solitaria. Il 18enne valtellinese, pur non riuscendo a riacciuffare il futuro campione del mondo, ha comunque collezionato secondi preziosi fra sé e gli ormai ex compagni di fuga, mettendosi al collo un argento che vale quasi oro.

Lo vedevo, gli sono arrivato sotto anche a 25″, ma lui è più cronoman di me e non sono riuscito a prenderlo. Non avevamo le radioline e abbiamo scoperto che era fuori soltanto una volta passati sotto il traguardo, a due giri dalla fine. Da allora è stato un lungo, vano inseguimento, ma nessun rimpianto perché questo è un grande argento. Simmons è andato fortissimo, era uno che avevamo cerchiato in rosso. Prima della gara non mi sarei mai aspettato di finire secondo. Bene così