Si è fermato, ha guardato gli spalti, ha alzato la maglia e con l’indice ha indicato la sua pelle di colore nero, perché lui era fiero di essere nero e di origine aborigena.
È la storia dell’australiano Nicky Winmar, giocatore di football americano dei St Kilda, che il 17 aprile 1993 è stato protagonista di una scena storica. Un fuoriprogramma che nessuno si aspetta ma che l’atleta ha fatto con orgoglio. Winmar, al termine del match vinto dai Saints, decise di mostrare la sua pelle scura a chi dagli spalti lo aveva provocato e insultato con gravi accuse di razzismo.
Ora quella famosa scena è ancora più indelebile grazie a una statua posta davanti all’Optus Stadium di Perth in Australia. Sì proprio quello stadio in cui 26 anni fa Winmar fu continuamente insultato prima, durante e dopo la partita, con l’aggravante anche di sputi e del lancio di lattine nei suoi confronti e al suo compagno di squadra indigeno Gilbert McAdam.
In quella spiacevole partita il papà di McAdam per la rabbia e per la vergogna delle ingiurie subite dal figlio abbandonò lo stadio anzitempo.

Al fischio finale del match Nicky Winmar scoprì l’addome mostrando con fierezza il suo colore di pelle.
Sono nero e sono orgoglioso di essere nero!
Una scena forte e una grande risposta sociale. I quotidiani dei giorni successivi più volte ricordarono dell’accaduto e certamente ora, con la statua alle porte dello stadio, nessuno più dimenticherà quel gesto.