Uno dei muri-simbolo dello sport è stato infranto. Ce l’ha fatta il keniano Eliud Kipchoge: per la prima volta un uomo corre la maratona in meno di due ore. A Vienna, l’olimpionico è riuscito a percorrere i fatidici 42,195 km in 1 ora 59 minuti, 40 secondi e 2 decimi. Venti secondi scarsi in meno del necessario anche se la performance non potrà essere omologata come record: troppe le anomalie di questa corsa che l’azienda chimica britannica Ineos ha inventato “ad personam” per l’atleta. L’impresa, comunque resta, anche perché a compierla non è un uomo qualsiasi, ma il campione olimpico in carica, nonché detentore del record mondiale ufficiale: Kipchoge lo ha stabilito poco più di un anno fa a Berlino, correndo una maratona vera in 2h 1′ 39”.
Kipchoge, 34 anni originario della contea di Nandi, nella sua impresa che ha avuto come teatro i lunghi viali del parco Prater di Vienna, è stato supportato da 35 “lepri” che si sono alternati lungo il percorso a gruppi di sette: è una delle ragioni per cui la performance non potrà essere omologata. L’evento è stato preparato nei minimi dettagli: i meteorologi, ad esempio, hanno considerato tutte le variabili possibili per mettere l’atleta in condizione di correre nelle migliori condizioni possibili, fino a stabilire in extremis l’orario della partenza, le 8.15. Altra anomalia, il percorso constava di un anello di 9,6 chilometri, da ripetere quattro volte e una frazione. Il tracciato si districava attraverso il parco del Prater, in un’area dove la densità di alberi ad alto fusto mitiga in gran parte gli effetti del vento, contrario o laterale. Senza contare l’assenza di avversari capaci in qualche modo di disturbare o di spezzare il ritmo dell’atleta. Le lepri hanno accompagnato il fuoriclasse fino a 500 metri dall’arrivo, lasciandolo poi solo a celebrare l’impresa. Il fuoriclasse ha tenuto una media di 2′ 50” al chilometro, valore che è fluttuato tra i 2′ 48” e i 2′ 52”, transitando al traguardo parziale in 59′ 35”, 11 secondi in vantaggio sull’ipotetica tabella di marcia.
HISTORY! pic.twitter.com/qjLfofhL5s
— Eliud Kipchoge (@EliudKipchoge) October 12, 2019
Ognuno di noi se si prepara nella sua vita può raggiunge risultati impossibili. Volevo ispirare tante persone, nell’idea di spingersi oltre i limiti umani, ci ho provato tante volte e questa volta ci sono riuscito.
Il fenomeno keniano ha paragonato il muro delle due ore alla fatidica barriera dei 4 minuti sul miglio, che la leggenda dell’atletica britannica Roger Bannister abbatté nel 1954: «Dopo di lui, ci sono voluti altri 65 anni per fare la storia».
Current situation in Eldoret. Kipchoge’s hometown #Eliud159pic.twitter.com/B3X3PDthVQ
— Ian Ochieng™ (@ian_ochii) October 12, 2019
Eliud Kipchoge è il campione di Rio della specialità. Dotato di un fisico ideale per le corse di durata – alto 1.67 per soli 52 chilogrammi di peso, ha vinto 10 delle 11 maratone cui ha partecipato. Aveva già tentato di infrangere il muro delle due ore – sempre con Ineos e avvalendosi di un tracciato sui generis – nel 2017, nell’autodromo di Monza, mancando l’obiettivo per 26 secondi.