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La sua carriera ha rischiato di stroncarsi prima ancora di decollare, a 23 anni, alla sua prima partita da professionista, a causa di un infortunio al tendine rotuleo. «Tu col calcio hai finito», le dissero dopo l’operazione. Pochissime possibilità di giocare ad alti livelli, poi, durante il recupero è rimasta incinta: per molti, il chiaro segnale di una carriera ormai finita.

Ma non per Jessica McDonald, attaccante del North Carolina Courage, alla sua prima esperienza in una Coppa del Mondo. A 31 anni è riuscita a coronare il suo sogno, quello  che si scrive sulla lista dei desideri quando si è bambini e si ambisce a giocare a calcio. E ad assistere i quarti di finale contro la Francia, c’è anche Jeremiah, suo figlio di sette anni, che è arrivato a Parigi giusto in tempo per tifare sua mamma e gli Stati Uniti in un match molto delicato.

 

E’ stata la stessa giocatrice a pubblicare su Twitter l’emozionante momento dell’incontro tra i due: è un cerchio che si chiude dopo otto anni difficili in cui McDonald non ha mai gettato la spugna. All’ottavo mese di gravidanza si stava ancora allenando tenacemente e qualche settimana dopo il parto era in Australia, già in campo, a lottare nuovamente nel calcio professionistico.

Jessica McDonald ha fatto il suo debutto assoluto nel Mondiale contro il Cile nella fase a gironi, da subentrata e per lei una medaglia se l’è già messa al collo: «Un giorno Jeremiah realizzerà tutto questo che sta vivendo, gli spiegherò il percorso che ho fatto nella mia vita e le scelte. Gli dirò che se vuole avere successo nella vita non dovrà seguire una linea retta, ma una strada molto tortuosa».

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L’Inghilterra si conferma tra le grandi rivelazioni del torneo e batte per 2-0 anche le più quotate giapponesi nell’ultimo turno del gruppo D dei Mondiali femminili. Per la selezione asiatica si tratta, in ogni caso, di una dolce sconfitta visto che il concomitante pareggio per 3-3 tra Scozia e Argentina garantisce alle nipponiche la qualificazione agli ottavi come seconda classificata alle spalle dell’Inghilterra. Per le sudamericane, giunte davanti alla Scozia nella classifica del girone D, ancora qualche speranza di essere tra le quattro migliori terze.

Giappone – Inghilterra 0-2

La squadra nipponica si qualifica agli ottavi di finale nonostante il ko contro la selezione inglese che chiude il girone a punteggio pieno. Un gol per tempo per l’Inghilterra che regola la nazionale giapponese grazie a una doppietta di Ellen White che vince alla grande il duello a distanza con Mana Iwabuchi. Al 14’ il gol che sblocca la gara con un perfetto tocco sotto, il raddoppio arriva a 6’ dalla fine con un bel diagonale sul palo del portiere delle nipponiche.

 

Scozia – Argentina 3-3

La Scozia si fa rimontare dal 3-0 al 3-3 dall’Argentina ed esce di scena dal Mondiale di calcio femminile nella gara valida per la terza giornata del Gruppo D. Little sblocca il risultato al 19′ del primo tempo, Beattie raddoppia al 4′ della ripresa prima del tris di Cuthbert al 24′. Nel quarto d’ora finale però succede di tutto: Menendez accorcia le distanze, poi l’autogol di Alexander al 34′ vale il 3-2. In pieno recupero Bonsegundo su rigore pareggia i conti per il definitivo 3-3 che consente alla selezione sudamericana di chiudere al terzo posto nel girone e restare in corsa per un posto agli ottavi.

Incredibile risultato allo Stade de la Mosson di Montpellier, nella settima giornata di Mondiali femminili dove l’Australia vince in rimonta sul Brasile da 0-2 a 3-2. Grande protagonista Chloe Logarzo che rimette in corsa la Nazionale dell’Oceania, nello stesso girone C dell’Italia. Nel girone B, invece, in serata, la Cina ha battuto il Sudafrica per 1-0

AUSTRALIA-BRASILE 3-2

Parte bene l’Australia, sesta nel ranking Fifa, ma Marta porta in vantaggio il Brasile al 27′ con un calcio di rigore che spiazza Williams. Dieci minuti dopo, Cristiane raddoppia di testa su cross di Debora dalla fascia sinistra. Sembra fatta per la vittoria, ma le verdeoro sottovalutano il fattore Logarzo: alla fine del primo tempo la centrocampista serve Foord per il gol che riapre la partita, all’inizio della ripresa la mette dentro direttamente con un tiro-cross. E al 66′, Monica realizza un autogol che, suo malgrado, completa il ribaltone dell’Australia. Ora la classifica dice che le ragazze di Milicic, in attesa di conoscere il risultato di Giamaica-Italia, sono prime a pari punti con il Brasile e con le azzurre. Per l’Italia un successo equivarrebbe praticamente (ma non aritmeticamente) a passare il turno.

Classifica gruppo C: Brasile 3, Italia 3, Australia 3, Giamaica 0.

SUDAFRICA-CINA 0-1

In serata si è invece chiusa la seconda giornata del girone B, quello che si era aperto con la vittoria di misura della Germania sulla Spagna. In una sfida che sostanzialmente avrebbe dato l’ultima speranza di passaggio del turno alla vincente, la Cina è riuscita a strappare i tre punti in un match contratto contro il Sudafrica: a spostare gli equilibri è bastato il bel gesto tecnico di Li Ying, molto abile ad allungare il sinistro e deviare al volo un lancio profondo di Zhang Rui. Lunedì la sfida tra le asiatiche e la Spagna avrà il sapore di scontro diretto per l’accesso agli ottavi di finale.

Classifica gruppo B: Germania 6, Spagna 3, Cina 3, Sudafrica 0.

Domenica 14 aprile la Premier League potrebbe essere a un bivio con la delicata sfida tra Liverpool, in testa alla classifica, ma con una partita in più rispetto al Manchester City che insegue a due lunghezze, e il Chelsea di Maurizio Sarri che deve tener botta per difendere il terzo posto che vuol dire Champions League. Ma la vigilia è segnata da un pessimo video, diventato virale, in cui alcuni tifosi blues insultano Mohammed Salah, attaccante dei Reds e anche ex del match.

Ecco più che insulti, l’atteggiamento è davvero spregevole e razzista: all’interno di un pub, i supporter londinesi intonano un coro ripetuto, “Salah is a bomber”, con un gioco di parole che non fa riferimento alle sue capacità realizzative, ma a un chissà quale richiamo al terrorismo di matrice islamica, lui che è egiziano e musulmano.

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La società del Liverpool e ha pubblicato una nota ufficiale davvero dura:

Il video che circola in rete, che mostra vili cori discriminatori indirizzati a un nostro giocatore, è pericoloso e disturbante. In questa stagione abbiamo già assistito a ripugnanti episodi di discriminazione negli stadi in Inghilterra, in Europa e in tutto il mondo; atti registrati e pubblicati attraverso vari device. Siamo anche testimoni di numerosi e odiosi attacchi sui social. Questo tipo di comportamento va chiamato per quello che è: puro e semplice fanatismo. Il Liverpool Football Club ritiene che sia dovere delle autorità intervenire urgentemente con tutte le procedure necessarie a identificare e punire chiunque commetta un crimine d’odio. Nel calcio e nella società civile non c’è spazio per queste azioni. Le vittime di tutto questo non sono solo gli individui, ma tutta la collettività, quindi c’è bisogno di una decisa reazione. Per quanto concerne quest’ultimo incidente, il club sta lavorando con la polizia per accertare i fatti attorno a questo filmato, al fine di identificare i singoli soggetti. Inoltre, stiamo collaborando col Chelsea Football Club sulla faccenda. Ringraziamo il Chelsea per la loro condanna e il loro impegno ad agire immediatamente per individuare i responsabili.

Nella chiusura della nota, il club di Liverpool ringrazia il Chelsea per la collaborazione e condanna: infatti, la società di Stamford Bridge ha preso immediatamente provvedimenti, riconoscendo i tifosi protagonisti di questo gesto inqualificabile. Accesso allo stadio negato, abbonamenti ritirati e divieto ad assistere a una partita per almeno 10 anni. Giusto così.

 

Un  10 perfetto, di quelli agognati e ambiti a scuola, ma anche nelle prove di ginnastica. Una performance perfetta e coinvolgente, quella di Katelyn Ohashi, il cui nome non fa entusiasmare come quello di Simone Biles, ma il suo esercizio potrebbe superare non solo per spettacolarità e per visualizzazioni su internet, quello della pluricampionessa olimpica. Scrive il magazine Sport Illustrated che la sua esibizione è una di quelle che rappresentano la vera perfezione dello sport.

E pensare che la giovane atleta, già da tempo considerata una promessa nella sua disciplina, era stata a lungo lontana dalla scena negli scorsi anni per dei problemi fisici. Oggi tutto questo sembra essere solo un lontano ricordo e grazie alla sua esibizione Katelyn sta attirando ancora una volta l’attenzione generale rivelandosi per quello che è: una stella nascente della ginnastica moderna.
Nel suo esercizio lungo un minuto e mezzo, la bravura, l’energia e l’entusiasmo della ragazza sono riusciti a lasciare senza fiato pubblico e giuria. Si è trattato di una sequenza di spaccate e rovesciate eseguita in maniera perfetta su un medley di musiche soul e R’n’B tra cui riconosciamo anche noti successi di Michael Jackson e The Jackson 5.

Altra storia, altri palcoscenici, certamente, ma l’esibizione di Ohashi e il suo 10 rievocano nella mente degli appassionati di sport, l’ALTRO 10, quello di Nadia Comaneci, la prima atleta a ricevere il punteggio della perfezione alle Olimpiadi.
Era il 18 luglio 1976, secondo giorno dei Giochi olimpici di Montréal, in Canada e Nadia, ginnasta rumena di soli 14 anni, era in gara per la finale femminile delle parallele asimmetriche. Al tempo i tabelloni che segnavano i punteggi non prevedevano un numero a due cifre prima della virgola che segna i decimi e i centesimi, ma solo una cifra: in buona sostanza era possibile segnare massimo un 9,99 e non un 10; una scelta voluta dallo stesso Cio, il Comitato olimpico internazionale, che escludeva un possibile punteggio. Una storia destinata a cambiare.
Possiamo dire che tutto il mondo calcistico, alle 21 di sabato 10 novembre, sarà con gli occhi puntati in Argentina? Sì, diciamolo pure: A Buenos Aires è un evento storico,  e per certi versi, tra i tifosi locali segnerà per sempre l’esistenzaBoca Juniors e River Plate, squadre della stessa città e tra le più blasonate in Sud America, si affrontano per la prima volta in una finale di Copa Libertadores, la Champions League sudamericana.  
Nello stadio della Bombonera di Buenos Aires, si gioca la finale di andata (in Italia trasmessa da Dazn), mentre fra due settimane allo stadio Monumental, quello del River, è in programma il ritorno, che deciderà il campione del continente sudamericano. Storia nella storia, si tratta dell’ultima edizione della Copa Libertadores in cui la finale è spezzata nell’arco di 180 minuti: dall’anno prossimo, infatti, si giocherà in gara secca. 

La tensione è altissima e, per questioni di ordine pubblico, alle tifoserie ospiti non sarà concesso assistere alla finale. Una perdita, senz’altro, dal punto di vista del folklore e dell’entusiasmo per una rivalità che va oltre il secolo di vita: Boca Juniors e River Plate sono nate nello stesso quartiere di Buenos Aires, la Boca, e pur essendo state fondate nella zona portuale da comunità di immigrati genovesi, lungo la loro esistenza, le due società si sono differenziate. Il Boca, fondato 117 anni fa da cinque amici genovesi (da qui il soprannome della squadra, gli “Xeneizes”) rimase il club delle classi più povere. Il River, invece, dopo aver perso lo spareggio per restare nel quartiere, si trasferì nella parte settentrionale della città, una zona ricca e divenne così la squadra delle classi agiate della capitale: deve il suo soprannome, i “Millonarios”, alla sua forza economica.
Per distendere il clima, saggiamente l’Afa, la Federazione argentina, ha realizzato un video dal forte impatto emotivo che ripercorre episodi e personaggi argentini marcando il carattere “inspiegabile” della Nazione. E’, dopo tutto, una finale tutta argentina e andrà come deve andare, a risplendere sarà tutto il calcio del Paese. Il video è davvero emozionante e fa venire i brividi:

Il nostro countdown procede spedito e mentre il trofeo sta girando letteralmente il mondo per incontrare tifosi e appassionati di tutti i continenti, mancano esattamente 100 giorni all’inizio del Mondiale 2018 in Russia. A ricordarcelo è la stessa organizzazione dell’evento che ha pubblicato, nella giornata, di martedì 6 marzo, un video nel quale si vedono celebri star ancora in attività o del recente passato palleggiare.

Da Maradona a Mehdi Mahdavikia, passando per Ronaldo, Rooney, Nuno Gomes, Okocha, Forlan e tanti altri. Tanti palleggi quanti sono i giorni che mancano al 14 giugno con il match inaugurale tra Russia e Arabia Saudita allo stadio Lužniki che alzerà il sipario alla 21esima edizione iridata, A chiudere gli ultimi 10 palleggi sono Gianni Infantino, presidente Uefa, e Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa.

I RITIRI DELLE 32 NAZIONALI

? I GIRONI 

?LE CURIOSITA’ E LE STORIE DEI MONDIALI

A poco più di tre mesi ogni Nazionale e i rispettivi ct hanno più di un dubbio da sciogliere. In questi giorni si parla dell’infortunio di Neymar: l’asso brasiliano ha subito un intervento chirurgico per la frattura al quinto metatarso del piede destro subita nel match contro il Marsiglia, in Ligue1. A operarlo, nell’ospedale di Belo Horizonte, il medico della Nazionale verdeoro che prevede circa tre mesi per un definitivo recupero. La sua presenza ai Mondiali non sembra, dunque, in pericolo, ma resta da capire se sarà in campo il 17 giugno nel match d’esordio tra Brasile e Svizzera.

Rimanendo in Sudamerica, non mancano gli spunti di discussione nella lista dei convocati di Jorge Sampaoli per le due amichevoli pre-Mondiali che l’Argentina giocherà a fine mese contro Italia, il 23 marzo a Manchester, e Spagna, il 27 a Madrid. Fuori Dybala e Icardi dentro Christian Pavon e Lautaro Martinez, in rapida ascesa. Tra le novità c’è la convocazione del giallorosso Diego Perotti.

 

Gareth Southgate, ct dell’Inghilterra, dovrà capire a chi affidare la porta dei Tre Leoni. Joe Hart, portiere del West Ham, ha giocato metà delle partite in programma questa stagione, ma né Jack Butland o Fraser Forster sembrano attualmente affidabili.

E poi c’è il capitolo Var e la quarta sostituzione. La Fifa deve approvare il Var ed eventualmente la quarta sostituzione alla sua prossima riunione del Consiglio che si terrà il 16 marzo a Bogotà, per poterle impiegare al Mondiale in Russia. Ma dovrebbe trattarsi di una formalità.

Nel baseball ci sono delle qualità essenziali come avere reattività, scatto, prontezza di riflessi e una solida presa. Per afferrare la palla o qualche volta…direttamente una mazza impazzita.
Sembra una gag o uno spot pubblicitario, ma il gesto istintivo di Luis Guillorme è stato spettacolare quanto più che opportuno.
Guillorme è una riserva dei New York Mets, ha 22 anni, buone prospettive e il suo desiderio è giocare in pianta stabile nella Mlb, il massimo campionato di baseball negli Stati Uniti. Dopo questa clip, forse, gli verrà più facile.

Durante il secondo inning, nel match di giovedì 2 marzo, i Mets erano in battuta e  i Miami Marlins, con Adeiny Hechavarria, in ricezione.  Hechavarria nel colpire la sfera, perde incredibilmente il controllo della mazza che, piroettante, si dirige proprio verso la panchina dei Mets. Mentre tutti si sono allontanati (tra cui Tj Rivera, con la maglia numero 9, che si china), Luis Guillorme è rimasto impassibile, rigido nella sua posizione e, con nonchalance, ha afferrato al volo la mazza prendendola dall’impugnatura. Poi l’ha restituita come se nulla fosse accaduto:

L’esilarante presa ha entusiasmato anche il pubblico che ha applaudito il gesto. Ma non dovrebbe essere una sorpresa: secondo il report di scouting di Mlb.com, Luis Guillorme, tra i giocatori più promettenti, è quello che ha le statistiche più alte nelle prese effettuate.