La sconfitta con la Spal è un passo falso indolore per la questione scudetto. La Juve ha ancora sei gare per fare quel punto che le darebbe la certezza matematica del titolo, posto che il Napoli dovrebbe vincerle tutte. Eppure la gara del “Paolo Mazza” resterà, a suo modo nella storia. Non solo per la vittoria dei padroni di casa, che mancava da 57 anni contro i bianconeri. Ma anche perché nella Juve infarcita di seconde e terze linee ha fatto l’esordio una nuova nazionalità nella storia del club. Grigoris Kastanos, centrocampista classe 1998, è il primo cipriota a scendere in campo con la Juventus.
Sivori, Altafini e Platini
Acquistato dalla Juve nel 2014, fa le giovanili con Madama (vincendo, con gol in finale, il Torneo di Viareggio nel 2016) prima di due esperienze, senza grandi fortune, al Pescara e in Belgio allo Zulte Waregem. Da quest’anno è il pilastro in mezzo al campo della seconda squadra bianconera che milita in serie C. Considerando anche le gare non ufficiali, la nazione straniera più rappresentata nella storia juventina è l’Argentina. Basti pensare che, uno dei simboli nella storia della Signora, è stato Enrique Omar Sivori, el Cabezon. Seguono Brasile (da Altafini ad Alex Sandro), Francia (Platini e Zidane) e stranamente (vuoi per la vicinanza alpina), la Svizzera (Lichtsteiner su tutti).
La Juve dei tedeschi e di San Marino
Ci sono anche Germania (Moeller e Kohler), Inghilterra (Platt) e Spagna (Morata e Del Sol). Ma, con l’esordio del cipriota Kastanos, vengono a galla anche improbabili nazionalità con almeno un gettone ufficiale in bianconero. Come l’Uzbekistan di Zeytulaev tra il 2001 e il 2004. O l’Ucraina di Boudianski negli stessi anni. Nella speciale classifica c’è anche il Gabon grazie a Lemina. Mentre uno dei simboli della Juve del Trap era il sammarinese Massimo Bonini. Una presenza anche per la Somalia con il centrocampista Daud nel 2009. Restano a secco, invece, tralasciando le amichevoli, alcuni Paesi con grandi tradizioni calcistiche come Belgio, Grecia e Russia (l’Urss ha timbrato il cartellino con Alejnikov e Zavarov). A secco anche le grandi potenze dello sport, ma non del calcio, come Usa, Giappone e Cina.
