Ancora una volta le strade tra lo sport e Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, si incrociano per motivi non certo piacevoli.
Stavolta il protagonista della vicenda è un campione del sollevamento pesi, Rostami, che si trova suo malgrado coinvolto in una situazione difficile che gli potrebbe costare la partecipazione ai prossimi Mondiali.
La competizione, che avrà luogo ad Anaheim, in California dal 28 novembre al 5 dicembre, si svolge nel suolo americano e ogni atleta deve sottostare, dunque, alle restrizioni imposte dal Presidente degli Stati Uniti. Sfortunatamente, in seguito ad eventi politici di un certo rilievo, è stato deciso da Trump che alcuni paesi non possono entrare in America.
Tra questi rientra anche l’Iran, terra d’origine del campione Rostami, al quale è stato negato il visto per poter partecipare alla rassegna iridata.
Kianoush Rostami è un grande atleta nella disciplina del sollevamento pesi: ha vinto l’oro nelle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016 e mantiene il primato mondiale nella categoria 85 kg.
Parliamo quindi di un campione affermato che ha il diritto di gareggiare nella prossima competizione mondiale. Ma a Trump questi titoli sembrano non interessare, perché la black list che ha stilato personalmente non può avere eccezioni.
Rostami però non ci sta e si ribella a questa ingiustizia che lo costringe a guardare la gara da casa! Ecco tutta la rabbia nelle sue stesse parole, dove chiarisce le sue motivazioni a partecipare all’evento:
Io non penso alla politica, ma a vincere un’altra medaglia d’oro. Nel mio conto ho due milioni di dollari e ho detto agli americani che nel mio paese ho questi soldi. Poi ho aggiunto che sono il migliore e il più famoso sollevatore di pesi del mondo, e il primatista assoluto. Non voglio una green card, non m’interessa, sono orgoglioso di essere iraniano e voglio tornare nel mio paese. Io amo l’Iran, i nostri martiri e gli eroi di guerra
Non c’è dubbio su quale sia il suo pensiero, al quale sono seguite anche le azioni: Rostami è persino andato a Dubai per ottenere i documenti, ma ancora non è cambiato nulla.
Di fronte alle continue accuse e pressioni da parte dell’atleta iraniano il governo statunitense risponde in questo modo:
Siamo in continuo contatto con il Dipartimento di Stato attraverso il nostro comitato olimpico e spero che tutti gli atleti che hanno chiesto il visto d’entrata lo ottengano. E posso anche aggiungere che l’Iran sarà benvenuto, visto che nel nostro sport è uno dei miglior team del mondo
Insomma, da un lato c’è un visto negato per paura che l’atleta possa richiedere asilo politico e dall’altro c’è un paese che prende delle precauzioni di carattere politico e che chiede di avere pazienza. Il Mondiale, però, è alle porte e l’ansia di Rostami è del tutto lecita.
Vedremo come si evolveranno i fatti nei prossimi giorni e se l’atleta potrà provare a vincere un altro oro anche in questa nuova sfida mondiale.