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Lì dove non è arrivato, ha dovuto affidarsi al palo. Ma nei restanti nove tiri, Salvatore Sirigu ha piazzato i suoi guantoni contro gli attacchi del Napoli, neutralizzandoli. C’è molto, se non tutto, del portiere nuorese dello 0-0 che, di fatto, ha nuovamente chiuso un campionato forse mai aperto. Curioso che a consegnare il sempre più probabile ottavo scudetto consecutivo ai bianconeri siano stati proprio i cugini del Toro. Con i guantoni del numero 1 ex Palermo e Paris Saint Germain. A 32 anni Sirigu sta conoscendo una nuova giovinezza, raggiungendo livelli forse mai raggiunti in carriera. Mancini gongola, c’è vita oltre Donnarumma e il declino di Perin.

I numeri di Sirigu

Per Salvatore Sirigu parlano i numeri. Tra i portieri con oltre venti presenze è tra i migliori per media voto assieme a Donnarumma, Sorrentino e Cragno (6,25 in 22 gare disputate). Ha saltato, suo malgrado, gran parte del derby con la Juve, sostituito da Ichazo poi trafitto da Ronaldo su rigore. Con il pari a reti bianche del “San Paolo” il Torino ha centrato il decimo clean sheet in campionato, il nono con Sirigu in porta. Stesso numero di parate contro le folate di Milik e compagni, record in questo campionato per l’estremo difensore di Mazzarri. Solo una volta si è dovuto affidare al palo sul tiro di Insigne.

Sirigu, il pararigori

I numeri di Napoli confermano la sua stagione eccellente. Leader silenzioso, poco mediatico e altrettanto allergico ai social, Sirigu sta facendo parlare i suoi guanti. Soprattutto dal dischetto, specialità in cui ha parato 5 degli ultimi 7 rigori tirati contro. Chiedere, per esempio, a Rodrigo De Paul, l’ultima vittima dagli undici metri del portiere. Assieme a Nkoulou, Salvatore da Nuoro sta blindando la retroguardia del Toro: solo 22 reti subite in campionato, quarta miglior difesa in coabitazione col Milan dietro Juve, Napoli e Inter. Il tremendismo granata riparte da dietro, sperando che le imprese difensive contagino la vena scarsamente prolifica di Belotti davanti.

Con Cagliari – Torino si chiude la tredicesima giornata di campionato e tra le persone che sicuramente saranno sotto i riflettori c’è il portiere granata Salvatore Sirigu che è un sardo doc, quindi di certo non sarà una partita come tutte le altre.

La vita calcistica dell’estremo difensore però si divide dalla sua terra d’origine. In effetti, cresciuto nella Puri e Forti di Nuoro, viene selezionato da un osservatore del Cagliari, Gian Pio Porcu, per fare un provino per i rossoblu. Il test però non soddisfa la società cagliaritana e Salvatore Sirigu viene scartato. Dopo la brutta delusione, viene aiutato proprio da Porcu, ex portiere, il quale decide di allenarlo personalmente anche per le strade della provincia nuorese. Dopo il duro lavoro viene notato da un dirigente del Venezia del patron Zamparini. Sirigu firma prima un contratto con i lagunari e poi vola a Palermo, piazza in cui si fa notare sul panorama nazionale.

Salvatore Sirigu nel Palermo

Dalla Sicilia la sua carriera impenna improvvisamente date le buonissime prestazioni, con le convocazioni anche in nazionale. A suon di milioni Zamparini lo vende al Psg degli sceicchi prima del gradito ritorno in Serie A a Torino.

Con i granata a Cagliari raggiunge quota 49 presenze. Per lui non sarà certo una gara normale dato che da piccolo era tifoso dei sardi.

Per me è sempre bello, perché mi ricorda quando da bambino andavo al Sant’Elia a vedere giocare il Cagliari. Poterci tornare, anche se da avversario, è davvero una gioia

A sognarlo ora c’è anche la Nazionale di calcio sarda, nata qualche settimana fa e che si preparerà per le qualificazioni all’Europeo delle nazionali che non sono stati del 2019.