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Per caratteristiche e movimenti in molti lo paragonano all’egiziano Momo Salah, ma lui si sente semplicemente Musa Al Taamari.

Classe ’97, l’esterno offensivo della Giordania sta ben figurando in questa prima parte di Coppa d’Asia 2019 che si sta tenendo negli Emirati Arabi Uniti. La sua nazionale è a punteggio pieno dopo le prime due partite della fase a girone della competizione.

Dopo aver battuto a sorpresa l’Australia, i giordani hanno sconfitto per 2-0 anche la Siria. Sugli scudi proprio il talento di proprietà dell’Apoel Nicosia grazie a un gol e un assist contro i siriani e un altro passaggio vincente nel match del debutto contro i Socceroos.

Il dribbling e la velocità sono le armi in più del 21enne, il quale sogna il salto di qualità. In passato è stato cercato da diverse squadre europee, tra cui anche il Cagliari del patron Giulini, nella partita contro la nazionale siriana pare siano stati presenti diversi osservatori, anche quelli della Fiorentina.

Un osservatore dei viola è venuto a vedermi contro la Siria nella partita che abbiamo giocato negli Emirati Arabi. C’erano diverse squadre a seguirmi, ma la Fiorentina era il club più importante.

Un futuro dunque in Italia. Beh non è da escludere dato che la viola è sempre alla ricerca di nuovi talenti e non sarebbe la prima volta perPantaleo Corvino che in Italia ne ha portati di calciatori dell’est.
In passato, quando era al Lecce, due come Bojinov e Vucinic, ma anche nella sua prima esperienza in viola con Jovetic, Ljajic e Nastasic. Ora, ivnece, spicca su tutti il nome del difensore Milenkovic.

Se ciò dovesse accadere, Al Taamari sarà il primo calciatore giordano in Serie A. Il valore di mercato attuale non è altissimo però, quasi sicuramente, grazie alle buonissime prestazioni nel torneo continentale asiatico il prezzo potrà lievitare in maniera sostanziale. Proprio per questo il direttore tecnico Corvino dovrà decidere in fretta.

I ciprioti dell’Apoel Nicosia lo hanno acquistato durante lo scorso mercato estivo, prelevandolo dai giordani del Shabab Al-Ordon che lo aveva girato in prestito anche ai più blasonati dell’Al-Jazeera di Amman.

Quest’anno ha trovato quella continuità che gli hanno permesso di essere notato. Con l’Apoel ha giocato 11 partite in campionato, segnando 7 reti, oltre a sei partite di qualificazione all’Europa League (con un assist) e due di qualificazione alla Champions League.

Con la sua nazionale ha disputato 21 partite, in cui ha messo a segno 4 reti, una proprio contro la Siria e un’altra il 28 dicembre scorso contro la Cina in un match d’amichevole prima della Coppa d’Asia.

È iniziata con la partita inaugurale tra Emirati Arabi Uniti – Bahrein la 17esima edizione della Coppa d’Asia 2019.

Il torneo continentale si sta giocando negli stadi degli Emirati Arabi e si concluderà con la finale del primo febbraio prossimo allo stadio Zayed Sports City di Abu Dhabi.

Sono tante le novità di questa edizione. Le nazionali partecipanti sono 24 (non più 16) divise in sei gironi da quattro. Le prime due di ogni gruppo si qualificano direttamente agli ottavi di finale, a cui si aggiungono successivamente le quattro migliori terze. L’altra novità è l’eliminazione della finale per il terzo-quarto posto.

Tutte presenti le formazioni più blasonate: in primis l’Australia (ultima trionfatrice nel 2015), ma anche Corea del Sud, Giappone, Iran e Arabia Saudita.

Due le formazioni allenate da commissari tecnici italiani: Alberto Zaccheroni, mister dell’UAE, e Marcello Lippi, alla guida della Cina.

Il tecnico romagnolo, sulla panchina della nazionale degli Emirati dall’ottobre 2017, ha sposato il progetto della federcalcio emira che cercava un allenatore d’esperienza (ha già vinto una Coppa d’Asia nel 2011 e una Coppa d’Asia Orientale nel 2013 col Giappone) per far crescere un paese in cui il calcio è ancora poco praticato nonostante ci siano impianti idonei e fiorenti casse.
Alla prima uscita mister Zac non è andato oltre l’1-1 contro il Bahrein, nel girone A in cui sono presenti anche India e Thailandia.

Oggi tocca ad Australia – Giordania, India – Thailandia e Siria – Palestina.

Domani è la volta della Cina di Lippi contro l’esordiente Kirghizistan. Partita sulla carta semplice, ma occhio alle sorprese. La stella cinese è Wu Lei, ala dello Shanghai SIPG con cui è il top scorer con 169 reti, mentre con i Dragoni ha realizzato 13 reti in 59 apparizioni.

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Wu Lei con la maglia dello Shanghai SIPG

Le altre nazionali debuttanti sono Yemen e Filippine, ma ci sono anche grandiritorni come il Libano, assente dall’edizione casalinga del 2000, il Turkmenistan, che mancava dal 2004, il Vietnam e la Thailandia, che hanno segnato l’ultima presenza “casalinga” nel 2007.

Gli altri “italiani” presenti sono l’iracheno Ali Adnan dell’Atalanta e i nordcoreani Kwang-Song Han del Perugia e Song Hyok Choe dell’Arezzo.

La stella in assoluto non può che essere il sudcoreano del Tottenham Son Hueng-min, ma ci sono anche altri talenti da tener d’occhio come già detto il cinese Wu Lei, ma anche il “Messi iraniano” Azmoun, il vietnamita Nguyen Cong Phuong, il giordano Musa Al-Taamari e il nipponico Gaku Shibasaki.

Sardar Azmoun, Nguyen Cong Phuong, Musa Al-Taamari e Gaku Shibasaki

Insomma non resta che gustarci questo grande torneo per vedere chi avrà la meglio e per scoprire quale calciatore potrà fare il salto di qualità nel calcio europeo.

Quando in una partita di calcio della nazionale un gol diventa fondamentale, anche i telecronisti spesso si fanno prendere dalla gioia nel commentarla. È successo a grandi cronisti italiani come Nando Martellini al gol di Tardelli in finale al Mondiale 1982, è successo a Sandro Ciotti alla rete del pareggio di Roberto Baggio contro la Nigeria agli ottavi di finale a Usa ’94.

C’è chi però ha esultato con grande entusiasmo al 93esimo minuto per il gol della Siria che ha regalato al Paese mediorientale la possibilità di volare a Russia 2018 affrontando i tanto insperati playoff. È successo al telecronista siriano che stava commentando la partita della sua nazionale. Proprio a pochi secondi dal fischio finale il gol di Omar Al Soma ha fatto letteralmente saltare dalla sedia il giornalista come un vero e proprio tifoso da stadio. Un urlo di quasi un minuto che sottolinea l’importanza del gol. Rete che ha permesso appunto la Siria di disputare i prossimi playoff. Evento storico per una nazione che non ha mai disputato un campionato Mondiale di calcio e che da anni vive nella guerra. La nazionale, inoltre, sono sei anni che non disputa una gara ufficiale nei propri confini, ma sono costretti a disputare le gare casalinghe in Malesia.

All’Europeo 2016 una delle protagoniste principali è stata l’Islanda. La nazionale baltica e i suoi tifosi hanno appassionato tutti con la gran voglia di calcio. A fine gara la celebre “Geyser Sound” che gli ha resi famosi in tutto il mondo e un telecronista che va in visibilio al gol partita di Traustason al minuto ’94 contro l’Austria.

In Italia invece le emozioni che ci hanno regalato i campionati del Mondo sono state uniche. Come dimenticare l’esplosione del telecronista alla rete del 3-1 di Marco Tardelli alla finale di Madrid del Mondiale 1982, contro la Germania Ovest. La gioia del giornalista Nando Martellini ha accompagnato le storiche immagini dell’esultanza del centrocampista, che ha percorso decine e decine di metri gridando “Goal! Goal”, rendendo felici milioni di italiani.

Un altro nostalgico cronista della nazionale azzurra è stato sicuramente Sandro Ciotti. Con la sua voce rauca è entrato nelle case degli italiani durante l’estate del 1994 per il campionato del Mondo in Usa. Il suo “Santo Dio, era ora!” è entrato di diritto tra le frasi più celebri delle telecronache sportive. Quasi una vera e propria liberazione, per un’Italia che sino a quel momento non era riuscita a brilla. Proprio quel gol di Baggio sbloccò la situazione tanto da portare gli azzurri in finale, poi persa ai rigori ai danni del Brasile.