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In Australia, nello slang sportivo e colloquiale, si è diffusa l’espressione “doing a Bradbury”, un modo ironico per parlare di una vittoria inattesa, al limite del miracolo e dell’impossibile. Chi interpella il divino, chi la buona sorta, ma dal 2002, Steven Bradbury, pattinatore professionista australiano di short track, è l’atleta a cui è legata la rimonta e l’impresa sportiva più bizzarra e assurda di sempre. Il simbolo di chi, nemmeno quotato tra i possibili vincitori, sorprese tutti (e, forse, anche se stesso). A metà tra lo scandalo, la truffa, la favola e il romanticismo.

Durante le Olimpiadi invernali di Salt Lake City, nel 2002, Bradbury vinse la medaglia d’oro nei 1000 metri semplicemente perché rimase in piedi per ultimo. Una serie di rocambolesche coincidenze gli garantirono non solo l’accesso, insperato, in finale, ma anche la possibilità di salire sul gradino più alto del podio.

Dopo aver vinto la propria batteria, infatti, arrivò terzo nei quarti di finale e venne eliminato perché nello short track accedono alla fase successiva solo i primi due. Ma il giapponese Naoya Tamura, arrivato secondo, a sette decimi avanti a lui, fu squalificato, dando così all’atleta australiano la possibilità di essere ripescato in semifinale.
Qui, come se non bastasse, avvenne qualcosa di ancor più insolito: Steven, ampiamente quinto e ultimo, era staccato dal gruppo quando mancava un giro al termine. A un tratto, il coreano Kim Dong-Sung, secondo, perse l’equilibrio e finì a terra e poco dopo, lungo il rettilineo finale, scivolò anche il giapponese Satoru Terao portandosi con sé il canadese Mathieu Turcotte. Incredibilmente, da ultimo, Bradbury si ritrovò a entrare in finale come secondo.

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Sorte, caso e caos divennero, in buona sostanza, la strategia del pattinatore anche in finale: attendere in fondo al gruppo e sperare in un contatto e in una caduta. Sempre all’ultimo giro, dopo una gara tesissima e disputata sul minimo equilibrio nonostante la velocità del percorso, l’effetto domino tanto ambito arrivò, ormai, quasi inesorabilmente. Il cinese Li Jiajun inciampò dopo un contatto con l’americano Apolo Anton Ohno, primo in quel momento. Jiajun, nel cadere, toccò il pattino del coreano Ahn Hyun-Soo, che riuscì a rimanere in piedi solo per una frazione di secondo, prima di andare a sbattere contro l’americano. Tutti e due a terra, così, poco dopo, il canadese Mathieu Turcotte che arrivava dalle retrovie se li ritrovò davanti e non riuscì a scansarli. In un battito d’occhio, in meno di un secondo, Bradbury, passato indenne dalla mattanza sportiva, fu l’unico a emergere in piedi e a tagliare il traguardo. Medaglia d’oro, la prima nelle Olimpiadi invernali nella storia dell’Australia.

Nella beffa, nell’incredulità generale, la vittoria a sorpresa di Bradbury, forse, è un merito alla sua determinazione a non mollare mai: una promessa negli anni ’90 (vinse tre medaglie mondiali nei 5000 metri staffetta, un oro nel 1991, un bronzo ne 1993 e un argento nel 1994, oltre alla medaglia di bronzo alle Olimpiadi invernali di Lillehammer nel 1994), ma una carriera compromessa per un gravissimo infortunio.
A Montréal, nella Coppa del Mondo, subì una lacerazione profonda all’arteria femorale, causata dalla lama di un altro pattino; perse quattro litri di sangue, rischiava di morire e ci vollero 111 punti di sutura e 18 mesi di riabilitazione.  Nel 2000, un altro infortunio, frattura al collo, sembrava interrompere la sua carriera. Ma nonostante questo, nonostante fosse atleticamente lontano da buoni livelli, decise di partecipare ai Giochi del 2002.
In un’intervista disse:

Non ero sicuro se avessi dovuto festeggiare oppure andare a nascondermi in un angolo. Non ero certamente il più veloce, ma non penso di aver vinto la medaglia col minuto e mezzo della gara. L’ho vinta dopo un decennio di calvario

Quello appena trascorso è stato un week end mozzafiato per l’Italia sulla neve. In diverse discipline, infatti, sono arrivate piacevoli medaglie che hanno regalato sorrisi e buoni propositi per il futuro.

Partiamo da quella che è sicuramente l’impresa più bella e importante del fine settimana: vittoria femminile nella tappa di slittino in Coppa del Mondo. A riuscirci, dopo ben 23 anni, è stata la bolzanina Sandra Robatscher, nipote del grande Armin Zoeggler (buon sangue non mente). Classe ’95, la slittinista azzurra ha ottenuto il miglior risultato sulla pista di Altenberg. In realtà, a causa della neve, la tappa si è conclusa dopo una sola manche, guidata dall’italiana. L’ultimo trionfo femminile in questa disciplina risale al 1996, quando Gerda Weissensteiner si impose a Koenigssee e St. Moritz.

Sandra Robatscher ha chiuso la prima manche con 90 millesimi di vantaggio sulla campionessa del mondo Natalie Geisenberger e 246 sulla russa Viktoriia Demchenko. Il secondo atto non è andato di scena per la fitta nevicata che ha reso impraticabile la pista. Contentissimo il direttore e zio della giovanissima Sandra, Armin Zoeggler, che è stato soddisfatto della vittoria.

Un’altra delle gioie più importanti sono arrivate dallo snowboard che ha avuto come protagonisti la campionessa olimpica, Michela Moioli, e Omar Visintin ai Mondiali di Park City. Gli azzurri hanno conquistato una bella medaglia d’argento nella gara a squadre di snowboardcross, vinta dai padroni di casa americani Mick Dierdorff e Lindsey Jacobellis.

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La soddisfazione degli azzurri sul podio a Park City

La gioia per Moioli è doppia perché arriva dopo una fase di ripresa a causa dell’infortunio subito lo scorso ottobre e conseguente operazione al menisco del ginocchio sinistro. Contento anche Visintin che, dopo diversi tentativi, è riuscito a mettersi al collo una meritata medaglia in questa disciplina.

Sorrisi anche nello short track, grazie alla campionessa Martina Valcepina. L’azzurra, dopo l’argento europeo di qualche settimana fa, ha ottenuto il primo successo in carriera in Coppa del Mondo.

 

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La prima vittoria in Coppa del Mondo di ISU Short Track non si scorda mai 💖 È stata una giornata intensa e le sensazioni che ho provato ieri durante i 1500 mi hanno aiutata oggi nei 500. Sono felicissima ed emozionata per questo primo oro in Coppa del Mondo🥇Sicuramente non me l’aspettavo perché in questa stagione non ero ancora riuscita ad esprimermi al meglio. Sono riuscita ad avere il tempo migliore in semifinale e partire quindi dalla prima corsia in finale. Ho gestito tutte le gare da davanti e sono veramente molto contenta. In generale abbiamo anche raggiunto bei risultati come squadra. Nelle staffette c’è stata anche un po’ di sfortuna, ma abbiamo sicuramente fatto tutti delle belle prove. Voglio dedicare questo successo alle mie bimbe e alle persone che mi sono state vicino in questi due giorni 😘 Grazie Dresda, ci vediamo il prossimo weekend al PalaTazzoli di Torino 🇮🇹 Mi raccomando, vi aspetto numerosissimi 💪 🔥 Fiamme Gialle ❄️ FISG – Federazione Italiana Sport del Ghiaccio 🇮🇹 Italia Team

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In effetti, nonostante le tante medaglie conquistate, la pattinatrice 26enne non aveva mai ottenuto un primo posto in coppa. A Dresda, in Germania, il trionfo nella gara che preferisce, la 500 metri. Ora spera di ripetersi nella prossima tappa in programma a Torino.

Una medaglia attesa ben cinquant’anni.

È un grande risultato quello raggiunto dall’atleta azzurra Francesca Lollobrigida agli Europei di pista lunga che si stanno tenendo a Collalbo, sull’altopiano del Renon. La 27enne, infatti, ha ottenuto una medaglia di bronzo nella classifica Allround, quella classica e più importante di tutte.

Dal 1970, anno in cui sono stati gli Europei femminili, nessuna italiana era riuscita a salire sul podio continentale. Proprio per questo motivo, si può confermare che la pattinatrice frascatese ha compiuto una vera impresa.

Un giorno indimenticabile per la storia dello sport italiano. Per il bronzo, la Lollobrigida ha dovuto correre le quattro manche (500m, 1500m, 3000m e 5000m) in maniera impeccabile. Nella prima giornata l’azzurra ha corso i 500 e i 3000 piazzandosi, in entrambe le gare ,al terzo posto. Poi è arrivato la seconda piazza sui 1500 in 1’57″99 e la sesta sui 5000 in 7’21″67, sufficienti a tenersi alle spalle un mostro sacro come l’olandese Ireen Wüst, giunta quarta nella classifica conclusiva.

L’oro è stato vinto da un’altra atleta orange, Antoinette De Jong (162.918), davanti alla ceca Sablikova, argento (164.064), e proprio alla nostra Francesca che ha chiuso con 164.937.

Stremata ma felice a fine giornata, Francesca Lollobrigida ha in parte lasciato alle spalle la delusione olimpica di PyeongChang 2018.

Sorrisi anche per Martina Valcepina, argento agli Europei di Short track a Dordrecht, nei Paesi Bassi. L’atleta è giunta seconda nella gara dei 500m e, attualmente, è quarta in classifica overall, in attesa dei 1500 metri.

I complimenti per i successi sono arrivati anche dal presidente del Coni, Gianni Malagò

Si sono disputate  sabato 24 marzo nella città di Kolomna, un centinaio di chilometri a sud-est di Mosca, le finali del pattinaggio di velocità su ghiaccio sulle distanze di 500, 1500 e 5000 metriFormalmente, anche quest’anno, il torneo si svolge per la coppa intitolata all’ex campione sovietico Valeri Muratov, peraltro originario proprio di Kolomna, ma quest’anno assume un significato particolare, divenendo parte dei giochi olimpici alternativi organizzati dal ministero dello sport per permettere agli atleti russi esclusi da PyeongChang 2018 di gareggiare.

Nei 500 metri uomini ha prevalso Pavel Kulizhnikov, con un tempo di 34″ e 63 centesimi, nei 1500 metri donne Elizaveta Kazelina con 1′ 57″ e 73 centesimi, mentre nei 5000 metri uomini ha trionfato Daniil Semerikov, il quale ha fermato il cronometro a 6′ 17″ e 46 centesimi, un tempo che sarebbe valso il decimo posto nella finale olimpica di PyeongChang.

Pertanto anche in queste categorie gli atleti russi confermano le loro prestazioni di alto livello ed i primi classificati si apprestano ad intascare i lauti premi messi a disposizione dal ministero dello sport russo, da 1,7 a 4 milioni di rubli, come risarcimento per l’esclusione dalle olimpiadi.

Dopo le premiazioni Pavel Kulizhnikov, detentore del record mondiale dei 500 metri, ha dichiarato ai giornalisti presenti:

Se fossi stato alle Olimpiadi, dove ci sono più adrenalina e motivazione, avrei potuto correre meglio, credo. Qui non ho potuto dare il massimo. Ho corso con desiderio, sì, ma sicuramente non ho mostrato tutto il mio potenziale.

Infine, una nota di colore: nel palazzetto del ghiaccio di Kolomna, tra le varie gigantografie di diversi atleti di pattinaggio di velocità su ghiaccio pluridecorati di ogni nazionalità vi era anche quella della nostra Arianna Fontana, vincitrice di un oro, due argenti e cinque bronzi olimpici nella categoria 500 metri.

 

 

Soddisfazioni, riconoscimenti e grandi risultati quelli dei nostri azzurri alle Olimpiadi in Corea del Sud. Medaglie importanti arrivano anche nello short track e nel biathlon, per portare ancora più alto il nome dell’Italia nello sport.

Short track: è argento

Arianna Fontana, Martina Valcepina, Lucia Peretti e Cecilia Maffei sono le protagonista della settima medaglia azzurra vinta a Pyeongchang. Per loro è argento nella staffetta, in una gara che ha riservato delle sorprese e tante emozioni.

Sembrava non ci fosse alcuna possibilità contro le avversarie coreane e cinesi ma per l’Italia era già un grande risultato essere arrivate terze. Poi il colpo di scena: dopo un’attenta analisi, Cina e Canada vengono squalificate.

Ecco come arriva in modo del tutto inaspettato l’argento per la staffetta azzurra e le ragazze sono incredule quanto felici di questo improvviso cambio di classifica.

Abbiamo tagliato il traguardo col bronzo poi a sorpresa è venuto l’argento. Alla fine è stato un casino, ho capito solo che abbiamo portato a casa l’argento. Non abbiamo capito bene cosa fosse successo, eravamo tutte concentrate sul continuare la gara. Ma siamo seconde, il resto chissenefrega

Ecco le prime parole della portabandiera Arianna Fontana che festeggia la sua seconda medaglia olimpica:

Stiamo scrivendo un pezzo di storia, qualcosa che terremo sempre con noi. Ho superato Zoeggeler e Monti per numero di medaglie? Sicuramente è un qualcosa che fa piacere però non ho mai pensato di vincere una medaglia per battere Zoeggeler o altri, l’obiettivo era arrivare qui e fare bene individualmente e con la squadra. E ci siamo riuscite

E poi aggiunge con l’approvazione delle sue compagne:

La medaglia in staffetta è tra le più belle perché è di tutta la squadra, anche delle ragazze che sono rimaste in Italia

Medaglia di bronzo per il biathlon azzurro

Lukas Hofer, Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer e Dominik Windisch aggiungono un altro tassello al medagliere olimpico con il bronzo nel biathlon, staffetta mista.

Per loro un meritato terzo posto dopo la Francia e la Norvegia, che però si fa attendere un po’ prima di poter essere davvero festeggiato. Infatti, a causa di un ricorso presentato dalla Germania per un presunto fallo da parte di Dominik Windisch il risultato finale è stato messo a rischio per circa trenta minuti.

Dopo attente analisi però la staffetta tricolore può tirare un sospiro di sollievo e salire sul podio a festeggiare la medaglia di bronzo.

Si conferma così il bronzo ottenuto a Sochi nel 2014.  Per Windisch si tratta della terza medaglia olimpica e della seconda in Corea, dopo aver ottenuto anche un altro bronzo nella 10 km sprint.

Con questo risultato è lui il terzo italiano della storia del biathlon con due medaglie nella stessa edizione olimpica dopo Johann Passler nel ’98 e Karin Oberhofer nel 2014.

Le mie medaglia? Se mi avessero detto che sarei tornato a casa con due bronzi, mai ci avrei creduto!

Una vittoria che è merito anche degli altri suoi compagni che hanno dato il massimo. La prima a gioire è Lisa Vittozzi che sale sul podio olimpico per la prima volta, mentre Wierer e Hofer avevano già provato questa emozione in Russia.

Arianna Fontana è entrata nell’Olimpo del sport italiano, grazie all’oro conquistato nello Short Track dei 500m a PyeongChang 2018.

Con questa vittoria la nostra portabandiera ha ottenuto una serie di record. Trionfo ottenuto in Corea del Sud, Paese in cui lo Short Track è quasi legge.

La pattinatrice di Sondrio, nella storia della specialità dei Giochi Olimpici, ha raggiunto tali medaglie unicamente la cinese Wang Meng. L’azzurra, inoltre, è stata l’unica europea a salire sul gradino più alto del podio e prima donna all time nella sua disciplina.

L’atleta azzurra delle Fiamme Gialle, inoltre, ha già ottenuto altri record come quello di più giovane italiana a vincere una medaglia olimpica per l’Italia quando, appena quindicenne, a Torino 2006 conquistò il bronzo nella staffetta 3000m.

Lei non vuole fermarsi in vista anche dei 1000 e 1500 metri oltre alla staffetta.

Per ora si gode il meritato momento dato che non è molto frequente vedere la portabandiera italiana vincere una medaglia d’oro.

In effetti erano ben 24 anni che un atleta, protagonista della cerimonia inaugurale, non saliva sul podio più alto di una disciplina olimpica invernale.

L’ultima era stata la campionessa Deborah Compagnoni ai Giochi Olimpici di Lillehammer 1994, nello Slalom Gigante sulle nevi norvegesi.

La nostra Arianna è riuscita nell’impresa dove altre eroine dello sport azzurro come Isolde Kostner o Gerda Weisseinsteiner, o addirittura leggendari campioni come Armin Zoeggeler, non sono arrivati. Nessuno, da Deborah ad Arianna, era riuscito a salire sul gradino più alto del podio portando sulle spalle il Tricolore.

Ma facendo un salto nel passato, negli annali dei Giochi, fino alla prima storica edizione di Chamonix 1924, si scopre che soltanto altri due atleti sono riusciti a vincere l’oro da portabandiera: impresa realizzata dal grandissimo Alberto Tomba nel 1992 ad Albertville e, otto anni prima a Sarajevo, da Paul Hildgartner nello slittino (che fu ancora portabandiera nell’88 a Calgary scivolando però lontano dal podio).

Neppure il leggendario Gustav Thoeni, leader della Valanga azzurra, per due volte (Innsbruck ’76 e Lake Placid ’80) ebbe l’onore di guidare la squadra sventolando la bandiera italiana, ma in gara dovette accontentarsi, si fa per dire, di un argento. Niente oro, comunque, come chi l’aveva preceduto, dal 1924 al 1976. Stop. Solo quattro portabandiera su 21, in quasi un secolo e 23 edizioni di Giochi invernali, hanno centrato l’impresa: nessuno dal 1924 al 1980, tre dal 1984 al 1994, una quest’anno a PyeongChang, l’incredibile Arianna Fontana.

Vincere da portabandiera è qualcosa che porterò nel mio cuore gelosamente!

Ventidue centimetri per giungere davanti a tutti. Traguardo tagliato con la grinta di una guerriera che non si è fatta prendere dalla tensione, ma che ha sfruttato la l’emozione in adrenalina agonistica.

È questo ciò che ha realizzato la nostra Arianna Fontana in pista. Al comando dallo scatto sino alla conclusione della gara, ha fatto capire chi è Ary e che avrebbe fatto vendere cara la sua pelle. Un oro atteso 8 lunghi anni.

La squalifica della sudcorena Choi non ha cancellato tutto il buono fatto in pista nei 500m, per conquistare un meritatissimo oro.

Sesta medaglia olimpica per la nostra portabandiera, la prima vinta nel 2006 ai Giochi Invernali di Torino.

Finalmente il mio sogno è diventato realtà. L’ho sognato tante volte ma viverlo è anche meglio!

In effetti non capita spesso vincere un oro olimpico, ma lei è entrata di diritto nella storia dello sport italiano e internazionale.

È stato un lungo viaggio, più bello di come lo avevo immaginato. È un oro che inseguivo da anni, una sensazione stupenda tagliare il traguardo davanti alla coreana in casa sua. Voglio ringraziare Coni, Federazione e famiglia.

Grazie Anthony per essere al mio fianco, assicurandomi di aver fatto tutto ciò che dovevo fare per essere pronta per questo #evento. ? È stato il #viaggio di una #vita , e non è ancora finito ??? Thank you @anthony_lobello for being by my side; making sure I did everything I needed to do in order to be #ready for this #event. It’s been the #ride of a #lifetime. And it’s not finished yet! ?? Fit-Fast-Focused. #FRAG (if you don’t know, you better ask someone) • • • #italiateam #TeamA ?? #DAOAthlete #DAOInTheWorld #FiammeGialle ? #shorttrack #speedskating #шорттрек #쇼트트랙 #短道速滑 #schaatsen ⛸ ‪#i2018평창 #hellopyeongchang #pyeongchang2018 ????❤ ‬#olympics ‪#winterolympics ‬#FuocosulGhiaccio ? #herbalife #TOYOTATEAM #teamyoungitalyunipolsai ?? #valentinesday #sanvalentino ?

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Con questo trionfo Arianna Fontana è diventata un orgoglio dello sport azzurro e anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, era convinto che la pattinatrice avrebbe regalato gioie al popolo italiano.

Una cosa è certa la nostra Arianna si è emozionata e ha emozionato tutta l’Italia intera

Il quadro degli sport invernali rappresentati dai nostri azzurri alle prossime Olimpiadi di Pyeongchang si fa sempre più chiaro. Molti di questi possiedono già il pass per accedere alla competizione olimpica, mentre per altri si deve ancora aspettare almeno circa un mese.

Al momento in Corea del Sud voleranno 34 atleti azzurri nelle discipline sportive del curling, pattinaggio di figura, short track e biathlon.

Gli sport azzurri già qualificati

La qualificazione del curling è avvenuta nel fine settimana con la grande impresa storica della squadra maschile. Saranno presenti a Pyeongchang quattro atleti più l’alternate.

Nel pattinaggio di figura i posti occupati dai nostri azzurri sono sette. Oltre alla possibilità di schierare i propri rappresentanti migliori nelle diverse specialità, l’Italia ha conquistato la possibilità di partecipare al team event, una competizione esclusiva per le dieci migliori nazionali delle ultime due stagioni.

Il team tutto al femminile dello short track, con la portabandiera Arianna Fontana in testa, è composto da 5 pattinatrici. Ancora da decidere gli uomini che svolgeranno le prove individuali.

Undici atleti, divisi in 5 uomini e sei donne, sono i rappresentanti del biathlon alle Olimpiadi di febbraio.

Gli sport ancora da definire

Tra gli altri sport invernali le partecipazioni si devono ancora decidere nel prossimo mese di gennaio.

Sci alpino, sci di fondo, combinata nordica, salto con gli sci, freestyle, snowboard daranno le loro adesioni il prossimo mese, come bob e skeleton, la cui data è fissata per il 14 gennaio.

Entro la fine dell’anno invece sapremo quanti atleti schiereranno le discipline dello speed skating e dello slittino.

Non resta dunque che aspettare che il quadro sia completo e conoscere poi i nomi degli atleti ufficialmente convocati a rappresentare l’Italia ognuno nel proprio sport di riferimento.

Da qualche anno si è confermata come uno dei talenti azzurri degli sport invernali. Cresciuta con i pattini ai piedi, Arianna Fontana, sarà la punta di diamante dell’Italia alla rassegna olimpica di PyeongChang 2018.

La campionessa azzurra è stata scelta come portabandiera della nostra nazionale alle Olimpiadi. Tuttora Arianna si trova in Oriente con la nazionale dello Short Track per la Coppa del Mondo tra Shanghai e Seul.

A 27 anni, la pattinatrice di velocità azzurra ha raggiunto la maturità giusta per essere la leader del gruppo italiano nella spedizione a PyeongChang e, non a caso, il Coni le ha conferito l’onore di essere portabandiera.

Un’atleta che ha trovato il feeling con il torneo dei Cinque Cerchi, tanto da collezionare già 5 medaglie (4 bronzi e 1 argento) in tutte le Olimpiadi che ha preso parte: Torino 2006, Vancouver 2010 e Sochi 2014.

L’intento per la prossima spedizione sudcoreana è quella di confermarsi tra le atlete nazionali e internazionali più forti della storia dello Short Track. Una scusa in più per fare ancora meglio, per se stessa e per la sua terra.

Cos’hai provato nel sapere che saresti stata tu la portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi di febbraio?

È stato incredibile, è davvero un grande onore ed un orgoglio non solo per me ma per tutte le persone che mi hanno aiutato nella mia carriera e per la mia Valtellina.

Dopo le medaglie di Torino, Vancouver e Sochi, cosa ti aspetti dalla tappa di PyeongChang?

Cerco sempre di migliorarmi, anno dopo anno, riuscire a fare meglio di Sochi è una bella impresa, ma è quello che ho in mente di fare! (ride, ndr).

Data l’esperienza, ti senti pronta a dare una mano anche agli altri atleti più “giovani” che voleranno in Corea del Sud?

Sicuramente, ma non sarò sola. Ci saranno anche tanti altri “veterani” che mi daranno una mano con le new entries. Ci daremo man forte gli uni con gli altri per raggiungere i nostri obiettivi!

Credi che l’ItaliaTeam possa fare bene in questa spedizione sudcoreana?

Penso proprio di sì! In questo quadriennio tutti abbiamo lavorato molto in vista di questo unico evento. Sono sicura che saremo tutti pronti a dare il 110%!

In quale distanza ti senti dire che sei più pronta?

Il mio obiettivo è arrivare in Corea del Sud competitiva su tutte le distanze, voglio centrare tutte le finali, anche con la staffetta ovviamente, ed una volta in finale, fuori denti ed artigli per portarsi a casa una medaglia.

Diremmo che per ora il percorso fila molto liscio per la nostra campionessa dati i risultati incoraggianti nelle tappe di Coppa del Mondo.

 

Nella quarta tappa della Coppa del mondo di short track che si è disputata questo fine settimana a Seoul, la bandiera tricolore non ha smesso di farci sognare. Un altro podio viene conquistato da un’altra nostra azzurra di grande talento, Martina Valcepina, nella categoria 500 metri.

Dopo i successi di Arianna Fontana, ecco dunque trionfare un’altra italiana: Valcepina è arrivata terza con un tempo di 43″907. La sua è stata una performances degna di rilievo fino alla gran finale, dove è stata superata dalla britannica Elise Christie, prima con un tempo di 43″259 e dalla coreana Min Jeong Choi, seconda con un tempo di 43″378.

Nessun traguardo invece per Arianna Fontana questa volta: nei 500 metri scende in fondo alla classifica e nei 1500 metri, finale A, conquista la settima posizione. Nei 1000 metri si ferma addirittura ai quarti di finale, a causa di una penalizzazione.

Per quanto riguarda la staffetta femminile, la squadra azzurra formata da Arianna Fontana, Lucia Peretti, Cecilia Maffei e Martina Valcepina, ha gareggiato nella finale B insieme al Canada, all’Ungheria ed al Giappone, ma si piazza al quarto posto. Poco male per il nostro quartetto che aveva comunque già conquistato il pass per accedere alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang. 

Poche soddisfazioni tra gli uomini azzurri

Rispetto alle donne, gli azzurri della categoria maschile hanno regalato meno gioie. L’unico che si è rivelato un gran fuoriclasse, nonostante l’assenza di podi significativi, è Yuri Confortola, che nei 1500 metri è arrivato in semifinale, mentre nei 1000 metri è giunto in finale B.

Alle prossime Olimpiadi di febbraio parteciperanno, quindi, di diritto 5 azzurre, mentre tra gli uomini bisogna attendere i risultati della classifica generale.