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Storicamente Fiorentina – Juventus è una partita fuori dal comune. Le tifoserie certamente non si amano e la Juventus non sempre ha avuto vita facile allo stadio Franchi.

Un contrasto calcistico marcato dal trasferimento di calciatori importanti da Firenze direzione Torino, sin dai tempi di Baggio fino all’ultimo Bernardeschi.

Il percorso inverso l’ha, invece, fatto Marko Pjaca. Il croato però ha poco brillato finora e non ha ancora dimostrato il suo valore. A dire il vero è tutto l’attacco viola, a parte Federico Chiesa, che stenta a decollare. I tifosi della Fiorentina, infatti, stanno aspettando ancora il buon Giovanni Simeone.

L’attaccante argentino è fermo ancora a due reti in campionato ed è a secco da oramai troppe partite. La partita contro la Juve potrebbe essere quella del gradito ritorno al gol. Nel destino del Cholito, nel bene e nel male, c’è la Juventus.

In passato proprio il numero 9 della Fiorentina ha sia castigato con una tripletta la Vecchia Signora quando era attaccante del Genoa, che offerto lo scudetto grazie alla sonora vittoria contro il Napoli di Sarri la scorsa stagione al Franchi, sempre con una tripletta.

Contesti  completamente differenti per le squadre avversarie, stessa reazione per Simeone che in tutte queste reti ha regalato gioia a squadre e tifosi.

Ora con la Viola qualcosa sembra essersi rotto anche se con la nazionale argentina la spinta offensiva l’ha dimostrata offrendo l’assist per il primo gol di Paulo Dybala contro il Messico in amichevole. Ancora il fattore bianconero che incrocia il figlio del tecnico dell’Atletico Madrid. Sgroppata di 50 metri e passaggio perfetto per la rete della Joya.

Alle 18, la curva Fiesole proverà a dare la spinta giusta agli uomini di mister Pioli e magari sarà proprio il Cholito a regalare qualche gioia e soddisfazione ai tifosi.

Alla Juventus ha fatto già del male e cercherà di farlo ancora.

Juventus Bologna è, anche, Max Allegri contro Filippo Inzaghi. La sfida di questa sera all’Allianz Stadium è un confronto tra due tecnici che non si sono mai amati troppo sin dai tempi del Milan. Oggi Max procede a gonfie vele con la Juve, avendo vinto tutto quello che poteva vincere in bianconero, a caccia della Champions sfuggita due volte in finale. SuperPippo è tornato in una panchina di serie A dopo la sfortunata esperienza in rossonero e i due anni a Venezia. In laguna Inzaghi ha conseguito una promozione in serie B, una coppa Italia di Lega Pro e una semifinale playoff di B lo scorso anno.

Pippo Inzaghi a Venezia

Gli attriti tra i due sono iniziati nella stagione 2011/2012: Max è sulla panchina del Milan, ha appena vinto uno scudetto e una Supercoppa italiana. Pippo, 38 enne, è reduce da un grave infortunio al legamento crociato. Si dice pronto per tornare in campo in quella stagione ma Allegri lo esclude dalla lista Champions. Quella sarà l’ultima stagione da calciatore per l’attaccante, motivo per cui Inzaghi porterà dietro con sé tutto il suo disappunto per la scelta del tecnico livornese.

Inzaghi in campo con Allegri alla guida del Milan

L’anno dopo, nel 2012, Inzaghi inizia la sua carriera da allenatore sulla panchina degli Allievi Nazionali del Milan. Allegri non inizia bene la stagione e il nome di Pippo è tra i papabili per la successione alla guida tecnica. In un pomeriggio di settembre inoltrato, Max e Pippo si incrociano al Centro sportivo “Vismara” dove giocano gli Allievi rossoneri. L’attuale tecnico della Juve saluta Inzaghi, ma le cronache di quei giorni raccontarono di una mancata risposta del secondo. «Per me non esisti», furono le parole bisbigliate da Inzaghi ad Allegri che va su tutte le furie. «Il vostro tecnico è un pezzo di m….», esclamò Max furibondo davanti ai ragazzi del vivaio milanista.

Stretta di mano tra Inzaghi e Allegri quando Pippo allenava il Milan

Le indiscrezioni sul litigio raggiungono subito i piani alti di Milanello. La società, guidata ancora da Berlusconi e Galliani, è costretta a mobilitare il canale tematico ufficiale per sancire la “pace” tra i due. Da allora si sono incontrati due volte in panchina, nella stagione 2014-2015, con due vittorie della Juve di Allegri sul Milan di Inzaghi. Oggi Pippo proverà a vendicarsi sportivamente contro l’ultimo allenatore della sua incredibile carriera da calciatore.

Federico Bernardeschi è sbocciato all’alba di un nuovo autunno. Frosinone Juventus ha confermato un dato emerso già nel precampionato estivo. L’esterno tuttofare di Carrara, concittadino di Buffon, è uomo sempre più decisivo negli ingranaggi di Allegri, al pari di Cristiano Ronaldo, oggi più di Paulo Dybala.

L’esultanza di Bernardeschi dopo il goal decisivo a Verona contro il Chievo

Ha segnato il gol vittoria nell’esordio di Verona contro il Chievo, ha chiuso a chiave il colpo esterno al Benito Stirpe. Mostra personalità e sacrificio (oltre a notevole qualità) sia quando entra dalla panchina, sia quando gioca titolare come a Valencia in Champions. In Spagna ha preso per mano la squadra dopo l’espulsione di Ronaldo che poteva complicare la gara dei bianconeri.

Con la Juventus finora ha segnato 7 reti in 36 partite disputate, ma è l’atteggiamento a convincere sempre più. Bernardeschi, alla sua seconda stagione con la Juve, si è calato perfettamente nella realtà bianconera, offrendo il suo talento al servizio del collettivo.

Bernardeschi nella stagione a Crotone

La classe non gli è mai mancata: non a caso lo chiamavano Brunelleschi quando incantava con il suo sinistro terribile nelle giovanili della Fiorentina sin da ragazzino. Si è fatto prima le ossa a Crotone, nella stagione 2013-2014, con 12 gol in 38 partite in serie B. Poi il ritorno a Firenze dove esplode per tre anni guadagnandosi la fiducia di Paulo Sousa. Memorabile il suo splendido gol in Europa League su punizione a Mönchengladbach contro il Borussia.

Nell’estate 2017 il passaggio turbolento alla Juventus per 40 milioni, tra le ostilità dei tifosi gigliati, sulla scia di quanto successo quasi 30 anni prima con il trasferimento di Baggio dalla Fiorentina a Madama. Federico è ancora acerbo, cerca di ritagliarsi i suoi spazi, segna il suo primo gol a Bergamo contro l’Atalanta, viene coccolato e protetto da Allegri che conosce le sue potenzialità. Ora, a 24 anni, nel pieno della sua maturità, Bernardeschi si sta prendendo la Juve di CR7 puntando le sue mire alla Nazionale di Mancini. Bologna allo Stadium mercoledì la prossima tappa nel turno infrasettimanale di A. 

 

Frosinone Juventus, da Del Piero a Blanchard. Dopo la vittoria in Champions League in 10 uomini a Valencia, gli uomini di Allegri tornano in campionato in Ciociaria, affrontando al “Benito Stirpe” la squadra di Moreno Longo affamata di punti salvezza. I bianconeri incontrano il Frosinone per la quinta volta nella loro storia, le prime due furono in serie B nella stagione 2006-2007 con il duecentesimo gol di Alessandro Del Piero con la maglia della Juve.

Il 200mo gol di Del Piero con la Juve, proprio contro il Frosinone

Curiosamente, il debutto in A di questa sfida avvenne esattamente il 23 settembre, come quest’anno, ma nel 2015 a Torino. La Juventus di Allegri, reduce solo tre mesi prima dalla sconfitta in finale di Champions contro il Barcellona, parte male in campionato: clamorosa sconfitta interna alla prima giornata contro l’Udinese, poi nuovo ko in trasferta a Roma. L’appuntamento con la vittoria arriva solo nel quarto turno contro il Genoa a Marassi, dopo il pari interno con il Chievo.

Nella quinta giornata, turno infrasettimanale, la Vecchia Signora in maglia rosa cerca punti contro il Frosinone guidato da Roberto Stellone. La Juve non gioca male, crea diverse occasioni, centra il legno due volte con Pogba e Zaza, poi sblocca il match con l’attaccante azzurro nativo di Policoro.

Il gol di Blanchard in Juve Frosinone 1-1 nel 2015

Sembra fatta, ma nel recupero c’è un calcio d’angolo per i laziali. Svetta Leonardo Blanchard, anticipa Paul Pogba e infila la rete alle spalle di Neto. Clamoroso pareggio del Frosinone, la gara termina 1-1 tra i fischi dello Juventus Stadium (oggi Allianz). Il calvario della Juve in quel campionato continuerà per un altro mese, fino al 28 ottobre a Reggio Emilia contro il Sassuolo: la sconfitta per 0-1 contro i neroverdi (gol di Sansone su punizione) farà precipitare la Juve a -11 dalla Roma capolista alla decima giornata di campionato. Da lì inizierà una straordinaria rimonta che porterà i campioni d’Italia a vincere il loro 32° scudetto, 5° consecutivo.

Blanchard festeggiato dai compagni dopo il gol allo scadere

Oggi è lo stesso Leonardo Blanchard, attualmente svincolato, a ricordare quella sera allo Stadium in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Proprio lui, juventino di nascita che ha seguito la squadra nelle finali di Coppa a Berlino e Cardiff:

Fu il punto più alto della carriera: io che segno di testa, nel recupero, contro la squadra della mia vita. In campo non pensi, fai il tuo dovere, esulti perché Frosinone era e sarà sempre casa. Poi a freddo ti accorgi che è tutto singolare. Domani torna Frosinone-Juve, esattamente dopo 3 anni, ed è di nuovo tutto singolare

 Alberto Gilardino lascia il calcio, ma solo quello giocato. La notizia non è ancora ufficiale, ma sembra che il campione del Mondo 2006 sia pronto ad appendere le scarpette al chiodo per intraprendere la carriera in panchina: ha sostenuto a Coverciano l’esame per ottenere l’abilitazione da allenatore Uefa pro. Di fatto Gila dice addio al calcio visto che la licenza Uefa A e B è incompatibile con la carriera di calciatore.

Alberto Gilardino a Piacenza

Nato a Biella il 5 luglio 1982 (la stessa data di Italia Brasile del Mundial di Spagna), Gilardino è esploso nel Piacenza con l’esordio in A il 6 gennaio 2000 contro il Milan, squadra che tornerà nel suo destino. Poi Verona e la consacrazione a Parma: 50 gol in 96 partite, con lo spettacolare poker condiviso con Cristiano Lucarelli in Parma Livorno del 2005 (finita 6-4).

Il salto di qualità definitivo è il passaggio al Milan: nei tre anni in rossonero vince la Champions League nel 2007 (contribuendo al trionfo europeo con il gol in semifinale contro il Manchester United) il Mondiale per club e la Supercoppa europea. Esaurito il ciclo al Milan, Gila passa alla Fiorentina, club con cui tornerà ai massimi livelli raggiunti a Parma: memorabile il suo esordio in viola, con gol del pareggio in extremis contro l’odiata Juventus. Dopo Firenze, dal 2012, l’attaccante prosegue la sua girandola di squadre: due volte al Genoa, Bologna, in Cina al Guangzhou, di nuovo alla Fiorentina, Palermo, Empoli, Pescara e Spezia. In Liguria ha disputato la sua ultima stagione, con 16 presenze e 6 reti in serie B (e il contestato rigore fallito nell’ultimo match contro il Parma).

Alberto Gilardino con la Fiorentina

Gilardino chiude la sua carriera con 273 gol in 755 presenze, di cui 19 reti in Nazionale e 188 in serie A (9° marcatore di sempre con Del Piero e Signori). Memorabile, in maglia azzurra, resta il Mondiale vinto in Germania nel 2006, con la rete messa a segno contro gli Usa nella seconda giornata, seguita dall’immancabile esultanza con il violino. Indimenticabile anche l’assist a Del Piero per il 2-0 con cui l’Italia sconfisse i padroni di casa tedeschi in semifinale.

L’esultanza con il violino dopo il gol agli Usa nel 2006

Con il ritiro di Gila, restano ancora in attività tre campioni del mondo, o forse quattro. Sono Buffon, Barzagli e De Rossi: di Zaccardo, dopo l’annuncio di lavoro su Linkedin per trovare una squadra e l’esperienza nel campionato maltese, non si hanno notizie sul prosieguo della sua carriera.