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Negli ultimi anni, i campionati italiani di calcio, dalla A alle serie minori, ci hanno abituati a risultati quasi sempre scontati e all’assenza di grandi sorprese. I 9 scudetti di fila della Juventus non rappresentano che la punta dell’iceberg di un mondo che, rispetto a qualche anno fa, ha visto un appiattimento generale del livello qualitativo, ben lontano dai fasti degli anni ’90 e dei primi 2000, quando il nostro Paese rappresentava il sogno di tutti i grandi campioni. Qualcosa, tuttavia, sembra muoversi e anche alcune delle cosiddette provinciali paiono oggi proiettate per lavorare su progetti di lungo periodo, con investimenti importanti e qualche sogno nel cassetto: ecco alcune delle esperienze più interessanti.

Benevento, di nuovo in A con l’obiettivo di non sbagliare più

Sono passati soltanto 3 anni dalla prima storica promozione del Benevento in A, seguita da una purtroppo rapida discesa in cadetteria dopo una sola stagione: un’esperienza che la dirigenza dei giallorossi campani ha incamerato e posto come base per riprendere quel sogno interrotto troppo rapidamente. Ecco così che dopo due sole stagioni di B e un campionato, quello 2019/2020, praticamente dominato, gli stregoni si riaffacciano alla massima serie con l’obiettivo di rimanerci più a lungo possibile.

Il Benevento del presidente Oreste Vigorito è una delle squadre con la storia più interessante se guardiamo a questi ultimi anni e un progetto molto ambizioso, che mira a regalare alla cittadina campana quelle soddisfazioni calcistiche che finora sono state rare. Rifondata più volte nel corso della sua storia – l’ultima nel 2005 – la società sta cercando di farsi largo nel calcio che conta, con investimenti mirati e un progetto a lungo termine, basato più sulla concretezza che sugli slogan. Proprio questo atteggiamento molto attento e lungimirante ha attirato le simpatie e la curiosità non solo dei tifosi, ma anche di tanti addetti ai lavori, che oggi considerano proprio il Benevento come una delle squadre su cui puntare come possibile sorpresa dei prossimi anni.

La stagione 2020/21 è iniziata già in maniera positiva per l’undici di Inzaghi, chiamato a riscattare il pessimo storico esordio in A – primo punto solo alla 15a giornata con una rete del portiere Brignoli contro il Milan – ma al di là dei primi risultati che, come ben sappiamo, nelle prime giornate possono talvolta non essere veritieri, a far parlare è soprattutto l’interessante mercato estivo posto in essere dal DS Pasquale Foggia: nomi di tutto rispetto per la categoria come quelli di Glik, l’ex Torino e Genoa Iago Falque e Lapadula, sommati al gruppo valido e coeso che ha dominato in B, lasciano presagire infatti la possibilità di non vivere un campionato anonimo ma di poter, anzi, togliersi qualche soddisfazione, col sogno di guardare oltre l’obiettivo minimo della salvezza.

Monza, la neopromossa in B che guarda già alto

In serie B, la squadra che sta facendo parlare più spesso di sé è certamente il Monza, in primis per la presenza del binomio Berlusconi-Galliani al comando che, in linea con il carattere ambizioso dei due, lascia intravedere obiettivi ben più ampi della semplice permanenza in cadetteria.

Rifondata solo 5 anni fa e rilevata nel 2018 proprio da Silvio Berlusconi, desideroso di rientrare nel mondo del calcio dopo l’addio al suo amato Milan, la società brianzola è riuscita a ritornare rapidamente nel calcio professionistico, dapprima vincendo il campionato di serie D nel 2017 e poi, sotto la nuova guida societaria, trionfando nel girone A di Lega Pro nella scorsa stagione, un risultato che le è valso dopo quasi 20 anni l’agognato ritorno in serie B.

A obiettivo raggiunto, la società neopromossa, potendo vantare sulla solidità finanziaria dell’ex presidente del Milan, ha lavorato sul mercato con una certa sfrontatezza, portando in Lombardia diversi nomi di spicco, primo fra tutti quello di Boateng, e parlando apertamente di obiettivo serie A sin da subito. Sebbene l’opinione pubblica sia già divisa sulle reali possibilità di promozione dei brianzoli tra coloro che esaltano la rosa e quelli che la considerano solo uno specchietto per le allodole, in realtà i principali siti di scommesse calcio hanno già inserito il Monza tra le favorite: il campionato è appena iniziato e qualcosa in più si potrà dire solo tra qualche settimana, ma l’interesse intorno all’undici allenato da Cristian Brocchi è davvero altissimo!

Reggina, nomi di spicco per continuare a sognare

La Reggina è un’altra delle squadre di cui si parla tanto, sia perché, proprio come il Monza, reduce da un fallimento societario piuttosto recente (2015) dopo diverse intense stagioni anche in serie A, sia per le ambizioni mostrate dal gruppo oggi al comando, guidato dal presidente Luca Gallo. Pur non essendo al top nei pronostici degli esperti, gli amaranto figurano sicuramente tra le squadre che possono puntare a un’immediata promozione in massima serie: grazie alla presenza di alcuni nomi davvero importanti per la categoria, come Germán Denis, Jérémy Menez e Kyle Lafferty, il team calabrese mira quanto meno a togliersi un po’ di soddisfazioni, sperando che con il giusto mix di entusiasmo, coesione e buona sorte possa arrivare sin da subito qualcosa in più.

Come dichiarato anche dal DS Massimo Taibi, ex portiere e icona della Reggina nelle sue più emozionanti stagioni in serie A, la squadra allestita è qualitativamente buona e, senza alcuna presunzione, può tranquillamente puntare alle prime posizioni. In ogni caso, il lavoro svolto in questi mesi rappresenta per la tifoseria e per l’intera città un’ottima base da cui partire per costruire un futuro nel calcio che conta, obiettivo già esplicitato più volte che renderebbe felici tutti gli amanti di questo sport, che ben ricordano le emozioni vissute solo fino a pochi anni fa tra le mura dell’Oreste Granillo.

Ho promesso al bambino che sognava di diventare calciatore, che avrei giocato fino a quando avessi provato meraviglia entrando in campo. Ma il cuore mi ha detto che stavo venendo meno alla promessa. Mi fermo, ma sento di dover dire grazie sogno, mi hai dato forza e felicità!

Con queste parole il centrocampista Claudio Marchisio ha annunciato il suo ritiro dal calcio a 33 anni. Ben 23 di questi li ha passati alla Juventus, suo sogno e grande amore: un fiero scudiero della Signora, dalle giovanili alla prima squadra, passando anche per la Serie B, che però l’ha fatto entrare nei cuori dei tifosi e l’ha consacrato nel calcio italiano ed europeo. Una decisione difficile ma presa con consapevolezza e annunciata in una conferenza stampa all’Allianz Stadium, nella sala “Gianni e Umberto Agnelli”. Dopo l’ultimo infortunio al ginocchio, professionale ed etico fino alla fine, ha rescisso anticipatamente il contratto con lo Zenit, squadra di San Pietroburgo, “dolce esilio” quando non rientrava più nei piani della Juventus. Non ha accettato altre proposte in Serie A, ma non è quello il suo rimpianto:
Il rimpianto? Quello di non vincere la Champions con la Juve e l’Europeo con la Nazionale. Sono i miei due rimpianti più grandi. Il momento più bello è quello in cui mi sono reso conto che il sogno si stava realizzando ed è stato l’anno della Serie B. Vedevo le facce dei campioni che avevano scelto di restare in B. Per me non era indossare la maglia della Juve in Serie B, era indossare la maglia della Juve e basta” Il gol più bello? “Sono due: quello contro l’Inter e il primo segnato nel nuovo stadio, è stato l’inizio di un ciclio vicente irripetibile. La partita che vorrei rigiocare? Quella contro il Barcellona in finale di Champions a Berlino, anche solo una parte del secondo tempo
389 partite con la maglia della Juventus, una sola espulsione e sette scudetti – tra i tanti altri trofei alzati al cielo. Con la casacca azzurra della Nazionale, l’esordio nell’agosto del 2009 contro la Svizzera, poi 55 sfide, molte delusioni e l’Europeo del 2012 giocato da protagonista e leader. L’ultima partita nel 2017 in un 3-0 contro l’Uruguay in cui Claudio gioca appena 19 minuto ed esce per infortunio. Diversi i messaggi sui sociali, ma da un ex-Barça arriva un’autentica poesia, breve ma profonda: per Andrés Iniesta, da oggi il “calcio è un po’ meno calcio”. 

Dopo otto lunghi anni, il Brescia è riuscito a centrare la promozione in Serie A. La squadra di Eugenio Corini ha infatti conquistato matematicamente la massima serie, con due giornate d’anticipo e grazie alla vittoria allo stadio Rigamonti contro l’Ascoli: battuto 1-0 grazie alla rete decisiva di Daniele Dessena. Arrivato nella città lombarda nel gennaio di quest’anno per volere del presidente Cellino, e dopo una lunga serie di infortuni che gli hanno condizionato gli ultimi anni della sua carriera, il 31enne centrocampista emiliano si è tolto lo sfizio di realizzare il suo primo gol con la maglia del Brescia nel giorno più importante: quello della promozione in Serie A.

Al termine della partita, di fronte alle telecamere di Dazn, il giocatore di Corini ha così voluto dedicare la sua importante rete ad un amico speciale, con cui ha condiviso gli anni al Cagliari:

So che sarà contento anche Davide Astori, è stato un mio amico intimo. Gli dedico il mio gol, lo tengo nel cuore sempre. La mia felicità è anche per lui. Sarebbe molto felice per me, guardavo i messaggi ricevuti e mancava il suo ma son sicuro che me lo avrebbe mandato

 

 

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Il cambio allenatore in casa Genoa era nell’aria, certo però era difficile pensarlo al termine di una gara di Coppa Italia contro una squadra di Serie C.

Il presidente Enrico Preziosi ha deciso di sollevare dall’incarico il tecnico Juric, che a sua volta era subentrato a Ballardini, per chiamare Cesare Prandelli.

L’ex commissario tecnico, dunque, torna in Italia dopo alcune poco felici esperienze all’estero al Galatasaray, Valencia e Al-Nasr Dubai. Domenica gli aspetta un’importante sfida in casa contro la Spal, il lavoro da fare è soprattutto mentale.

Per il 61enne allenatore bresciano una nuova avventura per rilanciarsi in Serie A. Sono passati otto anni dall’ultima volta, quando ha lasciato Firenze per sposare il progetto della Federcalcio italiana, partecipando all’ottimo Europeo 2012 e alla disastrosa apparizione al Mondiale in Brasile nel 2014.

Dal gennaio scorso è rimasto senza squadra dopo l’esonero dall’Al-Nasr ed era in attesa  di una chiamata proprio da una società italiana. La telefonata è arrivata ed è giunta da un club storico con un presidente non molto paziente con i propri allenatori, com’è Enrico Preziosi.

Ho sbagliato a richiamare Juric, ma ero convinto che stavolta potesse finire bene. È stato sfortunato e ha commesso degli errori: non si poteva andare avanti.

LA CRESCITA, DAL VENEZIA IN B ALLA FIORENTINA IN CHAMPIONS

Prandelli non ha certo paura del presidente Preziosi, in passato ha lavorato per un altro mangiallenatori come Maurizio Zamparini ai tempi del Venezia in Serie B e in A.

Proprio con i lagunari si fa notare nel calcio che conta. Chiamato a Parma, guida per due anni i ducali, ottenendo due ottimi quinti posti, chiudendo l’era di Callisto Tanzi presidente.

Dato il bel gioco e il buon carattere, è la Roma dei Sensi che lo chiama per guidare il progetto giallorosso. Purtroppo, però, il tutto si ferma ancora prima d’iniziare: la moglie di Prandelli è gravemente malata e il tecnico decide di lasciare l’incarico per stare vicino alla sua famiglia.

Prandelli Fiorentina
Cesare Prandelli ai tempi della Fiorentina

La stagione successiva sposa il piano della Fiorentina. Con la Viola è subito amore. A Firenze è amato da tifosi, calciatori e proprietà. Sono tante le buone stagioni in Serie A, nonostante lo scandalo Calciopoli. Riesce anche a strappare una qualificazione alla Champions League. Al Franchi si respira profumo d’Europa come non capitava dall’era del presidente Cecchi Gori e del goleador Batistuta.

Nella stagione 2009/10 la Fiorentina si qualifica agli ottavi di Champions, dopo aver superato la fase a gironi da prima classificata a 15 punti, battendo due volte il Liverpool. Agli ottavi la Fiorentina viene eliminata, non con poche polemiche, dal Bayern Monaco per via della regola dei gol fuori casa.

LA NAZIONALE

Il picco e il baratro della sua carriera, però, arriva con la nazionale azzurra. Nel 2012, contro qualsiasi pronostico, riesce a guidare Balotelli e compagni fino alla finale dell’Europeo 2012 persa a favore della Spagna.
Il flop, invece, arriva due anni dopo al Mondiale brasiliano. Gli azzurri non riescono a passare i gironi di qualificazione, perdendo con Costa Rica e Uruguay.

L’ESTERO

Le esperienze estere non sono state positive, prima i turchi del Galatasaray e gli spagnoli del Valencia e poi gli arabi dell’Al-Nasr lo esonerano dopo brevi periodi ricchi di molti bassi e pochi alti.

Nessuno nel calcio italiano ha viaggiato al ritmo della Juventus nello scorso mese di novembre: 3 match di campionato e 3 successi raccolti, accaparrandosi il 100% dei punti in palio. Al tempo stesso, solo una delle 98 squadre impegnate fra A e C è rimasta, per così scrivere, ferma al palo: l’Under 23 bianconera, che ha rimediato solo sconfitte. E’ quanto emerge da una ricerca svolta da FootStats.it, realtà specializzata in statistiche del calcio italiano.

LA CLASSIFICA DI NOVEMBRE 2018*

Ammontano a 193 le partite disputate fra il primo e il 30 novembre 2018: 30 di A; 29 per la cadetteria; infine, 134 di C. Nel corso di questi match sono stati siglati 458 gol (264 dalle squadre di casa, 194 dai club in trasferta) che hanno prodotto 84 successi casalinghi, 60 segni X, 49 vittorie esterne. La Juventus ha tenuto un passo di 3 punti/match. Nessun altro club nel massimo campionato italiano ha saputo appaiare la marcia dei bianconeri. Il Napoli, s’è ‘fermato’ a 2,33 punti/match. Lo stesso ritmo tenuto dalla sorpresa Parma.
In cadetteria il vertice di questa particolare classifica è una sorta di condominio piuttosto affollato. In rigoroso ordine alfabetico: Lecce, Palermo, Perugia e Venezia, tutte con 2 punti/match. Mentre unificando i gironi del terzo livello troviamo il Catanzaro nel ruolo di lepre, 2,6 punti/match, inseguito da Carrarese, Gozzano, Rende, Virtus Entella e Vis Pesaro tutti con un’andatura di 2,5 punti/match. E dall’altra parte della graduatoria? Come anticipato qualche riga sopra, la squadra meno in forma s’è rivelata l’Under 23 della Vecchia Signora. I giovani bianconeri, inseriti nel Girone A della Serie C, nello scorso mese di novembre hanno saputo raccogliere, difatti, soltanto sconfitte, 4.

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TOP E FLOP

L’attacco più prolifico di novembre 2018 risulta quello della Carrarese: 12 reti. Alle spalle dei toscani ecco la Virtus Entella, 11 gol, e la Pro Vercelli, 10. Sono in 4 a spartirsi il titolo di squadra meno produttiva, tutte con 1 solo centro: Frosinone, Juventus U23, Salernitana, Viterbese. Le difese più perforate risultano quelle di Rieti e Virtus Francavilla, entrambe con 11 gol al passivo, Alessandria e Olbia, con 10. Vera e propria Maginot invalicabile la retroguardia del Cuneo che lo scorso mese è rimasta imbattuta: 0 marcature incassate. Dobbiamo precisare che quest’ultimi dati, gol fatti/subiti, sono valori assoluti e non medie. Pertanto risentono, anche, del maggior o minor numero di impegni affrontati da ogni singolo club.


* Considerate solo quelle gare realmente svolte nel mese di novembre 2018, valutando quindi la data effettiva di anticipi e/o posticipi e/o recuperi in calendario. Abbiamo escluso Cuneo-Virtus Entella, gara terminata sull’1-1 il 28 novembre scorso ma che dovrà essere ripetuta. Tutte le classifiche della pagina successiva sono ordinate in base alla media punti in campionato del mese di novembre 2018.

Per alcuni sembra che venga da un’altra generazione calcistica: capello lungo, sbarbato e sguardo serio, e invece è solo un classe 2000, il primo millienial a essere convocato nella nazionale maggiore.

È Sandro Tonali, centrocampista 18enne del Brescia, fresco di prima chiamata da commissario tecnico Mancini per l’importante partita contro il Portogallo di Nations League in programma domani sera a san Siro.

Sandro Tonali a Coverciano sotto l’attenta guida di Roberto Mancini

Un vero e proprio colpo di scena per questo ragazzo che ben sta figurando in Serie B con la maglia delle rondinelle e che ha già stregato i dirigenti di molte big italiane.

Primo calciatore della nuovo millennio con la maglia della nazionale maggiore, battuto anche il più favorito Moise Kean, attaccante della Juventus: primo italiano classe 2000 a esordire in Serie A e in Champions League.

Si parla tanto bene di lui ed è per questo che il ct Mancini ha voluto prima seguirlo e poi convocarlo. Centrocampista dai piedi buoni, dalla visione di gioco, dal tocco semplice e polmoni da mediano. I paragoni con altri campioni del recente passato, ovviamente, sono già partiti. Lui non ne vuole nemmeno sentir parlare, soprattutto se il nome più chiacchierato è quello di Andrea Pirlo, genio che è partito proprio da Brescia.

Per la maturità dimostrata in campo, il suo ex allenatore Roberto Boscaglia diceva “di aver di fronte un fenomeno con il cervello da 50enne ma col corpo da 18enne”.  

Gli appassionati di calcio e gli addetti ai lavori hanno potuto ammirare la classe di Tonali già nell’Europeo Under 19, dove da playmaker ha trascinato gli azzurri in finale, persa contro il Portogallo; destino ha voluto che la sua prima convocazione “maggiore” sia avvenuta proprio contro i lusitani.
Tuttavia, salvo ulteriori sorprese, il debutto avverrà in amichevole contro gli Stati Uniti a Genk, in Belgio.

Sandro Tonali con la nazionale Under19 durante l’Europeo di categoria

Per Roberto Mancini è un calciatore che ha grande tecnica e qualità e sembra logico che tra il mercato invernale e quello estivo venga fuori una vera e propria asta per chi lo volesse in squadra.

Sa di avere un gioiello il presidente del Brescia, Massimo Cellino, il quale però ha ribadito che non sarà una questione di soldi ma che lo cederà a chi dimostrerà più amore.

Intanto non ci resta che attendere il suo debutto con la maglia azzurra e sperare che sia nata una nuova stella del calcio italiano, che possa offrire qualità al gioco, così come ha fatto un altro campione da Brescia, ma noi non vogliamo fare nomi.

Turno infrasettimanale per la Serie B, valida per la decima giornata del campionato, che riprende dopo l’importante Consiglio federale di oggi, presidiato per la prima volta dal neo presidente Gravina. Stamane si è deciso che la serie cadetta resta a 19 squadre e pertanto si può riprendere regolarmente a giocare, anche in Serie C; in attesa dell’udienza collegiale del 15 novembre prossimo.

Diversi match interessanti in programma tra cui Perugia – Padova, partita che mette di fronte due squadre che non sono molto in salute e a cui servono punti per salire un po’ in classifica. Per l’allenatore perugino, Alessandro Nesta, una vittoria contro i veneti è fondamentale per trovare serenità e consapevolezza.

Con solamente 6 punti in classifica cerca punti anche il Venezia che va in trasferta a Cremona. Dopo l’esonero di Stefano Vecchi, Walter Zenga ha raccolto due pareggi contro Verona e Palermo, squadre più attrezzate e in lizza per la promozione in Serie A.

La capolista Pescara vola in Calabria a Cosenza. Dopo la sconfitta in casa contro il Cittadella, gli abruzzesi hanno una trasferta difficile perché i calabresi dei sette punti ottenuti, cinque gli hanno conquistati in casa. L’attacco pescarese sarà guidato dal centravanti Mancuso, autore finora di 5 gol.

Trasferte anche per Verona e Palermo. I gialloblu saranno di scena ad Ascoli, mentre i siciliani a Carpi. Per l’Ascoli lo stadio Del Duca è un fortino, otto dei nove punti in classifica sono stati raccolti sul campo di casa. Per il Verona non sarà per nulla semplice uscire vincitore.

Il Cittadella ospita il Foggia. I pugliesi giungono dopo un scoppiettante derby contro il Lecce, terminato 2-2. I granata hanno il morale altissimo dopo il colpaccio in trasferta all’Adriatico di Pescara.

Rinviata su decisione del prefetto, Spezia – Benevento. Alla base del provvedimento, le avverse condizioni meteo che da alcuni giorni stanno caratterizzando la provincia spezzina con allerta meteo rossa.

Chiudono la giornata domani Salernitana – Livorno e Lecce – Crotone.

La Serie A e la Serie B sono in pausa e in questo weekend ci saranno partite delle nazionali. Non è invece ferma la Serie C che, nel prossimo fine settimana, avrà match importanti della sesta giornata.

Nel limbo e ferma aspettando di sapere quale sarà il suo futuro è la Virtus Entella. La squadra di Chiavari è ancora in attesa di sapere dal Tar del Lazio dove dovrà giocare questa stagione, se in Serie B o in Serie C.

A dare una scossa per cercare di capire quale sarà il destino dei diavoli neri è il capitano, Luca Nizzetto, il quale ha deciso di scrivere una lettera:

Non ne possiamo più di non giocare, un altro rinvio è inconcepibile. Stiamo vivendo il peggior incubo sportivo. Questa è una situazione incredibile che non ha precedenti e dalla quale non vediamo l’ora di uscire.

I biancocelesti sinora non hanno giocato nessuna gare ufficiale e si sta “accontentando” degli allenamenti e delle amichevoli.

Una delle ultime uscite della squadra di mister Boscaglia è stata contro la Rivalorese che milita in Eccellenza. Il match si è concluso con un netto 9-2 da parte della Virtus e ciò non fa notizia. Ha fatto, invece, certamente notizia l’ingresso in campo di Antonio Cassano. Fantantonio è sceso in campo sotto gli occhi di tifosi e della sua famiglia. Fermo da due anni le sue ultime esperienze sono state alla Samp e un’avventura lampo al Verona.

Poco dopo il suo ingresso, Cassano si è subito messo in mostra mandando in rete il compagno di squadra Mota. Per il barese tre assist in pochi minuti, nonostante la pioggia battente.

In mattinata il fantasista si era già fatto notare per un bel gol in una partitella d’allenamento. Una bella girata al centro dell’area di rigore.

Non si sa ancora quale sarà il futuro di Cassano nella Virtus, come non si sa ancora quale sarà il destino della squadra. Una cosa è certa, il numero 10 vuole aiutare la società che ha puntato su di lui, indipendentemente dalla categoria.

Allo stadio Euganeo, dagli altoparlanti riecheggiava “Una vita da mediano” di Luciano Ligabue, mentre scroscianti e lacrimanti applausi si alzavano dopo il minuto di silenzio per ricordare Piermario Morosini, il centrocampista del Livorno deceduto sul campo del Pescara, il 14 aprile 2012. Anche Padova biancoscudata l’aveva visto giocare, brevemente, nel 2010, così la sfida di Serie B tra Padova e Pescara, giocata il 20 aprile 2012, assunse un’atmosfera sospesa, surreale.

All’Euganeo non c’erano precedenti tra le due squadre e il primo ottobre 2018 si ritrovano l’una dinanzi all’altra dopo sei anni di distanza. Quella sera lo stadio padovano si trasformò in una succursale di Zemanlandia: l’allenatore boemo, quell’anno, compì l’ultima eclatante impresa, portando il Pescara magistralmente in Serie A dopo una cavalcata chiusa a 83 punti lasciandosi alle spalle Torino, Sassuolo e Sampdoria. Il Padova chiuse l’anno al settimo posto, un gradino sotto alla zona play-off compromessi proprio in quel match di aprile.

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Il Pescara surclassò il Padova per 6-0, ma a riguardare oggi quella partita titanica, anzi a rileggere alcuni nomi, si può dire che l’Euganeo si trasformò in vetrina dei migliori talenti italiani. Nel Pescara c’erano Verratti, Immobile e Lorenzo Insigne: il primo stupì tutti per la tecnica, il secondo piazzò una doppietta così come il terzo che, tra le altre cose, segnò un gol “alla Del Piero”, che quello stadio ha visto tante tante volte e che applaudì con tanto di standing ovation.

E poi c’era Mattia Perin, oggi alla Juventus. Perin esattamente il primo ottobre del 2011 fece il suo esordio in Serie B, sostituendo l’infortunato Ivan Pelizzoli. In seguito giocò da titolare la seconda parte della stagione, collezionando 25 presenze con 39 gol subiti. A fine annata vinse il “Serie Bwin Awards” come miglior portiere del campionato. E a rivedere le immagini di quello scontro, nonostante i sei gol subiti, nel primo tempo si rese autore di interventi prodigiosi.

Le loro strade, già dalla stagione successiva, prendono traiettorie differenti, ma appena due anni dopo si sarebbero ritrovati tutti e quattro in Brasile, convocati per il Mondiale con la nazionale italiana.

Durante la sua crescita nel settore giovanile della Juventus era stato definito come uno dei talenti più promettenti del panorama calcistico italiano, nel corso degli però non è riuscito ad avere costanza nelle performance e nella maturità.

Stefano Beltrame, attaccante classe 1993, continua il suo percorso professionale fuori dai confini italiani. Il 24enne biellese attualmente milita nella Serie B olandese (Jupiler League), nel Go Ahead Eagles squadra della città di Deventer.

Non proprio il massimo per chi è cresciuto nella Juventus seguendo le orme di Alessandro Del Piero. Tuttora è sotto contratto della società bianconera, appunto in prestito agli olandesi. In Olanda ha anche giocato in Eredivise nel Den Bosch, in cui ha disputato 20 partite segnando due gol.

Forse proprio la scarsa vena realizzativa di Beltrame ha portato a questo suo continuo girovagare nel trovare la giusta piazza che lo faccia esaltare anche davanti al portiere avversario. D’altra parte ha ancora l’età dalla sua e l’idea di poterlo vedere in palcoscenici più importanti non è del tutto tramontata.

In questa stagione il bottino è già migliorato. Sinora sono cinque i gol messi a segno conditi da tre assist per i suoi compagni. Un rendimento che certamente da morale a un ragazzo che ha bisogno di buone prestazioni per sentirsi al centro del progetto.

Un giovane che ha vinto tanto con la Juventus Primavera in un gruppo che aveva talenti come Mattiello, Rugani e Spinazzola. Con la squadra bianconera ha conquistato il Torneo di Viareggio 2012 (siglando un gol nella finale contro la Roma) e la Coppa Italia Primavera 2012-2013.

I primi passi del grande calcio li ha calcati sui campi della Serie B con il Bari nel 2013. Con i galletti scende in campo in 24 occasioni segnando anche le sua prima rete da professionista, il 30 maggio 2014, fissando il punteggio sul 4-1 proprio contro la squadra in cui è cresciuto, il Novara.

A Bari anche un fuoriprogramma calcistico. I primi di novembre del 2013, l’attaccante sorprende un po’ tutti facendo pubblicare su un noto quotidiano locale una lettera d’amore per riconquistare la sua ex fidanzata.

La stagione successiva il prestito ai canarini del Modena sino ad arrivare all’ultima piazza olandese.