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Il quadro è completo, finalmente. La prossima Coppa d’Africa, giunta alla trentaduesima edizione, sarà unica e per certi aspetti, innovativa. Dopo tante tribolazioni, infatti, ci sono le 24 squadre qualificate alla fase finale, ed è già questa una notizia: come da decisione del 20 luglio 2017, otto squadre in più, mentre inizialmente dovevano essere 16, come nelle ultime 12 edizioni, dal 1996 in poi. Ci sarà il debutto del Var a partire dagli ottavi e un po’ complice il ramadan, un po’ (tanto) la richiesta dei club europei, il torneo africano non si gioca più in inverno, ma dal 21 giugno al 19 luglio.

Ecco, ma dove? In Egitto, dopo che inizialmente, nel settembre 2014, il torneo era stato assegnato al Camerun, campione uscente che non organizza il torneo dal 1972 e che se non ci saranno altri terremoti ospiterà l’edizione del 2021. E proprio i Leoni Indomabili di Seedorf e Kluivert hanno faticato e parecchio per strappare il pass: una qualificazione tribolato perché inizialmente hanno iniziato le qualificazioni solo per far numero, già certi – essendo Nazione ospitante – di aver il diritto di partecipare. Poi la revoca dell’organizzazione ha spinto la squadra a giocare per davvero a calcio, conquistando la qualificazione solo all’ultima giornata, battendo 3-0 le Comore.

 

Il Camerun non sarà l’unica superpotenza africana perché di fatto le grandi ci sono tutte: dall’Egitto che è alla 24a partecipazione alla Costa d’Avorio con 23 gettoni, il Ghana  con 22 presenze, la Tunisia, la Repubblica Democratica del Congo e il Camerun alla diciannovesima apparizione, la Nigeria e l’Algeria alla diciottesima. E’ molto probabile che una di queste lotterà per il titolo tra il Cairo, Alessandria, Port Said, Ismailia e Suez.

Fuori il Gabon di Pierre Aubameyang  e anche lo Zambia, campione nel 2012 e addirittura quarto nel girone vinto dalla Guinea Bissau, alla seconda apparizione consecutiva, davanti alla Namibia che ha sofferto in maniera clamorosa: sconfitta 4-1 dallo Zambia, giocatori in lacrime perché sicuri dell’eliminazione e passati alla gioia sfrenata quando è arrivata la notizia del pareggio della Guinea Bissau (già qualificata) col Mozambico al 94’ che mandava in Egitto la Namibia, col Mozambico beffato.

L’allargamento del torneo con l’aggiunta di 8 squadre ha portato a diverse sorprese. Debuttano il Madagascar (tra i primi a qualificarsi), la Mauritania e il Burundi. Tornano la Tanzania, allenata dal nigeriano Emmanuel Amunike e alla seconda partecipazione a 39 anni di distanza dal debutto, nel 1980; il Kenya, assente dal 2004, la Namibia, che non si qualificava dal 2008, e il Benin, fuori dal 2010 e qualificato grazie al 2-1 sul Togo dove tornava per cercare di salvare la propria nazionale il patriota Emmanuel Adebayor.

Queste le 24 qualificate: Senegal e Madagascar; Marocco e Camerun; Mali e Burundi; Algeria e Benin; Nigeria e Sudafrica; Ghana e Kenya; Zimbabwe e Repubblica Democratica del Congo; Guinea e Costa d’Avorio; Angola e Mauritania; Tunisia ed Egitto; Guinea Bissau e Namibia; Uganda e Tanzania.

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Nella vittoria della Roma in casa contro il Porto il protagonista indiscusso della serata è stato Nicolò Zaniolo che, con la doppietta realizzata, è diventato l’italiano più giovane a segnare due reti in una gara di Champions League. Non male per il 19enne che, da diversi mesi, sta dimostrando un talento fuori dal comune, regalando tante gioie ai tifosi giallorossi e tantissimi rimpianti a quelli nerazzurri.

Sì perché il classe ’99 è stato inserito dall’Inter nell’operazione che ha portato Nainggolan a Milano. Sin qui i risultati sono stati completamente diversi e opposti: il belga ha reso poco e male, Zaniolo si è ritagliato lo spazio giusto e ora è imprescindibile per Di Francesco. Non un vero e proprio affare per la società di Zhang che l’estate scorsa ha ceduto un pezzo pregiato della sua Primavera e che è già nel giro della nazionale maggiore di Mancini. C’è chi si sta mangiando le mani e che non plaude di certo la scelta fatta da Ausilio e company.

Tuttavia c’è da sottolineare che in passato sono state tante le operazioni di questo genere non andate a buon fine da parte dei nerazzurri e Massimo Moratti, così come i supporters, lo sanno bene.

ROBERTO CARLOS
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Giunge in Europa grazie all’Inter, ma poi passa ai Galacticos

Forse il primo vero rimpianto è stato il terzino brasiliano che arriva in Europa proprio grazie ai nerazzurri. La società, però, lo cede nel 1995 per 7 miliardi al Real Madrid su volere dell’allenatore inglese Hodgson che lo riteneva indisciplinato tatticamente. Con i Blancos vincerà tutto oltre a essere punto fermo della squadra e con cui disputerà oltre 520 partite con 69 reti.

DENNIS BERGKAMP
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Acquistato dall’Ajax, Bergkamp viene poi “regalato” all’Arsenal

Meteora nerazzurra è stato anche l’olandese, divenuto poi icona dei Gunners insieme a Thierry Henry. Nello stesso anno di R. Carlos, l’orange passò all’Arsenal perché non costante nel rendimento, nonostante fosse stato il capocannoniere della Coppa Uefa vinta nel 1993/94.

ANDREA PIRLO E CLARENCE SEEDORF
Due ex Inter che hanno fatto la fortuna del Milan

Due errori che molto probabilmente i tifosi nerazzurri non hanno ancora perdonato a Moratti. Il primo venduto nel 2001 per poco più di 30 miliardi di lire, il secondo scambiato per Francesco Coco nel 2002, i due centrocampisti sono diventate leggende rossonere con cui hanno vinto in Italia, in Europa e nel Mondo.
Andrea Pirlo è stato definito come uno dei più grandi registi della storia del calcio, vincendo anche con la Juventus negli ultimi anni di carriera, Seedorf ha regalato successi e prestazioni mozzafiato che i tifosi milanisti difficilmente dimenticheranno.

LEONARDO BONUCCI
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Bonucci esordisce in Serie A con la maglia dell’Inter

Un po’ come Zaniolo, anche quello che da diversi anni è considerato come il difensore italiano più forte in circolazione è stato snobbato da “giovane”. Bonucci è cresciuto nell’Inter con cui ha esordito in Serie A, prima di essere “sacrificato” nel 2009 nell’operazione col Genoa che ha portato in nerazzurro due eroi del Triplete: Diego Milito e Thiago Motta. Per carità un sacrificio che ha garantito successi all’allora squadra di Moratti che però si sono visti sfuggire quello che poi sarebbe potuto diventare il difensore centrale del futuro.

PHILIPPE COUTINHO
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Preso come un grande talento, Coutinho non è riuscito a farsi strada nell’Inter

Ritorno al passato. Come Roberto Carlos, anche Coutinho è giunto in Europa grazie all’Inter che poi però non ha insistito molto sulla sua crescita. Il classe ’92 è stato ceduto al Liverpool per poco più di 10 milioni di euro a causa dello scarso utilizzo, chiuso ancora dai veterani post Triplete. Con i Reds diventa un campione, ceduto nel gennaio 2018 per 120 milioni + bonus al Barcellona.

Un elenco che certo non piacerà ai tifosi nerazzurri, ma che sottolinea che spesso prima di fare affari bisogna saperne valutare meglio le decisioni.