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Di una partita di calcio si possono scommettere tante variabili. Il risultato, in primis. Poi il numero dei gol, il minuto di realizzazione, le espulsioni, le reti per tempo. E si può anche decidere di puntare su qualcosa che non dovrebbe accadere in un certo arco temporale. Ad esempio sull’assenza di calci di rigore in un determinato minuto. C’ è stato un tifoso, che su twitter corrisponde a Jay, che ha scommesso 25 sterline sulla formula “no penalty” nel primo minuto di gioco della finale di Champions League tra Tottenham e Liverpool.


Per nove partite su dieci quello sarebbe un esito scontato, è raro che venga assegnato un rigore dopo solo pochi secondi di partita. Anzi, per una finale della Coppa dei Campioni, sarebbe un record. Purtroppo per il tifoso, il match da guinness dei primati è proprio la finale del Wanda Metropolitano. Il pallone calciato da Manè che finisce prima sulla spalla e poi sul braccio largo di Sissoko è stato punito dall’arbitro slovacco Skomina. Dopo soli 23 secondi. Una decisione che avrà mandato nello sconforto non solo i tifosi del Tottenham ma anche lo sfortunato scommettitore.

Wayne indosserà la numero 10 e sarà il capitano contro gli Stati Uniti. Sarà una notte speciale per lui, è giusto che conservi la sua ultima maglietta con quel numero

Gareth Southgate, ct. dell’Inghilterra l’ha promesso e i tifosi dei Tre Leoni passeranno una serata tra lacrime e brividi ed emozioni alternate. Wayne Rooney aveva una richiesta, l’ultima di una carriera formidabile: giocare anche solo per pochi secondi sul prato di Wembley con la maglia bianca della Nazionale. E così sarà: l’ultima gara con l’Inghilterra, l’ultima volta in quel maestoso tempi colmo di 86mila spettatori, l’ultima volta con la numero 10. «E’ giusto che si conservi questa maglia speciale», ha detto Southgate.

 

Nell’amichevole controgli Stati Uniti, mercoledì 15 novembre, termina, così, un’era: lui che proprio da quest’anno gioca nella Mls con il Dc United dopo esser cresciuto nell’Everton e aver vinto tutto, ma proprio tutto con il Manchester United di Alex Ferguson.

Classe 1985, il 12 febbraio 2003 gioca la prima partita con l’Inghilterra, dopo un primo anno promettentissimo con l’Everton in Premier League. Poi la prima rete, sempre nel 2003 e contro la Macedonia, fino all’ultimo squillo contro l’Islanda, durante gli ottavi di finale dell’Europeo del 2016. Sono 53 gol in 13 anni, il miglior marcatore della storia della Nazionale. E quanti gettoni? Ben 119 a un passo dal 120, secondo nella classifica all time dietro Peter Shilton, a 125 presenze.

Wayne Rooney ha partecipato a tre Europei e tre Mondiali, l’ultimo nel 2014, memorabile il primo nel 2006: talmente predestinato che suo zio materno, nel 1998 (quando Wayne aveva solo 12 anni) scommise una manciata di sterline sulla convocazione del nipote al Mondiale del 2006 in Germania. E ne portò a casa 72.500.

 

Sul piano tecnico non c’è partita, ma John Millman porta con sé un capolavoro che è un po’ uno spartiacque per il prossimo futuro del tennis mondiale. Non per l’exploit del 29enne di Birsbane, ma per l’incertezza che lascia la brutta sconfitta di Roger Federer agli Us Open. Il tennista australiano, infatti, partito dai sessantaquattresimi nel torneo americano, lungo il suo percorso ha prima eliminato l’italiano Fabio Fognini per poi, con grande stupore, far fuori King Roger: John Millman ha giocato la partita della vita e, con molta compostezza e tranquillità, ha superato lo svizzero in quattro set, 3-6 7-5 7-6(7) 7-6(3), chiudendo il match in 3 ore e 34 minuti.

«Ho battuto il mio eroe», ha detto Millman alla fine cercando di trattenere la gioia davanti al suo idolo. Per il 37enne campione di tutto, una serata da dimenticare che conferma la sua allergia ai campi di Flushing Meadows. Millman è numero 55 del mondo e ha sfruttato i 76 errori non forzati di Roger, che non usciva così prematuramente in uno Slam dal 2015.

Rimangono in gara così quattro ex vincitori del torneo: due nella parte alta (Nadal e Del Potro) e due nella parte bassa (Cilic e Djokovic). E sarà proprio Nole, l’avversario dell’australiano ai quarti di finale del torneo di tennis che chiude il Grande Slam.

Il serbo, dopo aver lasciato un set a testa agli avversari dei primi due turni, ha poi proseguito senza più concedere nulla. Sul piano tecnico non c’è partita, dicevamo, e la lettura del match proposta da Replatz conferma l’impressione: Djokovic è più che favorito e dato a 1,04 per la vittoria nell’incontro in programma giovedì sei settembre alle 2.15 di notte, mentre il risultato esatto di 3-0 è proposto come opzione più probabile a 1,44. Per Millman, che tra l’altro ha perso 6-2 6-1 l’unico confronto con Nole, un altro successo “clamoroso” varrebbe otto volte la scommessa.

Con Federer fuori, Djokovic rimane il favorito per il trionfo finale, seguito da Rafa Nadal, vincitore della scorsa edizione.