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Nel segno di Sofia Goggia e di Dominik Paris.

Lo sci azzurro si aggrappa ancora una volta ai due sciatori che hanno regalato sorrisi e successi nelle ultime uscite di Coppa del Mondo di sci alpino.

Rispettivamente a Garmisch e Kitzbuehel i due atleti italiani hanno dimostrato nuovamente il loro enorme talento. Grazie a loro ora si guarda in maniera più positiva il Mondiale di Are, che è alle porte.

Il 29enne altoatesino ha ottenuto due podi di ottima fattura, sulle piste alpine austriache. L’exploit sulla pista di Streif con il quarto successo in carriera (tre in discesa e uno in SuperG), davanti all’elvetico Beat Feuz e all’austriaco Otmar Striedinger.

 

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great weekend…😄🤘🏻 congrats to @josef_ferstl what amazing race with number one and congrats to @yoclarey

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L’azzurro si è ripetuto anche in SuperG con un grande terzo posto a soli dieci centesimi dalla vetta, ottenuta un po’ a sorpresa dal tedesco Ferstl. Un po’ di rammarico per un piccolo errore nella fase centrale della prova, ma comunque un piazzamento importante in vista della classifica di specialità, con soltanto sei punti di distacco dall’austriaco Kriechmayr.

Se Paris ha fatto la voce grossa, non è stata da meno Sofia Goggia in Germania. La bergamasca ha brillato a Garmisch, rientrata da pochissimo dopo il grave infortunio al malleolo subito lo scorso ottobre a Hintertux. La campionessa olimpica si è presentata in maniera sorprendente nel supergigante piazzandosi al secondo posto del podio. In meno di 24 ore la 26enne si è ripetuta nell’amata discesa, ancora con un secondo posto. in ques’ultima prova, a dir la verità, c’è anche un pizzico di rammarico per Sofia che, se non avesse commesso un leggero errore nella prima parte, avrebbe potuto puntare anche al primo posto. Quarta seconda piazza di fila in due anni, anche se, per come è arrivato, sa comunque di vittoria. La condizione fisica non è ancora al top e forse non sarà possibile raggiungerla nemmeno per il Mondiale. Per Are l’obiettivo è dare il massimo e, perché no, puntare a una medaglia.

In vista delle uscite in Svezia, sia Paris che Goggia ci sono, ora aspettiamo anche gli altri come: Federica Brignone (caduta in discesa insieme a Federica Sosio) e Christof Innerhofer.

Mancano solo tre giorni all’apertura dei Giochi paralimpici invernali 2018 che si terranno in Corea del Sud e Pyeongchang è nuovamente pronta ad ospitare la manifestazione sportiva che coinvolge atleti provenienti da diversi paesi nel mondo.

Per l’Italia sono pronti a combattere per la medaglia 26 azzurri, convocati per cercare un riscatto dalle scorse paralimpiadi, dove il nostro paese non ha vinto nulla. Sochi 2014 è stata una delusione e l’obiettivo per l’attuale competizione è quello di arricchire il medagliere con conquiste che portino i colori dell’Italia.

Gli atleti azzurri sono perlopiù giovani e un dato salta subito all’occhio: ci sono solo nomi maschili. Infatti, nessuna donna parteciperà alle Paralimpiadi di Pyeongchang.

Una scelta piuttosto bizzarra e non accettata da tutti di buon grado che deriva da un’accurata valutazione delle qualità tecniche di ogni possibile partecipante.  E se alle Olimpiadi invernali sono state le donne a fare da protagoniste portando ben 3 medaglie d’oro tutte rosa, nell’imminente evento paralimpico saranno gli uomini a dovere portare alto il nome dell’Italia. 

Conosciamo più da vicino i convocati azzurri che dal 9 al 18 marzo gareggeranno a Pyeongchang. Si tratta di 26 atleti, di cui 17 appartenenti alla squadra di para hockey, 4 di snowboard, 4 di sci alpino e solo uno per lo sci nordico. 

Gabriele Araudo, Alessandro Andreoni, Eusebiu Antochi, Bruno Balossetti, Gianluca Cavaliere, Valerio Corvino, Cristoph Depaoli, Sandro Kalegaris, Stephan Kafmann, Nils Larch, Gregory Leperdi, Andrea Macrì, Florian Planker, Roberto Radice, Gianluigi Rosa, Santino Stillitano, Werner Winkler sono i nostri rappresentanti nell’ice hockey.

Tra di loro c’è il nostro portabandiera, Florian Planker, vincitore del bronzo a Salt Lake City 2002, campione europeo nel 2011 e argento nel 2016, alla sua sesta partecipazione olimpica.

Planker ha ancora impresso nella mente quel momento in cui ha ricevuto il tricolore dal Presidente della Repubblica:

Uno dei momenti più emozionanti della mia vita è stato ricevere la bandiera dal presidente Mattarella. Sono fiero della mia carriera e per me è un onore immenso

Per lo snowboard saranno Roberto Cavicchi, Jacopo Luchini, Manuel Pozzerle, Paolo Priolo a innalzare il tricolore, mentre per lo sci alpino ci saranno in gara Davide Bendotti, Renè De Silvestro, Giacomo Bertagnolli/Fabrizio Casal.

Un solo atleta gareggia per lo sci alpino, Cristian Toninelli, al suo esordio ad una competizione olimpica.

Molti di loro sono giovani e alla prima esperienza paralimpica, ma il presidente del comitato paralimpico Luca Pancalli è sicuro che sono i più talentuosi e faranno fare bella figura al nostro paese dimenticando la triste esperienza di Sochi 2014.

Ecco come commenta la loro convocazione:

Per la nazionale italiana la parola d’ordine di questa edizione dei Giochi Paralimpici invernali è ‘riscatto’. Il nostro obiettivo è, infatti, l’inversione di rotta rispetto ai Giochi del 2014 dove non riuscimmo a conquistare nemmeno una medaglia. Si tratta di una squadra con molti giovani e molti talenti, composta da ragazzi che hanno lavorato duramente e che ce la metteranno tutta per onorare il nostro Paese. Grazie al lavoro fatto dalla Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici e dalla Federazione Italiana Sport del Ghiaccio ci presenteremo con un gruppo unito e desideroso di fare il meglio

È arrivata anche la nona medaglia azzurra a far trionfare un’Italia già orgogliosa dei suoi atleti olimpici. E oggi si festeggia la grandezza di Sofia Goggia, arrivata prima nella discesa libera delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018.

La neo regina dello sci alpino conquista la medaglia d’oro dopo una gara perfetta frutto di concentrazione e tanta voglia di tornare in vetta. Adesso si può dire che la sua rinascita è completa e gli anni trascorsi a fare i conti con gli infortuni e i problemi sono solo un lontano ricordo.

Sofia Goggia sale sul primo gradino del podio precedendo di 9/100 la norvegese Ragnhild Mowinckel, che si aggiudica l’argento e di 47/100 l’eterna rivale Lindsey Vonn, che si deve accontentare del bronzo.

Commossa e incredula, esprime ai giornalisti tutta la sua felicità non ancora pienamente esplosa:

Non me ne sto ancora rendendo conto. Sono un vulcano pronto ad esplodere, credo che succederà presto

Un sogno tanto atteso che finalmente si realizza: ecco cosa rappresenta questa vittoria per l’azzurra bergamasca, che ha lottato tanto per arrivare a questo storico traguardo:

La vittoria la dedico a me stessa, al mio bel Paese, alle persone che vogliono bene a Sofia indipendentemente dal fatto che vinca l’Olimpiade. Grazie a chi ha creduto ad una bambina che a sei anni sognava di vincere le Olimpiadi sulla neve di Foppolo

Non ha mai perso di vista l’obiettivo e ha finalmente sciato come ha sempre desiderato:

Ero concentrata su me stessa e sulle poche, essenziali cose che avrei dovuto fare per essere al meglio. Non era questione di medaglie o di vincere, volevo fare la mia discesa con il mio modo di sciare. Ieri, quando ho tagliato il traguardo dopo la terza prova, ho capito come avrei dovuto sciare oggi. C’erano due punti su cui avrei dovuto focalizzare l’attenzione e alcuni pronti in cui sapevo che avrei potuto fare la differenza sfruttando le pendenze. Ed è ciò che ho fatto. Sono felice perché non ho fatto errori. La migliore “goggiata” di sempre è arrivata oggi. Così cambiamo accezione al termine

Le Olimpiadi in Corea del Sud sono motivo di orgoglio per il nostro paese che a pochi giorni dalla chiusura dell’evento ha già conquistato ben 9 medaglie, di cui tre di oro sotto il segno delle donne che la portano al collo: Arianna Fontana nello short track, Michela Moioli nello snowboard e adesso Sofia Goggia nello sci alpino.

Da notare che quest’ultimo trofeo è il primo oro per l’Italia nella discesa libera olimpica.

Un oro storico quello di Sofia Goggia che stavolta non ha combinato alcun pasticcio ma è diventata l’orgoglio nazionale nello sci alpino:

Sono una pasticciona, ma oggi ho cercato di essere una samurai

E non possiamo che essere pienamente d’accordo con lei!

Una medaglia che mancava da tanto, da troppo tempo per l’Italia e la nostra Federica Brignone ce l’ha regalata.

La sciatrice milanese, con il bronzo conquistato nello Slalom gigante di Yongpyong, ci ha emozionato e ci ha dato la possibilità di tornare in auge nello sci alpino dopo vent’anni.

In effetti, l’ultima azzurra sul podio in uno slalom gigante olimpico è stata l’ex campionessa Deborah Compagnoni, oro ai Giochi Olimpici di Nagano 1998 e Lillehammer 1994.
La prima venne conquistata a Squaw Valley nel 1960 da Giuliana Minuzzo.

Un digiuno di 20 anni esatti fino alla giornata coreana, targata Brignone. Si tratta della 33esima medaglia italiana nello sci alpino ai Giochi Olimpici Invernali, la prima femminile dall’oro in superG di Daniela Ceccarelli a Salt Lake City 2002.

Quarta medaglia dunque per l’Italia team, dopo il bronzo di Dominik Windish nel biathlon, l’argento di Federico Pellegrino nello sprint a tecnica classica e l’oro di Arianna Fontana nello short track.

La gioia per questa medaglia è tanta per Federica

Questa medaglia ha un significato enorme, non mi rendo neanche conto di dove sono e cosa sto facendo. Ricevere la medaglia sarà bellissimo, sono molto emozionata adesso. Mi sono commossa come mai nella mia vita!

Felicità che però nasconde un po’ di amarezza sia perché la stessa Federica.

Infatti, dopo una grande prima manche, poteva sperare anche in un argento ma rattristita soprattutto dal mancato piazzamento della collega azzurra Manuela Moelgg. In effetti la sciatrice altoatesina si era piazzata davanti a tutte dopo la prima manche. Nel secondo capitolo della gara, però, qualche sbavatura di troppo ha fatto sì che si allontanasse dal podio.

Avremmo potuto essere in due sul podio. Quando scendeva Manuela stavo veramente male, e sono ancora dispiaciuta adesso, mi sarebbe piaciuto tantissimo fare il podio con lei.

A trionfare è stata la giovanissima americana Mikaela Shiffrin. Comunque sia per la Brignone le Olimpiadi non sono ancora finite, ha ancora molte gare da disputare come la discesa, il superG. Insomma c’è ancora da divertirsi.

Oramai manca veramente poco che il sipario si alzi sulla ventitreesima edizione delle Olimpiadi Invernali a PyeongChang e noi di Mondiali.it vogliamo fare un tuffo nel passato per ricordare chi sono stati i primi atleti azzurri a trionfare nella competizione olimpica.

Iniziati nel 1924, i Giochi invernali ci regalarono il primo vero acuto nel 1948 con l’oro di Nino Bibbia nella specialità dello skeleton. A questa ne sono seguite altre 113. La prima gioia femminile, invece, risale all’Olimpiade di Oslo nel 1952 e fu il bronzo di Giuliana Minuzzo nella discesa.

Per poter parlare della prima grande impresa di Nino Bibbia, dobbiamo fare un tuffo di 70 anni e catapultarci nella quarta edizione dei Giochi a Saint Moritz nel 1948. Il 25enne, originario di Bianzone in provincia di Sondrio, era alla sua prima apparizione nella competizione dei cinque cerchi. Tuttavia conosceva bene il territorio dato che da anni viveva proprio nella cittadina svizzera di Saint Moritz. Si sentiva a casa Nino Bibbia e ciò facilitò quella sua grande impresa.

C’è da ribadire, però, che il campione azzurro non era solamente un atleta della specialità skeleton. In quell’edizione il sondriese era iscritto nelle gare di salto (arrivò a 69 metri), pilota sia nel bob a due (dove giunse ottavo) che nel bob a quattro (chiuse sesto) ed era pure nella squadra di hockey. Un vero e proprio atleta a 360 gradi.

Proprio una partita di hockey gli stava facendo saltare la cerimonia ufficiale del suo skeleton, nel quale era riuscito a salire sul podio più alto. Nino Bibbia, inoltre, è stato anche un innovatore: 50 anni prima delle action cam che troviamo in testa a quasi tutti i partecipanti, in una delle sue gare Bibbia indossò sulla schiena una cassetta d’acciaio con all’interno una camera da presa pesante oltre 40 chili, per raccogliere immagini durante la discesa.

Per trovare il primo sorriso femminile, invece, dobbiamo trasferirci a Oslo durante le Olimpiadi del 1952. La gioia è stata tutta per la nostra “donna jet” Giuliana Minuzzo, sciatrice alpina classe 1931, originaria di Marostica in provincia di Vicenza.

Foto de “La Stampa” del 24/02/1960 – Olimpiadi di Squaw Valley ’60

L’azzurra all’epoca era 21enne e chiuse la gara solamente dietro l’austriaca Trude Beiser e la tedesca Annemarie Buchner . Una medaglia importantissima per lo sport azzurro, basti pensare che, nella storia italiana ai Giochi Invernali, solamente in altri quattro casi atlete azzurre sarebbero salite sul podio nei successivi 40 anni, e cioè fino ad Albertville 1992 con Deborah Compagnoni. Nel mezzo solo la stessa Minuzzo (bronzo nel gigante a Squaw Valley 1960), Erika Lechner (oro nello slittino a Grenoble 1968), Claudia Giordani (argento nello slalom a Innsbruk 1976) e Paola Magoni (oro nello slalom a Sarajevo 1984).

 

Nell’ultima gara della Coppa del mondo di sci alpino in Canada, a Lake Louise, il weekend è stato interamente dominato dalla sciatrice Tina Weirather, assoluta protagonista di questa tappa.

Una performances eccezionale, anche se non priva di errori, quella di ieri, conclusa con un tempo di 1’18″52. Il percorso di Lake Louise è molto insidioso e non è difficile cadere, ma con la sua velocità e la maestria nel giostrare gli sci, Weirather è stata capace di superare le difficoltà e arrivare prima.

Al secondo posto troviamo la svizzera Lara Gut, che anche se non riesce a centrare il primo posto dimostra di essere tornata più in forma che mai dopo il suo infortunio ai Mondiali di St Moritz.

Al terzo posto si classifica l’austriaca Nicole Schmidhofer, campionessa del mondo della specialità, che registra un altro podio.

E le azzurre in gara? Purtroppo nessun podio per le nostre rappresentanti nella tappa canadese, ma un buon sesto posto guadagnato da Anna Schnarf, che migliora moltissimo in questa specialità e supera anche la più quotata Sofia Goggia, che arriva al nono posto. I commenti della sciatrice sono eloquenti sulla sua prestazione, che può e soprattutto deve migliorare nelle prossime gare:

Non ho sciato bene soprattutto nella prima parte, quando il supergigante è lento, in piano e con porte un po’ distanti faccio ancora un po’ di fatica. Lì ho preso metà del mio distacco, e anche sotto ho perso qualcosina. In realtà sono consapevole di tutto il lavoro che ho fatto nei mesi scorsi e di come ho sciato anche recentemente, si tratta solo di ritrovare serenità e mettersi nelle condizioni di esprimersi al 100%. Non ho ancora la spensieratezza che sto cercando e che spero di trovare già dal prossimo appuntamento di St. Moritz

Le altre azzurre in gara, Nadia Franchini e Nicol Delago, ricoprono rispettivamente le posizioni numero 16 e 22. Oltre la trentesima posizione ci sono poi Elena Franchini e Verena Stuffer.

Male, invece, per Lindsay Vonn che cade anche in questa gara. Nulla di grave nemmeno questa volta ma una grande delusione e una gran voglia di ripartire più in forma nel prossimo appuntamento, previsto a partire da venerdì a St. Moritz, in Svizzera, per la combinata e due SuperG. 

Di seguito la classifica dell’ultima gara:

1 WEIRATHER Tina
2 GUT Lara
3 SCHMIDHOFER Nicole
4 WORLEY Tessa
5 SHIFFRIN Mikaela
6 SCHNARF Johanna     ITA     
7 FLURY Jasmine

8 HUETTER Cornelia
9 GOGGIA Sofia     ITA     
10 SUTER Corinne
11 TIPPLER Tamara
12 VENIER Stephanie
13 REBENSBURG Viktoria
14 GISIN Michelle
15 MOWINCKEL Ragnhild
16 HAEHLEN Joana
16 FANCHINI Nadia     ITA
18 GAUCHE Laura
19 NUFER Priska
20 SIEBENHOFER Ramona
21 PIOT Jennifer
22 DELAGO Nicol     ITA     
23 WENIG Michaela
24 HAASER Ricarda
25 JOHNSON Breezy
26 GRENIER Valerie
27 AGER Christina
28 GAUTHIER Tiffany
29 FERK Marusa
29 MCKENNIS Alice

Si è conclusa ieri la tappa americana della Coppa del Mondo di sci alpino maschile che ha incoronato a Beaver Creek l’austriaco Marcel Hirscher, come vincitore e migliore di giornata.

Un trionfo assoluto quello dello sciatore, con un tempo di 2’37″30, che precede il norvegese Henrik Kristofferson e il tedesco Stefan Luitz, secondo e terzo al traguardo.

La performances del vincitore è stata grandiosa e nonostante non abbia dominato per tutta la gara, è riuscito comunque con determinazione ha superare i suoi avversari e imporsi come vincitore. Lo sciatore è ancora più orgoglioso del suo successo perché rientra da un infortunio avuto ad agosto, con la rottura del malleolo, che in molti pensavano potesse pregiudicare le sue prestazioni durante questa competizione.

Invece, Hirscher stupisce tutti e si conferma un gran campione, diventando il favorito anche per questa stagione. 

Buone anche le performances del secondo classificato Kristofferson, che come Hirscher, non era partito benissimo ma ha poi rimontato nella seconda manches, rrisalendo dalla nona alla seconda posizione. Il terzo classificato, Stefan Luitz, si guadagna il podio soffiandolo a Ted Ligety, che fino ad allora aveva mantenuto quella posizione ma che alla fine è arrivato al settimo posto.

Nessun podio per gli azzurri. Le prestazioni dei nostri connazionali in gara non sono state eccezionali neanche nell’ultima prova e la posizione migliore è quella di Manfred Moelgg che arriva tredicesimo. Purtroppo gli sono costati cari alcuni errori compiuti nell’ultima parte del tracciato.

A soli due punti di distacco troviamo Luca De Aliprandini, anch’egli penalizzato da un errore che gli ha fatto perdere il vantaggio acquisito nella prima parte della seconda manches.

Al diciannovesimo posto si posiziona Riccardo Tonetti, che recupera abbastanza bene rispetto alla prova precedente.

Fuori dalla top ten rimangono Florian Eisath e Roberto Nani, mentre Giovanni Borsotti, Simon Maurberger e Dominik Paris non hanno ottenuto la qualificazione.

Ecco la classifica per intero:

1         HIRSCHER Marcel
2         KRISTOFFERSEN Henrik

3         LUITZ Stefan
4         FELLER Manuel
5         MURISIER Justin
6         MEILLARD Loic
7         LIGETY Ted
8         ZUBCIC Filip
9         OLSSON Matts
10         FORD Tommy
11         PHILP Trevor
12         PINTURAULT Alexis
13         MOELGG Manfred     ITA     
14         KRANJEC Zan     SLO
15         DE ALIPRANDINI Luca     ITA     
16         HADALIN Stefan
17         NETELAND Bjoernar
18         MYHRER Andre
19         TONETTI Riccardo     ITA     
20         DOPFER Fritz
21         EISATH Florian     ITA     
22         NESTVOLD-HAUGEN Leif Kristian

23         ZURBRIGGEN Elia
24         CAVIEZEL Gino
25         NANI Roberto     ITA     
26         KILDE Aleksander Aamodt
27         MATHIS Marcel
28         FANARA Thomas

 

Il prossimo appuntamento con la Coppa del Mondo di sci maschile è previsto per il prossimo weekend a Val d’Isere, in Francia, per il gigante e uno slalom speciale. 

Prima prova della nuova tappa di Coppa del Mondo di sci alpino, che si è svolta ieri a Lake Louise per le donne e a Beaver Creek per gli uomini.

Una buona prestazione per le azzurre in gara mentre è stata meno brillante quella degli uomini, ma oggi si riparte per la nuova sfida odierna.

Categoria donne: vince Cornelia Huetter, ma ottima anche Elena Franchini

Nella discesa di Lake Louise (Canada) domina la gara Cornelia Huetter, che arriva prima con un tempo di 1’48″53. Nonostante sia da poco rientrata da un infortunio ha saputo tenere testa alle sue avversarie, soprattutto a Tina Weirather che le è stata addosso tutto il tempo. Arriva seconda dopo un head to head molto combattuto ed è seguita al terzo posto da Mikaela Shiffrin.

Ad un passo dal podio troviamo l’azzurra Elena Franchini, che fa un’ottima gara guadagnando anche qualche posizione nel tracciato, ma proprio all’ultimo non riesce a mantenere il vantaggio e arriva quarta. Sesta invece Sofia Goggia, penalizzata nella primissima fase, dove ha perso terreno. 

Grande paura per la sciatrice Lindsey Vonn: dopo un inizio gara sorprendente è accaduto l’impensabile e l’azzurra è scivolata prima dell’ultimo salto, finendo contro le reti di protezione. Fortunatamente la situazione era meno grave di quanto si pensava e l’azzurra è stata in grado di rialzarsi e pian piano arrivare al traguardo, perdendo ovviamente ogni vantaggio acquisito.

Tra le altre italiane in gara, Johanna Schnarf (+1.96), Verena Stuffer (+2.05) e Nicol Delago (+2.06) rimangono più indietro nella classifica finale, ma sempre entro la 20esima posizione. Nadia Franchini arriva invece dopo la 30esima, ma è comprensibile visto che è la sua prima gara dopo il recupero dall’infortunio.

Categoria uomini: vince Vincent Kriechmayr, azzurri deludenti

Nella categoria maschile, gli sciatori impegnati nella gara non riescono a stare al passo di Vincent Kriechmayr, che vince il superG di Beaver Creek (Usa), arrivando al traguardo con un tempo di in 1’09”71. Al secondo posto è arrivato il norvegese Kjetil Jansrud e al terzo posto Hannes Reichelt.

Per il campione austriaco è il quarto podio di Coppa e ancora una volta dimostra il suo talento nelle piste da sci, dove nella tappa americana ha dominato per tutto il tragitto senza commettere alcun errore.

E gli azzurri? Purtroppo hanno fatto una prova piuttosto deludente, senza far registrare grandi performances o posizioni in classifica di rilievo.

Dominik Paris riesce a mantenersi nella top ten e si qualifica come il migliore tra i suoi connazionali, seguito da Christof Innerhofer, che ha deluso le aspettative.

Poco brillanti anche le prove degli altri azzurri: Peter Fill è 16° a +1.34, Matteo Marsaglia è 36° a +2.29, Gugliemo Bosca è 37° a +2.41, Emanuele Buzzi è 50° a +2.87.

La nuova Sofia Goggia, più determinata che mai, si avvia verso la tappa di sci alpino di Killington (Stati Uniti) con tante aspettative e tanta voglia di fare la differenza. Archiviati i suoi problemi al ginocchio, ora vuole solo dimostrare quanto vale e dare il massimo sia nella Coppa del Mondo che nelle prossime Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018.

Il 2016-2017 è stato un periodo ricco di grandi soddisfazioni per l’azzurra, che ha regalato all’Italia ben 13 podi (5 in discesa libera, 3 in supergigante, 4 in gigante, 1 in combinata alpina), 2 vittorie in Corea del Sud e una splendida medaglia di bronzo ai Mondiali di St Moritz del 2016 nello slalom gigante.

Ma prima di arrivare a questi successi, la sciatrice italiana ha dovuto affrontare un periodo nero, dal quale lei stessa pensava davvero di non uscire più. La rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, causato da una brutta caduta durante la discesa di Lake Louise, ha creato dei grossi disagi sia fisici che psicologici all’atleta, che per diverso tempo è stata costretta a stare lontana dalle piste da sci per il suo recupero.

Ed in quei momenti ha temuto anche che la sua carriera fosse finita. In proposito ha scritto anche un racconto di suo pugno per raccontare la sua esperienza, senza tralasciare nemmeno le emozioni più private, che evidenzia la sua grande forza di volontà e la sua incredibile passione per questo sport, che vince su tutto.

Tornata più in forma che mai si prepara a dare del filo da torcere alle sue avversarie nelle prossime gare e non la ferma nemmeno un piccolo infortunio durante la prima tappa di Soelden, in Austria, a quello stesso ginocchio che ha causato un black out nella sua vita e nella sua carriera.

Così, quindi, si appresta a rassicurare chi la sostiene circa le sue condizioni fisiche:

Il ginocchio va bene, sono molto contenta. Chiaramente sono stata molto a riposo e fisicamente non penso di essere in forma smagliante ma l’importante era recuperare. Quindi posso dire: missione compiuta. In questi giorni mi sono allenata bene, specie in velocità. Dove, a dire la verità, mi sento più sicura. In gigante, in pratica, ho fatto solo una gara del circuito americano l’altro giorno. Quello prima avevo un turno di allenamento con i coreani, ma su una pista dove sembrava fosse passato Attila: buche, buio, e neve bruttissima, roba da terrore e tragedia. Così abbiamo deciso di fare quella gara per disputare due manche decenti

Nulla di preoccupante, quindi, per la giovane bergamasca che nel weekend è pronta per affrontare nuovamente le piste e andare alla conquista di altri traguardi importanti, perché come ha più volte dimostrato, non intende smettere di lottare per inseguire i suoi obiettivi.

Elena Curtoni è di nuovo vittima di una grande sfortuna che, però, stavolta la costringe a rinunciare ad un obiettivo importantissimo: le Olimpiadi invernali di Pyeongchang 2018. 

La giovane sciatrice, durante un allenamento di gigante a Copper Mountain, è caduta malamente e si è rotta il legamento crociato del ginocchio destro. Tempestivamente i soccorsi l’hanno portata in ospedale per tutti gli accertamenti, ma le sue condizioni non lasciano molte speranze per la stagione agonistica in corso.

Si parla di almeno 4 mesi a riposo e quindi un allontanamento forzato dalle piste da sci e soprattutto la rinuncia ai prossimi Giochi invernali coreani.

Una grande delusione per la sciatrice italiana, che sembra perseguitata dalla sfortuna. Recentemente, infatti, si era appena ripresa da un altro incidente in allenamento avuto nel mese di marzo dove aveva subito dei danni al malleolo.

Un vero peccato anche per l’Italia, che contava sulla sua presenza a Pyeongchang per bissare i successi avuti nel 2016, dove era riuscita a farsi notare nella Coppa del mondo in SuperG. 

Ma Curtoni non deve rinunciare solo alle Olimpiadi invernali del febbraio 2018, ma nei suoi programmi imminenti era prevista la partecipazione alla tappa di Killington della Coppa del mondo di sci alpino, per la quale si stava allenando proprio il giorno in cui è caduta.

Insomma, una stagione interrotta bruscamente per la giovane italiana, che ora deve solo pensare a riprendersi presto e ricominciare in perfetta forma a gareggiare nelle prossime competizioni. Magari sarà proprio il Mondiale di sci del 2019 la sua grande occasione per tornare in pista e riprendersi il successo mancato in questa stagione.