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I segnali ci sono, arrivano da settimane, incessanti: la Lazio è sempre più di Maurizio Sarri. Dopo una prima parte di stagione sotto le aspettative, la mano del tecnico toscano si vede, eccome: gioco e risultati vanno a braccetto, la Lazio è in netta risalita in classifica. Certo, praticamente impossibile il sogno quarto posto come testimoniano anche le quote dei siti scommesse con bonus, ma la sensazione è che si stanno gettando le basi per un ciclo duraturo.

Il contratto di Sarri

Il primo passo da compiere sarà quello del rinnovo del contratto di Sarri: l’ex Napoli ha firmato un accordo fino al 2023, c’è una clausola che – se da lui esercitata entro maggio – gli consentirebbe di liberarsi per l’estero. Ma è uno scenario impensabile: dopo qualche contrasto per l’immobilismo del club capitolino nella sessione invernale di calciomercato, Sarri è saldamente al comando della squadra e il rapporto coi giocatori è migliorato sensibilmente rispetto ad inizio stagione.

Il rinnovo, dicevamo: il tecnico di Filigne guadagna 3 milioni di euro netti a stagione più bonus, l’intenzione di Lotito è quella di portare la data di scadenza al 2025, mantenendo più o meno lo stesso compenso. C’è disponibilità assoluta di Sarri che, però, vuole garanzie sul mercato e voce in capitolo anche nella scelta dei nuovi acquisti: comprensibile, dopo quanto accaduto a gennaio.

Le cessioni

Insomma, in estate c’è da aspettarsi una mini-rivoluzione in organico, considerate anche le partenze di qualche pezzo da novanta, già messe in preventivo. La cessione di Milinkovic-Savic (il serbo piace a PSG e Manchester United) dovrebbe servire a finanziare il mercato in entrata, senza dimenticare che la difesa potrebbe registrare addirittura tre addii: Luiz Felipe è in scadenza di contratto (per l’italo-brasiliano ad oggi è corsa a due tra Inter e Betis Siviglia), Acerbi è in totale rottura con l’ambiente, lo stesso Patric si svincolerà a giugno e tornerà in Spagna, dove lo attende il Valencia. Il tutto senza dimenticare anche la situazione relativa a Strakosha: il portiere albanese ha sì recuperato la titolarità ma l’intenzione di Sarri e del club biancoceleste non è quella di rinnovargli il contratto, in scadenza a giugno.

Il ruolo del play

Tare dovrà quindi essere abile ad accontentare Sarri e, allo stesso tempo, regalare un organico profondo ed equilibrato in tutti i reparti al suo allenatore. Che, però, in cima alle sue priorità ha messo l’acquisto di un play di ruolo con caratteristiche idonee alla sua idea di gioco. Qualità che, ad esempio, non hanno Lucas Leiva e Cataldi.

Ecco allora che il mirino si è spostato sul portoghese Vitinha, regista del Porto di 22 anni che la Lazio ha visto da vicino nel recente doppio confronto di Europa League, e su Maxime Lopez, 24enne del Sassuolo che i neroverdi acquistarono due stagioni fa dall’Olympique Marsiglia. Uno esclude l’altro: non solo per il ruolo e le caratteristiche tecniche, identiche, ma anche per una questione di prezzo. Entrambi, infatti, hanno una valutazione che oscilla tra i 25 e i 30 milioni di euro, un investimento notevole.

La difesa

Torniamo allora alla difesa che dovrà essere necessariamente rinforzata con diversi acquisti. Uno sembrerebbe essere già vicino: Alessio Romagnoli è in scadenza col Milan ed è nome gradito a Sarri. Senza dimenticare che il centrale 27enne non ha mai nascosto la sua fede calcistica, biancoceleste.

Sarà poi corsa a due anche per il ruolo di portiere: Sarri vorrebbe Kepa, che ha già allenato nella sua stagione al Chelsea, ma l’ex Athletic Bilbao ha un ingaggio fuori portata, guadagna 7 milioni di euro netti a stagione. Un obiettivo più realistico potrebbe essere quindi un altro spagnolo: parliamo di Sergio Rico, 28 anni, di proprietà del PSG ma ora in prestito al Maiorca.

Di Juventus-Inter alla 26esima giornata di Serie A ne contiamo già 6. Il bilancio di questo mini ciclo è a tinte bianconere. La Vecchia Signora ha sempre fatto punti e in ben 4 circostanze ha messo le mani sull’intera posta in palio.

Nel 1941/1942 fu 4-0 con reti di Bellini (doppietta), Sentimenti III, Lushta.

Nel 1947/1948 ecco un 2-0 con marcatori Boniperti e Parola.

Nel 1970/1971 terminò 1-1 a Marchetti risposte l’interista Bedin.

Nel 1977/1978 pareggio per 2-2 con gli ospiti in doppio vantaggio grazie a Bini e Muraro, poi la rimonta degli juventini targata Bettega e Cuccureddu.

Nel 1985/1986 un 2-0 firmato Platini (rigore) e Bonini.

Nel 2000/2001 ecco un 3-1 con timbri di Tacchinardi, Inzaghi, Del Piero e del nerazzurro Vieri (rigore).

Da rimarcare come al termine di 3 dei sei campionati appena ricordati il tricolore sia finito sulle maglie di una fra la Vecchia Signora e la Beneamata. Nel 1970-1971 toccò a nerazzurri; nel 1977-1978 e nel 1985-1986 ai bianconeri. Il bilancio dei precedenti, 86, sorride ai padroni di casa avanti per numero di vittorie e gol marcati. Fra l’altro l’Inter dopo aver violato lo Stadium, prima in serie A, col 3-1 del 2012/2013 non è più stata in grado di vincere in casa della Juventus: 4 ko e 2 segni X (l’1-1 nel 2014/2015 e lo 0-0 nel 2017/2018).

I tabellini degli ultimi 5 incroci a Torino raccontano di 1 solo rigore sanzionato (pro Juventus nel 2015/2016), 30 cartellini gialli mostrati dagli arbitri (14 contro la Juventus e 16 contro l’Inter), 2 sole espulsioni comminate (entrambe per rosso diretto, Kovacic all’86’ della sfida 2014/2015 e Perisic al 95’ dell’incrocio 2016/2017).

Da ricordare come la sfida di domenica sera metta di fronte, statistiche alla vigilia della 26esima giornata, la miglior squadra fra le mura di casa (34 punti per i bianconeri, 11V – 1X – 0P con 29GF e 10GS), alla miglior compagine da trasferta (29 punti per i nerazzurri, 9V – 2X – 1P con 26GF e 12GS) della Serie A 2019/2020.

Ma se la Zebra non va ko allo Stadium dal 22 aprile 2018 e nelle successive 33 gare interne di campionato ha registrato 28 successi e 5 pareggi, il Biscione nell’ultimo impegno in trasferta è finito ko all’Olimpico di Roma contro la Lazio, nello scontro diretto che gli è costato il secondo posto nella graduatoria generale.

CONFRONTI DIRETTI JUVENTUS-INTER (SERIE A)*

86 incontri disputati
59 (40) vittorie Juventus
16 (34) pareggi
11 (12) vittorie Inter
151 (65) gol fatti Juventus
66 (30) gol fatti Inter

ULTIME 5 SFIDE JUVENTUS-INTER (SERIE A)

2014/2015, 17° giornata, Juventus-Inter 1-1
2015/2016, 27° giornata, Juventus-Inter 2-0
2016/2017, 23° giornata, Juventus-Inter 1-0
2017/2018, 16° giornata, Juventus-Inter 0-0
2018/2019, 15° giornata, Juventus-Inter 1-0

RISULTATI PIU’ RICORRENTI IN SERIE A AL TERMINE DEI JUVENTUS-INTER

1-0 comparso per 20 volte, l’ultima nel 2018/2019 (Mandzukic)
2-0 comparso per 12 volte, l’ultima nel 2015/2016 (Bonucci, Morata rig.)
1-1 comparso per 8 volte, l’ultima nel 2014/2015 (Tevez, Icardi)

* Fra parentesi i dati dei precedenti Juventus-Inter in Serie A dopo la prima frazione di gioco.

SARRI VERSUS CONTE

Quello di domenica sera allo Stadium sarà il secondo scontro diretto in campionato fra Maurizio Sarri, Juventus, e Antonio Conte, Inter. L’unico faccia a faccia registrato fino a oggi coincide col derby d’Italia dell’andata, quando la Vecchia Signora seppe imporsi per 2-1 grazie alle reti argentine di Dybala e Higuain.

Curiosamente Sarri e Conte sono però legati da un po’ di panchine… perché i due tecnici si sono avvicendati su quella dell’Arezzo nella cadetteria 2006/2007, non solo, al Chelsea l’ex Napoli arrivò dopo le due stagioni con l’ex CT azzurro, infine, adesso, c’è di mezzo la Vecchia Signora…

Il bianconero ha sfidato il Biscione per 9 volte in Serie A. Negli ultimi 5 incroci è sempre andato a punti. Dal 2016/2017, difatti, ecco 3 vittorie più 2 segni X ad occhiali, vale a scrivere 0-0. Le uniche 2 battute d’arresto che rintracciamo sono quelle patite con l’Empoli 2014/2015, 3-4, e il Napoli 2015/2016, 0-2. Il nerazzurro fra Serie B, Arezzo, e A, Atalanta e Inter, ha incrociato uomini e schemi con la sua ex squadra già 3 volte, rimediando sempre e solo dei KO. Non solo. Il computo dei gol incassati ha raggiunto quota 12.

Concludiamo segnalando che Sarri fra Empoli (26), Napoli (101) e, adesso, Juventus (22) vanta ben 149 match a punti nel massimo campionato italiano. Contro l’Inter, pertanto, oltre a dare una spallata a una diretta concorrente nella corsa scudetto, in caso di successo raggiungerebbe il traguardo personale dei 150 match positivi.

TUTTI I PRECEDENTI FRA SARRI E CONTE IN CAMPIONATO

1 vittoria Sarri
0 pareggi
0 vittorie Conte
2 gol fatti squadra di Sarri
1 gol fatto squadra di Conte

TUTTI I PRECEDENTI FRA SARRI E L’INTER IN CAMPIONATO

4 vittorie Sarri
3 pareggi
2 vittorie Inter
11 gol fatti squadre di Sarri
8 gol fatti Inter

TUTTI I PRECEDENTI FRA CONTE E LA JUVENTUS IN CAMPIONATO

0 vittorie Conte
0 pareggi
3 vittorie Juventus
4 gol fatti squadre di Conte
12 gol fatti Juventus

I NUMERI DI SARRI IN SERIE A

177 panchine
106 vittorie
43 pareggi
28 sconfitte
149 gare a punti

I NUMERI DI CONTE IN SERIE A

151 panchine
102 vittorie
34 pareggi
15 sconfitte
136 gare a punti

Per tutti gli amanti del famoso detto “Squadra che vince non si cambia” in riferimento non solo all’idea che il miglior gruppo di giocatori deve restare invariato, ma anche che la stessa squadra che trionfa da anni, la Juventus, continuerà a farlo, ecco a tutti quelli che ancora ci credono è arrivato il momento di dire stop.

Lo stop è sancito da Simone Inzaghi e dai suoi valorosi condottieri laziali, su tutti re Ciro Immobile dall’alto dei suoi quasi trenta gol in campionato, capaci di ridare ai tifosi laziali un entusiasmo sopito da oltre vent’anni, da quel lontano 2000 alla corte di Sven-Göran Eriksson quando per l’ultima volta si festeggiava lo scudetto in casa Lazio.
Sicuramente quest’anno l’entusiasmo sarà condiviso da altri tifosi non necessariamente bianconeri, il nero e l’azzurro sembrano i colori della rinascita e della consacrazione come l’Atalanta di mister Giampiero Gasperini e l’Inter di Conte ci stanno facendo vedere in questi mesi. Probabilmente l’estate scorsa in pochi, anzi pochissimi, avrebbero scommesso su una Lazio capolista e una Juve seconda e tallonata dall’Inter a un paio di mesi dalla fine del campionato, chissà se i tifosi dell’Atalanta si sarebbero aspettati di avanzare così tanto in Champions League ed essere allo stesso tempo la quarta forza del campionato, davanti a Roma, Napoli e Milan, con un Ilicic in lotta per il podio in classifica cannonieri ed il solito “Papu” Gomez a contendersi il primato tra i giocatori che hanno fornito più assist in questa stagione.

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Un campionato all’ombra delle incertezze

Certo la situazione delle ultime settimane pare piuttosto convulsa a causa del Coronavirus che sta creando non pochi problemi tra rinvii e partite a porte chiuse; tutti ovviamente si augurano che l’allarme rientri il prima possibile e che si possa tornare a parlare unicamente di calcio giocato. Intanto diamo un’occhiata alla situazione della Serie A dal punto di vista della classifica e delle ultime indiscrezioni a livello calcistico, lasciando ad altra sede le discussioni.

Dicevamo dell’Atalanta e dei suoi successi, dopo la batosta rifilata al Lecce di Liverani con tripletta del solito Zapata, arriva la doccia fredda della partita a porte chiuse in Champions col Valencia, probabilmente una situazione del genere non se la sarebbe aspettata nessuno dato che per Valencia sarebbero sicuramente partiti migliaia di tifosi bergamaschi che in questi ultimi anni stanno andando in visibilio grazie alla Dea e al granitico Giampiero Gasperini, uomo duro e carismatico, capace di portare anche una provinciale a giocarsela sui campi più prestigiosi senza nessun timore reverenziale.

Dunque lotta aperta al vertice con Lazio e Juve a contendersi un primo posto quest’anno per niente scontato, chissà che l’Inter non regali qualche sorpresa ora che Lukaku, Brozovic e Lautaro Martinez hanno cominciato a far vedere di che pasta sono fatti e soprattutto di cosa sono capaci insieme, per informazioni chiedere a Napoli e Ludogorets tra le altre.

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La fine di un’epoca in casa Juventus

Che in casa Juventus fosse finito un ciclo lo si sapeva da quando Massimiliano Allegri ha lasciato la panchina bianconera passando le redini in mano a Maurizio Sarri, uomo forte di Napoli e Chelsea che però all’ombra della Mole non ha ancora saputo tirare fuori dai suoi quello spirito e quella cattiveria agonistica che fino ad ora avevano caratterizzato le squadre in cui veniva praticato il “sarrismo”, al punto che ora pare che la dirigenza della Juve capitanata da Andrea Agnelli stia addirittura pensando ad un ritorno di Max Allegri per non rischiare di perdere definitivamente la faccia dopo il super colpo di mercato Cristiano Ronaldo che nonostante le solite prestazioni da extraterrestre non può da solo traghettare la squadra verso l’ennesima vittoria, o almeno non può più, perché prima ce l’aveva sempre fatta praticamente da solo.

Sicuramente se un anno fa avessimo scommesso su questi avvenimenti presso un qualsiasi casinò per giocare online avremmo guadagnato un bel gruzzoletto. Del resto chi si sarebbe mai aspettato un Napoli ormai non più agguerrito al punto da impensierire le grandi, un’Atalanta che prepotentemente si continua ad insinuare in posizioni della classifica storicamente destinate a compagini più blasonate quali Roma e Milan, insomma questa serie A 2020 ci sta regalando davvero non poche sorprese e noi non vediamo l’ora di sapere come andrà a finire.  Saranno in grado i due marziani Lukaku e Lautaro di fronteggiare la straordinaria fase ascendente della Lazio trascinata dal bomber Immobile o alla fine trionferà lo strapotere juventino come negli ultimi otto anni? Staremo a vedere sperando che lo spettacolo sia altrettanto avvincente per i mesi che mancano alla fine del campionato.

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La lotta per la salvezza

Non dimentichiamo la parte bassa della classifica dove si scatena il derby genovese per la retrocessione, Genoa e Sampdoria sembrano destinate ad una lotta all’ultimo sangue per spuntarla anche quest’anno, osservate dall’alto da Lecce e Torino e tallonate da Brescia e Spal. Con il pareggio con l’Atalanta, le vittorie su Cagliari e Bologna,  la squadra di Nicola sembra aver ripreso una timida rimonta nonostante l’ultima sconfitta contro la capolista Lazio, mentre i cugini blucerchiati sembrano aver preso un cammino leggermente più tortuoso con le sconfitte patite contro Napoli e Fiorentina, in vista il match con la Roma sempre che si riesca a giocare per motivi di salute pubblica, poi il Bologna di Mihajilovíc e a fine mese  il match della verità contro il Lecce.

Saranno settimane intense che speriamo di vivere entusiasmo e chissà che non si torni a chiedersi chi sarà la prossima anti Juve, se l’inter del duo delle meraviglie o la Lazio del capocannoniere e papabile vincitore della scarpa d’oro 2020.

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Ammontano a 4 i precedenti Juventus-Milan andati in scena alla 12esima giornata di Serie A. Il bilancio di questo ciclo di incontri racconta di 1 vittoria bianconera, 1 successo rossonero, 2 segni X. Nel 1935/1936 fu 3-1: Cason (J) al 55’ su rigore, Menti (J) al 60’, Borel (J) al 65’, Moretti (M) all’81’. Nel 1938/1939 terminò 2-2: Boffi (M) al 20’, Buscaglia (M) al 25’, De Filippis (J) al 47’, Gabetto (J) al 60’. Nel 1952/1953 ecco uno 0-3: Nordahl al 18’ e doppietta di Frignani, al 41’ e al 76’. Nel 1964/1965, infine, altro 2-2: Combin (J) al 48’, Amarildo (M) al 59’, Ferrario (M) al 77’, Menichelli (J) al 90’.

Ma… proprio una stagione fa, anche se a campi invertiti, andò in scena l’incrocio fra la Vecchia Signora e il Diavolo e al Meazza fu 2-0 per gli otto volte campioni d’Italia di fila, Mandzukic (di testa) all’8’, Ronaldo (di destro) all’81’. Partita rimasta negli annali anche per il calcio di rigore fallito dal grande ex di turno, Higuain, poi espulso una manciata di minuti prima del triplice fischio conclusivo. Ma l’argentino stavolta vestirà nuovamente la casacca dei piemontesi dopo un mezzo giro del Vecchio Continente che l’aveva portato anche a Londra.

A proposito Higuain, da quando è a Torino ha già timbrato il cartellino 2 volte contro il Diavolo in Serie A. Curiosamente però solo in trasferta, doppietta nel 2017/2018. Cercando le ultime volte scopriamo che… sono 8 i risultati utili di fila (tutti successi) della Juventus (ma non è record perché la storia del match racconta di altre due strisce lunghe rispettivamente 11 e 14 incontri), il Milan non coglie i tre punti dal 2010/2011, 0-1 con Gattuso match winner al 68’, mentre il più recente pareggio è rappresentato dallo 0-0 al 29esimo turno del 2005/2006.

Ricordiamo il bilancio casa/fuori dei due club in questo torneo.

Juventus 15 punti con 5V – 0X – 0P; 12GF/6GS.
Milan 6 punti con 2V – 0X – 3P; 5GF/6GS.

CONFRONTI DIRETTI JUVENTUS-MILAN (SERIE A)*

84 incontri disputati
42 (27) vittorie Juventus
21 (38) pareggi
21 (19) vittorie Milan
135 (60) gol fatti Juventus
101 (50) gol fatti Milan

ULTIME 5 SFIDE JUVENTUS-MILAN (SERIE A)

2014/2015, 22° giornata, Juventus-Milan 3-1
2015/2016, 13° giornata, Juventus-Milan 1-0
2016/2017, 28° giornata, Juventus-Milan 2-1
2017/2018, 30° giornata, Juventus-Milan 3-1
2018/2019, 31° giornata, Juventus-Milan 2-1

RISULTATI PIU’ RICORRENTI IN SERIE A AL TERMINE DEGLI JUVENTUS-MILAN

1-1 comparso per 10 volte, l’ultima nel 1995/1996 (Conte 3’ – Weah 30’)
1-0 comparso per 10 volte, l’ultima nel 2015/2016 (Dybala 65’)
2-1 comparso per 8 volte, l’ultima nel 2018/2019 (Piatek 39’ – Dybala 60’ – Kean 84’)

* Fra parentesi i dati dei precedenti Juventus-Milan in Serie A dopo la prima frazione di gioco

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Sarri versus Pioli: Maurizio ancora imbattuto contro il Milan

Il primo scontro diretto in campionato fra i mister Maurizio Sarri, Juventus, e Stefano Pioli, Milan, andò in scena nella cadetteria 2005/2006. Correva la settima giornata e Modena-Pescara si concluse col punteggio di 2-0. A dare il successo all’oggi rossonero fu Cristian Bucchi, autore di una doppietta nella ripresa del match. Curiosamente oggi l’ex attaccante gialloblù guida quell’Empoli con cui lo stesso Sarri si è fatto notare in Serie A nel corso della stagione 2014/2015.

Gli altri 8 incroci fra i due tecnici sono invece tutti nel massimo campionato. Il bilancio è nettamente in favore dell’ex Chelsea che fra le mura di casa vanta un ruolino di marcia davvero impressionante: 3 vittorie più 1 segno X con 10 gol marcati dalle sue squadre e solo 1 incassato. Tuttavia nell’ultimo testa a testa, Napoli-Fiorentina 2017/2018, ci scappò lo 0-0.

Da sottolineare anche come Sarri sia imbattuto nelle sfide di campionato contro il Milan, 4 affermazioni e altrettanti pareggi. E le sue compagini, ad eccezione dell’ultimo Napoli 2017/2018, hanno sempre trovato il modo di perforare Donnarumma o i suoi predecessori. Al contrario Pioli, nonostante i 13 tentativi, cerca ancora il primo successo contro la Vecchia Signora. Difficile però se non riesce a marcare. E’ dal 31 ottobre 2012, Juventus-Bologna 2-1, che Pioli non trova stratagemma per bucare la difesa avversaria. Domenica saranno trascorsi 2.567 giorni da quella data.

TUTTI I PRECEDENTI FRA SARRI E PIOLI IN CAMPIONATO

5 vittorie Sarri
1 pareggio
3 vittorie Pioli
13 gol fatti squadre di Sarri
10 gol fatti squadre di Pioli

TUTTI I PRECEDENTI FRA SARRI E IL MILAN IN CAMPIONATO

4 vittorie Sarri
4 pareggi
0 vittorie Milan
16 gol fatti squadre di Sarri
8 gol fatti Milan

TUTTI I PRECEDENTI FRA PIOLI E LA JUVENTUS IN CAMPIONATO

0 vittorie Pioli
3 pareggi
10 vittorie Juventus
5 gol fatti squadre di Pioli
24 gol fatti Juventus

I NUMERI DI SARRI IN SERIE A

163 panchine
96 vittorie
42 pareggi
25 sconfitte
138 gare a punti

I NUMERI DI PIOLI IN SERIE A

314 panchine
110 vittorie
90 pareggi
114 sconfitte
200 gare a punti

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Fabio Maresca, secondo big-match stagionale, prima direzione con il Milan

Secondo big match stagionale per Fabio Maresca. L’arbitro della Sezione AIA di Napoli (da 7 stagioni e 58 direzioni in Serie A con un bilancio di 28 vittorie casalinghe, 17 pareggi, 13 successi esterni) dopo Inter-Lazio al quinto turno dirigerà, infatti, Juventus-Milan. Pochi ma storici i suoi precedenti con la Vecchia Signora.

Sono 4 gli arbitraggi (bilancio positivo per i bianconeri), 3 in trasferta e 1 allo Stadium: stagione 2017/2018, Juventus-Cagliari termina 3-0. La sfida però sancisce l’esordio del VAR nella Serie A italiana e proprio grazie alla tecnologia sarà fischiato un calcio di rigore a favore dei rossoblù (poi non trasformato in punto). Positivo anche il rendiconto degli incroci fra il Milan e Maresca, che sono 6. In esterna il direttore di gara classe 1981 vanta Torino-Milan 1-1 del 2017/2018, Bologna-Milan 0-0 e Roma-Milan 1-1 del 2018/2019. In questo torneo sarà la prima con i rossoneri in campo. Mentre i bianconeri li ha già visti a Parma, esordio vincente per Sarri che però… era ammalato e sostituito in panchina da Martusciello.

Chiudiamo con un’altra curiosità nel rapporto VAR-Maresca. Alla terza giornata 2017/2018 in Udinese-Genoa ci fu la prima espulsione di un giocatore di Serie A grazie all’occhio tecnologico, Bertolacci fra i rossoblù, e ad estrarre il cartellino rosso dal taschino fu proprio Maresca.

TUTTI I PRECEDENTI FRA MARESCA E LA JUVENTUS IN CAMPIONATO*

3 (1) vittorie Juventus
0 (0) pareggi
1 (0) sconfitta
7 (3) gol fatti Juventus
2 (0) gol subiti

TUTTI I PRECEDENTI FRA MARESCA E IL MILAN IN CAMPIONATO**

3 (0) vittorie Milan
3 (3) pareggi
0 (0) sconfitte
9 (2) gol fatti Milan
5 (2) gol subiti

* Fra parentesi i numeri degli incontri casalinghi.
** Fra parentesi i numeri degli incontri esterni.

Da quando ha preso avvio l’attuale dominio della Juventus, stagione 2011/2012, solo in un’occasione l’Inter s’è ritrovata allo scontro diretto del Meazza davanti in classifica. Era il campionato 2015/2016 e il derby d’Italia a Milano fu giocato in occasione dell’ottava giornata. Dopo sette turni la graduatoria vedeva i nerazzurri a quota 16, mentre i bianconeri seguivano a distanza con 8. Quella sfida terminò col punteggio ad occhiali, vale a dire lo 0-0, e qualche mese più tardi la Vecchia Signora avrebbe celebrato il suo quinto scudetto consecutivo eguagliando se stessa versione anni Trenta.

Proprio il segno X senza marcatori è il risultato più ricorrente al termine degli Inter-Juventus di Serie A. Lo contiamo già in 12 degli 86 incontri disputati, in sostanza 1 ogni 7 testa a testa. Gli altri due punteggi sul podio del big match sono l’1-2, 10 presenze, la più recente nel 2014/2015; l’1-1 con 9 caps, l’ultima delle quali spesa l’anno scorso.

Il bilancio dei precedenti in Lombardia vede in vantaggio i nerazzurri per numero di vittorie, 35-23, e reti marcate, 134-96. Mentre match chiusi senza vincitori, né sconfitti ammontano a 28. Spulciando gli almanacchi rintracciamo già un Inter-Juventus alla settima giornata di Serie A. Stagione 1992/1993. Sulla panchina della Beneamata siede Osvaldo Bagnoli, su quella della Vecchia Signora c’è Giovanni Trapattoni. All’intervallo il tabellone recita 2-0: Sosa e Sammer. Al triplice fischio finale è 3-1, perché nella ripresa marcano anche Shalimov e Moller. Antonio Conte quel giorno è in campo, ma con la maglia bianconera. Al termine del campionato lo scudetto sarebbe andato al Milan, davanti all’Inter. Per la Juventus un quarto posto superata anche dal Parma.

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CONFRONTI DIRETTI INTER-JUVENTUS (SERIE A)*

86 incontri disputati

35 (25) vittorie Inter

28 (44) pareggi

23 (17) vittorie Juventus

134 (49) gol fatti Inter

96 (33) gol fatti Juventus

ULTIME 5 SFIDE INTER-JUVENTUS (SERIE A)

2014/2015, 36° giornata, Inter-Juventus 1-2

2015/2016, 8° giornata, Inter-Juventus 0-0

2016/2017, 4° giornata, Inter-Juventus 2-1

2017/2018, 35° giornata, Inter-Juventus 2-3

2018/2019, 34° giornata, Inter-Juventus 1-1

RISULTATI PIU’ RICORRENTI IN SERIE A AL TERMINE DI INTER-JUVENTUS

0-0 comparso per 12 volte, l’ultima nel 2015/2016

1-2 comparso per 10 volte, l’ultima nel 2014/2015 (Icardi 9’ – Marchisio rig. 42’ – Morata 83’)

1-1 comparso per 9 volte, l’ultima nel 2018/2019 (Nainggolan 6’ – Cristiano Ronaldo 62’)

* Fra parentesi i dati dei precedenti Inter-Juventus in Serie A dopo la prima frazione di gioco

 

Tra Conte e Sarri…l’Arezzo

Altra sfida inedita per Antonio Conte dopo l’esperienza inglese. Sul suo cammino stavolta c’è quel Maurizio Sarri cui lo legano un bel po’ di elementi. Nel 2006/2007 il tecnico nerazzurro e quello bianconero si alternano sulla panchina dell’Arezzo. Un’esperienza conclusa con la retrocessione dei toscani dalla cadetteria alla Serie C. A causa anche di una penalizzazione di sei punti che dopo quarantadue giornate si rivelerà determinante. Un decennio più tardi, estate del 2018, sliding doors pure al Chelsea, dove l’interista era volato conclusa l’esperienza con la Nazionale, mentre lo juventino arriva dopo quella col Napoli. Il primo mette le mani sul campionato e la Coppa d’Inghilterra, il secondo conquista l’Europa League.

Domenica sera, sul prato del Meazza, saranno avversari per la prima volta nei campionati professionistici italiani. Al contrario già c’è traccia di precedenti fra Conte e la Vecchia Signora, Sarri e il Biscione. Il mister di casa ha sfidato la Juventus proprio con l’Arezzo 2006/2007, 1-5, e con l’Atalanta 2009/2010, 2-5. Bilancio quindi negativo, con due manita incassate.

Il tecnico ospite ha incrociato l’Inter già in 8 occasioni: 2 guidando l’Empoli, 6 al comando del Napoli. Rendiconto che lo vede in vantaggio per numero di successi, 3-2, e reti marcate, 9-7. Soprattutto è in serie positiva da 4 sfide senza incassare gol, anche se gli ultimi due testa a testa, stagione 2017/2018, sono terminati col punteggio ad occhiali, vale a dire 0-0.

Chiudiamo con una curiosa coincidenza: 92 le vittorie di Conte in Serie A, 92 i successi di Sarri in Serie A.

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TUTTI I PRECEDENTI FRA CONTE E LA JUVENTUS IN CAMPIONATO

0 vittorie Conte

0 pareggi

2 vittorie Juventus

3 gol fatti squadre di Conte

10 gol fatti Juventus

TUTTI I PRECEDENTI FRA SARRI E L’INTER IN CAMPIONATO

3 vittorie Sarri

3 pareggi

2 vittorie Inter

9 gol fatti squadre di Sarri

7 gol fatti Inter

I NUMERI DI CONTE IN SERIE A

133 panchine

92 vittorie

28 pareggi

13 sconfitte

120 gare a punti

I NUMERI DI SARRI IN SERIE A

158 panchine

92 vittorie

41 pareggi

25 sconfitte

133 gare a punti

Risultati immagini per sarri chelsea europa league

Quarto derby d’Italia per Gianluca Rocchi, primo a Milano

Per Gianluca Rocchi sarà il quarto derby d’Italia in campionato, il primo tuttavia calpestando il prato del Meazza di Milano. Il fischietto della sezione di Firenze (249 caps in Serie A con 104 vittorie per chi giocava in casa, 60 segni X, 85 successi per chi era in trasferta) ha, infatti, diretto gli Juventus-Inter del 2007/2008, 1-1, del 2013/2014, 3-1, infine, del 2015/2016, 2-0.

Quindi un bilancio in… bianconero, poiché la Vecchia Signora ha sempre fatto punti e in 2 occasioni ha pure colto l’intera posta in palio. I precedenti incroci col Biscione in Serie A sono 32, 13 quelli fra le mura di casa. L’ultima volta con i nerazzurri a Milano risale alla 30esima giornata 2017/2018, 3-0 sull’Hellas Verona. Il più recente KO interno è del 34esimo turno 2016/2017, 0-1 col Napoli.

Avanti di un soffio la Vecchia Signora in fatto di match con Rocchi in campo: 33, 17 dei quali lontano da Torino. Una storia cominciata nella cadetteria 2006/2007, quando l’arbitro classe 1973 era in campo per Spezia-Juventus 1-1. L’ultimo KO lontano dalla Stadium risale al torneo 2012/2013, Roma-Juventus 1-0 alla 25esima giornata. Anche se, dando un’occhiata alle statistiche parziali, di successivi match con i bianconeri ospiti ne rintracciamo soltanto 3: 4-0 a Udine, 3-1 nel derby col Torino, 2-1 a Napoli.

In questo campionato Rocchi ha diretto 3 match (Sampdoria-Lazio; Brescia-Bologna; Spal-Lecce) con 15 cartellini gialli mostrati (5 per chi era in casa, 10 per chi fuori), decretando 1 espulsione (doppio giallo) e sanzionando 2 calci di rigore (entrambi per chi era ospite).

TUTTI I PRECEDENTI FRA ROCCHI E L’INTER IN CAMPIONATO*

14 (8) vittorie Inter

12 (3) pareggi

6 (2) sconfitte

46 (21) gol fatti Inter

33 (11) gol subiti

TUTTI I PRECEDENTI FRA ROCCHI E LA JUVENTUS IN CAMPIONATO**

25 (12) vittorie Juventus

4 (2) pareggi

4 (3) sconfitte

71 (34) gol fatti Juventus

31 (17) gol subiti

* Fra parentesi i numeri degli incontri casalinghi.

** Fra parentesi i numeri degli incontri esterni

Se esiste un mondo dove l’impossibile è il regno del possibile, quello è il calcio. Gli esempi sono innumerevoli: da Capello (“Mai alla Juve) in bianconero a Ronaldo il fenomeno al Milan dopo il nerazzurro di qualche anno prima. Da Figo passato dal Barca al Real a Marcello Lippi all’Inter dopo la Signora alla fine degli anni Novanta. Così come sembrava una follia l’arrivo a Torino di Higuain nel 2016 o la panchina dei Bauscia per Antonio Conte, promesso sposo per la società di Suning. Ecco perché le due pazze idee delle ultime ore per il totomister della Juve sono meno improbabili di quanto sembrano: Maurizio Sarri e Josè Mourinho.

Sulla prima pagina del Sun oggi

Perché Sarri

Gli attriti con la Signora, la presa del Palazzo contro il potere bianconero, la retorica popolare sul sarrismo contro il capitalismo della squadra della Fiat. Tutto verrebbe meno in un battito di ciglia, dopo le prime vittorie. E anche il dito medio esposto prima di Juve Napoli lo scorso anno indicherebbe solo un anno di attesa prima dell’arrivo alla Signora. Sarri sarebbe il profilo ideale per fare una rivoluzione tecnica. D’altronde se mandi via Allegri, avrebbe poco senso ingaggiare un allenatore con all’incirca lo stesso modo di giocare (Inzaghi, Mihajlovic) ma con meno appeal. E visto che Guardiola, Klopp e Pochettino sembrano irraggiungibili economicamente, il tecnico ex Napoli ed Empoli sarebbe l’ideale per una svolta tanto invocata sui binari dell’intensità e del bel gioco.

Perché Mourinho

Conte all’Inter e Mourinho alla Juve. Potrebbe essere la trama di uno dei prossimi episodi di Black Mirror e invece sarebbe lo scenario clamoroso della prossima serie A. Dal 2008 in poi, anno del suo approdo in nerazzurro, il portoghese è in cima alla lista dei nemici della Juve. Punzecchiature qua e là, esultanze irridenti (Juve Manchester United è solo di qualche mese fa), gli zeru tituli di scherno negli anni del dominio nerazzurro. Eppure Josè non è mai stato tenero anche nei confronti della sua ex amata (con lo scudetto vinto in segreteria). Potrebbe essere l’uomo giusto per regalare la tanto agognata Champions, che a Torino manca da 23 anni così come a Milano mancava da una vita (1966 prima del 2010). E sembra anche che i rapporti con Cristiano Ronaldo siano notevolmente migliorati dopo gli anni burrascosi al Real Madrid.

Un anno fa, in questi giorni, al 90’ di Juventus Napoli Kalidou Koulibaly saliva nel cielo dell’Allianz Stadium e sembrava mettere un sigillo decisivo alla corsa scudetto. Partenopei di Sarri a -1 dai bianconeri con un calendario, sulla carta, più agevole. Il vento sembrava cambiato, dopo l’epoca di Maradona gli azzurri sembravano pronti a rivivere un nuovo incredibile scudetto contro la schiacciasassi di questi anni. Un anno dopo il Napoli di Ancelotti è stato appena eliminato nei quarti di finale di Europa League dall’Arsenal. In campionato si è issato al secondo posto, in una condizione ibrida. In Coppa Italia la società di De Laurentiis è uscita precocemente contro il Milan.

Da Maurizio a Carletto

Come valutare, 365 giorni dopo, il cambio della guardia tra l’uomo che viveva sulla propria carne la napoletanità e Carletto da Reggiolo dal curriculum importante, ma con cui non è ancora scattata la scintilla? E’ inutile dire che, dalle parti del San Paolo, ci si aspettava di più. Venti punti da una Juventus già scudettata in inverno sono obiettivamente troppi. Il campionato non è mai stato in discussione e il Napoli si è probabilmente accontentato di galleggiare al secondo posto. Probabilmente si doveva puntare di più sulla Coppa Italia, mentre in Champions si è fatto tanto in un girone di ferro con Psg e Liverpool. E anche il sorteggio di Europa League, ai quarti contro i Gunners, non è stato dei più benevoli.


Il mentore di quel Napoli da 91 punti è andato Oltremanica con alterne fortune. Sarri ha portato il Chelsea nelle semifinali di Europa League, ma in Premier deve battagliare con Arsenal, United e Tottenham per la qualificazione in Champions. In Coppa di Lega e Community Shield ha perso in finale contro il City, in Fa Cup è stato eliminato dal Manchester di Pogba. Entrambi, Napoli e Maurizio con tuta e sigaretta si stanno rendendo conto ora del mezzo miracolo fatto l’anno scorso. Di un titolo che si pensava vinto e invece si è smarrito in un albergo di Firenze. Una squadra che per lui sarebbe anche andata in guerra, ma che arrivò nelle ultime partite completamente spremuta. Un ambiente che, un anno dopo, si chiede un po’ spaesato se è meglio guardare avanti o lasciarsi avvolgere dai rimpianti del passato.

Il Chelsea non ha gradito la bufera Kepa Sarri prima dei rigori decisivi di Carabao Cup. E, nonostante il periodo delicato, la società londinese si schiera con il suo allenatore. La dirigenza ha deciso, infatti, di multare il portiere spagnolo tagliando una settimana del suo stipendio, destinandolo in beneficenza alla Chelsea Foundation. Già nel dopo partita il tecnico italiano aveva provato a ridimensionare l’accaduto, liquidandolo come un “malinteso”. Sarri voleva accertarsi che il suo numero 1 fosse in grado di giocarsi al meglio i penalty finali. Lo stesso desiderio di Kepa Arrizabalaga, intenzionato a restare in porta per provare l’assalto alla Coppa.

Pensavo che Kepa avesse i crampi e non fosse in grado di continuare per i rigori

La versione di Kepa

Entrambi hanno sbagliato sui modi e si sa quanto in Inghilterra siano attenti alla forma, oltre che alla sostanza. Il giocatore, già nel dopo partita, aveva fatto marcia indietro con un post su instagram.

Credo che tutto sia stato un fraintendimento dovuto alla pressione e al finale concitato di una partita decisiva. L’allenatore ha pensato che non fossi in condizioni di proseguire e la mia intenzione era di dirgli che invece ero in condizioni di proseguire per aiutare la squadra, mentre il dottore che mi aveva soccorso stava tornando in panchina per recapitargli proprio questo messaggio.

 

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Disgustados y tristes por no podernos llevar el titulo, hemos luchado hasta el final contra un gran equipo. Seguiremos trabajando para ser mas fuerte. También me gustaría aclarar algún hecho del partido de hoy: Lo primero de todo lamento como ha sido el final de la prorroga, quiero decir que en ningún momento ha sido mi intención desobedecer al técnico o ninguna de sus decisiones. Creo que todo ha sido un mal entendido a altas pulsaciones y en el tramo final de un partido por un titulo. El entrenador ha pensado que no estaba en condiciones de seguir y mi intención ha sido expresarle que estaba en buenas condiciones de seguir ayudando al equipo, mientras el cuerpo medico que me había atendido llegaba al banquillo y daba el mensaje. Siento de nuevo la imagen que se ha proyectado, no siendo en ningún caso mi intención dar esta imagen y pidiendo disculpas. Upset and sad for not being able to take the title, we fought until the end against a great team. We will continue working to be stronger. I would also like to clarify some facts of today’s match: First of all I regret how the end of the match has been portrayed. At no time has it been my intention to disobey the coach or any of his decisions. I think everything has been misunderstood in the heat of the final part of a match for a title. The coach thought I was not in a position to play on and my intention was to express that I was in good condition to continue helping the team, while the docs that had treated me arrived at the bench to give the message. I feel the image that has been portrayed was not my intention. I have full respect for the coach and his authority.

Un post condiviso da Kepa Arrizabalaga Revuelta (@kepaarrizabalaga) in data:

I blues hanno così deciso di sanzionare il loro portiere con un taglio allo stipendio di circa 220mila euro. Fondi che andranno a un ramo della società di Abramovich impegnata nel sociale. La Chelsea Foundation si occupa di istruzione, integrazione, lotta all’antisemitismo ed elabora programmi per favorire lo sport dei diversamente abili. Kepa dovrebbe in ogni caso essere regolarmente in campo nel turno infrasettimanale di Premier League contro il Tottenham. Lo spagnolo è stato bacchettato anche da uno che conosce bene i muri di Stamford Bridge come Josè Mourinho:

Per fortuna non ho mai vissuto una situazione del genere. Penso che da un lato il portiere vuole dimostrare la sua personalità e la sua fiducia, vuole esserci ai calci di rigore per far vincere la sua squadra, dall’altro però lascia Sarri ed il suo staff in una posizione molto fragile.

 

 

Il gran rifiuto di Kepa nella finale di Carabao Cup ha fatto il giro del mondo. Il portiere spagnolo che accusa i crampi alla fine dei supplementari. Sarri che prepara il cambio con Caballero. Il tabellone della sostituzione pronto e poi si ferma tutto. Il numero 1 blues non vuole uscire. Fa segno con le mani, manda a quel paese il suo allenatore che non la prende bene. Esplode, minaccia di togliersi la tuta, torna negli spogliatoi e poi rientra, mandando improperi a destra e a manca. Una scena mai vista, o quasi. Vengono in mente il vaffa di Chinaglia a Valcareggi durante i Mondiali di Germania ’74 o quanto accadde esattamente 20 anni dopo durante il torneo di Usa ’94.

Il caso Baggio Sacchi

23 giugno, Giants Stadium di New York, Italia Norvegia. Gli azzurri di Sacchi, dopo l’inaspettato ko per 0-1 contro l’Eire nella gara inaugurale, devono fare punti nella fase a gironi. La gara però si mette male con l’espulsione di Pagliuca al 21’. Il vate di Fusignano decide allora di togliere la stella della squadra in nome dell’equilibrio. Fuori Roberto Baggio, dentro Marchegiani. Solo che il Divin Codino non la prende bene. Anzi, non riesce proprio a credere di dover uscire. Guarda la panchina, i suoi compagni di squadra. Si chiede se è davvero lui ad abbandonare il campo, il numero 10 e Pallone d’Oro in carica. «Questo è matto», esclama Roby quasi in favore di telecamera. Ma il ct aveva deciso, rischiando, in nome delle distanze tra i reparti.

Perché lui e non un altro? Per una semplice questione tecnica. Avevo bisogno di gente che corresse molto e di un attaccante che “allungasse” la squadra avversaria partendo nello spazio, senza palla

Alla fine avrebbe avuto ragione lui, Sacchi. Per meriti o fortuna, questo non si saprà mai. Ma l’Italia vincerà quella partita grazie a un altro Baggio, Dino. E continuerà il suo Mondiale al cardiopalma grazie al Baggio con il codino, che la trascinerà fino alla finale di Pasadena. E pensare che negli ottavi di finale contro la Nigeria, vinti rocambolescamente ai supplementari, fu proprio il Codino a chiedere a Sacchi di essere sostituito per i crampi. Il tecnico aveva però finito i cambi e Roberto dovette restare in campo. Andò bene anche in quel match, portato a casa per 2-1 con doppietta proprio di Baggio. Quello che dette del matto al suo allenatore.

La BBC in Inghilterra si chiede: «Abbiamo finalmente una lotta al vertice in Premier League?». E a guardare il rendimento di Manchester City e Liverpool la risposta non può che essere positiva. Il colpo di scena era atteso, ed è arrivato alla giornata numero sedici: il primo passo falso del City di Guardiola è arrivato contro il Chelsea di Maurizio Sarri, mentre li Liverpool di Klopp macinava il miglior rendimento nelle ultime 5 partite tra le 20 formazioni di Premier: 5 vittorie su 5, 13 gol fatti e un solo subito.

E quindi c’è il sorpasso in testa: Liverpool 42, Manchester City 41. Quello che ha creato in due anni l’allenatore ex Borussia Dortmund rimarrà scritto nella storia dei Reds perché lo dicono i numeri fino ad ora. Non solo la finale in Champions League, ma anche la miglior partenza in Premier League in 126 anni di storia del club. Trema la voce dalle parti di Anfield che non vede un titolo da 1990, quando ancora si chiamava First Division.

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E proprio da quegli anni riemergono analogie con l’andamento macina risultati di oggi: adeguando le vittorie con tre punti odierni, il Liverpool aveva conquistato 41 punti nella stagione 1990-1991 dopo 16 giornate e alla fine della stagione ha chiuso al secondo posto, mentre grazie alla terza e quarta partenza migliore di sempre nello stesso conteggio delle gare nell’1988 e nel 1979 ha alzato al cielo lo scettro finale.

I numeri fanno impressione anche dal punto di vista difensivo: Alisson e Van Dijk saranno pure stati costosi acquisti, ma attorno all’ex portiere della Roma e all’olandese si sta strutturando una fase difensiva che ha concesso solo sei reti in Premier League. E Jürgen Klopp su questo sta costruendo sia vittorie roboanti come l’ultima 4-0 in casa del Bournemouth o l’1-0 di inizio dicembre con cui ha sbancato il derby del Merseyside contro l’Everton grazie al gol (e alla papera di Pickford) al 96’.

Eroe, tanto per cambiare, nel successo roboante contro il Bournemouth è stato Mohamed Salah che ha realizzato una tripletta, si è portato il pallone a casa, toccando quota 10 reti nella Premier 2018-2019. E considerando le 32 realizzazioni dell’anno passato, in un solo anno e mezzo, l’egiziano è già entrato nella Top10 dei più prolifici marcatori nella storia del Liverpool. E se dovesse continuare la sua marcia letale, già quest’anno potrebbe raggiungere Fernando Torres fermo a 65 reti.

 

E a dimostrazione del bel clima che Klopp e la sua banda sta respirando sotto la Kop, proprio al termine della partita contro la squadra della contea di Dorset, Salah si è distinto per un bellissimo gesto: premiato come Man of the Match ha ceduto il riconoscimento al suo compagno di squadra James Milner che ha toccato quota 500 partite giocate in Premier League.