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Negli anni Duemila mai l’Inter ha conquistato in campionato il San Paolo. Da 13 sfide di fila, infatti, il Napoli fa punti quando ospita i nerazzurri: 9 successi più 4 pareggi con 23 marcature all’attivo contro 8 incassate. Una serie che ha preso avvio con l’1-0 alla 19esima giornata del torneo 2000/2001 (Matuzalem man of the match) e arrivata al 4-1 della passata stagione (Zielinski, Mertens, doppietta di Fabian Ruiz, Icardi su rigore).

Così per rintracciare un segno 2 in schedina dobbiamo scartabellare gli almanacchi di calcio fino al campionato 1997/1998, quando al sesto turno prima Galante e poi un autogol di Turrini fissarono il punteggio sullo 0-2. E proprio dando uno sguardo agli archivi della Serie A scopriamo che di precedenti Napoli-Inter alla 18esima giornata ce ne sono 3. Nel 1939/1940 finì 0-1 con Guarnieri in rete al 78’. Nel 1973/1974 fu 2-1, gol di Clerici al 5’, Mazzola al 61’, Bruscolotti al 68’. Per ultimo, nel 1977/1978, ecco un 2-2 firmato Chiarugi al 21’, Oriali al 26’, Muraro al 62’, Facchetti autorete all’83’. Bilancio quindi in perfetto equilibrio.

Nel posticipo di lunedì saranno faccia a faccia due squadre distanziate da 18 lunghezze in classifica. Nel corso dell’anno solare 2019 i campani hanno raccolto 59 punti (16V – 11X – 9P; 64GF/41GS), i lombardi 72 (21V – 9X – 6P; 62GF/33GS). E pensare che gli azzurri avevano cominciato l’anno con un 2-1 sulla Lazio (primo marcatore Callejon), mentre i nerazzurri non erano andati oltre il pareggio ad occhiali, vale a dire 0-0, col Sassuolo.

A battezzare il 2020 dell’impianto di Fuorigrotta sarà l’unica imbattuta in trasferta dell’attuale Serie A. La compagine di mister Conte con 22 punti (7V – 1X; 19GF/8GS) ha fatto meglio di chiunque altro e mette in mostra il secondo attacco più prolifico e la seconda difesa meno battuta in esterna. Però l’ultimo ko fuori dal Meazza arrivò il 19 maggio scorso proprio nel capoluogo campano, Napoli-Inter 4-1.

CONFRONTI DIRETTI NAPOLI-INTER (SERIE A)*

73 incontri disputati
37 (26) vittorie Napoli
19 (36) pareggi
17 (11) vittorie Inter
95 (48) gol fatti Napoli
70 (29) gol fatti Inter

ULTIME 5 SFIDE NAPOLI-INTER (SERIE A)

2014/2015, 26° giornata, Napoli-Inter 2-2
2015/2016, 14° giornata, Napoli-Inter 2-1
2016/2017, 15° giornata, Napoli-Inter 3-0
2017/2018, 9° giornata, Napoli-Inter 0-0
2018/2019, 37° giornata, Napoli-Inter 4-1

RISULTATI PIU’ RICORRENTI IN SERIE A AL TERMINE DEI NAPOLI-INTER

1-0 comparso per 13 volte, l’ultima nel 2011/2012 (Lavezzi 59’)
0-0 comparso per 10 volte, l’ultima nel 2017/2018
2-1 comparso per 8 volte, l’ultima nel 2015/2016 (Higuain 2’ e 62’ – Ljajic 67’)

* Fra parentesi i dati dei precedenti Napoli-Inter in Serie A dopo la prima frazione di gioco.

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Fra Gennaro Gattuso, Napoli, e Antonio Conte, Inter, non si sono precedenti in campionato. Piuttosto prevedibile se consideriamo che quando l’ex centrocampista del Milan iniziava la carriera di mister in Italia, l’ex centrocampista della Juventus si apprestava a cominciare l’ultimo anno sulla panchina bianconera prima dell’esperienza come CT e dell’avventura in Inghilterra. Entrambi, tuttavia, hanno dei testa a testa con le squadre che dovranno affrontare lunedì sera nel posticipo della 18esima giornata di Serie A 2019/2020.

Per il partenopeo sono già 3 in campionato, tutti in occasione dei derby alla Scala del calcio. Il bilancio racconta di zero vittorie, 1 pareggio, 2 sconfitte. Neppure quando i suoi giocatori hanno marcato 2 gol, infatti, Gattuso ha messo le mani sull’intera posta in palio. Un po’ di più sono gli incroci per l’interista, 8. Il primo avvenne in cadetteria, dalla panchina dell’Arezzo. Poi ecco quelli con Atalanta e Juventus. Fra l’altro nel torneo 2009/2010 Atalanta-Napoli andò in scena il 6 gennaio in occasione della 18esima giornata. Il punteggio finale fu di 0-2 e il giorno dopo il ko Conte rassegnò le proprie dimissioni da mister degli orobici.

Attenzione: con la Vecchia Signora ha sì vinto 3 scudetti in altrettante stagioni fiaccando la resistenza dei campani, ma allo stadio San Paolo non ha mai vinto. Due segni X, 3-3 nel 2011/2012 e 1-1 nel 2012/2013, poi la sconfitta per 0-2 nel 2013/2014. Concludiamo ricordando che i successi del mister leccese in Serie A sono arrivati a quota 99.

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TUTTI I PRECEDENTI FRA GATTUSO E L’INTER IN CAMPIONATO

0 vittorie Gattuso
1 pareggio
2 vittorie Inter
2 gol fatti squadre di Gattuso
4 gol fatti Inter

TUTTI I PRECEDENTI FRA CONTE E IL NAPOLI IN CAMPIONATO

3 vittorie Conte
3 pareggi
2 vittorie Napoli
12 gol fatti squadre di Conte
8 gol fatti Napoli

I NUMERI DI GATTUSO IN SERIE A

64 panchine
32 vittorie
19 pareggi
13 sconfitte
51 gare a punti

I NUMERI DI CONTE IN SERIE A

144 panchine
99 vittorie
31 pareggi
14 sconfitte
130 gare a punti

Ayrton Senna è stato un grandissimo pilota di Formula 1 e anche oggi, dopo 24 anni dalla sua scomparsa, il ricordo è sempre vivo nel cuore e nella mente di tutti.

Sicuramente non è stato dimenticato dai brasiliani che lo hanno sempre stimato come pilota e come uomo. Ha portato il Brasile in alto nei motori e la sua morte ha sconvolto il mondo intero.

Nato a San Paolo, il pilota carioca sta per essere omaggiato dal Corinthians, squadra della sua città e della quale ne era tifoso. Il club ha presentato la terza maglia per questa stagione, interamente dedicata al campione di Formula 1, in ricorrenza del 30esimo anniversario dalla vittoria del primo Mondiale del circus, nel 1988.

I colori della maglia sono il nero e il dorato, colori della storica Lotus 97T guidata dal pilota verdeoro nelle stagione ’85, con la quale vinse il primo Gran Premio a Estoril in Portogallo.

Oltre al colore della monoposto, la maglietta ha altri due riferimenti del celebre Senna: la sua firma che è presente sul petto e di 41 strisce d’oro, ognuna in riferimento alle vittorie del pilota in Formula 1. Inoltre all’interno, dietro al collo, una scritta in maiuscolo #SENNASEMPRE, mentre sui pantaloncini la parola ETERNO.

L’idea di questa maglia è nata dalla Nike, sponsor tecnico del club brasiliano, e l’Ayrton Senna Institute.

Non è certo stata la prima volta che il Corinthians ha voluto omaggiare l’ex pilota. Nel 2014 i calciatori erano entrati in campo indossando il famoso casco giallo di Senna, in occasione del ventennale della morte all’autodromo di Imola.

A settembre compirà 30 anni, eppure ha lasciato il ricordo di una meteora che sarebbe potuta diventare una stella. E invece è rimasto fermo alle gesta di quando non aveva neanche 20 anni. Dieci anni fa Alexandre Pato era considerato uno dei giovani più promettenti sul panorama internazionale. Oggi riparte per la seconda volta dal San Paolo dopo i due anni in Cina nel Tianjin Quanjian. Ha firmato un contratto fino al 2022 scegliendo il club che ha battuto la concorrenza di Palmeiras, Santos e Galatasaray.

Un talento fermato da un fisico fragile

Pato, tuttavia, non potrà disputare il campionato paulista (dello Stato di San Paolo) perché la lista da presentare alla federazione scadeva il 22 marzo. Potrà rifarsi nel Brasileirao, con l’esordio tra un mese contro il Botafogo. Per il Papero è la terza esperienza in patria. Esploso nell’Internacional di Porto Alegre, dove ha militato nelle giovanili, Pato era approdato al Corinthians dopo gli anni rossoneri. Prima di emigrare in Cina era passato, senza troppe fortune, da Chelsea e Villareal, racimolando solo 26 presenze (di cui la miseria di due gettoni con i Blues) e 7 reti tra il 2014 e il 2016.

La prima parentesi al San Paolo era stata di tutto rispetto. Tra il 2014 e il 2016 scende in campo in 100 partite segnando 38 gol, solo 26 nel 2015 con il titolo di capocannoniere del club. Poi il biennio in Cina con 46 centri in 58 partite. Numeri confortanti lontani, però, da quel calcio europeo in cui aveva fatto sognare i tifosi del Milan. Pato si mette in vetrina quel 13 gennaio 2008 con quell’esordio pirotecnico contro il Napoli. I continui guai fisici gli impediranno di esprimere a pieno il suo potenziale, visto solo a sprazzi. Come nelle notti europee da ricordare al Bernabeu (prima vittoria del Milan contro il Real a domicilio) o al Camp Nou. Eppure, se chiedete a un tifoso del Diavolo di Pato, molti vi ricorderanno il mancato scambio con Tevez nel 2012 a causa della relazione dell’attaccante brasiliano con Barbara Berlusconi.

Fabio Fognini ce l’ha fatta: dopo tanti sacrifici è riuscito finalmente a vincere un premio che gli vale il 19esimo posto nel ranking mondiale e che gli fa raggiungere il sesto titolo di carriera.

Alla finalissima del “Brasil Open”, torneo ATP World Tour 250, che si è concluso ieri a San Paolo, nello scontro con un grintoso Nicolas Jarry è Fognini ad avere la meglio ed aggiudicarsi il titolo in tre set.

1-6 6-1 6-4 è il punteggio finale di un match che ha avuto alti e bassi per il nostro azzurro, ma che ha decretato poi il suo successo finale dopo una rimonta sorprendente. Fognini batte il numero 73 Atp e diventa il primo italiano che vince a San Paolo.

Riesce finalmente a compiere l’impresa che ad altri suoi colleghi non è mai riuscita. Negli anni precedenti la vittoria è stata sfiorata da Volandri nel 2012, da Lorenzi nel 2014 e da Vanni nel 2015.

Fognini, la cui ultima vittoria risale all’anno scorso, finalmente raggiunge un obiettivo da tempo inseguito:

Sono contento. Finalmente. Non è stata una partita facile perché lui aveva voglia di fare bella figura nella sua prima finale. Ringrazio il pubblico che è venuto a sostenerci per tutta la settimana, il mio team e la mia famiglia

Ma, nonostante la gioia del momento, il suo cuore è qui in Italia e il suo pensiero va a Davide Astori, capitano della Fiorentina, la cui vita è stata interrotta bruscamente nel pieno dei suoi anni e della sua carriera.

Così è a lui che decide di dedicare la sua vittoria. Si, perché la notizia del tragico evento che ha scosso tutto il mondo, sportivo e non, lo ha raggiunto anche in Brasile e a fine partita ecco quali sono state le parole del tennista:

Oggi è un giorno triste per lo sport italiano, è morto un calciatore, un ragazzo di 31 anni. Non lo conoscevo, ma voglio testimoniare la mia vicinanza alla famiglia di Davide Astori, cui dedico questo trofeo

Un gesto commovente quello del tennista italiano, che mette per un attimo da parte il suo grande momento per dedicarlo al giovane calciatore che ha lasciato un vuoto nel cuore di tutti. Un pensiero che testimonia come davanti a tragedie simili non esistono più distinzioni di alcun tipo, né di sport né di squadre, ma solo un unico grande mondo dove non è possibile non sentirsi coinvolti.