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Dopo ben 11 anni saltano fuori delle interessanti rivelazioni circa la famosa testata di cui è stato protagonista il nostro azzurro Marco Materazzi, ad opera di uno Zidane alquanto arrabbiato.

Siamo nel Mondiale del 2006 e a Berlino si sta giocando la partita finale tra Italia e Francia, ma quasi al termine del secondo tempo supplementare l’arbitro decide di interrompere la partita e clamorosamente esce un cartellino rosso per Zinedine Zidane, espulso per aver dato una testata al giocatore della squadra avversaria.

Un gesto di cui si parlerà moltissimo anche dopo anni e che segnò probabilmente anche gli sviluppi di quella competizione che ricordiamo fu vinta proprio dall’Italia, che divenne di lì a poco campione del mondo.

Ma cosa successe in quei concitati minuti decisivi ai fini del risultato? A quei tempi non c’era ancora il Var ad aiutare l’arbitro a monitorare ogni momento del gioco in campo e, come succedeva spesso, anche in quel caso non si accorse affatto di quello che stava succedendo tra Zidane e Materazzi.

Infatti, il gioco non si fermò subito e probabilmente sarebbe continuato indisturbato se uno dei giocatori in campo non si fosse fermato per avvertire l’arbitro della testata.

Il “colpevole” si chiama Sylvain Wiltord e a fare le rivelazioni oggi a distanza di così tanti anni è Willy Sagnol, difensore della Francia, che afferma con decisione:

Se Sylvain non avesse messo fuori il pallone, credo che l’arbitro non avrebbe mai preso la decisione di fermare il gioco

Ecco quindi il vero responsabile della disfatta francese contro la nazionale azzurra nella finalissima per conquistare il titolo mondiale. Sagnol esprime quindi tutto il suo rammarico per la decisione del suo compagno che ha cambiato le sorti del gioco e ha determinato la squalifica di Zidane nella sua ultima partita in nazionale.

Il retroscena svelato dal giocatore francese non cambia però un dato di fatto: il 2006 sarà ricordato sempre come l’anno in cui l’Italia ha vinto il Mondiale in Germania e quello in cui, suo malgrado, Zidane ha dato una storica testata al giocatore azzurro Materazzi, indipendentemente da come siano andati i fatti in quegli ultimi minuti di gioco.

Fatale è stata la sconfitta in trasferta al Parco dei Principi di Parigi. Carlo Ancelotti è stato esonerato dalla panchina tedesca del Bayern Monaco dopo poco più di un anno.

In effetti manca solo l’ufficialità del club, ma oramai la decisione sarebbe più che definitiva.

Gli ingranaggi con la squadra iniziavano ad andare a intermittenza da qualche settimana e ciò lo si era notato anche in campionato. In effetti, i bavaresi, durante le ultime due uscite in Bundesliga, hanno raccolto la miseria di un punto: sconfitta in trasferta contro l’Hoffenheim  e pareggio contro il Wolfsburg all’Allianz Arena per 2-2.

Neymar e compagni, nella seconda gara del girone di Champions, hanno fatto sì che la società bavarese optasse per questa decisione.

Dopo il ko europeo, infatti, la società tedesca, capeggiata dal presidente Rumenigge, ha deciso di riunirsi per un vertice d’emergenza, al fine di trovare la giusta strategia. Mister Ancelotti ha prima pensato alle dimissioni, ma alla fine le parti hanno convenuto per un esonero precoce, prima di Natale, cosa che al Bayern non accadeva dal 1991, quando fu Jupp Heynckes ad essere mandato a casa dopo un pessimo inizio di stagione.

Ad Ancelotti, oltre allo scarso rendimento in campo, è stato difficile reggere i comportamenti all’interno dello spogliatoio, situazioni che il tecnico di Reggiolo è sempre riuscito a gestire nei grandi club in cui allenato. Le frizioni con Robben, infatti, vanno ad aggiungersi a quelle recenti con Ribery, Lewandowski e Muller. I senatori della squadra, non proprio gli ultimi arrivati. Una spaccatura non risanata dentro e fuori dal campo.

Proprio il numero 10 olandese al termine del match aveva espresso il disappunto per la sua assenza tra gli undici titolari e della disfatta bavarese a Parigi:

Meglio non commentare le scelte, ogni parola detta in più sarebbe di troppo!

Dopo la vittoria di un Meisterschale e di due Supercoppa di Germania (l’ultima ottenuta all’inizio di questa stagione ai danni del Borussia Dortmund)l’avventura di Carlo Ancelotti in Baviera è giunta al capolinea.

Intanto è partito già il toto allenatore per sostituire il tecnico emiliano. Per ora la squadra è stata affidata al vice di Carletto, Willy Sagnol, ma la vera candidatura alla successione del tecnico italiano sarebbe Thomas Tuchel, ex allenatore del Dortmund.

Situazione simile a quella di Ancelotti, la sta vivendo Andrea Stramaccioni a Praga. Al quarto posto a dieci punti dal primo, l’allenatore dello Sparta non se la passa benissimo e già i tifosi gli hanno dato il ben servito.

Meglio va sicuramente ad Antonio Conte al Chelsea e a Claudio Ranieri che, dopo una partenza a singhiozzo, è riuscito a trovare i giusti equilibri a Nantes.

In Liga è appena sbarcato Gianni De Biasi che, dopo l’esperienza come ct dell’Albania, ha accettato l’incarico difficile all’Alaves, squadra ferma ancora a 0 punti dopo sei partite. Sarà un vero e proprio miracolo riuscire a salvare la squadra basca.

In Russia, è tornato a dominare lo Zenit San Pietroburgo grazie alla guida tecnica di Roberto Mancini, mentre lo Spartak Mosca di Carrera deve gestire bene il doppio impegno campionatoChampions League.

Fabio Cannavaro in Cina è quarto con il suo Tianjin Quanjian a pochi punti dal terzo posto.

Difficile la vita di un allenatore italiano all’estero.

Dario Sette