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Sono le Ducati a dominare il venerdì di prove libere sul circuito di Brno. Dopo una sessione mattutina “rovinata” dalla pioggia, al pomeriggio, dopo un inizio su asfalto umido, il tracciato moravo si è asciugato e in condizioni ottimali a firmare il miglior tempo è Andrea Dovizioso.

Alle sue spalle con un ritardo di quattro decimi la Yamaha del team Tech 3 di Jonas Folger. Il tedesco conferma quanto di buono aveva fatto vedere prima della sosta con il secondo gradino del podio nella gara dui casa. Solo 21 millesimi più indietro, in una prima fila virtuale la GP17 di Danilo Petrucci (Octo Pramac Racing).

Nel venerdì che ha visto il team ufficiale Movistar alle prese con qualche problema, è l’altra M1 del team di Hervè Poncharal a rubare la scena. Johann Zarco, infatti, stampa il quarto tempo a poco più di mezzo secondo dal Dovi. Alle spalle del talentuoso rookie francese, racchiusi in 43 millesimi le Desmosedici dello spagnolo Hector Barbera (Reale Avintia Racing) e del britannico Scott Redding, compagno di box di Petrucci, ma con la moto della passata stagione.

Il primo dei piloti Honda è Dani Pedrosa. Il pilota di Sabadell porta la sua Repsol Hrc al settimo posto a sei decimi dal miglior tempo del forlivese. A 28 millesimi la moto del team LCR di Cal Crutchlow. Solo decimi Marc Marquez con la seconda Hrc. Il leader del mondiale è a 0″877 dal ducatista, preceduto anche dalla Aprilia di Aleix Espargarò.

Giornata difficile, come detto, per i due della Movistar Yamaha, impegnati in prove di comparazione tra il telaio usato ad inizio stagione e la sua evoluzione usata in estate. Al momento nessuno dei due piloti sembra molto competitivo, con Maverick Viñales udicesimo a nove decimi e mezzo da Dovizioso e Valentino Rossi quattordicesimo a poco più di un secondo e mezzo.

Vacanze finite, si torna in pista. Esaurita la sosta estiva, il Motomondiale riparte da Brno, un circuito caro a Valentino Rossi che sulla pista ceca è salito sul podio in 14 occasioni, compreso il secondo posto dello scorso anno oltre a 4 vittorie nella classe regina, l’ultima nel 2009.

Si ricomincia con un Mondiale piloti che vede Marc Marquez in testa con 129 punti, Maverick Vinales a quota 124, Andrea Dovizioso a 123 e il Dottore a 119.

“Mi sono riposato durante queste vacanze, ho passato tantissimo tempo con i miei amici ma sono tornato ad allenarmi e a prepararmi il prima possibile e mi sento bene – assicura Rossi – Ho lavorato in palestra e in bici ma ora voglio tornare in sella alla mia M1 e lavorare assieme al mio team. Il Mondiale è ancora abbastanza aperto e dovremo lavorare duramente per essere sempre sul podio. Brno è un tracciato che mi piace davvero, ho tanti ottimi ricordi su questo circuito e spero di poter fare un’altra bella gara. Sarà importante essere veloci sin dalle prime libere”.

Vinales, in MotoGp, non è mai andato oltre il nono posto a Brno e il suo miglior risultato è un secondo posto in Moto3.

“Mi sono goduto parecchio questa sosta estiva, sono stato assieme ad amici e familiari ma ora non vedo l’ora di tornare in sella alla mia Yamaha YZR-M1 again – dice lo spagnolo – Dobbiamo essere concentrati su questa seconda parte di stagione che sarà fondamentale se vogliamo lottare per il titolo. Non c’è spazio per errori. Mi sono allenato in queste settimane per essere pronto per Brno e Austria, due piste che mi piacciono e dove penso di poter andare forte”.

Da santo a giullare e tutta una vita passata a riabilitarsi per una partita. Per una sola partita storta. Capro espiatorio di una debacle collettiva, eppure i mirini di stampa, tifosi e popolo era tutti puntati su di lui. Valdir Peres è l’incarnazione umana delle parole leggere e pungenti dello scrittore Eduardo Galeano che, nel romanzo “Splendori e miserie del gioco del calcio”, alla voce portiere dice questo. Da leggere tutte d’un fiato:

Lo chiamano anche portiere, numero uno, estremo difensore, guardapali, ma potrebbero benissimo chiamarlo martire, paganini (nella zona rioplatense indica scherzosamente chi paga il conto), penitente, pagliaccio da circo. Dicono che dove passa lui non cresce l’erba. E quando la squadra ha una giornata negativa, è lui che paga il conto sotto una grandinata di palloni, espiando peccati altrui. Gli altri giocatori possono sbagliarsi di brutto una volta o anche di più, ma si riscattano con una finta spettacolare, un passaggio magistrale, un tiro a colpo sicuro: lui no. La folla non perdona il portiere. E’ uscito a vuoto? Ha fatto una papera? Gli è sfuggito il pallone? Le mani di acciaio sono diventate di seta? Con una sola papera il portiere rovina una partita o perde un campionato, e allora il pubblico dimentica immediatamente tutte le prodezze e lo condanna alla disgrazia eterna. La maledizione lo perseguiterà fino alla fine dei suoi giorni

Valdir Peres è stato questo. Semplicemente vittima. Lui era l’estremo difensore della Nazionale brasiliana durante il Mondiale del 1982, quello disputato in Spagna e a noi, italiani, tanto caro quanto immortale.
Voluto dal ct Telé Santana per difendere i pali, Valdir Peres si trovò davanti l’uragano Paolo “Pablito” Rossi nella partita vinta dall’Italia 3-2 contro i verdeoro. Era il 5 luglio 1982, la “Tragedia del Sarrià”, venne ricordata da sponda brasiliana quella disfatta, a Barcellona, nell’Estadio Sarrià. Portiere contro portiere: da un lato, Zoff osannato e benedetto con tanto di parata del secolo a tempo scaduto; dall’altro il brutto anatroccolo.
Quella fu anche l’ultima partita per Peres in Nazionale: ritenuto uno dei maggiori colpevoli non sarà mai più convocato nella Seleção. Al rientro a casa, fu deriso da tutti: un ragazzino, all’aeroporto, gli consegnò un disegno, la sua caricatura con su scritto “Valdir Peres, specialità polli allo spiedo”.

A vedere e rivedere le immagini di quella partita, Peres non commise alcun errore grossolano o pacchiano sui tre gol subiti. Non aveva responsabilità, almeno lui. In realtà, tutto quel Mondiale fu una gogna: all’esordio contro l’Urss intervenne a “saponetta” su un tiro innocuo di Bal che segnò la rete del vantaggio dei sovietici. E giù con le critiche che si trascinarono anche a rassegna terminata.

Valdir sembrava un pesce fuor d’acqua in una squadra di prime donne tutte altezzose, lui pelato a 25 anni assieme a compagni dalla chioma fluente. Eppure prima del Mondiale 1982, Peres era un vincente: quattro campionati paulisti, una Copa do Brasil e un titolo nazionale oltre alla conquista, nel 1975, del Bola de ouro, il pallone d’oro brasiliano, primo portiere a vincere il trofeo  e ad aprire le porte ai vari Taffarel e Rogerio Ceni.

Ma non bastava. Così da santo divenne giullare. Sì, venne anche chiamato Sao Valdir: era il 19 maggio 1981, amichevole di prestigio Stoccarda, tra Brasile e Germania Ovest. A dieci minuti dal termine, con i verdeoro avanti 2-1, i tedeschi beneficiarono di un rigore e sul dischetto si presentò lo specialista Breitner. Il primo tentativo fu respinto da Peres, ma per il direttore di gara il portiere si era mosso anzitempo e il penalty era da ripetere. Al secondo tentativo Breitner cambiò angolo, ma il numero uno brasiliano respinse nuovamente: 

Al rientro in albergo il personale di servizio dell’hotel mi portò in trionfo. Avevano visto la partita in tv ed erano rimasti impressionati dalle mie prodezze. Rimasi sorpreso di fronte a tale slancio emotivo. La stampa brasiliana il giorno dopo parlò apertamente di Sao Valdir

La rivincita delpelato contro il capellone.
E’ morto il 23 luglio 2017, all’età di 66 anni colpito da un infarto durante una festa di compleanno a Mogi Mirim, nello stato di San Paolo. Non poteva andarsene via se non nel mese di luglio. Splendori e miserie del gioco del calcio.

 

Fonti:
Storie di calcio;
Calcioesteronews.it

Marc Marquez ha vinto il Gp di Germania, nona prova del Mondiale MotoGp sul circuito del Sachsenring. Scattato dalla pole, lo spagnolo della Repsol Honda – ora nuovo leader iridato ai danni di Andrea Dovizioso, ottavo ieri e terzo nella classifica iridata – ha tenuto a bada senza particolari problemi il padrone di casa, Jonas Folger, ottimo secondo, mentre la terza piazza se l’e’ aggiudicata il connazionale e compagno di squadra di Marquez, Dani Pedrosa.

Giu’ dal podio Maverick Vinales, che ha piazzato la sua Yamaha davanti a quella di Valentino Rossi, reduce dal trionfo di Assen. Tra i primi 10 anche Alvaro Bautista, Aleix Espargaro, Andrea Dovizioso, Johann Zarco e Cal Crutchlow.

 

“Sono a 10 punti dalla vetta, ho perso una posizione perche’ prima di ieri Marquez era dietro di me ma siamo tutti lì: il Mondiale e’ ancora tutto da giocare”: lo dice Valentino Rossi, dopo il Gp di Germania, ultima tappa del Mondiale prima della pausa estiva. “Naturalmente non posso essere contento per un quinto posto, perche’ puntiamo sempre al podio – dice Rossi, a Sky – Ma visto il week end, abbiamo fatto il massimo possibile”. “Se guardo a come è andato il week end, dico che sono soddisfatto anche del quinto posto – ha aggiunto Rossi – Mi spiace solo non esser riuscito a lottare con Vinales, ma lui oggi ha guidato meglio. In ogni caso sono stati trenta giri tiratissimi, sempre col coltello tra i denti”.

Domenica scatta la nona gara del Mondiale, dall’Olanda al Gp di Germania, Rossi è pronto a ripartire:

“Sono molto contento, perchè la gara ad Assen è stata incredibile. Sono tornato davanti e sono riuscito a vincere; questa è una cosa molto importante non solo perchè le emozioni del successo sono stupende, ma anche perchè ho fatto un buon progresso in campionato”.

“Non so cosa aspettarmi. Abbiamo già visto che da un fine settimana all’altro tutto può cambiare, quindi dovremo lavorare per trovare le soluzioni ottimali. Mi piace il GP tedesco, il tracciato è particolare e tanto diverso da quello di Assen. Sarà fondamentale essere competitivi anche lì, faremo del nostro meglio”.

Al Sachsenring, Rossi ha vinto per quattro volte in MotoGP: nel 2002, 2005, 2006 e nel 2009, anno dell’ultimo successo della moto di Iwata sul tracciato tedesco.

Vinales: tornare a vincere

Deve riscattarsi dopo la caduta dio Assen il compagno di squadra di Rossi, Vinales, che ha perso la vetta del Mondiale: “Arrivo ad Assen con una mentalità positiva, devo sempre tenere presente che anche dopo la scivolata sono a soli 4 punti dal leader in campionato, Dovizioso. Devo imparare dagli errori e non ripeterli, ora voglio solo guardare avanti”. “L’obiettivo è quello di vincere, non solo salire sul podio. Siamo concentrati per recuperare la testa della classifica”.

ANDREA DOVIZIOSO: restare in vetta

“Il Sachsenring è l’ultima gara prima del break estivo: sarebbe bello restare in vetta alla classifica mondiale prima di andare in vacanza. Sappiamo però che è difficile: diversi piloti qui possono fare la differenza e poi c’è un nuovo asfalto. Questa pista porta un grande consumo di gomme a sinistra e il nuovo asfalto può amplificare il tutto. In base alle ruote portate qui da Michelin vedremo come lavorare. Dobbiamo fare tutte le prove sui pneumatici poi il set up e i dettagli. Le gomme spesso sono risultate decisive quest’anno e stanno facendo tanta differenza”, conclude Dovizioso.

Ad Assen è una domenica tricolore, Valentino Rossi vince l’ottavo GP della stagione battendo un combattivo Danilo Petrucci. Andrea Dovizioso è protagonista di una gara in rimonta e, pur perdendo la sfida per l’ultimo gradino del podio, sale al comando della classifica iridata anche grazie allo zero di Maverick Viñales (Movistar Yamaha), caduto a meno quindici giri dalla fine. Dopo oltre 365 giorni Rossi torna sul gradino più alto del podio, Petrucci è al suo secondo arrivo nelle posizioni che contano e una Ducati in testa al campionato non si vedeva dai tempi di Stoner.

Dunque Valentino Rossi torna ad ascoltare l’inno di Mameli dal gradino più alto del podio a oltre un anno dall’ultima volta (Gp Catalunya 2016) e lo fa su una pista che, parole sue, è “speciale” per lui. Una vittoria cercata, costruita, voluta fortemente dal pilota pesarese che dopo 11 giri si prende la testa alla gara e non la molla più, se non per poche curve. Succede quando inizia a piovere, quando Danilo Petrucci, altro straordinario protagonista di giornata, torna a farsi sotto, lo supera e poi finisce di nuovo dietro, maledicendo i doppiati che nei giri finali gli impediscono di sferrare l’ultimo disperato attacco.

Per il pilota ternano arriva comunque un ottimo secondo posto (“ma per ora sono più arrabbiato che contento”), altro podio stagionale dopo la terza piazza al Mugello, mentre Andrea Dovizioso non riesce a completare la tripletta italiana in terra orange, infilato nelle curve finali da Cal Crutchlow e soprattutto da un astuto Marc Marquez, che si porta a casa la terza posizione tirando fuori la zampata giusta al momento giusto.

Il pilota forlivese della Ducati chiuderà quinto ma poco male perchè l’altra notizia di giornata è la rovinosa caduta a metà gara di Maverick Vinales, che perde il controllo della sua Yamaha e finisce al tappeto.

ROSSI

“Meglio di così non poteva andare. Corro in moto e lavoro tutto l’anno per queste sensazioni, per quello che si prova dopo una vittoria. E dopo un anno è ancora più bello. Anche quest’anno sono riuscito a vincere una gara e me la merito per quanto fatto negli altri Gp e per la vittoria sfumata a Le Mans. In classifica cambia tutto da una domenica all’altra, ora vediamo cosa succede in Germania”

Johann Zarco mette a referto il miglior tempo delle qualifiche al GP d’Olanda. Per il rookie francese è la prima pole position in MotoGp e un pilota transalpino davanti a tutti allo spegnersi del semaforo non si vedeva dal 2002 con Olivier Jacque al GP di Germania. Grande sabato, ancora, di Danilo Petrucci. Il ternano del team Octo Pramac Racing mette la sua DesmosediciGP in prima fila al terzo posto dopo la stessa posizione a Barcellona. Piazza d’onore per Marc Marquez (Repsol Honda).

“Quando le condizioni sono complicate come oggi c’è qualcosa per cui giocare – se la ride il 26enne di Cannes – Sia sul bagnato che quando la pista si va asciugando mi sono sempre trovato bene, anche in Moto2, e ho sfruttato l’occasione”.

Valentino Rossi sin dai primi giri si pone al comando della tabella tempi. Un sabato di pioggia dove il nove volte campione del team Movistar Yamaha ha dimostrato un grande senso di adattamento e delle ottime prestazioni. Il Dottore resta agganciato alla pole; prova a sottrargliela Petrucci e subirà poi il ritorno di Zarco e Marquez. Per Rossi una quarta casella allo spegnersi del semaforo e 0,564s di ritardo dalla M1 Tech 3.

Trova invece la prima fila come in Catalunya un bravissimo Danilo Petrucci. Il ternano del team Octo Pramac Racing accarezza a lungo la possibilità di centrare la sua prima pole in sella alla DesmosediciGP ma alla fine deve accontentarsi del terzo tempo.

“Pensavo di avercela fatta e invece ho commesso un errorino. Ho spinto per tutta la durata delle qualifiche e forse dovevo essere più calmo all’inizio per aver più gomma verso la fine. Ma è un’altra prima fila, vedremo che tempo farà domani, sembra che le condizioni peggioreranno ma anche sull’acqua non siamo andati malissimo”.

Maverick Vinales è il piu’ veloce al termine della seconda sessione di libere del Gp di Assen, ottava prova del Mondiale MotoGp in programma in Olanda. Lo spagnolo della Yamaha ha chiuso in 1’33″130 precedendo di 367 millesimi il tedesco Jonas Folger (Monster Yamaha) e Marc Marquez (Honda, a 0″652). Come stamattina, quarto tempo per la Ducati di Andrea Dovizioso, reduce da due vittorie di fila. Segue Cal Crutchlow (LCR Honda). Grazie a un ottimo strappo nel giro conclusivo, Valentino Rossi chiude con il sesto crono a 7 decimi esatti dal compagno di squadra. Chiudono la top ten Danilo Petrucci (al comando nella prima sessione), Johann Zarco, Alvaro Bautista e Dani Pedrosa.

In Moto2 sorride Franco Morbidelli (EG 0,0 Marc VDS). Il pilota italiano, con il tempo di 1’38″061, precede il giapponese Takaaki Nakagami (+0″155) e lo svizzero Thomas Luthi (+0″181), che questa mattina aveva fatto registrare il miglior crono. Al quarto posto Alex Marquez (1’38″380), seguito da Axel Pons (1’38″454) e Miguel Oliveira (1’38″463). Tra i migliori dieci del pomeriggio anche Dominique Aegerter, Xavi Vierge, Lorenzo Baldassarri e Hafizh Syahrin.

Parla spagnolo la Moto3: miglior tempo per Jorge Martin (Del Conca Gresini Moto3, 1’42″414) davanti ad Aron Canet (1’42″593) e Joan Mir (1’42″919). Quarta piazza per Fabio Di Giannantonio, a 547 millesimi da Martin. A seguire, Marcos Ramirez, Enea Bastianini, Ayumu Sasaki, Romano Fenati, Jules Danilo e Bo Bendsneyder.

Il Gp di Assen potrebbe essere nel segno della ripresa per il nove volte campione del team Movistar Yamaha che adesso occupa il quinto posto iridato con 83 punti. Per Rossi, nel 2016, la prova olandese si chiuse con una delusione: dopo essere scattato dalla prima fila ed essere rimasto al comando, fu costretto ad abbandonare la seconda gara (avviata dopo l’arrivo della pioggia) per una caduta. Il Dottore ha vinto sette volte in MotoGP™ sulla pista della Drenthe, l’ultima delle quali nel 2015. A queste si aggiungono anche i successi in 250cc nel 1998 e in 125cc l’anno precedente.

“Sono contento di arrivare ad Assen, specialmente dopo i due giorni di test a Barcellona a seguito di una gara non positiva. Durante le prove catalane abbiamo trovato delle soluzioni positive e adesso vogliamo provarle su un’altra pista per capire se ci faranno percorrere la giusta strada. Quello d’Olanda è sempre un grande fine settimana e il tracciato di Assen è molto bello; spero di essere competitivo e voglio fare una bella gara”.

vinales
A fargli eco il compagno di squadra Maverick Vinales:

“Assen è un buon circuito per le nostre moto e anche per il mio stile di guida è abbastanza buono. In passato ho fatto gare veramente positive in Olanda. Dopo la difficile gara in Catalunya, arriviamo ad Assen molto motivati perché abbiamo veramente bisogno di salire sul podio e di prendere quanti più punti possibile”.

Dani Pedrosa firma la pole position al GP di Catalogna e, per la seconda volta in questa stagione partirà al palo in un GP. 1:43.870s il tempo del portacolori Repsol Honda; quando fece il primo corno in qualifica a Jerez vinse la gara.

Bene le Ducati e bene Danilo Petrucci (Octo Pramac Racing), autore del terzo tempo dietro a Jorge Lorenzo (Ducati Team). Le Yamaha continuano a fare fatica, la prima è quella di Jonas Folger (Monster Tech 3) che partirà dalla ottava casella.

Marc Marquez con la moto gemella paga ben quattro decimi e mezzo al poleman di giornata e partirà dalla seconda fila con il quarto tempo. Il campione del mondo ha fatto registrare l’ennesima caduta della giornata, questa volta scivolato alla curva tre.

Continua a fare bene nelle prove di casa Aleix Espargaro. Il pilota Aprilia Gresini, autore del quinto tempo, partirà dalla seconda fila; non accadeva dal 2014 ma è la prima volta sulla moto veneta. Al suo fianco l’altro iberico Hector Barbera con la Ducati del team Avintia a poco più di mezzo secondo.


Solo settimo Andrea Dovizioso. Il vincitore del GP d’Italia scatterà dalla terza fila. Fanno fatica le Yamaha che piazzano la prima M1, quella di Jonas Folger (Monster Tech 3) all’ottavo posto davanti a quella ufficiale di Maverick Vinales.

Il leader della MotoGP, qualificatosi attraverso la Q1 non riesce a fare meglio. Peggio è andata a Valentino Rossi che è rimasto escluso dalla sessione decisiva per 40 millesimi e partirà dalla tredicesima casella aprendo la quinta fila. In quarta si schiereanno le Ducati di Alvaro Bautista e Scott Redding e la Suzuki di Andrea Iannone.

Una fila più indietro, accanto al “Dottore” partirà la M1 Tech 3 del francese Joahnn Zarco e la Honda di Jack Miller. Cal Crutchlow con quella del Team LCR è solo diciassettesimo e prenderà il via dalla sesta, in mezzo alle Ducati di Loris Baz e Karel Abraham. La gara di domani con i suoi 25 giri sarà molto impegnativa e decisiva sarà la durata delle gomme. Chi ne avrà di più nelle fasi finali potrà giocarsi la vittoria.