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Con Roma-Virtus Entella, in programma lunedì 14 gennaio alle 21 allo Stadio Olimpico di Roma, si chiudono gli ottavi di finale di Coppa Italia. La vincente andrà a giocare i quarti di finale contro la Fiorentina, che domenica ha eliminato il Torino per 2-0 con doppietta di Chiesa nel finale. Per la Roma è l’esordio stagionale in coppa mentre la Virtus Entella, la squadra di Chiavari che gioca in Serie C, è arrivata fin qui dopo aver eliminato nei turni precedenti Siena, Salernitana e il Genoa nel derby ligure.

E’ senza dubbio la partita dell’anno per l’Entella che si ritroverà sotto le luci del maestoso Stadio Olimpico e per tutto il periodo d’avvicinamento, la società ha deciso di sfruttare con grande spirito d’ironia i social con una serie di curiosità che hanno creato tanta simpatia attorno al club e a una sfida che, sulla carta, sembrerebbe proibitiva.

Una serie di sfide a distanza, paragoni “imparagonabili”, un countdown tutto speciale soprattutto su Twitter con delle grafiche e dei numeri che hanno provato a ridurre la distanza storica tra Roma e Chiavari. Così si va dal numero abitanti di Roma e Chiavari (2.873 milioni contro 27.429) all’incredibile differenza tra i gol segnati dalla bandiera Francesco Totti nella Roma e quelli di tutto l’Entella in Serie B (308 contro i 183), passando per il paragone azzardato tra le diverse capienze degli impianti sportivi (72.698 posti dell’Olimpico contro i 5.535 posti dello Stadio Comunale di Chiavari, 13 volte più piccolo) fino alle presenze in Serie A degli attuali giocatori delle due squadre (mismatch eloquente tra 2481 e 89).

Poi, l’ultimo esilarante tweet, postato domenica, su due momenti celebri e folkloristici con una punta di differenza: «A ciascuno i suoi tifosi. Per festeggiare lo scudetto della Roma si spogliò la mitica Ferilli, e chi se la dimentica. L’Entella, invece, in occasione della promozione in serie B, ebbe in regalo un DJ set bollente del suo più affezionato meccanico, un mito anche lui!»

Complimenti ai media manager della Virtus Entella. Loro, almeno sui social, hanno già vinto.

Probabili formazioni di Roma-Virtus Entella

Roma (4-2-3-1) Olsen; Santon, Fazio, Jesus, Kolarov; Cristante, Pellegrini; Under, Pastore, Perotti; Dzeko

Virtus Entella (4-3-1-2) Paroni; Belli, Pellizzer, Baroni, Crialese; Eramo, Paolucci, Nizzetto; Adorjan; Mota, Mancosu

Qui le quote Replatz sulla partita

 

Non Cristiano Ronaldo e neanche Leo Messi. Il bomber della Champions League nell’anno solare 2018 è, apparentemente, un insospettabile. Edin Dzeko ha segnato solo 2 reti in questa prima parte della stagione in serie A. I fanta allenatori che avevano puntato su di lui ne sanno qualcosa. Eppure in Europa la musica è ben diversa. Il bosniaco vince questa speciale classifica avendo centrato la porta avversaria per 10 volte in 10 partite. Lo stesso numero di Robert Lewandoski che però ha impiegato 140 minuti in più rispetto all’attaccante della Roma.


Dzeko approfitta così al meglio di un’annata da ricordare per la squadra giallorossa in Europa. La semifinale di Champions nella prima parte dell’anno, con la clamorosa remuntada contro il Barcellona nei quarti di finale. Dall’1-4 dell’andata al 3-0 dell’Olimpico. Il gol della speranza al Camp Nou e poi quello che ha aperto la rimonta in casa al ritorno. E poi ancora due reti nelle semifinali con il Liverpool che non sono comunque servite per raggiungere la finale. In questa prima parte di Champions, Dzeko è andato a segno già 5 volte. Hattrick con il Viktoria Plzen e doppietta casalinga contro il Cska Mosca. Dieci reti totali che gli valgono il titolo di capocannoniere di Champions 2018.

Dietro di lui ci sono i pezzi grossi del calcio europeo, da Ronaldo a Messi, da Lewandowski al trio delle meraviglie del Liverpool. Tutti dietro il cecchino bosniaco, chiamato ora a riprendersi in campionato con la Roma.

  1. Edin Dzeko, Roma – 10 gol in 899 minuti
  2. Robert Lewandowski, Bayern Monaco – 10 gol in 1039 minuti
  3. Sadio Mané, Liverpool – 9 gol in 1146 minuti
  4. Mohamed Salah, Liverpool – 7 gol in 960 minuti
  5. Cristiano Ronaldo, Real Madrid/Juventus – 7 gol in 1019 minuti
  6. Paulo Dybala, Juventus – 6 gol in 511 minuti
  7. Lionel Messi, Barcellona – 6 gol in 657 minuti
  8. Karim Benzema, Real Madrid – 6 gol in 811 minuti
  9. Roberto Firmino, Liverpool – 6 gol in 953 minuti
  10. Andrej Kramaric, Hoffenheim – 5 gol in 481 minuti

Quando in estate Radja Nainggolan è passato all’Inter in molti pensavano che i nerazzurri avessero assestato un colpo decisivo per riavvicinarsi alla Juventus. Uno dei centrocampisti più forti della serie A, sottratto alla concorrenza (la Roma), per metterlo al servizio del suo mentore Spalletti. Sei mesi dopo quel 26 giugno il belga non giocherà la partita col Napoli nel giorno di Santo Stefano. Sospeso e multato dall’Inter per motivi disciplinari, ufficialmente per l’ennesimo ritardo agli allenamenti. E allora in quell’operazione di mercato estivo, alla fine potrebbe averci guadagnato la Roma. Oltre ai 38 milioni di euro della cessione, Di Francesco ha avuto anche Santon e Zaniolo. Se il primo va a corrente alternata, il secondo è diventato pedina fondamentale nello scacchiere capitolino a neanche 20 anni.


Il comunicato dell’Inter su Nainggolan ha interrotto la quiete dell’antivigilia di Natale, in mezzo tra la 17ma e la 18ma giornata di campionato. Il primo boxing day italiano prevede lo scontro diretto tra seconda e terza in campionato. Il belga non ci sarà, multato e sospeso in attesa di nuovi provvedimenti. Una decisione che, nella neonata Inter di Marotta, somiglia molto allo “sgabello” di Bonucci a Porto nel 2017. Secondo la Gazzetta dello Sport, la miccia sarebbe esplosa definitivamente dopo venti minuti di ritardo all’allenamento post Chievo. L’ennesima insubordinazione che segue una riunione tecnica saltata, di allenamenti effettuati non al top e di un comportamento non consono alla festa di Natale. Non sarebbe addirittura esclusa la cessione nel mercato di gennaio.


E così quel Nicolò Zaniolo, semisconosciuto ai più, entrato nell’operazione Nainggolan a giugno sta diventando il vero affare per la Roma. Centrocampista poliedrico, classe 1999 e originario di Massa, lo scorso anno ha trascinato la primavera dell’Inter allo scudetto con 13 gol. Mezz’ala, trequartista, all’occorrenza anche seconda punta o falso nueve. La poliedricità di Zaniolo è uno dei suoi punti di forza, assieme a un’esuberanza fisica non indifferente. Qualità che gli hanno permesso di emergere nella stagione poco fortunata della Roma finora. Non è un caso che Di Francesco l’abbia fatto esordire direttamente al Bernabeu a settembre contro il Real. Classe, carattere e muscoli. Zaniolo ha ben presto fatto dimenticare il ribelle Nainggolan alla Roma giallorossa. All’Inter si medita su uno scambio che, fino a oggi, è stato meno vantaggioso di quanto si pensasse.

In campo è assente da due mesi e sarà anche out questa sera nel match contro la Juventus all’Allianz Stadium di Torino. Alla Roma manca tanto Daniele De Rossi e a De Rossi manca tanto la Roma.

I giallorossi, senza il capitano, stanno vivendo un brutto periodo stagionale sia in campionato che in Champions League (nonostante il passaggio del turno). L’anima del leader della squadra si sente in campo e mai come ora sarebbe stata utile per i compagni, soprattutto contro i bianconeri.

Da quando la società guidata dal presidente Agnelli ha lo stadio di proprietà, la Roma non ha mai vinto e con De Rossi out è tutto ancora più complicato.

Il rientro del centrocampista giallorosso è lontano, per quello che è l’infortunio più grave della sua carriera. Riguardo il suo ritardo la Roma ci scherza su, piazzando il capitano nel videoclip natalizio proprio come ultimo arrivato anche alla festa natalizia.

Ho subito una lesione grave alla cartilagine del ginocchio. Sarebbe gravissimo se si dovesse rompere ancora a trentacinque anni. Ci vuole tempo, ho ripreso a correre e a calciare ma sono ancora indietro.

Aleggia un po’ di pessimismo riguardo la sua piena guarigione e nella mente del capitano inizia a farsi più presente e costante l’idea del ritiro.

In effetti difficilmente De Rossi arriverà a 40 anni sul campo così come è capitato all’ex leader Francesco Totti. Tuttavia, a differenza del grande numero 10, Daniele ha intenzione un giorno di diventare allenatore, perché non riuscirebbe a staccarsi dal campo e spostarsi dietro la scrivania.

Una cosa è certa quando quel giorno arriverà, il popolo romanista piangerà come già successo con Totti. Il numero 16 giallorosso è al suo quasi 18esimo anno di attività con addosso sempre la stessa maglia. L’esordio è avvenuto in una partita di Champions League contro l’Anderlecht il 30 ottobre 2001, con Fabio Capello allenatore. Dopo quel match, ne sono susseguiti altri 604, oltre a 117 presenze con la maglia della nazionale azzurra.

Il desiderio, quindi, è quello di seguire le orme di papà Alberto, attuale tecnico della Roma Primavera. È un grande conoscitore di calcio soprattutto a livello giovanile.

Ho sempre avuto il sogno di fare l’allenatore e quando smetterò, la fine della carriera so che è vicina, farò il grande passo. Mio padre dice che è un lavoraccio, ma da lui imparerò molto. Non so se sarò bravo, ma sicuramente viaggerò e studierò per imparare.

È sicuramente dalla parte di De Rossi, l’ex portiere brasiliano Doni, il quale ribadisce che in futuro sarà un grande mister dato che si è sempre esposto, soprattutto nei momenti più difficili, in difesa dei compagni.

Quella 2015-2016 è stata la sua stagione più prolifica, l’ultima con la maglia della Roma e quella che, per intenderci, ha convinto la dirigenza juventina ha sborsare 32 milioni di euro imposti dalla clausola per portarlo a Torino. Ben 10 gol e 12 assist per Miralem Pjanic quell’anno, il suo quinto nella capitale, calci di punizione letali e incursioni spesso decisive con picchi di prestazioni che all’ombra della Mole non ha mai avuto.

Il bosniaco, però, da giovane promessa è diventato un leader del centrocampo, dall’essere uno dei primi acquisti della Roma americana, ora è punto fermo della Juventus di Allegri. Pjanic certamente non aveva la costanza di prestazioni che sta avendo con i bianconeri, anche se per quanto riguarda la pericolosità offensiva, tifosi juventini e soprattutto i nuovi fantallenatori forse hanno dei rimpianti.

Sicuramente c’entra il contesto tattico in cui Allegri ha inquadrato il classe ’90: a Roma, infatti, Pjanic ha sempre fatto la mezzala e solo con Spalletti, nei suoi ultimi mesi alla Roma, l’ex numero 15 aveva assunto atteggiamenti più simili a un regista, confermati poi da Allegri alla Juventus, dove Mire è diventato uno dei registi più apprezzati a livello europeo e mondiale.

Al momento in 111 gettoni con la Juventus, Pjanic ha segnato 18 reti e fornito 30 assist e quest’anno stanno mancando i suoi bonus: la doppietta di rigore contro il Valencia nella prima partita del girone di Champions League è stata di fatto un assolo perché il centrocampista in Serie A ha segnato solo un gol e mandato in rete i suoi compagni solamente in due occasioni. E’ diventato senz’altro più accorto, ma secondo la fantamedia di queste prime 14 giornate di Serie A il suo voto è ampiamente sufficiente: 6,21 che diventa 6,36 con i bonus gol e assist e i malus ammonizioni, quattro.

Il ragazzo nato a Tuzla 28 anni fa si rifarà con il classico gol dell’ex? Sabato 22 dicembre gioca proprio contro la Roma: tanti compagni e soprattutto amici, uno su tutti, in particolare. Dzeko, suo connazionale, da cui ha preso il nome che ha dato a suo figlio, Edin.

EPISODIO 12

Matteo “HOLLY” Moglia e Matteo “BENJI” Biasin nella nuova avventura di Mondiali.it: ogni martedì e venerdì, in diretta streaming per consigli, commenti e pronostici sulla Serie A (e non solo…). Perché sappiamo quanto costa schierare la formazione giusta al fantacalcio e noi vogliamo essere accanto ai fantallenatori.

🔸 SERIE A REVIEW

– Possiamo dire di avervi consigliamo correttamente per la giornata 16 di Serie A! Avete schierato Zapata e lasciato in panca Higuain?
– Quest’anno sono davvero in pochi a salvarsi alla Roma: anche Robin Olsen fa la frittata. Me menomale c’è Justin Kluivert che potrebbe essere la freccia in più per Eusebio Di Francesco. La sua carica può aiutare la squadra;
– Simeone si sarà davvero sbloccato?
– MOMENTO, MOMENTO, MOMENTO: ha segnato Berardi!
– E che dire di questo Milan? Secondo pareggio consecutivo e nessuna risposta dopo l’eliminazione in Europa League.

🔸 SORTEGGIO CHAMPIONS ED EUROPA LEAGUE

– Cosa dobbiamo aspettarci dalle italiane rimaste in Europa? L’urna di Nyon è stata clemente

🔸  CURIOSITA’&NOTIZIE BOMBA

– Dopo esser stato esonerato dal Chelsea, esattamente tre anni dopo José Mourinho chiude anche al Manchester United. Da Special One a Special…Once. C’era una volta il famigerato allenatore portoghese. E poi dicembre gli porta davvero sfiga. Il pezzo di Giovanni Sgobba;

– E Wanda Nara, moglie e procuratrice di Icardi, che lancia la bomba? Quest’estate la Juventus avrebbe cercato l’attaccante argentino da affiancare a Cristiano Ronaldo. Ma voi ce lo vedete in bianconero? Vincenzo Pastore prova a immaginarlo nell’articolo;

– Fantacalcio, in ottica prospettiva…futura! Vi ricordate Marcio Amoroso, attaccante brasiliano capocannoniere nel 1999 con l’Udinese? Bene, 20 anni dopo, suo figlio segue le sue stesse orme, ancora in Italia, ancora all’Udinese! Dario Sette ha raccontato la storia.

Come da routine a Nyon , nel primo lunedì dopo gli ultimi match di Champions ed Europa League ci sono stati i sorteggi per le nostre squadre italiane impegnate nei due tornei.

In vista degli ottavi, grande sfida per la Juventus che, nonostante sia passata come prima nel proprio girone, se la vedrà contro gli spagnoli dell’Atletico Madrid, allenati dall’argentino Diego Pablo Simeone.

Una gara difficilissima per la squadra di Allegri che volerà prima al Wanda Metropolitano di Madrid il 20 febbraio, per poi disputare la gara di ritorno all’Allianz Stadium il 12 marzo.

Decisamente meglio è andata alla Roma nonostante fosse in seconda fascia. I giallorossi hanno pescato i lusitani del Porto. Una sfida alla portata per la squadra di Di Francesco che però non deve certamente sottovalutare.

Tornando ai bianconeri, l’ottavo di finale ha già un sapore forte dato che entrambe le squadre sono competitive a livello europeo. In effetti, nella lista delle formazioni di seconda fascia, i Colchoneros sicuramente sono tra i più pericolosi da affrontare. La squadra di Simeone è ad alti livelli da diversi anni con calciatori che possono risolvere il match con una giocata, su tutti il francese Griezmann. È un gruppo solido che si basa su buonissima base difensiva e con un centrocampo sia tosto che tecnico, come gli spagnoli Koke e Saul.
Non è la prima volta che Max Allegri affronta Simeone e, sinora, il tecnico livornese  ne è uscito vincitore. Stessa sorte per Cristiano Ronaldo. Il campione portoghese ha tantissime volte affrontato gli ex cugini ai tempi del Real Madrid, si in campionato che in Champions come nella finale del 2014 a Milano.

Per la Roma la strada può essere più che percorribile. I portoghesi non sono imbattibili, nonostante abbiano superato il girone con cinque vittorie e un pareggio, realizzando ben 15 gol subendone 6.

Per quanto riguarda i sorteggi per i sedicesimi di Europa League, Napoli e Inter (le due italiane escluse dalla Champions) sfideranno rispettivamente FC Zurigo e Rapid Vienna, più difficile l’impegno per la Lazio che giocherà contro il Siviglia. Le gare si disputeranno il 14 e il 21 febbraio prossimo. I partenopei saranno prima ospiti allo stadio Letzigrund della città svizzera, mentre i nerazzurri voleranno a Vienna. Gara d’andata casalinga, invece, per i biancocelesti partiti in seconda fascia. Inter e Napoli hanno la possibilità concreta di poter strappare il pass per gli ottavi della competizione, sicuramente più ardua la strada per gli uomini di Simone Inzaghi. Il Siviglia è una squadra forte a livello europeo e recentemente ha più volte già vinto il torneo (2013-2014, 2014-2015 e 2015-2016). In rosa ci sono vecchie conoscenze del calcio italiano come: Franco Vàzquez, Éver Banega, Simon Kjær, Luis Muriel e André Silva. Il Rapid Vienna non è una squadra che deve impensierire quella di Spalletti a maggior ragione ora che non sta vivendo un buon periodo anche in campionato, tanto da essere uscito sconfitto nettamente per 6-1 nel derby contro l’Austria Vienna. I nerazzurri hanno tutti i mezzi per poter passare il turno in maniera agevole. Il Napoli di Ancelotti, dopo aver affrontato in maniera egregia Paris Saint Germain e Liverpool in Champions League, non può minimamente pensare che gli svizzeri possano essere un ostacolo insormontabile. Tuttavia non è una squadra da sottovalutare e che la sconfitta della Juventus a Berna contro lo Young Boys faccia da lezione.

El Flaco è pronto a prendersi la Roma nel momento più delicato della stagione. Javier Pastore debutta in giallorosso in Champions League in Repubblica Ceca contro il Viktoria Plzen. Una gara che non avrà conseguenze in classifica per i capitolini, già qualificati come secondi agli ottavi. E’ un match invece determinante per i padroni di casa, in lotta per il terzo posto con il Cska Mosca, valevole per l’Europa League. La squadra di Di Francesco deve però dare una risposta dopo il suicidio di Cagliari, da 2-0 a 2-2 al 95’ in 11 vs 9. La lontananza dalla capitale e dalle sue turbolenze di tifo può essere, in questo senso, un vantaggio.

Trequartista dietro Schick e Kluivert, Pastore è chiamato a riprendersi la scena dopo un inizio a singhiozzi. La sua ultima gara da titolare risale addirittura al derby contro la Lazio del 29 settembre. Poi le sue presenze si registrano con il contagocce, a causa di problemi al polpaccio. Due i suoi gol finora, entrambi di tacco, contro Atalanta e Frosinone. Un po’ poco per un giocatore acquistato dal Paris Saint Germain per quasi 25 milioni di euro. Un investimento importante per colmare la cessione di Nainggolan all’Inter.

D’altra parte le noie fisiche hanno fin qui condizionato la carriera di Pastore, per sette anni a Parigi dal 2011 al 2018. Era esploso a Palermo, circa dieci anni fa, formando una micidiale coppia offensiva con Cavani. Proprio con il Matador si sarebbe ritrovato sotto la Torre Eiffel nei suoi anni parigini. Nel 2011 viene nominato miglior giovane calciatore l’anno prima dagli Oscar del calcio Aic. In Francia Pastore vince tutto quello che si poteva vincere in patria, ma fallisce l’obiettivo europeo. Firma tuttavia un memorabile gol contro il Chelsea nei quarti di finale di Champions nel 2014.

Le varie star che hanno affollato la rosa del Psg in questi anni hanno un po’ offuscato la classe dell’argentino. Un talento finora incompiuto che cerca riscatto a Roma. La stagione, fin qui,  è stata al di sotto delle aspettative per tutta la squadra di Di Francesco. Ottava in campionato, nel gruppone a 21 punti con Atalanta, Parma e Sassuolo. Sono ben 14 i punti ottenuti in meno rispetto all’anno scorso, peggio ha fatto solo il Chievo (-17). Eppure il quarto posto è distante solo 5 punti e gli ottavi di Champions sono in cassaforte già da due settimane. La Roma deve rialzare la testa e per farlo serve il miglior Flaco Pastore.

Il Napoli non dovrà camminare da solo, ma in compagnia di altre quindici squadre per giocarsi gli ottavi di Champions League. La speranza di qualificazione corre dal Vesuvio al Mersey Side. A Liverpool gli uomini di Ancelotti cercano il pass per la fase a eliminazione a diretta. Da primi di un girone con i reds e il Paris Saint Germain. Un risultato clamoroso viste le previsioni della vigilia che davano per spacciata la squadra di De Laurentiis. Invece gli azzurri hanno fin qui giocato una Champions da protagonisti, con addirittura due rimpianti. Il pari a Belgrado contro la Stella Rossa e il gol nel recupero di Di Maria a Parigi per il 2-2 finale.

Il gol di Insigne nel finale ha deciso la gara di andata

Cosa deve fare il Napoli per passare – Basterebbe non perdere, elementare Watson. E anche con un ko il Napoli potrebbe comunque passare. Ecco le combinazioni:

  • il Napoli vince. Ancelotti va agli ottavi da primo del girone, senza aspettare il risultato del Psg a Belgrado contro la Stella Rossa;
  • il Napoli pareggia. Si qualifica agli ottavi come primo (se il Psg non vince) o come secondo (se il Psg vince);
  • il Napoli perde con un gol di scarto. Gli azzurri passerebbero se segnano almeno un gol (2-1, 3-2, 4-3 etc) e il Psg vince o perde contro la Stella Rossa. Se il Psg pareggia in questa situazione, Hamsik e compagni devono segnare almeno tre gol;
  • il Napoli perde 1-0 o con più di un gol di scarto (2-0, 3-0, 3-1, 4-1 etc) e il Psg perde contro la Stella Rossa.

 

Le precedenti vittorie delle italiane – Sono quattro le vittorie delle squadre italiane nel tempio di Anfield Road.

Liverpool Genoa 1-2. 18 marzo 1992, quarti di finale di Coppa Uefa, gara di ritorno. Dopo il 2-0 dell’andata, gli uomini di Bagnoli passano anche ad Anfield. Una doppietta del Pato Aguilera regala la semifinale ai grifoni, nulla può il temporaneo pareggio di Rush.

                     

Liverpool Roma 0-1. 22 febbraio 2001, ottavi di finale di Coppa Uefa, gara di ritorno. Nell’anno dello scudetto la Roma di Capello va a Liverpool per provare la rimonta dopo lo 0-2 dell’andata. Giallorossi avanti con Guigou, poi accadono due fatti inspiegabili: l’arbitro Garcia Aranda prima assegna un rigore per la Roma, poi lo tramuta in calcio d’angolo; Damiano Tommasi viene espulso. In mezzo un rigore parato da Antonioli a Owen. I giallorossi escono, il Liverpool vincerà poi la coppa.

Liverpool Fiorentina 1-2. 9 dicembre 2009, fase a gironi Champions League. La Fiorentina di Prandelli, già qualificata agli ottavi, trionfa ad Anfield e vince il girone E. Jorgensen e Gilardino nel finale ribaltano il vantaggio di Benayoun.

Liverpool Udinese 2-3. 4 ottobre 2012, fase a gironi Europa League. L’Udinese di Guidolin espugna Anfield con Di Natale, un’autorete di Coates e Pasquale che trafiggono Reina. Vano è il gol di Suarez. Sarà l’unica vittoria dei bianconeri friulani nel girone, poi concluso all’ultimo posto.

Il cambio allenatore in casa Genoa era nell’aria, certo però era difficile pensarlo al termine di una gara di Coppa Italia contro una squadra di Serie C.

Il presidente Enrico Preziosi ha deciso di sollevare dall’incarico il tecnico Juric, che a sua volta era subentrato a Ballardini, per chiamare Cesare Prandelli.

L’ex commissario tecnico, dunque, torna in Italia dopo alcune poco felici esperienze all’estero al Galatasaray, Valencia e Al-Nasr Dubai. Domenica gli aspetta un’importante sfida in casa contro la Spal, il lavoro da fare è soprattutto mentale.

Per il 61enne allenatore bresciano una nuova avventura per rilanciarsi in Serie A. Sono passati otto anni dall’ultima volta, quando ha lasciato Firenze per sposare il progetto della Federcalcio italiana, partecipando all’ottimo Europeo 2012 e alla disastrosa apparizione al Mondiale in Brasile nel 2014.

Dal gennaio scorso è rimasto senza squadra dopo l’esonero dall’Al-Nasr ed era in attesa  di una chiamata proprio da una società italiana. La telefonata è arrivata ed è giunta da un club storico con un presidente non molto paziente con i propri allenatori, com’è Enrico Preziosi.

Ho sbagliato a richiamare Juric, ma ero convinto che stavolta potesse finire bene. È stato sfortunato e ha commesso degli errori: non si poteva andare avanti.

LA CRESCITA, DAL VENEZIA IN B ALLA FIORENTINA IN CHAMPIONS

Prandelli non ha certo paura del presidente Preziosi, in passato ha lavorato per un altro mangiallenatori come Maurizio Zamparini ai tempi del Venezia in Serie B e in A.

Proprio con i lagunari si fa notare nel calcio che conta. Chiamato a Parma, guida per due anni i ducali, ottenendo due ottimi quinti posti, chiudendo l’era di Callisto Tanzi presidente.

Dato il bel gioco e il buon carattere, è la Roma dei Sensi che lo chiama per guidare il progetto giallorosso. Purtroppo, però, il tutto si ferma ancora prima d’iniziare: la moglie di Prandelli è gravemente malata e il tecnico decide di lasciare l’incarico per stare vicino alla sua famiglia.

Prandelli Fiorentina
Cesare Prandelli ai tempi della Fiorentina

La stagione successiva sposa il piano della Fiorentina. Con la Viola è subito amore. A Firenze è amato da tifosi, calciatori e proprietà. Sono tante le buone stagioni in Serie A, nonostante lo scandalo Calciopoli. Riesce anche a strappare una qualificazione alla Champions League. Al Franchi si respira profumo d’Europa come non capitava dall’era del presidente Cecchi Gori e del goleador Batistuta.

Nella stagione 2009/10 la Fiorentina si qualifica agli ottavi di Champions, dopo aver superato la fase a gironi da prima classificata a 15 punti, battendo due volte il Liverpool. Agli ottavi la Fiorentina viene eliminata, non con poche polemiche, dal Bayern Monaco per via della regola dei gol fuori casa.

LA NAZIONALE

Il picco e il baratro della sua carriera, però, arriva con la nazionale azzurra. Nel 2012, contro qualsiasi pronostico, riesce a guidare Balotelli e compagni fino alla finale dell’Europeo 2012 persa a favore della Spagna.
Il flop, invece, arriva due anni dopo al Mondiale brasiliano. Gli azzurri non riescono a passare i gironi di qualificazione, perdendo con Costa Rica e Uruguay.

L’ESTERO

Le esperienze estere non sono state positive, prima i turchi del Galatasaray e gli spagnoli del Valencia e poi gli arabi dell’Al-Nasr lo esonerano dopo brevi periodi ricchi di molti bassi e pochi alti.