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riccardo cucchi

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Bisogna essere onesti con noi stessi: la radio ha perso appeal nel corso dei decenni, gli affezionati ci sono e ci saranno sempre, ma soprattutto i più giovani, attratti lecitamente, dal web o dalla televisione, non potranno conoscere fino in fondo il legame con alcune trasmissioni radiofoniche.

Una di queste è senz’altro “Tutto il calcio minuto per minuto” popolare programma di Rai Radio 1, dedicata alle radiocronache in diretta del campionato italiano di calcio. Diversi cronisti si alternano tutt’oggi sui campi di Serie A con collegamenti in studio, ritagli quando c’è la Formula1 o altri eventi sportivi in diretta.

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Il programma nacque durante la stagione 1959-60, da un’idea di Guglielmo Moretti, che prese spunto da una trasmissione radiofonica francese, “Sports et Musique”, nella quale cronisti-inviati commentavano in diretta dai campi di gioco le partite del campionato locale di rugby a 15. Le trasmissioni iniziarono in via sperimentale nel 1959, mentre il debutto ufficiale avvenne domenica 10 gennaio 1960. La trasmissione nacque in realtà come sperimentazione per la trasmissione multipla a microfono aperto di diversi eventi in contemporanea, in preparazione delle Olimpiadi di Roma del 1960, evento globale trasmesso televisivamente e radiofonicamente dalla Rai.

Il programma inizialmente proponeva solo le radiocronache dei secondi tempi: a partire dalla stagione 1987-88 fu introdotta la copertura dell’intera partita. La struttura di base, rimasta inalterata nel corso dei decenni, prevede collegamenti a turno dai vari stadi con segnalazioni immediate per eventi di particolare rilievo (variazioni del punteggio e altro) da ogni campo. La prima puntata ufficiale vide collegati da Milano Nicolò Carosio per Milan-Juventus, da Bologna Enrico Ameri per Bologna-Napoli e da Alessandria Andrea Boscione per Alessandria-Padova. La conduzione fu affidata a Roberto Bortoluzzi, che rimase in carica per ben ventisette anni (dal 10 gennaio 1960 al 21 giugno 1987) fino al suo pensionamento. I radiocronisti furono esclusivamente di sesso maschile fino al 1988, quando debuttò Nicoletta Grifoni.

Tutti sintonizzati alle 15.00, ma prima di sentire le voci dei giornalisti, “Tutto il calcio minuto per minuto” è entrato nelle case degli italiani con questo jingle, “A taste of honey” di Herb Alpert, a partire dall’11 settembre 1983:

All’inizio, la trasmissione non aveva una sigla musicale ma era introdotta dall’annuncio pubblicitario di una nota marca di liquori di Trieste. Dal 24 ottobre 1976 fino al 12 giugno 1983, venne utilizzato un frammento di Caravan nella versione di Eumir Deodato, per poi passare, dall’11 settembre 1983 al 19 giugno 1988, al già citato brano A Taste of Honey . Dal 9 ottobre 1988 al 26 maggio 1997, quindi dall’anno dopo il passaggio della conduzione da Roberto Bortoluzzi a Massimo De Luca, il brano fu sostituito con un motivo composto appositamente da Mauro Lusini. In seguito e fino ai giorni nostri, è stata riutilizzata la sigla A Taste of Honey.

Roberto Bortoluzzi, Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Alfredo Provenzali, Livio Forma, Bruno Gentili, Tonino Raffa, Ugo Russo e poi ancora, Filippo Corsini, Francesco Repice, Emanuele Dotto e via discorrendo. Una formazione di voci variopinte e immediatamente riconoscibili. Una calorosa famiglia domenicale per quella che, di fatto, era una messa laica.
E poi c’era Riccardo Cucchi, voce un po’ nasale, che si collega per le prime volte negli anni ’80 da Campobasso, seguendo la squadra in Serie B.

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La sua precisione coinvolge gli italiani, sobria ma anche esaltante: oltre al calcio segue anche canottaggio, scherma e atletica leggera che seguirà nel 1992, alle Olimpiadi di Barcellona. In totale racconterà sei Giochi olimpici e quattro Mondiali di calcio, dopo esser diventato radiocronista della Nazionale italiana nel 1994, al posto di Sandro Ciotti.

Memorabile è il suo racconto di Germania 2006, nel suo ritmo c’è tutto: ansia, agitazione, tensione, gioia. Anche lui dopo, la trasformazione del rigore di Grosso nella finale contro la Francia, esclama quattro volte “Campioni del Mondo” come ha fatto il duo Caressa-Bergomi, ma sembra più genuino e meno imposto. Un urlo liberatorio “reeeeeteeeeeeeee” che si gonfia nei polmoni, brucia la gola, la raschia ed esplode. Berlino rimarrà nei nostri ricordi, lui elogia la vittoria delle facce pulite, di Lippi, del post-calciopoli. «E’ nostra, è nostra», dice guardando il trofeo alzato da Cannavaro. E sì, è davvero nostra :

Nove luglio 2006. In molti ricorderanno dove hanno trascorso quella serata, quando la nazionale di Marcello Lippi batteva la Francia in finale a Berlino e conquistava la quarta Coppa del Mondo della storia. Dopo un’ora e mezza di sofferenza, la lotteria dei rigori per gli Azzurri arrivati in Germania in pieno scandalo Calciopoli, tra le polemiche più feroci.

Nella finalissima, giocata all’Olympiastadion, la Francia passa in vantaggio con il solito Zidane già al 7′ su calcio di rigore, dopo un contatto in area tra Materazzi e Malouda. Zidane calcia il rigore a “cucchiaio”, la palla colpisce prima la traversa e poi rimbalza dentro la linea di porta. L’Italia reagisce pareggiando con Materazzi al 19′ sugli sviluppi di un calcio d’angolo (il secondo gol su calcio d’angolo per lui). Dopo un primo tempo in cui l’Italia gioca meglio (con un colpo di testa di Materazzi salvato sulla linea e un colpo di testa di Toni che finisce sulla traversa), nel secondo tempo gli azzurri soffrono chiudendosi in difesa e lasciando spazio alle giocate transalpine, che però non riescono a produrre importanti azioni da gol, grazie a una difesa italiana ben schierata.

Anche durante i supplementari i francesi continuano ad attaccare creando due grandi pericoli: un tiro di Frank Ribery, di poco fuori, e un colpo di testa di Zidane, sventato grazie a una grande parata di Gianluigi Buffon, eletto miglior portiere del torneo. Al 111’ però Zidane viene espulso dall’arbitro, su segnalazione del quarto uomo, per aver colpito intenzionalmente Materazzi con una testata, che susciterà enormi polemiche. Al termine dei 120 minuti il risultato è ancora fermo sull’1-1 e, per la seconda volta nella storia, la Coppa del Mondo viene decisa ai tiri di rigore, dopo i Mondiali 1994, in cui l’Italia aveva perso contro il Brasile per 3-2.

Dopo 4 rigori a testa l’Italia è a punteggio pieno mentre la Francia è ferma a 3 (Trezeguet ha sbagliato il 2° tiro colpendo la traversa, mentre hanno segnato Pirlo, Materazzi, De Rossi e Del Piero per l’Italia, e Wiltord, Abidal e Sagnol per la Francia). Fabio Grosso, che aveva già deciso le sfide con l’Australia e con la Germania, segna il rigore del definitivo 5-3 e permette all’Italia di vincere il 18° Campionato mondiale di calcio, il quarto della storia azzurra dopo i successi del 1934, 1938 e 1982.

E se è vero che ci ricordiamo con chi eravamo, nella nostra memoria sono impresse anche le frasi celebri di quei Mondiali tedeschi: dai “po-po-po” al “il cielo è azzurro sopra Berlino”. E per questo rivivere le lotterie dei calci di rigore con la radiocronaca di Riccardo Cucchi è un infinito brivido che corre lungo la schiena.

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Il primo sentimento è la gratitudine, il poter dire “io c’ero”, spettatore coinvolto pur non essendo presente a una partita di calcio o a un Olimpiade. Ma la sensazione arrugginita che lascia la radio è coinvolgente come nessun altro media può fare. Ti stimola a immaginare quello che succede, lo dipingi nella mente giocando con le parole gracchianti del radiocronista.
La radio è stato e sarà uno dei mezzi più incisivi perché è quello meno artificioso: non si possono costruire personaggi, c’è solo tanta spontaneità perché è la voce che deve arrivare. Solamente quella. Diretta, puntuale e colta.

Con Riccardo Cucchi la gratitudine è duplice. Bisogna essere onesti con noi stessi: la radio ha perso appeal nel corso dei decenni, gli affezionati ci sono e ci saranno sempre, ma soprattutto i più giovani, attratti lecitamente, dal web o dalla televisione, non potranno conosce fino in fondo il legame con alcune trasmissioni radiofoniche.
Una di queste è senz’altro “Tutto il calcio minuto per minuto” popolare programma di Rai Radio 1, ideata nel 1959 e dedicata alle radiocronache in diretta del campionato italiano di calcio. Diversi cronisti si alternano tutt’oggi sui campi di Serie A con collegamenti in studio, ritagli quando c’è la Formula1 o altri eventi sportivi in diretta. Tutti sintonizzati alle 15.00, ma prima di sentire le voci dei giornalisti, “Tutto il calcio minuto per minuto” è entrato nelle case degli italiani con questo jingle. “A taste of honey” di Herb Alpert:

Roberto Bortoluzzi, Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Alfredo Provenzali, Livio Forma, Bruno Gentili, Tonino Raffa, Ugo Russo e poi ancora, Filippo Corsini, Francesco Repice, Emanuele Dotto e via discorrendo. Una formazione di voci variopinte e immediatamente riconoscibili. Una calorosa famiglia domenicale.
E poi c’è Riccardo Cucchi, voce un po’ nasale, che si collega per le prime volte negli anni ’80 da Campobasso, seguendo la squadra in Serie B.

La sua precisione coinvolge gli italiani, sobria ma anche esaltante: oltre al calcio segue anche canottaggio, scherma e atletica leggera che seguirà nel 1992, alle Olimpiadi di Barcellona. In totale racconterà sei Giochi olimpici e quattro Mondiali di calcio, dopo esser diventato radiocronista della Nazionale italiana nel 1994, al posto di Sandro Ciotti.
Memorabile è il suo racconto di Germania 2006, nel suo ritmo c’è tutto: ansia, agitazione, tensione, gioia. Anche lui dopo, la trasformazione del rigore di Grosso nella finale contro la Francia, esclama quattro volte “Campioni del Mondo” come ha fatto il duo Caressa-Bergomi, ma sembra più genuino e meno imposto. Un urlo liberatorio “reeeeeteeeeeeeee” che si gonfia nei polmoni, brucia la gola, la raschia ed esplode. Berlino rimarrà nei nostri ricordi, lui elogia la vittoria delle facce pulite, di Lippi, del post-calciopoli. «E’ nostra, è nostra», dice guardando il trofeo alzato da Cannavaro. E sì, è davvero nostra :

Il 4 giugno 2014 dallo stadio Renato Curi di Perugia effettua la sua ultima radiocronaca della Nazionale in occasione dell’amichevole contro il Lussemburgo, lasciando dopo vent’anni l’incarico di prima voce degli Azzurri a Francesco Repice. Il 12 febbraio 2017 è l’ultima sua radiocronaca a “Tutto il calcio minuto per minuto”. Inter-Bologna a San Siro chiude la sua lunga e avvincente carriera.

Il sentimento, pensando a Riccardo Cucchi, è la gratitudine per aver vissuto assieme una stagione memorabile di sport.