Un roboante 7-0 contro il Genoa nell’ultima giornata di Serie B, giocata sabato 16 febbraio, e tre punti che certificano la cavalcata vincente della squadra femminile dell’Inter che ha centrato la quindicesima vittoria in altrettante partite di campionato. Punteggio pieno, la squadra allenata dall’argentino De la Fuente ha 14 punti di vantaggio sulla seconda con 55 gol fatti e solamente 5 reti subite. E’ un cammino trionfante, al momento, che conferma un’indicazione già avvertita a inizio stagione con il cambio di proprietà: quest’anno l’Inter non vuole perdere la chance della promozione in Serie A.
Perché l’attuale gestione della squadra neroazzurra di Milano è importante e indicativa nel panorama di crescita del calcio femminile? Punto primo: a differenza di Juventus, Milan e Roma (squadre in Serie A) che hanno comprato il titolo sportivo delle loro attuali squadre femminili da club già esistenti (la Juventus dal Cuneo, il Milan dal Brescia), la dirigenza dell’Inter maschile ha rilevato il titolo sportivo di proprietà dell’allora ASD Femminile Inter Milano, facendola diventare a tutti gli effetti la squadra femminile di riferimento dell’Internazionale Milano, e con essa anche la formazione Primavera. L’ASD era stata fondata nel 2009 da Elena Tagliabue, fino all’anno scorso presidente della società, moglie di Giuseppe Baresi – ex capitano e vice allenatore dell’Inter – e madre di Regina, attaccante e capitana della formazione.
L’anno scorso l’Inter femminile non è riuscita a ottenere la promozione dalla Serie B, concludendo la stagione al secondo posto dietro l’Orobica, ma aveva e, come conferma la partenza a razzo di quest’anno, ha tuttora una rosa ben strutturata e organizzata. Quello che è servito al club per il salto di qualità è “dietro le quinte”: l’Inter ha riorganizzato la squadra a partire dalla nomina di Maria Ilaria Pasqui – ex calciatrice ora avvocato in materia di diritto civile e dello sport – a responsabile dello sviluppo del settore femminile e lo staff è stato migliorato con l’arrivo di nuovi preparatori.
Nella Serie B femminile è stato possibile anche perché solo Empoli, Lazio e Cittadella sono affiliate a club maschili e le altre squadre sono, quindi, ancora indipendenti e quindi con mezzi e risorse estremamente limitati che le rendono poco competitive. Per le squadre femminili associarsi ai club già esistenti, oltre agli indubbi benefici sportivi, serve anche ad avvicinarsi al pubblico. L’Inter, per esempio, era solita giocare le sue partite a Sedriano, un piccolo comune distante una ventina di chilometri da Milano. Le ultime partite di campionato le ha però disputate al Centro di Formazione Suning in memoria di Giacinto Facchetti tra Niguarda e Bresso – dove si allenano le giovanili dell’Inter – ben più vicino al centro di Milano.