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Non hanno concesso agli avversari incrociati la miseria di un punticino. È quanto fatto da un gruppetto di squadre pro che hanno viaggiato con l’acceleratore al massimo nello scorso mese di novembre. Sono il Carpi, nel girone B della Serie C; l’Inter, la
Juventus, la Lazio, tutte in Serie A; la Reggina nella Serie C girone C.

LA CLASSIFICA DI NOVEMBRE 2019*

Ordinando per media punti/match le cento squadre che battagliano nei tre livelli del calcio professionistico italiano scopriamo che cinque hanno raccolto unicamente vittorie nello scorso mese di novembre. Nella massima serie questa impresa è riuscita alle due contendi per lo scudetto, Inter e Juventus, ma perfino a una loro inseguitrice, la Lazio. Un ritmo eguagliato soltanto dal Carpi e dalla Reggina, club militanti in Serie C, gli emiliani nel girone B, i calabresi nel C. Insomma, delle squadre attualmente al comando di un campionato la media di 3 punti/match è stata tenuta soltanto da nerazzurri (Inter) e amaranto (Reggina). Il Benevento, cadetteria, e il Monza, gruppo A di Serie C, hanno tenuto un ritmo di 2,5 punti/match (3V – 1X). Mentre il Vicenza, Serie C girone B, ha osservato una velocità di crociera di 2,25 punti/match (3V – 1P). Dalla parte opposta di questa classifica rintracciamo il Brescia, Serie A, e il Fano, Serie C raggruppamento B, che hanno maturato esclusivamente KO e pertanto non hanno raccolto punti nel mese che si è chiuso qualche giorno fa.

QUALCHE CURIOSITÀ

Cercando i club imbattuti identifichiamo 24 società. In Serie A: Cagliari, Inter, Juventus, Lazio, Parma e Sampdoria. In Serie B: Benevento, Cittadella, Pescara e Pordenone. In Serie C: Bari, Carpi, Catanzaro, Cesena, Gozzano, Imolese, Monza, Piacenza, Pro Patria, Pro Vercelli, Reggiana, Reggina, Renate, Ternana. Mentre le compagini che non hanno colto successo nei trenta giorni di novembre ammontano a 23. In Serie A: Bologna, Brescia, Fiorentina, Genoa, Milan, Napoli e Spal. In Serie B: Virtus Entella ed Empoli. In Serie C: Bisceglie, Carrarese, Fano, Fermana, Giana Erminio, Imolese Juventus U23, Olbia, Paganese, Pro Patria, Ravenna, Rieti, Virtus Francavilla, Viterbese. E proprio incrociando gli ultimi elenchi di 24 e 23 team scopriamo che Imolese e Pro Patria hanno saputo soltanto pareggiare a novembre.

Chiudiamo segnalando che la Reggina svetta su tutte le altre novantanove società anche per numero di gol marcati, 12, e media gol/match, 3 (quest’ultimo dato la vede condividere il gradino più alto del podio col Cagliari, 9 centri in 3 impegni). Mentre le difese meno battute sono quelle messe in campo da Benevento, Juventus, Reggina e Sampdoria, tutte con 1 marcatura al passivo (0,3/match).

* Considerate solo quelle gare realmente svolte nel mese di novembre 2019, valutando quindi la
data effettiva di anticipi e/o posticipi e/o recuperi in calendario.

Quasi 19 anni nello stesso club, superando, per longevità e attaccamento alla maglia giocatori come Buffon alla Juventus, John Terry al Chelsea o Andrés Iniesta al Barcellona. Solo sei mesi passati da tutt’altra parte del mondo, ma che lo hanno fatto conoscere oltre i confini giapponesi, esattamente in Italia. Mitsuo Ogasawara è il Kashima Antlers o il Kashima Antlers è Mitsuo Ogasawara. Il centrocampista 37enne, con il club nipponico, sono stati la sorpresa dell’ultimo Mondiale per club, disputato proprio in Giappone.
Invitati alla manifestazione in quanto vincitori del campionato del paese ospitante, la squadra del cervo ha battuto in ordine, 2-1 l’Auckland City, 2-0 i sudafricani del Mamelodi Sundowns e 3-0 in semifinale i favoritissimi colombiani dell’Atlético Nacional. In finale hanno dato filo da torcere al Real Madrid, piegati dal solito Cristiano Ronaldo solo ai supplementari dopo che i 90’ sono terminati sul 2-2.

Capitano è stato Mitsuo Ogasawara, dal 1998 tra le file del Kashima Antlers. Giocatore stimato e rispettato in Giappone, idolo in una città che, seppur fugacemente, ha visto la classe cristallina del brasiliano Zico che, tra il 1993 e il 1994 chiuse la sua straordinaria carriera con 24 presenze e 15 gol, e di un giovanissimo e talentuoso Leonardo, dal 1994 al 1996, con 49 gettoni e 30 realizzazioni.
Per la quinta volta campione di Giappone con la maglia rossa di Kashima, titolo conquistato lo scorso 3 dicembre, ultimo trofeo risollevato dopo sei anni, quando nel 2009, venne nominato come giocatore dell’anno nel paese del Sol Levante. Tre coppe nazionali e anche una supercoppa nel suo palmarés.

Nell’era del ritorno di fiamma dei giapponesi in Italia – dopo i mitologici Kazuyoshi Miura, Hiroshi Nanami e Hidetoshi Nakata – durante i primi anni 2000, tra il talentuoso Shunsuke Nakamura che fa impazzire la Reggina, un oscuro Masashi Oguro al Torino e le qualità mai messe in mostra di Atsushi Yanagisawa tra Sampdoria e Messina, è proprio la città insulare a portare in Italia, seppur solo per sei mesi, lo stesso Ogasawara. Sei presenze in Serie A, mezzi spezzoni per lo più, e un gol nel 2-2 finale contro l’Empoli. Due apparizioni anche in Coppa Italia e nulla più: un fugace salto nel calcio europeo, nel vero calcio ammirato ed emulato a levante.

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Nell’occidente calcistico, la bandiera Ogasawara ha il suo idolo: l’ex centrocampista del Barcellona, Xavi. Affascinato e letteralmente folgorato dopo averlo affrontato da rivale tanto tanto tempo fa, in Nigeria nel 1999, durante la finale del Mondiale under-20. E’ la Rojita a sollevare il trofeo demolendo i nipponici per 4-0: nella Spagna dei giovani Iker Casillas, Pablo Orbaiz, Carlos Marchena e Gabri, a brillare è il centrocampista con il numero 8, Xavi.
Nonostante i suoi 19 anni, la qualità era già cristallina, tanto da ammaliare il suo omologo giapponese. A fine match, il bel gesto che anche il calciatore spagnolo ricorda positivamente: Ogasawara e il compagno di squadra Motoyama hanno atteso diverso minuti prima di lasciare lo stadio di Lagos, hanno atteso i festeggiamenti dei rivali solo per attendere Xavi Hernandez. Dinanzi a lui, un solo profondo e rispettoso inchino.