Tag

razzismo. Cagliari

Browsing

 Blaise Matuidi ha raccolto il testimone che fu di Lilian Thuram. Nella Nazionale francese e nella Juventus. Quello che rappresentava il terzino d’Oltralpe in termini di battaglie civili contro il razzismo rivive nelle parole e nei gesti del centrocampista con origini angolane. Spesso bersaglio negli stadi di mezza Europa di beceri ululati, Matuidi non è uno che fa finta di non sentire. Protesta in campo, protesta fuori. Non piega la testa, denuncia, si batte per un mondo migliore. Perché non è questo “quello che vorrei che vedere per i miei figli”. A Cagliari ha difeso il suo compagno di squadra Kean essendo stato anch’egli bersaglio di tanta inciviltà.

È triste quel che è successo e non possiamo più tollerarlo – spiega il campione del mondo a Canal + –  Puoi dirmi: “Forse non sono razzisti, ma vogliono solo disturbarti”. Ma no, queste sono cose che devono essere punite. A Cagliari c’erano grida di imitazione di una scimmia. Ricordo soprattutto due volte in cui Kean si è trovato davanti al portiere ed era prima del gol: ecco perché Moise ha avuto questa reazione quando ha segnato, per dire che non capiva, quindi ecco le sue braccia aperte.

Stop alle partite

Non è la prima volta che Matuidi è oggetti di scherno a sfondo razziale. Già lo scorso anno in Sardegna aveva denunciato i buu della curva di casa. Quest’anno la scena si è ripetuta e Blaise ha anche minacciato di lasciare il campo. Un gesto forte, sulla scia di quanto accaduto in passato con i vari Zoro, Muntari e Boateng. Da più parti si è chiesto di fermare il gioco per lanciare un segnale forte. Eppure basterebbe anche solo individuare con le telecamere i responsabili di tali inciviltà e punirli con un Daspo a vita, sulla scorta di quanto accade in Inghilterra.

Queste sono persone stupide che non dovrebbero mai essere autorizzate a venire di nuovo allo stadio: in campo non riuscivo a calmarmi, perché non volevo ignorarlo e dovevo combatterlo. Non possiamo più permettercelo, dobbiamo avere il coraggio di far finire questo razzismo. Fermiamo le partite: le istituzioni devono prendere decisioni forti