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La stagione tennistica 2019 resterà negli annali della storia del movimento italiano. E a irrobustire questa convinzione convergono più storie, più notizie: l’ultima è che, dopo la storica qualificazione alle Atp Finals di Londra, Matteo Berrettini si gode il suo nuovo best ranking, salendo all’ottavo posto della classifica mondiale. Il 23enne romano, il terzo italiano per record in classifica dietro Panatta (numero 4) e Barazzutti (numero 7), è già sicuro di chiudere il 2019 tra i primi dieci, il primo italiano a riuscirci 41 anni dopo Barazzutti.

Il merito è anche e soprattutto per l’accesso alle Atp Finals in programma a Londra dal 10 novembre. E‘ il terzo italiano della storia, dopo Adriano Panatta (1975 a Stoccolma) e Corrado Barazzutti (1978 a New York) e, per il 23enne romano, è il culmine di un finale di stagione spettacolare iniziato con la semifinale Slam agli US Open e proseguito con l’ingresso nei Top Ten della classifica mondiale. Berrettini dunque si divertirà con gli altri ‘Maestri’ come Nadal, Djokovic, Federer, Medvedev, Thiem, Tsitsipas e Zverev. Non male per l’intero movimento azzurro, che ha potuto registrare l’ingresso di otto italiani nei primi 100 del mondo, la vittoria di Fabio Fognini al Master 1000 di Montecarlo e ora anche la partecipazione di Jannik Sinner al Next Gen di Milano, e il 18enne della val Pusteria è l’ultimo campione annunciato.

 

In testa alla classifica mondiale torna a distanza di un anno e per l’ottava volta in carriera Rafa Nadal. Secondo numero 1 più vecchio di sempre a 33 anni (meglio ha fatto solo Federer, a 36 nel 2018), il maiorchino cercherà di difendere il primato fino a fine anno da Novak Djokovic, scalzato sì ma in grande forma come dimostra il successo di Parigi-Bercy. Sale di una posizione anche Tsitsipas (6°) che scavalca Zverev, l’uscita di Khachanov dalla Top Ten permette il ritorno fra i primi dieci al mondo di Gael Monfils dopo quasi due anni. Stabile Fabio Fognini al 12esimo posto, l’Italia si gode altri sei tennisti fra i primi cento al mondo: Lorenzo Sonego (53°, +1), Marco Cecchinato (72°, -1), Andreas Seppi (74°), Stefano Travaglia (86°, +2), Jannik Sinner (95°, -2) e Salvatore Caruso (97°, -1).

 

Col successo alle Wta Finals, Ashleigh Barty consolida il suo primo posto nella classifica mondiale. L’australiana prende il largo, con quasi duemila punti di vantaggio su Karolina Pliskova, mentre Naomi Osaka deve guardarsi dal ritorno di Simona Halep: appena 34 i punti che le separano. La rumena ha approfittato del ritiro a Shenzhen della Andreescu, mentre risale di due posti Elina Svitolina, da ottava a sesta grazie alla finale raggiunta nell’appuntamento cinese. Dietro l’ucraina ci sono Kvitova e Bencic, mentre Kiki Bertens si appropria della nona posizione a scapito di Serena Williams. La migliore delle azzurre resta Camila Giorgi che, però, scivola indietro di altre quattro posizioni ed è 98^. In leggero calo anche Jasmine Paolini (da 115^ a 117^), bel salto in avanti per Sara Errani ed Elisabetta Conciaretto, finaliste ad Asuncion: la romagnola risale 39 posti (200^), per la giovane marchigiana scalata di 60 posizioni per diventare numero 215 del mondo.

Teniamo a bada le euforiche esaltazioni sportive, però a Matteo Berrettini possiamo dirgli che il suo nome sulla storia del tennis l’ha messo: è il primo azzurro ad approdare ai quarti di finale agli US Open da quando si giocano sul cemento di Flushing Meadows. Prima di lui, infatti, c’era riuscito solo Corrado Barazzutti, nel 1977, ma sulla terra verde di Forest Hills.

Il tennista romano, testa di serie n. 24, ha superato il russo Andrey Rublev, n. 43,  con il punteggio di 6-1, 6-4, 7-6 (8/6). Berrettini, dopo aver condotto un match perfetto, ha avuto un solo passaggio a vuoto, sul finire del terzo set quando ha perso per la prima volta la battuta sul 6-5. Ma nel tie-break ha mantenuto i nervi saldi, anche dopo essere stato rimontato da 5-2 a 5-5 e dopo essersi visto annullare un match-point, e alla seconda occasione ha chiuso con una volèe di dritto incrociato. Tra Berrettini e la semifinale c’è il francese Gael Monfils, numero 13 del mondo, che ha regolato in scioltezza lo spagnolo Pablo Andujar con il punteggio di 6-1, 6-2, 6-2. L’incontro è in programma mercoledì 4 settembre.

 

Sono orgoglioso di quello che sto facendo e del mio team . Mi sto togliendo delle grandi soddisfazioni, ma non voglio fermarmi qua: credo che sia una frase abbastanza normale da dire, ma non sempre è così scontata. Sono felicissimo per me, per la mia famiglia, per l’Italia e per tutti gli appassionati che mi seguono

Non vuole fermarsi Berrettini, certo, e continua a scalare il ranking mondiale. La vittoria contro Andrey Rublev gli ha dato la certezza di entrare tra i primi venti della classifica ATP. Da lunedì per il tennista azzurro ci sarà sicuramente il best ranking, anche se c’è ancora la possibilità di migliorarsi. Sì perché in caso di vittoria contro Monfils, ci sarebbe un ulteriore passo in avanti per il tennista azzurro con altri 360 punti guadagnati (sono 720 per chi arriva in semifinale), inserendosi in tredicesima posizione proprio alle spalle del transalpino.

 

 

L’ultima volta era successo oltre 40 anni fa, nel 1976, con Panatta e Barazzutti quando la qualità video della tv non era il massimo. Ora le tv sono ultrasottili, ad altissima definizione 4K e finalmente un altro italiano, Fabio Fognini, è nella top ten del tennis mondiale.

Il ligure, dal prossimo lunedì, salirà in decima posizione del ranking Atp riportando così l’Italia maschile protagonista nel mondo delle racchette.

Era un tennis sì diverso, ma sottolinea quanto l’Italia abbia sofferto nel presentare tennisti di rilevanza internazionale. Da qualche anno Fabio Fognini è lì e ora se la gioca con i migliori al mondo.

Il migliore degli azzurri è stato Adriano Panatta, giunto al numero 4 nel 1976, l’anno della conquista degli Internazionali d’Italia e del Roland Garros. Dietro di lui c’è Corrado Barazzutti, salito fino al numero 7 nel 1978.

Raggiungere la top 10 è un po’ il compimento di un sogno

Per il sanremese è un 2019 da incorniciare, in primis per il magnifico traguardo raggiunto oltre a non dimenticarci della vittoria nel Masters 1000 di Montecarlo, a Pasqua.

In questi anni abbiamo imparato a conoscere bene Fognini: un grande talento ma con un carattere spesso sopra le righe. Ne ha distrutte di racchette per la rabbia e crediamo che ne distruggerà ancora ma, a 32 anni ora Fabio riconosce i propri mezzi ed è pronto sempre a mettersi in gioco.

Il merito di questo traguardo è sicuramente suo ma è anche da condividere con il suo coach e con la sua famiglia. Ovvio che sua moglie Flavia Pennetta e suo figlio Federico abbiano trasmesso quella tranquillità che soltanto il calore famigliare può offrirti.

Una cosa è certa quello raggiunto da Fognini è un traguardo che resta nella storia del tennis italiano maschile che da anni sognava un gradito ritorno nel circuito mondiale.

Attualmente ottavo nella Race e in lotta per un posto per le prossime Atp Finals di Londra, Fognini arriva in top 10 dopo nove titoli in singolo e dieci finali perse.

Ora non resta che godersi la grande gioia ma al tempo stesso cercare di continuare a migliorarsi, soprattutto sull’erba dove Fabio deve ancora dimostrare tanto.

Fabio Fognini entra nella storia del tennis azzurro. Il 31enne di Arma di Taggia è diventato il primo italiano a vincere un torneo Masters 1000. Fognini, numero 18 del mondo e testa di serie numero 13, si è imposto sulla terra rossa di Montecarlo battendo in finale il serbo Dusan Lajovic, numero 48 Atp, in due set con il punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e 38 minuti di gioco. Nel secondo set Fognini – che in semifinale aveva battuto il numero due del mondo e campione uscente Rafael Nadal – ha fatto ricorso al fisioterapista per un problema alla coscia destra. Oltre 5 milioni di euro di montepremi, ma un momento storico per l’Italia: l’ultimo azzurro, infatti, a vincere a Montecarlo era stato Nicola Pietrangeli nel 1968, mentre l’ultimo ad arrivare in finale è stato Corrado Barazzutti nel 1977.

 

Il tennista ligure, però, dopo aver alzato il trofeo nel cielo monegasco, può festeggiare un altro importante traguardo della sua carriera: è diventato, infatti, il numero 12 del mondo, sua miglior classifica ed è inevitabile che i suoi pensieri stiano navigando verso la Top10. Anche se Fognini dichiara di non pensarci e di giocare partita per partita, la vittoria nel Principato può alimentare obiettivi ambiziosi.

 

Partiamo già dal prossimo Atp di Barcellona: il torneo catalano nel quale sarà anche Nadal, mette in palio 500 punti in caso di vittoria, 300 per la finale, 180 per le semifinali e 90 per i quarti. Qualora Fabio riuscisse ad arrivare fino in fondo potrebbe mettere nel mirino il decimo posto di John Isner che ha un vantaggio su di lui di 245 punti. L’americano, reduce dalla finale persa a Miami contro Roger Federer, è fermo per un problema al piede. Una frattura da stress che lo costringerà ad uno stop dalle 4 alle 6 settimane, dovendo saltare buona parte della stagione sulla terra, compreso l’appuntamento di Roma. Il suo ritorno potrebbe esserci in vista del Roland Garros ma non certo al meglio della condizione. E questo potrebbe favorire Fabio.

Tra Cristiano Ronaldo e Lewandowski, venerdì sette settembre, contro la Polonia, per l’Italia si alza ufficialmente il sipario sulla Uefa Nations League 2019, la nuova “Champions” esclusiva per Nazionali. Gli azzurri, dopo il sorteggio del 24 gennaio a Losanna, è finita nella Lega A, girone 3 assieme a Portogallo e Polonia.
In tutto 55 squadre divise in quattro leghe: la Lega A, la prima serie, oltre al gruppo dell’Italia vede un altro girone di ferro, quello tra Germania, Francia e Olanda (gruppo1); la Spagna (girone 4), invece, se la vedrà con Inghilterra e Croazia. Girone 2 composto invece da Belgio, Svizzera e Islanda.

Il nuovo torneo avrà cadenza biennale e si pone quale principale finalità quella di aumentare la reputazione e l’interesse per le Nazionali, andando a sostituire di fatto quelle che sono le tradizionali amichevoli stabilite dal calendario delle competizioni internazionali Fifa con un vero e proprio torneo.

Era infatti palese come il meccanismo di amichevoli di preparazione in essere risultasse ormai poco stimolante e venisse vissuto più come un fastidioso diversivo al week-end di campionato che come occasione di rappresentare a livello mondiale i propri colori nazionali, rivelandosi pertanto poco probante.

Il dibattito sulla creazione della competizione era partito già nel 2011 sotto la presidenza Platini in occasione del Meeting Strategico 2011 a Cipro ed è proseguito in occasione di una serie di incontri di Top Executive Programme (Tep) negli ultimi quattro anni, nella fattispecie: la riunione dei segretari generali Uefa a Stoccolma nel 2013, il Meeting Strategico Uefa a Dubrovnik nel 2014, diverse riunioni della Commissione Competizioni per Squadre Nazionali Uefa e più di recente una serie di incontri regionali Tep in Europa.

Ma come funzionerà questa innovativa competizione? Il format è quanto mai dettagliato e prevede meccanismi di promozione e retrocessione ed avrà addirittura effetti diretti sulla composizione dei prossimi Europei. Vediamo in che modo:

La Uefa Nations League sarà composta da quattro Campionati a loro volta suddivisi in quattro Gruppi da tre o quattro squadre. Le 55 rappresentative, saranno inserite nel proprio torneo (A-B-C-D) in base all’effettivo valore in modo tale da garantire gironi il più possibile competitivi ed appassionanti.
Pertanto, nel campionato A, si affronteranno le Nazionali con un ranking più elevato e via dicendo fino al Girone D che vedrà competere le Nazionali con un ranking più basso.

Per la prima edizione, faranno testo i coefficienti Uefa del 15 novembre 2017, vale a dire quella che avrà valenza fino alla conclusione dei Mondiali del 2018.
Le quattro vincitrici di ogni torneo, che prevede gare di andata e ritorno, si qualificheranno per la Final Four con gare ad eliminazione diretta stabilite da un sorteggio. La squadra che trionferà nella Final Four sarà ovviamente eletta campione della Uefa Nations League.
Venendo al meccanismo di promozioni e retrocessioni, le vincitrici dei vari gironi, ad eccezione del Torneo A, verranno promosse nel Torneo superiore, le ultime quattro classificate verranno invece retrocesse.

Ma, come detto, la Uefa Nations League sarà anche importante in ottica Europei poiché, in base ai risultati, verranno determinate quattro qualificate al massimo torneo continentale, una per ogni girone. Nell’anno dei Campionati Europei, a marzo, verranno disputati dei play-off ai quali prenderanno parte le vincitrici di tutti e quattro i gironi.
Nel caso in cui una di queste squadre abbia già ottenuto la qualificazione, verrà sostituita da una rappresentativa dello stesso gruppo non qualificata in base alla sua posizione nel Ranking. Gli accoppiamenti dei play-off verranno stabiliti dai risultati ottenuti nel corso della Uefa Nations League.

La prima Uefa Nations League prenderà il via nel settembre del 2018, dopo i Mondiali di Russia e si chiuderà nel giugno del 2019, contribuendo quindi alla creazione di quello che sarà il tabellone di Euro 2020, visto che anche la fase di qualificazione diventerà molto più snella.

Va infine specificato che la Uefa Nations League e le Qualificazioni Europee aderiranno al già esistente calendario per gare delle nazionali, non comportando ulteriori carichi di lavoro su giocatori e club e preservando così il già instabile equilibrio nei rapporti Nazionali – Club.

Senza dubbio si tratta di un progetto di grande impatto, per certi versi rivoluzionario, ma la domanda da porsi è: sarà effettivamente in grado di rivoluzionare la percezione degli impegni delle Nazionali – anche da parte degli stessi calciatori – nei periodi di transizione tra le massime manifestazioni continentali ed intercontinentali?
E’ evidente che, almeno sulla carta, la Uefa Nations League offrirà partite più stimolanti e con un maggiore grado di competizione alle squadre, contribuendo a creare un calendario dedicato e una struttura più articolata al calcio per nazionali, teoria peraltro confermata direttamente dalla voce di federazioni nazionali ed allenatori nel corso delle consultazioni con la Uefa effettuate nella fase di progettazione.

Il Torneo sarà occasione ghiotta soprattutto per le nazioni medio-piccole, poiché garantirà loro un percorso ulteriore per giocarsi un posto per le fasi finali dei tornei europei.

I presupposti sembrano buoni: che la rivoluzione sia divenuta realtà?

Dopo il pareggio casalingo con la Macedonia e il successo in Albania nelle ultime due gare della fase a gironi delle qualificazioni mondiali, l’Italia guadagna due posizioni e si porta al 15° posto del Ranking FIFA, che vede sempre in testa la Germania davanti a Brasile e Portogallo. Il Perù (10°) è per la prima volta nella top ten, dove rientra anche la Spagna, che guadagna tre posizioni attestandosi all’ottavo posto. Entra fra le prime 50 nazionali del ranking anche Panama (49ª), reduce dalla storica qualificazione al Mondiale.

In base al posizionamento nel Ranking, come previsto la Nazionale sarà tra le quattro teste di serie domani a Zurigo (ore 14) al sorteggio per il play off Mondiale che assegnerà gli ultimi quattro posti ‘europei’ per Russia 2018. Agli spareggi, in programma dal 9 al 14 novembre, gli Azzurri affronteranno quindi una tra Svezia, Irlanda, Irlanda del Nord e Grecia.

FIFA World Ranking

1) Germania 1631 (-)
2) Brasile 1619 (-)
3) Portogallo 1446 (-)
4) Argentina 1445 (-)
5) Belgio 1333 (-)
6) Polonia 1323 (-)
7) Francia 1226 (+1)
8) Spagna 1218 (+3)
9) Cile 1173 (-)
10) Perù 1160 (+2)
11)  Svizzera 1134 (-4)
12)  Inghilterra 1116 (+3)
13)  Colombia 1095 (-3)
14)  Galles 1072 (-1)
15)  ITALIA 1066 (+2)

Fiocco rosa per la grande famiglia del calcio mondiale. Vedrà la luce tra un anno, esattamente il 6 settembre 2018, la UEFA Nations League. Presentata ufficialmente ieri a Nyon, in occasione del Comitato Esecutivo UEFA, la nuova competizione coinvolgerà 55 nazionali europee e andrà a sostituire gran parte delle tradizionali amichevoli.

Il format della manifestazione, che avrà cadenza biennale, prevede promozioni e retrocessioni, con le partecipanti inserite in quattro divisioni in base al Ranking UEFA per nazionali aggiornato al prossimo 11 ottobre. Nella Divisione A giocheranno le nazionali con il ranking più alto, mentre nella Divisione D quelle con il coefficiente più basso.

Ogni divisione verrà ulteriormente ripartita in quattro gironi da tre o quattro squadre, che si affronteranno in casa e in trasferta da settembre a novembre 2018, giocando quindi da quattro a sei partite nelle date già previste dal calendario internazionale.

Le nazionali vincitrici dei rispettivi gironi verranno promosse e le ultime retrocesse. Le quattro vincitrici della Divisione A si qualificheranno alla fase finale della UEFA Nations League, che si giocherà nel giugno 2019. La formula prevede due semifinali, una finale e una ‘finalina’ per il terzo posto. Nel dicembre 2018 verrà scelta dal Comitato Esecutivo UEFA la nazione ospitante tra le quattro finaliste.

Il sorteggio per la UEFA Nations League si terrà il 24 gennaio 2018 presso lo ‘SwissTech Convention Centre’ di Losanna, quando verrà inoltre svelato il trofeo in palio. Da sottolineare che la manifestazione metterà anche in palio 4 posti per EURO 2020: le qualificazioni per il primo Europeo itinerante della storia resteranno pressoché invariate, iniziando però nel mese di marzo anziché a settembre. Nelle ‘European Qualifiers’, le squadre verranno suddivise in dieci gironi da cinque o da sei e le prime due classificate di ciascun gruppo si qualificheranno alla fase finale.

I restanti quattro posti verranno decisi dagli spareggi delle ‘European Qualifiers‘, ai quali accederanno le 16 vincitrici dei gironi della UEFA Nation League, che verranno suddivise in quattro gruppi da quattro. Se la vincente di un girone si è già qualificata attraverso le ‘European Qualifiers’, il posto verrà assegnato alla squadra che segue in classifica nella propria divisione. Se una divisione non ha quattro squadre per completare un gruppo, allora i posti a disposizione verranno occupati dalle squadre di un’altra divisione, secondo la classifica generale della UEFA Nations League.

Ciascuna divisione avrà una propria fase finale, con semifinale e finali, e la vincente di ognuna delle 4 fasi finali avrà diritto a partecipare ad EURO 2020.