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Quella del 2005 doveva essere, per sua scelta, l’ultima Parigi-Dakar prima del ritiro. Lo è stata, in verità, per un epilogo tragico: Fabrizio Meoni, motociclista esperto nei rally, aveva 47 anni quando è morto l’11 gennaio 2005 a Kiffa, in Mauritania, durante l’undicesima tappa della sfibrante e pericolosa corsa che al tempo si disputava ancora in Africa.

Meoni sulla sua Ktm ha segnato la storia della Dakar, è stato senza dubbio uno dei massimi protagonisti. Di quella che per anni era stata la sua corsa stregata. Aveva vinto in Perù, ancora acerbo, dominato in Tunisia, aveva vinto in Egitto, il continente africano gli dava soddisfazioni, ma gli restava un’amarezza da togliersi di dosso: un successo alla celebre corsa. C’era riuscito, trasformandosi da principe a re, nel 2001 alla tenera età di 44 anni, dopo aver lasciato il lavoro per diventare pilota ufficiale Ktm e inseguire il suo sogni. E si era ripetuto l’anno dopo, nel 2002, trionfando ancora sul lago Rosa della capitale del Senegal. In fondo sin dal 1992, anno di debutto nel tracciato che attraversa il Sahara, Fabrizio si era più volte avvicinato al gradino più alto del podio, arrivando terzo, sfiorando altri successi.

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Nato a Castiglion Fiorentino il 31 dicembre del 1957, aveva iniziato correndo nell’enduro nazionale ma a fine 1981 si era ritirato. Aveva ripreso a gareggiare nell’88 diventando campione italiano junior. L’anno seguente ha vinto il Rally Incas. Nel 1994 il primo grande risultato nella Dakar, terzo e migliore dei privati. Da lì solo successi, con le gemme africane del 2001 e 2002. E il suo sogno è stato anche il suo incubo perdendo la vita a causa di un arresto cardiaco, in seguito ad una caduta nella quale si ruppe due vertebre cervicali.

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Nel suo paesino d’origine, Castiglion Fiorentino, c’è una statua a lui dedicata dove frequentemente visite di motociclisti e le foto ricordo si sprecano, mentre quelli che conoscono meglio Fabrizio salgono su per le colline castiglionesi, a Partini dove si trova un cippo a lui dedicato.
Il suo impegno non è andato solo nel motociclismo, ma anche in iniziative di solidarietà, come quella che lo vide fondatore dell’associazione “Solidarietà in buone mani”, con la quale riuscì a costruire una scuola per i bambini del Senegal. Oggi nel suo nome esiste la Fondazione Fabrizio Meoni Onlus che opera in Africa.

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La carriera in Formula 1 di Robert Kubica si è fermata a causa di un incidente in una competizione rallystica subito il 6 febbraio 2011. Dopo sette anni il polacco annuncia il suo grande ritorno nel circus come pilota della Williams Racing per la stagione 2019. L’ufficialità è stata data durante quest’ultimo weekend di corse sul circuito di Abu Dhabi.

Il prossimo sette dicembre  Kubica spegnerà 34 candeline e inizierà il suo nuovo lavoro da primo pilota del team britannico, dopo essere stato il terzo alle spalle del canadese Lance Stroll e  del russo Sergej Sirotkin.

Robert Kubica è stato un pilota che, nei suoi 4 anni di Formula 1 tra il 2006 e il 2010, ha dimostrato di essere molto competitivo e che avrebbe avuto le chances per duellare con i migliori.

DEBUTTO IN BMW SAUBER

Il debutto avvenne un po’ per caso al Gp d’Ungheria del 2006 in sostituzione a Jacques Villeneuve nella Bmw Sauber. Con quel primo Gp divenne il primo polacco del circus. Quella gara fu positiva a metà: giunto settimo, fu poi squalificato per un problema alla monoposto. Tuttavia dopo quel gran premio la scuderia decise di proseguire con lui definitivamente.

PASSAGGIO IN RENAULT
Robert Kubica sul podio di Spa in Belgio

Con la Bmw Sauber resta per 3 stagioni ben figurando. Il 2010 il grande salto. La Renault lo chiama per sostituire Fernando Alonso, passato in Ferrari. Nonostante le difficoltà economiche della scuderia francese, il polacco riesce a raccogliere ottimi risultati, chiudendo con  1 vittoria, 1 pole position, 12 podi e 273 punti.

IL GRAVE INCIDENTE E RITORNO AL RALLY

La passione per il rally gli rovina il futuro da pilota di Formula 1. Durante la gara di Ronde Andora, in Liguria, subisce un gravissimo incidente che lo tiene lontano diversi mesi dai motori. Il rientro avviene nel 2012 sempre nel rally in cui gareggia per diverse stagioni.

RITORNO IN F1

Il grande ritorno in Formula 1 avviene nel 2017 per alcuni test il mese di agosto a Budapest, con la Renault e successivamente con la Williams. Proprio la casa britannica gli propone un contratto da terzo pilota/collaudatore per la stagione ancora in corso e per l’anno prossimo il sorprendente rientro da titolare.

Sebastien Ogier su una Ford ha conquistato il suo quinto campionato del Mondo rally consecutivo grazie al terzo posto nel Rally di Gran Bretagna. Il gallese Elfyn Evans su Ford è diventato invece il primo vincitore britannico della manifestazione dopo 17 anni.

Evans, alla sua prima della stagione dopo i secondi posti in Argentina e Finlandia, ha preceduto di 37.3 secondi la Hyundai i20 di Thierry Neuville. Ogier è arrivato ad altri 7.9 secondi sulla sua Ford Fiesta. Con una sola gara al temine della stagione, Ogier ha 215 punti, davanti a Neuville con 183 e al suo compagno di squadra estone Ott Tanak con 169.

Il pilota francese è diventato il secondo nella storia a vincere cinque titoli WRC consecutivi dopo il suo connazionale Sebastien Loeb detentore del record assoluto di nove titoli di fila dal 2004 al 2012.

”È stato un anno difficile – dichiara Ogier – ma concluderlo così è incredibile.  Grazie mille a tutto il team M-Sport e a Malcolm. E ‘ stato un lavoro difficile, abbiamo lavorato molto duramente. E ‘ fantastico essere campioni del mondo con questa squadra! E ‘ difficile metterci delle parole, e ‘ stata un’emozione molto forte al traguardo.”

Festeggia il team M-Sport che conquista anche il titolo costruttori. Così la Ford, grazie a un team privato, può tornare a fregiarsi di essere prima tra le case impegnate nel Mondiale dal lontano 1981. Infine, ancora una prova amara per la Citroen fuori dalla top 5 dove c’è Andreas Mikkelsen (Hyundai i20) quarto con un finale in crescendo davanti a Jari-Matti Latvala (Toyota Yaris).