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Doveva essere un’edizione speciale, un’edizione tonda, la numero 100. Ma il Giro d’Italia 2017 è diventato il giro nel ricordo di Michele Scarponi. A 37 anni, per il rotto della cuffia della sua carriera di ciclista, avrebbe corso il Giro d’Italia da capitano della sua squadra, l’Astana. Avrebbe.
Il 22 aprile è morto in un tragico incidente, investito da un furgone, in sella alla sua bicicletta, mentre si allenava a Filottrano, suo paese, vicino Ancona. Si stava allenando per essere pronto per la Corsa rosa.

Ecco che, il Giro d’Italia, al via nella prima tappa ad Alghero, ha omaggiato Michele Scarponi: un minuto di silenzio osservato tra lacrime, rispetto ed emozione, dai ciclisti, dai suoi compagni e dagli spettatori. Poi applausi e la partenza con l’Astana in testa al gruppo ad aprire la gara davanti a tutti. Rigorosamente in otto, lasciando libero quel posto, da capitano, che spettava al ciclista marchigiano e che non hanno voluto rimpiazzare.

 

Tra le 21 tappe e i 3.572 km complessivi, inoltre, un momento speciale sarà il passaggio sul Mortirolo, previsto il 23 maggio: una delle montagne simbolo del Giro d’Italia sarà la “salita Scarponi” in segno di omaggio al ciclista soprannominato l’Aquila di Filottrano proprio per le sue abilità da scalatore.
Nel 2010, infatti, vinse ad Aprica la sua ultima tappa al Giro d’Italia davanti a Ivan Basso e Vincenzo Nibali, costruendo il suo successo proprio sulla salita e la discesa del Mortirolo.

A Tortolì, in Sardegna, su una delle strade in cui passeranno i ciclisti, l’artista Franco Mascia ha realizzato un murale in cui si vede Scarponi con il pappagallo Frankie e la dedica: «Ci siamo illusi che passassi da qui ma hai cambiato percorso, ora pedala tra le nuvole, se incontri Marco portagli i nostri saluti».
Un chiaro omaggio e riferimento al pirata Pantani.

 

Nel 2011, nelle file del team Lampre, Scarponi salì sul podio finale del Giro, chiudendo al secondo posto alle spalle del vincitore Alberto Contador e davanti a Vincenzo Nibali. In seguito alla squalifica di Contador per positività al clenbuterolo conquistò a tavolino la vittoria finale della Corsa rosa e la Coppa del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

 

Un caso di doping esplode nella serata della vigilia del Giro del Centenario. Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni hanno ricevuto la notifica dell’Uci per “potenziale violazione del regolamento antidoping, avvenuta a seguito di un controllo fuori competizione in data 26 aprile (Pirazzi) e 25 aprile (Ruffoni)”. In un comunicato ufficiale il Pro Cycling Team Bardiani-CSF ha comunicato “la propria intenzione di procedere con l’immediato allontanamento dei corridori dalla squadra presente al Giro d’Italia e la loro sospensione da qualsiasi attività, in conformità con le disposizioni della stessa UCI.

Qualora le controanalisi confermassero la positività degli atleti, la società sportiva procederà a immediato licenziamento, come previsto dal proprio regolamento interno, già sottoscritto da tutti i corridori del team, riservandosi la possibilità di ulteriori azioni al fine di tutelare la la propria immagine e quella dei propri sponsor”.

Un brutto colpo per Bruno e Roberto Reverberi, manager del team, che si dicono “assolutamente scioccati dalla notizia. Attendiamo i risultati degli ulteriori accertamenti previsti dal regolamento antidoping e ribadiamo con assoluta fermezza l’intenzione di salvaguardare i valori che il nostro progetto sportivo ha portato avanti in questi anni”.

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Tornando alla corsa, si alza finalmente il sipario sull’edizione del Centenario del Giro d’Italia, che domani celebra in Sardegna la ‘Grande Partenza’.

La prima tappa, la Alghero-Olbia di 206 chilometri, assegnerà la prima maglia rosa e ad indossarla dovrebbe essere uno dei velocisti presenti in gruppo, visto che la frazione iniziale sembra, al netto di alcune difficoltà presenti sul percorso, poter esaltare i ‘maghi’ del colpo di reni.

Tanti i saliscendi nella prima parte di gara, con due Gran Premi della Montagna di quarta categoria posti a Multeddu (Km. 68) e Trinità d’Agultu (Km. 90,2).