Il cambio allenatore in casa Genoa era nell’aria, certo però era difficile pensarlo al termine di una gara di Coppa Italia contro una squadra di Serie C.
Il presidente Enrico Preziosi ha deciso di sollevare dall’incarico il tecnico Juric, che a sua volta era subentrato a Ballardini, per chiamare Cesare Prandelli.
L’ex commissario tecnico, dunque, torna in Italia dopo alcune poco felici esperienze all’estero al Galatasaray, Valencia e Al-Nasr Dubai. Domenica gli aspetta un’importante sfida in casa contro la Spal, il lavoro da fare è soprattutto mentale.
Per il 61enne allenatore bresciano una nuova avventura per rilanciarsi in Serie A. Sono passati otto anni dall’ultima volta, quando ha lasciato Firenze per sposare il progetto della Federcalcio italiana, partecipando all’ottimo Europeo 2012 e alla disastrosa apparizione al Mondiale in Brasile nel 2014.
Dal gennaio scorso è rimasto senza squadra dopo l’esonero dall’Al-Nasr ed era in attesa di una chiamata proprio da una società italiana. La telefonata è arrivata ed è giunta da un club storico con un presidente non molto paziente con i propri allenatori, com’è Enrico Preziosi.
Ho sbagliato a richiamare Juric, ma ero convinto che stavolta potesse finire bene. È stato sfortunato e ha commesso degli errori: non si poteva andare avanti.
LA CRESCITA, DAL VENEZIA IN B ALLA FIORENTINA IN CHAMPIONS
Prandelli non ha certo paura del presidente Preziosi, in passato ha lavorato per un altro mangiallenatori come Maurizio Zamparini ai tempi del Venezia in Serie B e in A.
Proprio con i lagunari si fa notare nel calcio che conta. Chiamato a Parma, guida per due anni i ducali, ottenendo due ottimi quinti posti, chiudendo l’era di Callisto Tanzi presidente.
Dato il bel gioco e il buon carattere, è la Roma dei Sensi che lo chiama per guidare il progetto giallorosso. Purtroppo, però, il tutto si ferma ancora prima d’iniziare: la moglie di Prandelli è gravemente malata e il tecnico decide di lasciare l’incarico per stare vicino alla sua famiglia.

La stagione successiva sposa il piano della Fiorentina. Con la Viola è subito amore. A Firenze è amato da tifosi, calciatori e proprietà. Sono tante le buone stagioni in Serie A, nonostante lo scandalo Calciopoli. Riesce anche a strappare una qualificazione alla Champions League. Al Franchi si respira profumo d’Europa come non capitava dall’era del presidente Cecchi Gori e del goleador Batistuta.
Nella stagione 2009/10 la Fiorentina si qualifica agli ottavi di Champions, dopo aver superato la fase a gironi da prima classificata a 15 punti, battendo due volte il Liverpool. Agli ottavi la Fiorentina viene eliminata, non con poche polemiche, dal Bayern Monaco per via della regola dei gol fuori casa.
LA NAZIONALE
Il picco e il baratro della sua carriera, però, arriva con la nazionale azzurra. Nel 2012, contro qualsiasi pronostico, riesce a guidare Balotelli e compagni fino alla finale dell’Europeo 2012 persa a favore della Spagna.
Il flop, invece, arriva due anni dopo al Mondiale brasiliano. Gli azzurri non riescono a passare i gironi di qualificazione, perdendo con Costa Rica e Uruguay.
L’ESTERO
Le esperienze estere non sono state positive, prima i turchi del Galatasaray e gli spagnoli del Valencia e poi gli arabi dell’Al-Nasr lo esonerano dopo brevi periodi ricchi di molti bassi e pochi alti.