I campioni sono ancora loro: per il secondo anno consecutivo, a portare a casa la vittoria dei Mondiali è la Nazionale Italiana Atleti di pallacanestro con sindrome di down. Accade in Portogallo, a Guimarães: qui i cestisti italiani hanno confermato il grande risultato già portato a casa nel 2018 a Madeira, confermando anche per quest’anno il titolo di campioni del mondo.
Complimenti alla nazionale italiana di basket composta da ragazzi con sindrome di Down. Un Dream Team che si è laureato per la seconda volta campione del mondo! Bravissimi. Applausi a scena aperta! 👌👍👏 @FISDIRpic.twitter.com/zLxPn4TbvK
Gli azzurri hanno sconfitto i padroni di casa per 36-22, bissando la vittoria del girone iniziale (40-4). Sul terzo gradino del podio è salita la Turchia, con la quale i nostri avevano raccolto un altro grande successo: 26-11. Ecco chi sono: Davide Paulis, Antonello Spiga, Emanuele Venuti, Alessandro Ciceri, Andrea Rebichini, Alessandro Greco, allenati dai coach Giuliano Bufacchi e Mauro Dessì.
«Complimenti alla nazionale italiana di basket composta da ragazzi con sindrome di Down. Un Dream Team che si è laureato per la seconda volta campione del mondo! Bravissimi. Applausi a scena aperta», scrive su Twitter il presidente del Cip, Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.
Sfuma sul più bello, il sogno dorato del beach soccer italiano. Ad Asuncion, la Nazionale di Del Duca cede al Portogallo per 4-6 nell’ultimo atto del mondiale, chiudendo così al secondo posto come nel 2008. Un risultato che premia la prestazione dei lusitani, più convincente nel corso dei 36′, ma che gli azzurri sono andati vicinissimi a riprendere nel finale. La rimonta si è però fermata sul palo colpito da Gori a 3′ dalla fine: una rovesciata che avrebbe portato l’Italia a -1, e allora chissà. Resta l’amarezza per la gestione centrale del match: Zurlo aveva illuso gli azzurri in avvio, immediato il pareggio di Jordan, dilagante la manovra portoghese che tocca il 5-1 al 28′. Ramacciotti e Gentilin riportano sotto l’Italia, basterà per chiudere con orgoglio, non per l’ennesima notte magica che la sabbia ci ha regalato in Paraguay.
Il Portogallo, che ha 8 giocatori su 12 che militano (o hanno militato) nella Serie A italiana, dopo il titolo europeo si prende quello Mondiale grazie alla tripletta di Jordan, giocatore del campionato italiano nominato miglior beacher del 2019. Si laurea campione del Mondo per la terza volta nella sua storia, dopo i successi del 2001 (quando ancora il torneo non era marchiato Fifa) e del 2015. È anche la notte in cui domina Jordan, che ha già vinto il Pallone d’oro del beach, soffiandolo al nostro Gabriele Gori. “Tin Tin” stravince la classifica marcatori per il secondo Mondiale consecutivo (16 gol in Paraguay, 17 alle Bahamas), ma non brilla (come tutta la squadra) nella serata più importante.
Al termine della partita arrivano comunque le congratulazioni del Presidente della FIGC Gabriele Gravina: «Quello della Nazionale di beach soccer non e’ un sogno che si infrange ma un sogno che continua. Ringrazio giocatori, staff tecnico e organizzativo per questo argento mondiale, ma soprattutto per aver saputo emozionare i tifosi italiani e per aver avvicinato anche tanti curiosi. La FIGC e la LND credono molto in questa avvincente disciplina e continueranno ad investire per far crescere il movimento in campo internazionale e in quello nazionale».
Stessa squadra, stesso posto, stesso score. Mutuando gli 883 (Max Pezzali, 51 anni mercoledì, auguri), gli anni della Nazionale trascorrono, a prima vista, in modo uguale. Come il 13 novembre 2017, gli Azzurri impattano 0-0 a San Siro, questa volta con il Portogallo, e vengono eliminati. La competizione, però, è la Uefa Nations League e non una partecipazione mondiale. Fa meno male, anche perché qualcosa, risultato a parte, si muove.
Cosa va – Dopo lo sciagurato 0-0 contro la Svezia, l’Italia ha cambiato volto. In panchina c’è Roberto Mancini, che sta tentando l’ardua impresa di dare un’idea di gioco diversa alla sua squadra. Possesso palla, aggressività, stretta rete di passaggi, intensità. Un modello che si ispira a Guardiola e Sarri, lontano anni luce dal metodo tutto italiano difesa e ripartenza (ovvero il contropiede 2.0). In otto partite l’ex bandiera della Sampdoria ha convocato 54 giocatori. Via i senatori o aspiranti tali (Buffon, Barzagli, De Rossi, Candreva, Eder, Parolo). Spazio a tanti esordienti (gli ultimi, in ordine di tempo, Tonali, Grifo, Sensi, Mancini Gianluca e Kean). L’ossatura di base del Mancio sta trovando una quadra più o meno stabile. Donnarumma in porta. Bonucci, Chiellini (Romagnoli) Florenzi e Biraghi dietro. Barella, Jorginho, Verratti (Cristante, Pellegrini, Bonaventura). Insigne, Bernardeschi, Immobile (Chiesa, Verdi). Il gioco c’è, lo dimostrano il 70% di possesso palla contro il Portogallo e i 15 tiri (di cui solo 3 in porta) a 9. Il neo è la fase realizzativa.
Se Insigne nel Napoli segna gol a raffica e in nazionale no non è per un suo limite, ma semplicemente perché compagni e gioco sono diversi. Però almeno adesso non guarda le partite dalla panchina… 😊 #italiaPortogallopic.twitter.com/2fWJ74b19I
Cosa non va – La Nazionale gioca molto il pallone, aggredisce il portatore avversario non appena perde la sfera, ma segna poco. E non crea molto, vista la mole di gioco prodotta. Nelle 8 partite di Mancini in panchina, gli Azzurri hanno fatto solo 7 gol con 7 marcatori diversi, solo una volta più di 1 (nel 2-1 in amichevole contro l’Arabia Saudita all’esordio). Le ultime reti sono state un centro allo scadere di Biraghi, un tiro deviato di Bernardeschi e un rigore di Jorginho. Gli attaccanti latitano: un gol a testa per Balotelli, Belotti, Zaza e Bernardeschi. Il ct non ha ancora trovato il suo bomber, Immobile è a secco, Balotelli non è affidabile (non è una novità), Belotti e Zaza non stanno attraversando un grande momento. Lo stesso Insigne, micidiale nel Napoli di Ancelotti, non trova la porta. Così Mancini sta rimescolando le carte, cercando il punto giusto con i vari Berardi, Giovinco, Lasagna, Pavoletti, Cutrone, Kean, Pellegri. Nel frattempo siamo arrivati secondi su tre in un girone non impossibile, perdendo una buona occasione di rivincita nella Nations League dopo il mancato accesso ai Mondiali.
Nulla di preoccupante, il 2 dicembre ci sarà il sorteggio dei gironi di qualificazione a Euro 2020. Il vero obiettivo della Nazionale di Mancini. La strada imboccata sembra buona, ma manca il gol. E non è poco.
Sarà una partita con una cornice di pubblico mozzafiato quella che andrà di scena stasera tra Italia – Portogallo allo stadio san Siro di Milano. Oltre 73mila spettatori per fare il tifo azzurro dopo la sciagurata ultima partita nello stadio milanese contro la Svezia nello spareggio Mondiale.
Sarà sicuramente una partita al quanto speciale per il capitano Giorgio Chiellini. In primis perché torna al Meazza dopo i pianti contro gli scandinavi ma soprattutto perché raggiunge quota 100 gettoni con la maglia della nazionale e stabilmente presente al settimo posto alle spalle di Dino Zoff con 112.
Ora come ora il numero 3 azzurro, con otto reti all’attivo, è anche il miglior marcatore tra i convocati per le due partite in programma, e ciò spiega quanto siamo ancora in difficoltà in fase realizzativa. Servono appunto i gol per cercare di continuare a sognare a una qualificazione alle Final Four.
Partita speciale non solo per il traguardo ma anche perché come oggi, 14 anni fa, Giorgio Chiellini esordiva con la nazionale maggiore nell’amichevole vinta 1-0 contro la Finlandia allo stadio san Filippo di Messina. A convocarlo il ct Marcello Lippi, aveva 21 anni, giocava nella Fiorentina nel ruolo di terzino sinistro. Quel giorno sostituì Alessandro Parisi poco dopo l’inizio del secondo tempo.
Il primo gol con la maglia azzurra arriva qualche anno più tardi, precisamente il 21 novembre 2007, contro le isole Far Oer in un match di qualificazione a Euro2008 nello stadio Alberto Braglia di Modena. Chiellini realizza il gol del momentaneo 3-0 al 41esimo minuto con un bel sinistro secco da fuori area dopo una bella accelerazione. Un gol non proprio alla Chiellini.
Inizia a giocare con più costanza e si affaccia come uno dei leader del gruppo all’Europeo 2008 in Austria-Svizzera. Tre partite su quattro in campo per Chiellini. Salta la prima per scelta tecnica nel 3-0 perso contro l’Olanda, ma poi resta inchiodato al centro della difesa negli altri match, fornendo anche l’assist a Panucci per il momentaneo vantaggio contro la Romania. Gli azzurri vengono eliminati dalla Spagna solamente ai calci di rigore ai quarti di finale.
Giorgio Chiellini in azione contro la Romania a Euro2008
Sciagurate le due esperienze sudafricane con in panchina il ct Lippi: la Confederations Cup del 2009 e il Mondiale 2010.
Sicuramente meglio l’Europeo 2012 e la Confederations Cup 2013 con Cesare Prandelli alla guida della nazionale. Al torneo continentale, Chiellini guida un gruppo più giovane che vuole cancellare gli incubi sudafricani. Gruppo che riesce ad arrivare fino in finale, persa nettamente contro la Spagna per 4-0 dopo un trionfante cammino. Bene anche al torneo premondiale in Brasile, con l’Italia che chiude al terzo posto.
Altra delusione il Mondiale del 2014. Sempre titolare, durante la negativa esperienza, per Chiellini c’è stato lo storico episodio del morso subito da Luis Suarez nel match decisivo per la qualificazione, perso contro l’Uruguay.
Giorgio Chiellini mostra i segni del morso subito da Luis Suarez ai Mondiali 2014
Nella cavalcata a Euro2016 con Antonio Conte. Giorgio Chiellini segna il gol dell’1-0 contro i campioni in carica della Spagna negli ottavi di finale. In Francia, il numero 3 gioca da titolare quattro partite su cinque, con la squadra azzurra che arriva fino ai quarti di finale poi persi ai rigori contro la Germania.
Dopo la mancata qualificazione al Mondiale russo aveva pensato di lasciare la maglia azzurra:
Un anno fa è stato il punto più basso della mia carriera in Nazionale, una delusione enorme per tutti noi perché fino all’ultimo eravamo convinti di riuscire a strappare la qualificazione per il Mondiale.
Tuttavia la voglia di risollevare la nazionale è forte ed è per questo che ora continua a guidare la difesa in vista del futuro.
Matteo “HOLLY” Moglia e Matteo “BENJI” Biasin nella nuova avventura di Mondiali.it: ogni martedì e venerdì, in diretta streaming per consigli, commenti e pronostici sulla Serie A (e non solo…). Perché sappiamo quanto costa schierare la formazione giusta al fantacalcio e noi vogliamo essere accanto ai fantallenatori.
Torna in campo la Nazionale: a San Siro c’è Italia-Portogallo
Piacevole ricorrenza: il 16 novembre 1988Roberto Baggio fa il suo debutto in Nazionale maggiore in un’amichevole contro l’Olanda. Vince l’Italia 1-0 gol di Vialli su assist proprio di Baggio;
Lo sapevate che nei 15 incontri giocati in casa tra Italia e Portogallo, il risultato più ricorrente è 3-1? E che i lusitani non segnano alla Scala del calcio da oltre 32mila giorni? Queste curiosità e altre statistiche nel pezzo a cura di Footstats;
Gioca in Serie B, ha un look direttamente preso dagli anni ’70, ma ha solo 18 anni. O se volete, per far più effetto, è nato nel 2000. E’ Sandro Tonali, primo “Millenial” convocato nell’Italia. Il pezzodi Dario Sette;
Non solo Nations League, ma anche amichevoli. Il 20 novembre i ragazzi di Mancini se la vedranno con gli Stati Uniti che proprio qualche giorno fa hanno visto giocare Wayne Rooney per l’ultima volta con la maglia dell’Inghilterra. Per lui 120 presenze (secondo migliore assoluto dietro Shilton a 125) e miglior marcatore di sempre con 53 gol. Curiosità: suo zio, quando Rooney aveva 12 anni, scommise dicendo che nel 2006 avrebbe partecipato al Mondiale con l’Inghilterra. Vinse 72.500 sterline. Ne parla Giovanni Sgobba in questo articolo;
Da un’Italia a un’altra: in Messico si sta giocando la Homeless World Cup, il Mondiale dei senzatetto. E c’è anche l’Italia che, nel girone A ha perso contro i padroni di casa, ma ha vinto contro Hong Kong per 3-2 e sta disputando un secondo raggruppamento dove ha vinto per 6-2 sulla Slovenia. Bravi ragazzi!
I pronostici di Matteo e Matteo sulla Nations League
Per alcuni sembra che venga da un’altra generazione calcistica: capello lungo, sbarbato e sguardo serio, e invece è solo un classe 2000, il primo millienial a essere convocato nella nazionale maggiore.
Sandro Tonali a Coverciano sotto l’attenta guida di Roberto Mancini
Un vero e proprio colpo di scena per questo ragazzo che ben sta figurando in Serie B con la maglia delle rondinelle e che ha già stregato i dirigenti di molte big italiane.
Primo calciatore della nuovo millennio con la maglia della nazionale maggiore, battuto anche il più favorito Moise Kean, attaccante della Juventus: primo italiano classe 2000 a esordire in Serie A e in Champions League.
Si parla tanto bene di lui ed è per questo che il ct Mancini ha voluto prima seguirlo e poi convocarlo. Centrocampista dai piedi buoni, dalla visione di gioco, dal tocco semplice e polmoni da mediano. I paragoni con altri campioni del recente passato, ovviamente, sono già partiti. Lui non ne vuole nemmeno sentir parlare, soprattutto se il nome più chiacchierato è quello di Andrea Pirlo, genio che è partito proprio da Brescia.
Per la maturità dimostrata in campo, il suo ex allenatore Roberto Boscaglia diceva “di aver di fronte un fenomeno con il cervello da 50enne ma col corpo da 18enne”.
Gli appassionati di calcio e gli addetti ai lavori hanno potuto ammirare la classe di Tonali già nell’Europeo Under 19, dove da playmaker ha trascinato gli azzurri in finale, persa contro il Portogallo; destino ha voluto che la sua prima convocazione “maggiore” sia avvenuta proprio contro i lusitani. Tuttavia, salvo ulteriori sorprese, il debutto avverrà in amichevole contro gli Stati Uniti a Genk, in Belgio.
Sandro Tonali con la nazionale Under19 durante l’Europeo di categoria
Per Roberto Mancini è un calciatore che ha grande tecnica e qualità e sembra logico che tra il mercato invernale e quello estivo venga fuori una vera e propria asta per chi lo volesse in squadra.
Sa di avere un gioiello il presidente del Brescia, Massimo Cellino, il quale però ha ribadito che non sarà una questione di soldi ma che lo cederà a chi dimostrerà più amore.
Intanto non ci resta che attendere il suo debutto con la maglia azzurra e sperare che sia nata una nuova stella del calcio italiano, che possa offrire qualità al gioco, così come ha fatto un altro campione da Brescia, ma noi non vogliamo fare nomi.
Italia e Portogallo sono pronte a scendere in campo per giocarsi la prima posizione nel Gruppo 3 della Nations League. Nelle sfide della Nazionale contro i lusitani, un gol azzurro su quattro è stato marcato da juventini. E’ quanto emerge da una ricerca svolta da FootStats.it, realtà specializzata in statistiche del calcio italiano.
I precedenti fra Italia e Portogallo
Quello di sabato 17 novembre allo stadio Meazza di San Siro e valido come penultima giornata di Uefa Nations League sarà il 27esimo scontro diretto fra le due rappresentative. Il bilancio totale vede in vantaggio gli azzurri sia per numero di vittorie, 18-6, che di marcature, 51-23. Mentre i segni X ammontano soltanto a 2.
I campioni d’Europa in carica hanno trionfato negli ultimi due testa a testa, quello del settembre scorso a Lisbona (sempre valido per la UEFA Nations League) e quello datato giugno 2015 a Ginevra (test amichevole). Prima c’era stato un filotto di ben 6 successi senza soluzione di continuità da parte azzurra. Una serie cominciata all’indomani del pareggio ad occhiali, vale a dire 0-0, del maggio 1992 a New Haven, negli States.
I precedenti in casa
Fra le mura amiche (abbiamo conteggiato in queste statistiche anche le 3 sfide su campo neutro) è quasi un monologo dei quattro volte campioni del mondo: 12 successi, 2 pareggi, 1 sconfitta (proprio la già citata amichevole del 2015 disputata su suolo svizzero); 35 gol segnati contro 8 incassati.
Il punteggio più ricorrente al termine dei 15 incroci? Risulta il 3-1 (qui la quota Replatz), con 4 caps, la più recente nel 2008. Non è tutto. Il match è già stato disputato per 4 volte nel capoluogo lombardo, con i padroni di casa che hanno sempre avuto la meglio:
22 dicembre 1957, Italia-Portogallo 3-0 (2 Gratton – Pivatelli)
5 dicembre 1987, Italia-Portogallo 3-0 (Vialli – Giannini – De Agostini)
17 novembre 1993, Italia-Portogallo 1-0 (Baggio D.)
Balza subito agli occhi, pertanto, il digiuno dei portoghesi dall’ultimo gol marcato alla Scala del calcio: sabato saranno trascorsi 32.494 giorni.
Tutti i bomber e le loro squadre d’appartenenza
I 51 gol segnati nei 26 incontri disputati contro il Portogallo portano le firme di 40 differenti calciatori militanti in 15 distinti club. La squadra che più di tutte ha contribuito al tesoretto italiano è la Juventus con 13 centri (praticamente il 25,5 percento del totale). Seguita dal Torino con 9 (17,6 percento) e, sul gradino più basso del podio, dall’Inter con 5 (9,8 percento). Più staccate Fiorentina e Napoli con 4, Roma con 3, Bologna, Cagliari, Genoa e Milan con 2, per chiudere con Bayern Monaco, Lazio, Real Madrid, Sampdoria e Udinese, tutte a quota 1.
Milano fa 58
La Nazionale ha disputato 57 gare a Milano. Questo il suo score: 37 vittorie, 18 pareggi, 2 sconfitte. Gli ultimi 4 impegni, tuttavia, sono andati in archivio col segno X, fra cui quello per noi dolorosissimo contro la Svezia. L’ultimo successo risale al 2012, 3-1 su un’altra scandinava, la Danimarca. I 2 ko risalgono agli albori dello scorso secolo: 1911 e 1925 contro l’Ungheria.
Piątek c’ha provato a fare un favore all’Italia, nazione in cui gioca attualmente con la maglia del Genoa. Poi anche Blaszczykowski, gravitato per un anno dalle parti della Fiorentina, ha cercato di riaprire il match. Ma un altro ex-italiano, quell’André Silva che ha giocato (poco e male) l’anno scorso con la maglia del Milan, ha deciso di piazzare una doppietta nel 3-2 finale con cui il Portogallo ha battuto la Polonia, a Chorzow, nel match del gruppo 3 della Lega A di Uefa Nations League.
Una bella mazzata per le sorti del mini-girone: i portoghesi sono a punteggio pieno dopo due gare, Polonia e Italia sono sotto unite in classifica dall’unico punto conquistato. Così la gara di domenica 14 ottobre per la banda di Mancini, che non sa più vincere, diventa un vero e proprio spareggio: bisogna battere i ragazzi di Brzeczek a casa loro per evitare la retrocessione nel girone B.
Da dentro o fuori, dunque, senza giri di parole: se gli Azzurri dovessero perdere, la retrocessione sarebbe aritmetica perché la Polonia salirebbe a quattro punti con un vantaggio di gol negli scontri diretti che, ricordiamo, è il primo criterio che viene considerato in caso di arrivo a pari punti. L’Italia, tra l’altro, ha il peggior attacco con una sola rete realizzata, nell’1-1 polacco, da Jorginho su rigore.
Se le due nazionali, invece, dovessero pareggiare, l’esito del gruppo 3 sarebbe rimandato all’ultima giornata che si giocherà su due fronti, Italia – Portogallo il 17 novembre a San Siro, e Portogallo – Polonia il 20 novembre a Guimaraes.
Nel campo delle ipotesi, immaginiamo anche un’Italia vincente contro la Polonia e se dovessero arrivare tre punti anche contro Cristiano Ronaldo&co., Mancini potrebbe anche clamorosamente acciuffare la testa del raggruppamento: si dovrebbero incastrare diverse variabili, come la rivincita dei polacchi contro il Portogallo stesso. Si avrebbe così, Italia a sette punti, Portogallo sei e Polonia quattro, che così sarebbe retrocessa in Lega B.
Ma nei sogni e negli incubi del “Mancio” c’è solo il pensiero di vincere la prima partita con la Nazionale.
Non è uno spareggio, ma ci assomiglia molto, almeno per gli Azzurri. Portogallo Italia in programma questa sera all’Estádio da Luz di Lisbona alle 20.45 (diretta Raiuno) dirà molto sulle ambizioni nostrane nella Uefa Nations League. Dopo il pareggio per 1-1 a Bologna contro la Polonia, acciuffato grazie a un rigore di Jorginho, arriva già un piccolo momento verità per la Nazionale di Roberto Mancini.
L’esultanza di Jorginho dopo il rigore trasformato contro la Polonia
L’esordio nella nuova competizione europea non ha convinto: la squadra del Mancio è apparsa ancora imballata e senza molte idee, soprattutto in alcuni suoi uomini chiave come Balotelli, Insigne e l’intero centrocampo. Determinante è stato l’apporto di Chiesa nel secondo tempo, che ha assicurato brillantezza e fantasia assieme all’estro di Bernardeschi. E infatti il ct sembra intenzionato a ripartire proprio dai due ex compagni di squadra nella Fiorentina, che supporteranno Ciro Immobile in attacco. Clamorosa bocciatura per Balotelli, spedito addirittura in tribuna assieme a Zappacosta, Biraghi e Pellegrini (tutti titolari contro la Polonia) oltre a Cragno, Rugani e Zaniolo.
È ancora lui, Cristiano Ronaldo, l’uomo del momento, che in questi Mondiali di Russia 2018 sta facendo tanto parlare di sé per i suoi gol da record siglati in ogni partita e per quella competizione che da sempre lo vede battersi con Lionel Messi per decidere chi tra i due sia il migliore.
Un altro gol nella partita contro il Marocco e CR7 è di nuovo nella storia. Vi avevamo già anticipato che aveva conquistato un posto nella speciale classifica dei goleador in nazionale, affiancandosi a Ferenc Puskas, dell’Ungheria, con 84 reti ciascuno (leggi qui). Oggi, con 85 gol, Ronaldo si avvicina sempre di più a raggiungere il capolista iraniano Ali Daei, che ha segnato ben 109 gol con la sua squadra.
Ma non è solo il record iraniano a rischiare di essere raggiunto, ma anche quello di Eusebio, l’unico giocatore aver segnato più reti ai Mondiali. Lui è in vetta alla classifica con 9 gol e il calciatore portoghese è già arrivato a 7.
Key stats:
? @Cristiano is the second #POR player to net at least four goals at a single #WorldCup after Eusébio (9) in 1966
Alla luce dei risultati finora ottenuti sembra proprio che il suo eterno rivale Lionel Messi abbia davvero qualcosa da temere nella loro sfida. Chi tra i due è il migliore di tutti i tempi?
Poco prima dell’inizio dei Mondiali di calcio il calciatore argentino si è fatto fotografare con una capra per alludere al termine Goat, che oltre a indicare proprio l’animale, è anche l’acronimo di Greatest of all times (G.O.A.T.) che vuol dire… il migliore di tutti i tempi!
Queste foto hanno fatto il giro del mondo e di certo non sono sfuggite al goleador portoghese, che in occasione dell’ultimo gol contro la Spagna per esultare si è toccato il mento come se avesse proprio quel pizzetto che ricorda tanto la capra e il paragone con Messi.
Era una provocazione per il suo rivale? La cosa bizzarra è che nella partita successiva il pizzetto spunta davvero sul volto di Ronaldo, che sfoggia un cambio di look un po’ sospetto e insolito che porta subito a spettegolare su un possibile sfottò verso l’argentino.
Ma a smorzare le polemiche ci pensa proprio lo stesso protagonista, che svela un retroscena legato ad una scommessa con un suo compagno di squadra e che pare non abbia a che fare con la competizione con Messi.
La mia barba? E ‘stato uno scherzo con [Ricardo] Quaresma, eravamo nella sauna e mi stavo facendo la barba, ho lasciato un pizzetto e gli ho detto che se avessi segnato contro la Spagna non lo avrei raso fino alla fine della Coppa del Mondo. Ha portato fortuna e ho segnato contro la Spagna e oggi contro il Marocco, quindi lo terrò
Queste sono le sue parole dette al giornale The Sun che sfatano ogni possibile riferimento a Messi e sembrano voler allontanare le accuse di una sua rivendicazione del titolo di G.O.A.T.
Ma che Ronaldo lo voglia provocare o meno, per Messi i prossimi match saranno una grande prova. Dopo aver fallito nella partita d’esordio contro l’Islanda, sbagliando un rigore e non riuscendo a centrare nemmeno una rete, le aspettative nei suoi confronti sono molto alte già dal match in programma il 21 giugno contro la Croazia. Adesso deve dimostrare al mondo che è lui il più grande di tutti i tempi e dare senso a quel confronto con Ronaldo che tiene in vita una sana competizione e la voglia di fare sempre meglio.