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Bebe Vio continua a trionfare. L’atleta italiana ha trionfato ad Amsterdam nel fioretto categoria B della Coppa del Mondo Paralimpica. La tappa olandese del circuito di Coppa del Mondo di scherma paralimpica è stata eccezionale per i colori azzurri che, dopo il successo di Rossana Pasquino, sono arrivati anche un bronzo nel fioretto femminile categoria A con Andrea Mogos e un bronzo nella gara di sciabola maschile categoria B con Gianmarco Paolucci. L’atleta di Frascati è stato battuto sul filo, ha perso 15-14 nella semifinale con l’ungherese Istvan Trajanyi.

Bebe Vio battendo nella finale della gara di fioretto femminile categoria B la cinese Zhou Jingjing ha colto l’ennesimo successo in Coppa del Mondo. Un percorso netto quello dell’atleta veneta che come sempre ha spazzato via le sue avversarie. La finale è finita 15-4. Con identico punteggio in semifinale la Vio ha sconfitto la russa Irina Mishurova, una delle sue avversarie più forti. Al 15-4 la Vio si era già abbonata, perché anche nei quarti aveva vinto così, contro la cinese Kang Su, mentre negli ottavi aveva concesso un punto in meno all’ungherese Boglarka Mezo, battuta 15-3.

Rossana Pasquino ieri ha trionfato in Olanda. Bebe Vio le ha fatto i complimenti, la veneta era stata sconfitta nei quarti di finale. Davvero molto bello il post su Instagram di Bebe Vio che ha fatto festa con l’amica:

Per ora sciabolo meglio con le bottiglie, ma presto mi prenderò le mie soddisfazioni anche in pedana!
L’emozione più grande di ieri è stato l’oro di di Rossana Pasquino. Quando vince una compagna di squadra vince tutta l’Italia! E oggi… sotto col fioretto

 

Alex Zanardi è semplicemente infinito. Dopo i due ori conquistati  ai Mondiali di paraciclismo, pochi si aspettavano che il campione bolognese tirasse fuori dal cilindro un’altra sorpresa. All’Ironman di Cervia, unica prova italiana del circuito mondiale, Zanardi ha deciso di stupire tutti ancora una volta stabilendo il nuovo record mondiale di triathlon paralimpico: 8 ore 25 minuti e 30 secondi. Un record che apparteneva allo stesso atleta 52enne.

Ma non basta, no perché Zanardi non si è accontentato di aver abbattuto un altro limite e ha deciso di chiudere la gara all’ottavo posto assoluto, su tremila partecipanti, dell’intera competizione. Un tempo registrato dopo una fatica che l’ha visto percorrere 3,86 km a nuoto, 180,260 km in bicicletta e 42,195 km di corsa. «Ci sono dei regali che la vita continua a farmi e voglio vivere sino a 200 anni per godermeli tutti», ha detto l’instancabile campione all’arrivo.

 

Le cose sono un po’ cambiate rispetto al piano iniziale preparato insieme all’Equipe Enervit, che mi segue dal mio primo Ironman a Kona, perché ho avuto problemi con la cannetta della borraccia che si era staccata. Fortunatamente qualcosa la so anche io e gli amici di Enervit negli anni mi hanno passato dei consigli, ho quindi ricalcolato nella mia testa un piano alimentare, ai ristori invece di prendere soltanto acqua prendevo isotonic, qualche gel in più e qualche pezzetto di banana

A vincere la competizione è stato l’australiano Cameron Wurf, in 7 ore 46 minuti e 54 secondi. Secondo  è arrivato lo sloveno Jaroslav Kovacic mentre terzo l’italiano Giulio Molinari, 31 anni, già più volte campione europeo.

 

 

Fantastica ancora una volta Bebe Vio. Ai mondiali paralimpici di a Cheongju, in Corea del Sud, la 22enne conquista il titolo di campionessa del mondo di fioretto femminile categoria B ed  è il terzo oro iridato consecutivo per l’azzurra dopo quelli vinti ad Eger 2015 e Roma 2017.

Bebe ha però contenuto l’esultanza perché la stoccata decisiva è giunta per via di un rosso comminato all’avversaria, la cinese Xiao Rong,  sul punteggio di 14-5 in favore dell’azzurra. La campionessa paralimpica, dopo il percorso netto nella fase a gironi, aveva sconfitto agli ottavi per 15-3 l’ungherese Gyongyi Dani, proseguendo poi con il successo per 15-4, ai quarti, contro la russa Viktoria Boykova e con la vittoria, col punteggio di 15-8, in semifinale contro l’altra portacolori russa Ludmila Vasileva. E su Instagram mostra la maglia rossoblù del Cagliari dell’amico Radja Nainggolan.

Risultati immagini per bebe vioOltre alla medaglia d’oro di Bebe Vio, pre l’Italia arrivano anche quelle di bronzo portate in dote da William Russo e Consuelo Nora. Il palermitano aggiunge un’altra medaglia al suo brillante curriculum, grazie al bronzo che conquista nella gara di spada maschile categoria C, grazie al successo ai quarti di finale per 15-11 sull’ucraino Sehiii Sheptitskyi. In semifinale è poi giunta la sconfitta per 15-5 contro l’altro fiorettista ucraino, Serhii Shavkun. Medaglia di bronzo anche per Consuelo Nora che, nella prova di fioretto femminile categoria C, si ferma in semifinale alla stoccata del 15-14 contro la russa Anna Gladilina.

Infine, si sono spente agli ottavi di finale le speranze azzurre nella gara di Emanuele Lambertini e Matteo Betti sono usciti di scena infatti nel turno dei 16. Il primo è stato eliminato dal polacco Michal Nalewajek col punteggio di 15-13, mentre il cinese Sun Gang ha sconfitto per 15-5 Matteo Betti che, nel turno dei 32, aveva avuto ragione di Matteo Dei Rossi nel derby azzurro col punteggio di 15-11.

Ai Mondiali di nuoto paralimpico che si sono disputati a Londra, la Nazionale italiana si è classificata prima nel medagliere, per la prima volta nella sua storia con un bottino incredibile di 50 medaglie. L’Italia, infatti, ha ottenuto 20 medaglie d’oro, 18 d’argento e 12 di bronzo, arrivando davanti a Russia, Gran Bretagna, Ucraina, Cina e Stati Uniti.

Ma a rendere speciale e ancor più emozionante questa avventura è uno straordinario episodio: il doppio oro conquistato dal campionissimo Federico Morlacchi e da Simone Barlaam mercoledì 11 agosto nella finale dei 100 farfalla S9, dove i due compagni di squadra, quasi in un passaggio di consegne generazionale, hanno toccato la piastra nello stesso istante fermando il crono sul tempo di 1″00’36. In quello che è stato uno dei momenti più incredibili e spettacolari di questi Mondiali che parlano inglese.La prima medaglia d’oro è arrivata dal cremonese Efrem Morelli, il grande vecchio della nazionale italiana, che a quarant’anni ha stravinto la finale mondiale dei 100 rana categoria Sb3, siglando anche il record del mondo; mentre l’ultimo oro della giornata che ha chiuso i Mondiali di Londra è arrivato dalla bellissima vittoria della staffetta azzurra maschile nei 4×100 stile libero, punti 34. Nell’ordine la staffetta era formata da Stefano Raimondi, Antonio Fantin, Federico Morlacchi e Simone Barlaam che ha chiuso i giochi allungando di misura il successo degli azzurri che hanno battuto per la prima volta in un Mondiale le fortissime staffette dell’Ucraina e dell’Australia, rispettivamente seconda e terza. I quattro campioni italiani hanno battuto anche il record mondiale nella 4×100 stile libero (3’46″83).

Il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, ha detto:

L’Italia del nuoto paralimpico, conquistando la vetta del medagliere dei Mondiali di Londra ha scritto un altro pezzo di storia dello sport internazionale. Un successo che ci proietta in cima al mondo come eccellenza sportiva. Si tratta di un risultato frutto dello straordinario lavoro messo in campo dalla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, guidata dal Presidente Roberto Valori, e da un team eccezionale coordinato dal CT Riccardo Vernole. Questo gruppo ha saputo costruire, negli ultimi anni, le basi di un successo incredibile, Siamo orgogliosi di questi ragazzi e di queste ragazze. Il Mondiale appena terminato rappresenta il miglior biglietto da visita per la Paralimpiade di Tokyo. Un appuntamento importantissimo che vogliamo affrontare da protagonisti

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Nella giornata di ieri, Pyeongchang ci ha regalato un’altra cerimonia d’apertura degna di essere ricordata per gli effetti speciali, i giochi di luce, le animazioni e l’intero scenario scenografico.

Proprio com’era accaduto circa un mese fa quando si è celebrato l’inizio delle Olimpiadi invernali 2018, anche per l’inizio delle Paralimpiadi la partecipazione e l’interesse sono stati altrettanto vivi e hanno reso la serata memorabile.

In Corea del Sud si è scelto di seguire lo stesso tema delle scorse competizioni olimpiche “la passione che ci fa muovere” e solo un aspetto in tutta la cerimonia è stato completamente diverso.

Durante la sfilata, infatti, le due Coree hanno fatto il loro ingresso separatamente. In questa edizione si è deciso di gareggiare ognuno con la propria fazione, a testimonianza di un regime diplomatico e più amichevole intrapreso da entrambi i capi politici.

La cerimonia d’apertura di queste Paralimpiadi Invernali ha visto sfilare 547 atleti di 48 delegazioni. Ognuno di loro possiede delle disabilità fisiche, come quelle di tipo motorio e neurologico, e si sfideranno in sei discipline sportive: sci alpino, snowboard, para-hockey, curling su sedia a rotelle, cross country e biathlon.

Per l’Italia sono 26 gli atleti che gareggiano in alcuni di questi sport, tra cui la squadra di ice hockey con a capo Florian Planker, che in apertura ha avuto l’onore di essere anche portabandiera azzurro.

Gli italiani, così come gli altri atleti paralimpici provenienti da tutto il mondo, si batteranno per conquistare le 80 medaglie totali previste. Così come nella prima edizione dei Giochi paralimpici, le linee guida della manifestazione restano le stesse e tendono a promuovere lo sport come mezzo per superare determinate problematiche fisiche.

In origine erano i reduci di guerra a gareggiare per fare terapia fisica e al contempo per sentirsi ancora in grado di competere. Poi da quell’idea risalente al periodo della Seconda Guerra Mondiale si è arrivati all’istituzione delle Paralimpiadi Invernali che sono cominciate ufficialmente in Svezia nel 1976. 

Oggi come allora gli atleti sono ancora in grado di regalare momenti di grande sport, resi ancora più spettacolari dall’impegno e dalla determinazione che ognuno di loro mette in ogni gara nonostante le evidenti difficoltà fisiche.

Due giorni per superare il bottino di medaglie raccolto nei Mondiali di due anni fa, a Doha nel 2015. Tanto è bastato alla delegazione azzurra impegnata nei Mondiali paralimpici di atletica leggera a Londra.
Dopo l’oro di Martina Caironi, gli argenti di Monica Contrafatto, Federica Maspero, Giuseppe Campoccio, Simone Manigraso e il bronzo di Emanuele Di Marino, ecco arrivare un’altra preziosa medaglia.

Un’altra stella azzurra ha illuminato il cielo notturno di Londra, riempendo la costellazione dei successi di questa prima parte di manifestazione. Arjola Dedaj ha conquistato la medaglia d’oro nel lungo T11 (ciechi) con un salto a 4,65 m, davanti alla giapponese Chiaki Takada a 4,49, e alla cinese Huimin Zhong a 4,44. Settima medaglia italiana, dunque.

Arjola è arrivata dall’Albania in Italia all’età di tre anni con una diagnosi di retinite pigmentosa. Nel 2014 ha esordito con la maglia della nazionale italiana ai Campionati Europei di Atletica Paralimpica a Swansea, mettendosi al collo tre medaglie, due d’argento (nel salto in lungo e nei 200) e una di bronzo nei 100.

Una grande gioia e la dimostrazione di una forza individuale, ma anche supportata dall’amore. Arjola, infatti, è legata sentimentalmente a Emanuele di Marino, insieme formano la “Coppia dei Sogni”, progetto social che li ha portati prima verso Rio e ora verso Tokyo 2020.
Di Marino, nato con un piede torto congenito, ha ottenuto il podio nei 400, l’occasione per riscattarsi dopo la squalifica alle Paralimpiadi di Rio per invasione di corsia. A Londra, sul rettilineo finale era in quarta posizione ma, a pochi metri dal traguardo, la caduta del sudafricano Nour Alsana gli regalato il podio.