Il portiere con il pigiama in area ha appeso i pantaloni al chiodo dello spogliatoio. Non è una introduzione da libro Cuore, ma quello che ha fatto realmente Gabor Kiraly, famoso perché indossava i pantaloni della tuta in campo. E così a 43 anni l’estremo difensore ungherese ha annunciato il proprio ritiro postando un video su facebook che lo ritrae appendere letteralmente al chiodo il suo leggendario marchio di fabbrica.
Tra Germania e Inghilterra
Kiraly, classe 1976, 43 anni lo scorso aprile, nella sua carriera lungo 26 anni ha messo insieme 830 presenze ufficiali. Ha iniziato e concluso nell’Haladas, squadra ungherese il cui nome significa progresso. Non proprio come i pantaloni di Gabor. In mezzo ci sono state le maglie di Hertha Berlino, Crystal Palace, West Ham, Aston Villa, Burnley, Bayer Leverkusen, Monaco 1860 e Fulham. Con la Nazionale ungherese è sceso in campo per 108 volte, stabilendo il record di giocatore più anziano a giocare una partita degli Europei durante Francia 2016.
La tuta il simbolo di un calcio romantico. Ormai in via d’estinzione. Il calcio di provincia, il calcio degli oratori. Il ritiro di Gabor Kiraly, il portiere con la tuta, suscita malinconia e nostalgia. #Kiraly
— Alessandro Salines (@AlessandroSali4) 22 maggio 2019
Ma nonno Kiraly è entrato nella storia soprattutto per i suoi particolari pantaloni indossati in campo. Lui li ha sempre preferiti ai pantaloncini per comodità. Ma il colore grigio nasce per un motivo banale. Inizialmente erano neri poi, non è chiaro se per colpa della madre o del magazziniere, un giorno non erano pronti dopo il lavaggio e così Gabor virò su quelli neri. Gli portarono fortuna, disputò un’ottima partita e decise di non abbandonarli più per scaramanzia. Così è nata la leggenda del nonno degli ultimi romantici di questo sport.