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Alla prima giornata di Serie A, abbiamo già un vincitore. Non della partita, ma dell’intera stagione. Anche se la battaglia è personale, intima. Un paio d’ore prima della partita la sorpresa: aveva promesso ai suoi ragazzi di esserci, solo lui sa quanto gli sarà costato essere di parola. La vittoria più bella della prima domenica di campionato è il ritorno in panchina di Sinisa Mihajlovic, meno di un mese e mezzo dopo l’inizio della battaglia contro la leucemia. Arrivato allo stadio con la mascherina, eccolo in panchina al fischio d’inizio: cappellino in testa e cerotto sul lato sinistro del collo, segnato nel corpo dalla battaglia che la vita lo ha chiamato a combattere, trovandosi di fronte un leone.

Bologna lo aspettava, nello store in città c’è una maglia dedicata a lui e al suo numero 11. E seduto Mihajlovic resiste poco: dialoga coi vice Tanjga e De Leo, lascia il connazionale davanti alla panchina a guidare la squadra, quando nelle pause i giocatori passano davanti dà disposizioni, impassibile al rigore trasformato da Sansone, poi comincia a saltare su a ogni azione e ben presto in piedi ci resta lui e si riprende il timone anche fisicamente. Fino alla fine. Fino al 92’, quando Sinisa abbandona il campo con un paio di minuti di anticipo sulla fine del recupero. Poi, di nuovo mascherina al viso, lascia lo stadio per tornare in ospedale: era la sua giornata libera.

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Poco più di un mese, 32 giorni per l’esattezza dal 10 ottobre 2018 quando, in seguito all’esonero di Lorenzo D’Anna, ha raccolto l’incarico di allenatore del Chievo Verona, fino all’11 novembre e al pareggio per 2-2 in casa contro il Bologna. Tanto è durata l’esperienza di Gian Piero Ventura sulla panchina della squadra veneta, tanto è durato il ritorno in Serie A dell’ex ct della Nazionale dopo due stagioni. Ventura, stando a indiscrezioni, lotta ancora con i fantasmi del passato, lo stress, tutta l’Italia pronta a sbeffeggiarlo al minimo errore dopo la storica debacle della mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiale.

Certo, poi, la situazione del Chievo è drammatica con zero punti in classifica, partendo da -3 di squalifica, ancora a secco di vittorie con il peggior attacco e la peggior difesa del campionato. Eppure, dopo tre sconfitte consecutive, alla quarta partita, il Chievo Verona ha strappato il primo pareggio, ma nulla è servito per far cambiare decisione a Ventura, spiazzando tutto l’ambiente.

I 32 giorni di Ventura al Chievo Verona non saranno celebri e dannati come i 44 di Brian Clough al Leed United o come i 39 di Paul Gascoigne al Kettering, ma c’è chi ha fatto meglio (o decisamente peggio, dipende dalla prospettiva), restando alla guida di una squadra per molto meno tempo. Ecco la top 5:

8 giorni: Sinisa Mihajlovic allo Sporting Lisbona

Il 18 giugno 2018 Sinisa Mihajlovic firma con lo Sporting Lisbona e diventa allenatore della squadra portoghese  voluto direttamente dal presidente del club Bruno de Carvalho. Otto giorni dopo, però, il tecnico serbo viene sollevato dal suo incarico perché la Commissione di gestione del club ha deciso di cambiare presidente e di rivedere i piani anche tecnici. Per l’ex allenatore del Torino, dunque, non c’è stato neanche il tempo di sedersi in panchina;

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5 giorni: Zé Maria al Ceahlaul

L’ex terzino di Perugia e Inter ha vissuto una commedia tragicomica: unico allenatore ad essere stato esonerato due volte in una settimana dalla stessa squadra. È successo in Romania, dove la dirigenza della squadra ha dimostrato di non avere le idee molto chiare: Zé Maria, infatti, è stato mandato via, richiamato e poi nuovamente esonerato, in appena 5 giorni;

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2 giorni: Marcelo Bielsa alla Lazio

Una storia leggendaria tra due caratteri forti e scontrosi come Lotito e l’allenatore Marcelo “El loco” Bielsa. Secondo il tecnico non ci sono state garanzie alle tante promesse fatte: il presidente della Lazio e il suo staff, infatti, non avrebbero rispettato l’accordo di comprare i cinque giocatori richiesti. Così non si fa, e Bielsa, sentitosi mancare di rispetto ha rassegnato le dimissioni dopo solo due giorni. Senza nemmeno entrare negli uffici della Lazio;

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1 giorno: Attilio Tesser al Cagliari

Zamparini, Preziosi…e Cellino. Quando uno di questi tre presidente “mangia-allenatori” prende una decisione, il racconto diventa senz’altro epico. Attilio Tesser è stato allenatore del Cagliari nella stagione 2005-06, ma chi se lo ricorda? Prima partita,  alla vigilia della prima giornata contro il Siena il presidente Cellino gli disse «vediamo se lei è un uomo fortunato». In seguito alla sconfitta per 2-1, il massimo dirigente isolano lo esonera;

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10 minuti: Leroy Rosenior allo Torquay

Record imbattibile. La panchina più breve della storia spetta a lui. Rosenior aveva preso accordi con la squadra inglese Torquay e il 17 maggio 2007 si era presentato per firmare il contratto. Il tempo di recarsi in conferenza stampa e rispondere alle domande di tre giornalisti e la situazione cambia inesorabilmente: il proprietario del club vende il 51 percento delle sue azioni e il nuovo presidente decide subito la sua prima mossa: esonerare, ovviamente, l’allenatore.

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“Ambisco alla panchina della Nazionale ma non ora, ho un contratto con la Juventus e dobbiamo ancora raggiungere tante cose e obiettivi importanti, oltre a costruire una squadra per il futuro”. Così l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri in merito a un suo possibile approdo sulla panchina della Nazionale per sostituire l’esonerato Gian Piero Ventura.

“Alla Nazionale ci penserò quando mi chiameranno, se lo faranno, sennò andrò al mare -aggiunge Allegri in conferenza stampa alla vigilia del match con la Sampdoria-. Io ho sentito parlare anche di drammi ma i drammi sono altri nella vita, è stato un evento straordinario che purtroppo ha lasciato l’Italia fuori dal Mondiale”.

Poi rivela che i giocatori tornati dalla sfida persa contro la Svezia potrebbero non giocare:

“Non giocano Buffon e Barzagli. Stanno smaltendo la delusione. Credo che i giocatori di quel livello lì ambiscano sempre a giocare il Mondiale. Ci vorrà il tempo necessario ma entrambi stanno bene. Buffon sta molto bene fisicamente, ha avuto una bella reazione. E’ un evento straordinario che purtroppo ha lasciato l’Italia fuori dal Mondiale. Quando succedono queste cose ci sappiamo rialzare e ripartire”.

Intanto Ancelotti continua ricevere endorsment da parte di molti addetti ai lavori, ultimo dei quali l’allenatore del Toro Sinisa Mihajlovic

“Ancelotti sulla panchina dell’Italia? Carlo ha grande esperienza, tutti lo rispettano. Ha vinto molto ovunque, anche se la Nazionale è un’altra cosa. Ma sarebbe un’ottima scelta”.