Si sono conclusi domenica 28 luglio i Mondiali di nuoto che erano in corso dal 12 luglio a Gwangju, in Corea del Sud. L’ultima gara disputata è stata la staffetta 4×100 mista femminile, in cui la nazionale italiana è arrivata quarta. Nonostante l’ultima prestazione, quello appena concluso è stato il Mondiale più vincente nella storia dell’Italia, che è arrivata sesta nel medagliere con 15 medaglie di cui 4 d’oro, 6 d’argento e 5 di bronzo. Le quattro medaglie d’oro appartengono a Federica Pellegrini nei 200 stile libero, Gregorio Paltrinieri negli 800 stile libero, Simona Quadarella nei 1500 stile libero e alla nazionale maschile di pallanuoto.
Il record precedente era stato registrato nei Mondiali del 2017, quando l’Italia ottenne 4 ori, 3 argenti e 9 bronzi (la qualità del medagliere si misura a partire dal numero di medaglie d’oro, poi d’argento e in ultima analisi di bronzo; non dal numero complessivo di medaglie).
Il medagliere generale è stato vinto dalla Cina, che ha ottenuto 30 medaglie di cui 16 d’oro. Gli Stati Uniti, che avevano vinto il medagliere del 2017, sono arrivati secondi con 36 medaglie di cui 15 d’oro. Il podio è stato completato dalla Russia. I prossimi Mondiali si terranno a Fukuoka, in Giappone, nel 2021.
La nazionale italiana maschile di pallanuoto ha vinto la medaglia d’oro ai Mondiali in corso in Corea del Sud, battendo in finale la Spagna per 10-5. L’Italia era arrivata in finale vincendo un girone non particolarmente complicato con Brasile, Germania e Giappone, e poi aveva battuto la Grecia ai quarti di finale e l’Ungheria in semifinale. L’ultima importante partita tra Italia e Spagna si era giocata agli Europei del 2018 a Barcellona: aveva vinto la Spagna 8-7, con un gol regolare annullato all’Italia nel finale.
Per l’Italia è il primo oro Mondiale dal 2011, quando a Shanghai sconfisse in finale la Serbia. Sandro Campagna raggiunge Vittorio Pozzo (calcio), Julio Velasco (volley) e Pierluigi Formiconi (pallanuoto femminile) nell’Olimpo dei ct italiani che hanno vinto due titoli mondiali. Lui ne aveva vinto anche un terzo da giocatore nel 1994.
Stefano Luongo e Perrone aprono le marcature in superiorità: 1-1. Si tira con troppa precipitazione da un fronte all’altro. Di Fulvio lotta per divincolarsi da Tahull, finché Echenique non sfonda col suo tiro mancino (2-1). Ma Perrone ci riprende subito trovando un corridoio libero davanti a Del Lungo. Figlioli spara sul palo. Del Lungo para un rigore a Barroso. Nel secondo tempo, sfonda Figlioli (3-2). E Dolce e Renzuto sfruttano brillantemente due rapide superiorità: l’Italia allunga sul 5-2. Il punteggio rispecchia anche il gioco, l’organizzazione, l’attenzione: noi più concreti davanti e più bravi indietro (anche se commettiamo più falli), loro più dinamici ma poco incisivi. Un altro rigore (Munarriz) serve alla Spagna per avvicinarsi agli azzurri (5-3) nel finale di secondo tempo. La Spagna resta pericolosa ma paga forse gli sforzi per aver eliminato Serbia e Croazia. L’Italia sembra a tratti giocare a memoria, agile e veloce: segna Aicardi per il 6-3 e allontanare così gli spagnoli. Del Lungo chiude la porta. Il tempo scorre e l’Italia segna ancora: è Dolce a sorprendere in diagonale Lopez Pinedo. E’ 7-3. E in controfuga Francesco Di Fulvio nuota felice verso l’8-3. Una squadra corale, che spara le sue frecce alternando a turno i suoi protagonisti. Uno show tricolore. Mallarach sfrutta l’uomo in più per l’8-4 dopo un break tutto azzurro. Resta un tempo per soffrire e l’eternità per gioire. Lungo intanto incrementa sul 9-4 a 5’ dalla fine. Mallarach a 2’ dalla fine fa la doppia ma 4 gol di distacco sono ormai incolmabili. Anzi diventano 5 grazie a Bodegas.
SPAGNA-ITALIA 5-10
SPAGNA: Lopez Pinedo, Munarriz 1 rig., Granados, De Toro, Cabanas, Larumbe, Barroso, Fernandez, Tahull, R. Perrone 2, Mallarach 2, Bustos, Lorrio. All. Martin Lozano.
ITALIA: Del Lungo, Di Fulvio 1, Luongo 2, Figlioli 1, Di Somma, Velotto, Renzuto 1, Echenique 1, Figari, Bodegas 1, Aicardi 1, Dolce 2, Nicosia. All. Campagna.
ARBITRI: Margeta (Slo) e Goldenberg (Usa). NOTE: sup. num. Spagna 16 (2), Italia 6 (4); usciti 3 f. Di Somma e Figari nel 4° tempo. Ammonito Campagna per proteste.
ALTRE FINALI – 3° posto: Croazia-Ungheria 10-7; 5° posto: Serbia-Australia 13-9. 7° posto: Grecia-Germania 11-6.
C’è una certezza nello sport azzurro, ovvero aspettarsi di vedere il Settebello o il Setterosa sempre competitivi. O quanto meno provarci fino alla fine delle proprie forze per raggiungere il traguardo finale. Così l’Italia di pallanuoto maschile, allenata da coach Campagna, pur soffrendo nel primo quarto, ha superato l’Ungheria per 12-10. Il che significa avere al collo certamente una medaglia, che mancava dal 2011, e ottenere sicuramente il pass per i Giochi di Tokyo 2020. Ora sabato 27 luglio, la finale per il titolo contro la Spagna che ha superato la Croazia 6-5 (ore 11.30 in diretta tv su Rai Due).
La finale che fa ricordare l’ultimo oro olimpico di Barcellona ’92. O la finale che fa ricordare l’ultimo oro mondiale a Shanghai 2011. O quella che ci porta direttamente all’Olimpiade di Tokyo 2020. Un’altra doppia pesantissima missione compiuta per il Settebello ai Mondiali: battuti i giocolieri ungheresi in semifinale dopo una partita soffertissima gol a gol, gli azzurri vanno fino in fondo e sabato giocheranno contro la Spagna per il titolo iridato. Gli spagnoli hanno eliminato la Croazia campione del mondo e argento a Rio. Nella storia del medagliere azzurro ci sono 3 ori, 2 argenti e un bronzo.
LA PARTITA
Di Fulvio apre le marcature del match, Pohl e Sedlmayer ribaltano in superiorità (1-2). Di Fulvio riprende i magiari con un’esecuzione balistica: 2-2. Colpo su colpo: Manhercz sfrutta anche l’uomo in più per il 3-2. Idem Vamos: 4-2. Il Settebello soffre. Il secondo parziale si apre con la doppietta di Gonzalo Echenique che riporta in equilibrio la semifinale. Poi è ancora Di Fulvio l’uomo del destino a riportare avanti l’Italia: 5-4. Ed Echenique il mancino sfrutta in diagonale la superiorità: 6-4. Zalanki in superiorità sigla il 5-6. E il var ci dà una mano confermando il pallone oltra la linea nell’appoggio in rete di Bodegas: 7-5. Il secondo parziale di 5-1 è consistente per gli azzurri, che a metà partita possono gestire un doppio vantaggio. Gli ungheresi cambiano portiere. Del Lungo è efficace in alcuni interventi, poi deve arrendersi a Harai di rimbalzo (6-7). Angyal pareggia in superiorità a 1’23” dalla fine del 3° parziale. Il match resta in bilico. Figari a 46” riporta avanti l’Italia in superiorità. Un gol pesantissimo. Un rigore trasformato da Pietro Figlioli vale il 9-7 a un tempo dalla fine. Vamos segna il -1. Di Figari in extra player il 10-8 e di Zalanki il 10-9. Poi Echenique si conferma provvidenziale per l’11-9 a 2 minuti dalla fine. Il var assegna ad Angyal il 10-11, Luongo mette la firma a 1’42” dalla fine sul 12-10. E’ finale!
TABELLINO
Ungheria-Italia 10-12 (4-2, 1-5, 2-2, 3-3) UNGHERIA: Nagy, Angyal 1, Manhercz 1, Zalanki 2, Vamos 2, Mezei, Sedlmayer 1, Jansik, Pohl 1, Den. Varga, Batori, Harai 1, Vogel. All. Marcz. ITALIA: De Lungo, Di Fulvio 3, Luongo 1, Figlioli 1 rig., Di Somma, Velotto, Renzuto, Echenique 4, Figari1, Bodegas 1, Aicardi, Dolce, Nicosia. All. Campagna. ARBITRI: Zwart (Ola) e Margeta (Slo). NOTE: Vsup.num. Ungheria 14 (6 gol); Italia 15 (5 fol), usc. 3 f. Vogel 3° tempo, Velotto e Renzuto nel 4° tempo.
Calato il grande sipario a Napoli per l’Universiade 2019 e l’Italia ha chiuso col botto.
La nazionale azzurra è stata protagonista di una bellissima Olimpiade universitaria nella regione campana. A sottolineare il bel risultato, il sesto posto raggiunto nel medagliere con ben 15 ori.
Sì, l’Italia con 44 medaglie nel totale (15 ori, 13 argenti e 16 bronzi) si è piazzata dietro il Giappone, la Russia, la Cina, gli Usa e la Corea del Sud.
Gli ultimi successi sono arrivati dai sport di squadra come la pallavolo maschile e il Settebello della pallanuoto.
Nella piscina Scandone di Napoli i ragazzi del ct Alberto Angelini hanno demolito letteralmente gli Stati Uniti per 18-7 in una finale del tutto a senso unico. Il Settebello partiva con tutti i favori del pronostico e ha dominato l’incontro in lungo e in largo meritando ampiamente il titolo.
Ottimo risultato nel volley. Un successo storico dato che una medaglia d’oro mancava da ben 49 anni. Gli azzurri hanno sconfitto la Polonia per 3-2 (16-25; 25-20; 22-25; 25-23; 15-10) al termine di un’autentica battaglia chiusasi al tie-break. I ragazzi di coach Gianluca Graziosi hanno dovuto rincorrere i biancorossi per ben due volte ma la zampata finale è arrivata all’ultimo decisivo set che ha spianato la strada al primo posto.
La gioia dell’Italvolley 49 anni dopo
Una grandissima prestazione per tutta la squadra che in tutte le partite ha dimostrato di avere spirito di gruppo e tanta grinta. Contro i polacchi prestazione maiuscola dell’opposto Giulio Pinali (26 punti). Doppia cifra anche per lo schiacciatore Giacomo Raffaelli (17 punti) e per il centrale Fabio Ricci (12, 6 muri). Gioia immensa per tutta la squadra per un oro che mancava quasi da mezzo secolo.
Peccato invece per le donne che invece ottengono l’argento.
Il Setterosa ha chiuso l’Universiade all’ultimo capitolo, sconfitta solamente dall’Ungheria in finale (8-7). Rammarico per le ragazze del ct Miceli che però comunque sono state protagoniste di un percorso quasi perfetto.
Secondo posto anche per le pallavoliste che non ce l’hanno fatto a battere la Russia a Eboli. Risultato finale 3-1 (25-21 15-25 26-24 25-18).
Spostandoci al calcio, medaglia di bronzo vinta dagli azzurri nella finalina contro la Russia ai calci di rigore. Dopo il 2-2 al 90esimo, l’Italia ha chiuso per 6-5 la lotteria dei rigori.
I festeggiamenti per il bronzo
Dal dischetto sbaglia per prima l’Italia con Collodel nella terza serie, ma subito dopo lo imita Kuftin, che si fa ipnotizzare da Cucchietti. La parità dura fino all’alba della quinta serie: Strada batte Grigorian, Salamatov invece sbaglia e per l’Italia parte la festa per la medaglia di bronzo.
Ha conquistato, invece, un argento Alessia Russo al nastro. L’azzurra ha chiuso la finale di specialità col punteggio di 18.700 dietro alla sola e fortissima russa, Ekaterina Selezneva. Grande soddisfazione per la giovane abruzzese.
Chi non conosce il Genoa Cricket and Football Club? Ma pochi sanno che si faceva incetta di scudetti anche in altri sport, per esempio la pallanuoto. Il Genoa non è stato solo pioniere nel calcio ma anche in acqua. Infatti escludendo il periodo che va dal 1901 al 1909 dove vi furono i primi tentativi di giocare un campionato con partite in famiglia o auto proclamazione per mancanza di avversari.
EDOARDO PASTEUR I – Difensore nato a Genova il 29 maggio 1877 – morto a Genova il 19 settembre 1969. Fu uno dei primi giocatori, dirigenti e presidenti del Genoa Cricket and Football Club, pioniere insieme a James Spensley. Di origine svizzera imparentata con il batteriologo Louis Pasteur, compì i suoi studi a Berna e a Losanna per poi tornare nella città ligure. Per tanti ha difeso la società dalle accuse di professionismo e si è impegnato per ricucire la società dopo la Prima guerra mondiale. Inoltre si impegnò nella costruzione dello Stadio Luigi Ferraris, i lavori per il nuovo stadio del Genoa cominciarono nel 1909 e terminarono nel 1911. Nel Genoa fu uno dei primi soci e giocatore, quindi dirigente e presidente. Continuò poi con la professione di arbitro e di dirigente federale fino ad aprire un negozio di articoli sportivi a Genova. Con la maglia rosso-blu disputo tra il 1898 e il 1904 totalizzando 23 presenze vincendo 6 campionati: 1898, 1899, 1900, 1902, 1903 e 1904.
Il Genoa nel 1899. Da sinistra a destra: Ghigliotti, De Galleani, Spensley, Edoardo Pasteur, Leaver, Enrico Pasteur, Passadoro, Arkelss, Dapples, Deteindre e Agar.
Il nome del Genoa si lega al primo campionato, come nel calcio, un movimento spinto dall’entusiasmo che nel 1912 porto alla prima manifestazione ufficiale. Ma cos’è il Genoa Cricket and Football Club Waterpolo, questa, appunto come detto poco fa, è la sezione pallanuotistica della polisportiva Genoa Cricket and Football Club. Essa venne fondata il 18 dicembre 1911 sotto la presidenza di Edoardo Pasteur uno dei primi presidenti del Genoa, grazie all’iniziativa del fratello Enrico. Il 9 gennaio dell’anno seguente entrò nel sodalizio anche l’inglese James Gilbert Sanders, fondatore quattro anni prima della Rari Nantes Genova
ENRICO PASTEUR II – Ala sinistra, nata a Genova il 27 agosto 1882 – morto a Genova il 28 novembre 1958. Nella sua vita è stato un calciatore, allenatore di calcio nel Genoa dal 1916 al 1919, pallanuotista con il ruolo di portiere nel Genoa Waterpolo[1] 1912-1920 con il quale vinse il campionato del 1914, arbitro di calcio e di pallanuoto italiano. Era conosciuto come Pasteur II per distinguerlo dal fratello Edoardo, anch’egli calciatore ed arbitro. Di origine svizzera imparentata con il batteriologo Louis Pasteur, fu uno dei primi giocatori del Genoa Cricket and Football Club, portato a giocare nel club ligure dal fratello Edoardo. Sportivo a tutto tondo, oltre al calcio ed alla pallanuoto, praticò il motociclismo, l’automobilismo e l’atletica, disciplina in cui ottenne il titolo di campione ligure nei 100 metri piani nel 1902. 5 campionati: 1899, 1900, 1902, 1903 e 1904.
Pasteur II è il secondo atleta seduto da destra
Al primo campionato le squadre iscritte erano solamente tre, il Genoa, la Lazio e la Partenope. A causa del forfait della Lazio per protesta, il Genoa affrontò solo la Partenope che sconfisse per 4-1, aggiudicandosi il primo titolo italiano della storia. La formazione del Genoa campione 1912: Ernesto Ghiorzi, Davide Baiardo, Agostino Frassinetti, Gavoglio, augusto Massa Paganelli I, Paganelli II, Vittorio Semirile e Strassera.
Il Genoa, campione in carica, affronta il suo secondo campionato italiano, concludendo il campionato a tre con una vittoria e un pareggio, così da piazzarsi al primo posto con il massimo del punteggio e acquisendo per la seconda volta consecutiva il titolo di Campione d’Italia. La formazione del Genoa campione 1913: Bertorello, Federici, Ercole Boero, Giancarlo Massola, Mario Boero, AgostinoFrassinetti Gianbattista Bafico.
Il campionato del 1914, l’ultimo prima della Grande Guerra, venne disputato a Sturla e fu patrocinato da “Lo Sport Del Popolo”. Le Calottine rosso-blu, capitanate da Pasteur s’imposero ancora sulla Partenope, la Milano, la Mameli di Voltri e la Ligure Waterpolo aggiudicandosi il terzo campionato consecutivo. La formazione del Genoa campione 1914: Enrico Pasteur,Gianbattista Bafico, Ercole Boero, Mario Boero, Cangiullo, Luigi Achille Olivari ed Enrico Rossi
Il campionato del 1919 è il primo campionato disputatosi dopo la pausa dovuta a motivi bellici. Il Genoa è la squadra campione in carica, vincitrice di tutti e tre i precedenti titoli messi in palio. Al torneo partecipano la Rari Nantes Milano e lo Sport Club Italia. Al termine del torneo il Genoa si piazza al primo posto, conquistando il quarto titolo della sua storia. La formazione del Genoa campione 1919: Nielsen, Bertoli, Gianbattista Bafico, Strasera, Rolla Luigi Achille Olivari3 e Vassalo 1.
Il suo sogno è quello di entrare in vasca per difendere i colori della nazionale azzurra, ma per fare ciò il pallanuotista Niccolò Rocchi è consapevole del tanto lavoro che c’è da fare e lui non si tira indietro. Vuole diventare un esempio per i giovani.
Tuttavia la professionalità e la dedizione di Niccolò ha preso il sopravvento e ora è soddisfatto di come si sta evolvendo la sua stagione, nella sua prima esperienza estera.
Come ti stai trovando a Nizza?
Mi sto trovando molto bene, siamo una squadra molto giovane e possiamo crescere ancora molto. Per me è sicuramente un’ottima esperienza finora positiva perché sto giocando molto. Sto crescendo tanto anche a livello mentale dato che le mie responsabilità in acqua aumentano essendo “straniero”, tuttavia c’è ancora molto da lavorare a testa bassa.
Com’è stato lasciare l’Italia e il campionato italiano?
Posso ribadire che lasciare l’Italia e il campionato italiano mi è dispiaciuto molto. Comunque sia ho guardato il lato positivo nel poter fare un’esperienza estera sotto tutti i punti di vista. Penso di essere già migliorato in molti aspetti.
Il tuo sogno è comunque quello di tornare in Italia, magari proprio a Trieste?
Penso che il campionato sia il secondo più bello e competitivo a cui ogni giocatore possa ambire. A fine stagione valuterò la decisione da prendere. Trieste è sempre nel mio cuore. La società friulana mi ha dato tanto in due anni: la possibilità di crescere e giocare a livelli alti.
La cosa positiva di Nizza è che non dista molto da Imperia (la tua città), ti facilita questo aspetto?
Si Nizza-Imperia distano 40 minuti in macchina anche sono non torno molto a casa. Però sapere che la mia famiglia è ad un passo da me mi ha aiutato e facilitato molto all’inizio.
Ci sono altri italiani in squadra?
Sono l’unico italiano in squadra, ma ho trovato un altro italiano nel club che è Marco Fusco. È allenatore delle giovanili. Lui in primis è sempre a disposizione per offrirmi aiuto, è una persona eccezionale a cui sono molto grato.
Tutto sommato ti senti parte del gruppo?
Diciamo che all’inizio ho fatto un po’ di fatica non parlando bene la lingua. Tuttavia far parte di una squadra aiuta sicuramente: quando si scende in acqua si muore l’uno per l’altro. Ora ho legato molto con i miei coetanei diciamo, gli sto insegnando l’italiano (ride, ndr). Cerchiamo almeno di svagarci insiemi fuori dalla piscina.
La preparazione alle partite è simile a quando eri in Italia?
Diciamo che la preparazione è quasi simile. In Italia si lavora molto sulla tattica. Sono convinto che anche qui un po’ di tattica in più non guasterebbe. In Francia si punta di più sulla preparazione fisica e atletica.
Qual è l’obiettivo stagionale della società?
L’obiettivo attualmente è qualificarci per i play-off scudetto (accedono le prime 4 squadre). Stiamo combattendo con il Montpellier, per aggiudicarci l’accesso.
Capitolo nazionale, hai avuto modo di indossare la cuffia con le categorie minori. Al settebello ci pensi?
Si diciamo che ho fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili. Il settebello penso sia l’obiettivo per ogni pallanuotista, non ho ancora avuto occasione di essere chiamato, vorrà dire che c’è ancora molto da lavorare, quindi testa bassa e macinare.
Hai qualche sogno sportivo da realizzare?
Il mio sogno è magari in futuro diventare una bandiera per qualche squadra ed essere un esempio per i più giovani.
Cosa si prova quando si entra in vasca per difendere i colori azzurri?
È una sensazione unica, porti in giro per l’Europa e per il Mondo il nome della tua nazione. Spero un giorno di rivivere queste emozioni.
Per il futuro cosa ti aspetti?
Spero di continuare a giocare a questo sport il più a lungo possibile e magari riaffacciarmi al mondo dello studio. Non si sa mai, chi vivrà vedrà!
È uno degli astri nascenti della pallanuoto italiana a livello nazionale e internazionale. Ha preso parte al settebello Under 23 della nazionale e si è affermato nelle acque del Trieste.
Si tratta del difensore classe 1996, Niccolò Rocchi, il quale, per una serie di motivi, si è trasferito nel campionato francese e giocherà la prossima stagione con la cuffia del Nizza.
In effetti la scelta di andare a giocare in Francianon è stata presa molto bene da parte del pallanuotista ligure che si è trovato tra l’incudine e il martello. Proprio Rocchi era appieno nel progetto della Pallanuoto Trieste per la stagione, dopo le ultime buone annate. Purtroppo il cartellino dell’atleta è in mano alla società d’origine, l’Imperia. Negli ultimi anni la società ligure lo ha mandato in giro con le modalità del prestito, tra l’altro a cifre spropositate.
La notizia di un interessamento da parte del Nizza ha fatto ben pensare Rocchi di accettare, così da sfruttare il regolamento che prevede lo svincolo da una società italiana se si fa un’esperienza lontano dall’Italia. In effetti l’idea di accettare il progetto francese è proprio quello di svincolarsi dai doveri contrattuali con l’Imperia così da poter esser libero per la prossima stagione.
In effetti la carta d’identità è dalla sua parte e in futuro potrà decidere con più tranquillità il da farsi. In realtà l’idea è quella di tornare a Trieste perché si è sentito a casa e ha avuto modo di crescere con costanza e diventare punto fermo. Infatti, Niccolò Rocchi, nonostante i soli 21 anni ha dimostrato di essere un atleta di qualità e quantità.
Tuttavia c’è da capire come potrà ambientarsi nella città della Costa Azzurra che, tra l’altro, già ospita un altro sportivo italiano, il calciatore Mario Balotelli.
Tra le note positive di questa futura avventura francese è che non dovrà spostarsi molto da casa, data la vicinanza geografica tra Imperia e Nizza.
La nostalgia per l’addio al capoluogo friulano è racchiuso in un post di poche righe.
Una grave perdita per la squadra allenata dal mister Miroslav Krstovic, che, per tappare il buco della perdita di Rocchi, ha acquistato Nino Blazevic, difensore croato classe ’92, con un’ultima esperienza in Romania.
Bastava un pari per accedere ai quarti di finale, ma la Nazionale femminile di pallanuoto è stata travolgente. Tre gare vinte su tre nel girone di qualificazione, battuta nettamente la Cina per 15-8, triplette di Aiello, Palmieri e Bianconi, pass per i quarti, in programma lunedì 24 luglio alle ore 14.50. Il Setterosa aveva già sconfitto la Cina in un’amichevole di preparazione alla rassegna mondiale con un 10-4 ottenuto a Ostia.
Eppure l’Italia allenata da Conti inizia male, subendo gol dopo soli 26 secondi da Xiong Dunhan. In realtà passato lo spavento, il Setterosa prende il controllo della gara, grazie al parziale azzurro firmato Garibotti, Picozzi e Aiello. Doppietta di Bianconi e gol di Queirolo a tenere la Cina a distanza di sicurezza, così si arriva nel terzo periodo e non c’è partita più partita: 6-0 per l’Italia e il match si chiude con un tempo di anticipo. Poi lo show di Palmieri con tre gol in otto minuti.
ITALIA-CINA 15-8 ITALIA: Gorlero, Tabani 1, Garibotti 1, Queirolo 1, Radicchi 1, Aiello 3, Picozzi 1, Bianconi 3, Emmolo, Palmieri 3, Cotti 1, Dario, Lavi. Allenatore: Conti. CINA: Peng Lin, Bi Yanan, Mei Xiaohan 1, Xiong Dunhan 1, Niu Gannan, Guo Ning, Nong Sanfeng, Zhang Cong 1, Zhao Zihan 1, Zhang Danyi, Chen Xiao 3, Zhang Jing 1, Shen Yineng. Allenatore: Gong Dali. ARBITRI: Naumov (Rus), Stavridis (Gre). NOTE: Parziali 3-2, 4-2, 6-0, 2-4. Nessuna giocatrice è uscita per limite di falli. Superiorità numeriche: Italia 7/9 + un rigore; Cina 2/5 + un rigore. Spettatori 500 circa
E’ finita con un sospiro di sollievo, tanta paura e tanti applausi. Ma che spavento per alcuni ragazzi che se ne sono infischiati del divieto di balneazione e delle acque agitate, tuffandosi e andando a largo. Salvo poi trovarsi in difficoltà. Per loro fortuna, oltre ai bagnini, c’erano tre ragazze che nell’acqua ci vivono e ci passano la maggior parte delle ore della loro giornata: Elisa Queirolo, Rosaria Aiello e Aleksandra Cotti, tre azzurre del Setterosa di pallanuoto.
Le ragazze erano sulla spiaggia di Borgo Marina di Porto Maurizio, vicino a Imperia in Liguria, per un meritato risposo pomeridiano dopo la vittoria in amichevole del Setterosa contro la Grecia per 11-10. Nonostante le bandiere rosse issate, alcuni ragazzi stranieri si sono tuffati ugualmente, ma le onde minacciose e grosse li hanno spinti mettendoli in difficoltà. Così le tre ragazze, assieme ai bagnini della spiaggia, capito il pericolo si sono tuffate per riportare tutti a riva, sollecitate anche da un luogotenente della Capitaneria di porto.
Al di là della tensione di quei momenti, è stato emozionante rendersi utili in questo modo e la cosa più bella è il ringraziamento del ragazzo straniero che mi ha abbracciato piangendo spaventato per l’accaduto
E’ il commento di Queirolo, capitano della Nazionale di pallanuoto e vincitrice del campionato italiano col Plebiscito Padova. Il Setterosa di Fabio Conti resterà in Liguria per poi trasferirsi a Siracusa e quindi dal 30 parteciperà a un torneo a Bilbao, in Spagna. Obiettivo: preparare al meglio i Mondiali di Budapest.
Il ritornello del tormentone dell’estate 2015 di Giusy Ferreri era “Volerei da te, da Milano fino a Hong Kong, passando per Londra, da Roma e fino a Bangkok”. In effetti questa strofa è anche un po’ la sintesi dell’avventura dell’attuale allenatore della nazionale femminile pallanuoto della Thailandia,Daniele Ferri, che nel 2013 ha iniziato la sua esperienza sulla panchina del setterosa Thai. Laureato in Economia e dipendente in un’azienda informatica, il giovane toscano lascia l’Italia per la volta di Bangkok per inseguire il sogno di diventare allenatore di pallanuoto. Il sogno è poi diventato realtà, condito anche con i successi ottenuti in vasca come la storica medaglia d’oro aiSea Games del 2015 a Singapore. Daniele Ferri prima di essere tecnico della nazionale asiatica, seppur sempre appassionato di pallanuoto, aveva allenato solamente per hobby nel tempo libero quando era a Prato.
Com’è partita questa avventura, lasciare improvvisamente l’Italia per la Thailandia?
È nato tutto per caso, io sono venuto in Thailandia prima per una vacanza e in seguito la dirigenza della squadra ha chiesto a un mio amico se avesse potuto aiutare loro alla ricerca di un head coach per la Nazionale femminile. Un progetto nuovo, che sarebbe partito da zero. Beh! Mi hanno contattato e non ci ho pensato su due volte.
Come si trova in Thailandia?
Molto bene. Chiaramente ci sono usi e costumi molto diversi dai nostri. Reputo la Thailandia un Paese bellissimo, proprio come l’Italia, entrambe però hanno altri tipi di problemi purtroppo.
Com’è stato il primo approccio con la squadra? Come comunica con loro?
Da parte mia c’è stato un approccio poco democratico, direi prevalentemente “autoritario”. Sapevo benissimo che per ottenere subito dei risultati le ragazze dovevano seguirmi, a volte con le buone a volte meno. Proprio perché ho cercato di inculcare il lavoro e il sacrificio. In allenamento comunico in lingua Thai, quando faccio delle riunioni parlo in inglese.
Oggi invece come procede il lavoro? Come definisce le sue ragazze?
Il progetto prosegue bene, la squadra è in crescita sempre e posso confermare che un giorno raggiungeremo una maturità tale da potercela giocare con squadre di livello top. Le due sedute di allenamento quotidiane affiancate a tre giorni di palestra con personal trainer e a un giorno di riposo ci aiutano a migliorare il nostro livello. In effetti ad oggi siamo primi nel Sudest asiatico e quinti in Asia. Le mie giocatrici le chiamo Thaigers, le tigri thailandesi (ride ndr).
Come avviene lo scouting per la ricerca di nuovi talenti?
I talenti li creiamo con il mio staff. Insieme si va alla ricerca nelle file del nuoto. Purtroppo in Thailandia ci sono pochi club e in più non seguono un iter professionistico preciso. Adesso siamo in Grecia e stiamo giocando con le migliori squadre di A1 ellenica. Siamo in gradi di giocarcela alla pari o vincere con tutte, solamente l’Olympiacos e il Vouliagmeni sono una spanna sopra, tant’è che lottano per vincere anche in Europa. Alcune delle ragazze presenti in rosa hanno iniziato da poco, adesso sono ottime giocatrici. Sono molto fiero di quanto fatto sinora.
Qual è il punto forte del suo team e invece dove c’è ancora da lavorare?
Sicuramente siamo una squadra molto veloce in contropiede e con un’attenzione particolare alla difesa. Tatticamente non abbiamo niente da invidiare a tante squadre, anche perché con il mio staff abbiamo potuto osservare diversi stili di pallanuoto nel mondo. Abbiamo rubato qualcosa da tutti. Certamente dobbiamo acquisire maggiore esperienza e giocare più partite ufficiali, anche perché la media dell’età è di 18 anni, in effetti ci sono giocatrici che hanno 15-16 anni.
Il successo ai Sea Games ti ha dato una grossa fama nel Paese, com’è stata l’esperienza?
La medaglia d’oro ai Giochi del sud est asiatico la paragono al vittoria della Premier League vinta dal Leicester di Claudio Ranieri: un mezzo miracolo. Era trent’anni che vinceva Singapore, noi siamo riusciti a spezzare questo dominio e in più l’abbiamo fatto in casa loro. Questa stagione è in programma un torneo in Australia a Sidney e poi ci sono nuovamente in Sea Games, in Malesia. L’obiettivo è quello di avvicinarsi alla top ten delle squadre più forti a livello mondiale. Per ora in Asia, Kazakhistan, Cina e Giappone ci sono superiori.
Cosa fai nel tempo libero?
Nel tempo libero cerco di fare video analisi delle partite. Mi piace molto mangiare anche se qui la cucina è un po’ troppo piccante. Mi piace molto la tradizione Thai e tutto ciò che fa parte della loro cultura antica.
Hai qualche obiettivo personale da raggiungere? Sogni magari un salto di qualità?
Vedremo, ma è difficile. Nel calcio si vedono sempre più allenatori giovani alla guida di squadre forti, purtroppo nella pallanuoto vedo sempre le solite persone. In Italia siamo fortunati ad avere grandi allenatori come Fabio Conti e Sandro Campagna. Mentre in alcuni Paesi asiatici puntano più sul nome che sulle capacità. Ogni volta vedo che vanno alla ricerca di allenatori dalla Serbia, Croazia e Montenegro. In Italia forse non ci sono i giocatori più forti del mondo, ma sicuramente ci sono i più grandi allenatori.
A proposito d’Italia, ti manca?
L’Italia è il Paese più bello del mondo, posso ribadirlo dato che ho girato tantissimo nella mia vita. Amo molto il mio Paese e mi commuovo quando sento il mio inno nazionale. Mi manca l’espresso, ormai in tutto il mondo sanno fare un discreto cappuccino ma l’espresso è buono solo da noi.