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E’ diventato popolare, o meglio virale, verso la fine del 2016, con un apice registrato nel novembre dello stesso anno. Il “Mannequin challenge” (in italiano, anche se non rende, la sfida del manichino) travolse tutto e tutti, convogliando nel web centinaia di migliaia di utenti intenti a farsi riprendere mentre rimanevano bloccati in azione come manichini e una telecamera in movimento continuava a filmare. Talmente “pop”, ovviamente, da coinvolgere celebrità e anche lo sport: nel calcio fu Jamie Vardy, l’attaccante del Leicester e della Nazionale inglese che a esultare (si fa per dire) stando fermo dopo un gol contro la Spagna.

Un’esultanza che la Ea Sport ha inserito successivamente nel gioco Fifa, ma sul rettangolo verde di calcio, qualcuno ci aveva pensato anni prima. In Italia ricordiamo ancora Mark Bresciano, centrocampista australiano, con quasi 250 presenze in Serie A tra Empoli, Parma, Palermo e Lazio. A ogni gol si irrigidiva e senza tradire sentimenti ed espressioni, rimaneva fermo, imperioso, come una statua. E “statua” fu, appunto, il suo soprannome.

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Padre italiano, madre istriana, passaporto australiano. E’ stato l’Empoli a credere per primo nel ragazzo nato a Melbourne l’11 febbraio 1980, da Prospero Bresciano (originario della Basilicata ed emigrato nell’emisfero australe da bambino con la famiglia) e da madre originaria di Antonci, nell’attuale Croazia. Mark in Australia studia, lavora e gioca a calcio. Si laurea al college ma ha già esordito nel pallone all’età di 15 anni. Si fa notare dal Carlton, prima che sia l’Empoli a scovarlo anticipando tutti nel 1999: il club lo porta in Italia assieme al connazionale Vincenzo Grella.

Con l’Empoli resta fino al 2002: per lui sono 88 partite e 19 gol. Quindi arriva il trasferimento al Parma, dove ritrova Grella. In maglia crociata resta per 4 anni, contando 145 presenze e 20 gol, includendo anche lo spareggio salvezza contro il Bologna del 2005, al quale Mark parteciperà mancando così l’appuntamento in Confederations Cup con la maglia della propria nazionale. Bresciano darà un contributo importante in quella stagione alla permanenza del Parma in Serie A, così come in tutta la sua esperienza crociata si imporrà come centrocampista abile in tutte le posizioni. Al suo primo anno, nonostante gli infortuni, con 24 presenze si rivelerà inoltre un utile acquisto sulla strada che porta il Parma al quinto posto in classifica e alla qualificazione alla Coppa Uefa.

E in questi anni prende forma la sua mitica esultanza che gli fa guadagnare il soprannome di Spartacus e che diventerà tradizione a partire dalla sua successiva esperienza in Serie A con la maglia del Palermo, nella quale segnerà 12 gol in 104 partite. La sua carriera italiana si chiude con la maglia della Lazio nella stagione 2010/11, prima di scegliere di concludere la propria attività da calciatore negli Emirati Arabi.

Mark ha avuto anche grande spazio con la nazionale australiana. Tra il 2001 e il 2015, anno del proprio ritiro, il centrocampista ha collezionato 84 gare e 13 gol, vincendo la Coppa d’Asia nel 2015. Il suo gol più bello con la maglia dei Socceroos resta questo contro il Bahrein durante le qualificazioni alla Coppa d’Asia del 2007.

3 dicembre 2017 – 3 dicembre 2018. Da quel 2-2 incredibile tra Benevento e Milan è successo di tutto. Dalla prima panchina in Serie A per Gattuso, dato sin da subito per spacciato, al gol al 95’ del portiere Alberto Brignoli, di testa, come prima di lui avevano fatto  Michelangelo Rampulla e Massimo Taibi. Il gol pazzo allo scadere che diede il primo punto in Serie A alla squadra campana dopo 14 sconfitte consecutive.

In tutte le lingue, da tutte le angolazioni, la rete del portiere di Trescore Balneario, diecimila abitanti in provincia di Bergamo, ha fatto il giro del mondo e racchiude in sé le stranezze del calcio che tanto appassionato i tifosi, ma anche la stramba e complicata stagione del Benevento: Brignoli, nella stagione 2017-2018, ha collezionato 13 presenze a singhiozzo spesso in panca per fare il posto a Puggioni e a Belec.

Dopo 365 giorni lo scenario è completamente mutato. Dopo essere diventato il terzo portiere, dopo Michelangelo Rampulla nel 1992 e Massimo Taibi nel 2001, a siglare una rete su azione in Serie A, l’estremo difensore classe 1991, nell’estate 2018 è rientrato alla Juventus prima di essere ceduto definitivamente al Palermo, scendendo quindi in Serie B. In rosanero ha esordito il 5 agosto nel secondo turno di Coppa Italia contro il L.R. Vicenza rendendosi protagonista nel vittorioso epilogo ai tiri di rigore, dopo il 2-2 dei tempi regolamentari, con due parate.

Dopo aver girovagato  negli anni precedenti tra Ternana, Sampdoria, Leganés in Spagna e poi Perugia, Brignoli a Palermo sta provando a trovare continuità: in 14 giornate nella serie cadetta, ha difeso i pali dei siciliani in 13 occasioni e lo scorso 30 novembre ha rincontrato, da avversario, proprio il Benevento.

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Una serie di incastri e piacevoli coincidenze a distanza esatta di un anno: infatti la sua rete prodigiosa contro il Milan è stata scelta come candidata al “gol più bello del campionato”, un premio organizzato dall’AIC, l’Associazione italiana calciatori, che nella serata del Gran Galà del calcio di lunedì 3 dicembre, al Megawatt Court di Milano, premia i migliori giocatori della scorsa stagione e, per la prima volta, anche la realizzazione più bella: al contrario di tutti gli altri riconoscimenti assegnati nel corso della serata, questo è l’unico in cui il risultato è determinato dalle preferenze dei tifosi, chiamati a scegliere tra 12 gol.

Sul sito ufficiale, Mauro Icardi con la rete segnata il 18 marzo contro la Sampdoria è al 24% di preferenze e subito dopo c’è proprio l’ex portiere del Benevento con il 18% di voti, seguito da Suso (rete da fuori area contro l’Udinese) con il 14%.

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Con Cagliari – Torino si chiude la tredicesima giornata di campionato e tra le persone che sicuramente saranno sotto i riflettori c’è il portiere granata Salvatore Sirigu che è un sardo doc, quindi di certo non sarà una partita come tutte le altre.

La vita calcistica dell’estremo difensore però si divide dalla sua terra d’origine. In effetti, cresciuto nella Puri e Forti di Nuoro, viene selezionato da un osservatore del Cagliari, Gian Pio Porcu, per fare un provino per i rossoblu. Il test però non soddisfa la società cagliaritana e Salvatore Sirigu viene scartato. Dopo la brutta delusione, viene aiutato proprio da Porcu, ex portiere, il quale decide di allenarlo personalmente anche per le strade della provincia nuorese. Dopo il duro lavoro viene notato da un dirigente del Venezia del patron Zamparini. Sirigu firma prima un contratto con i lagunari e poi vola a Palermo, piazza in cui si fa notare sul panorama nazionale.

Salvatore Sirigu nel Palermo

Dalla Sicilia la sua carriera impenna improvvisamente date le buonissime prestazioni, con le convocazioni anche in nazionale. A suon di milioni Zamparini lo vende al Psg degli sceicchi prima del gradito ritorno in Serie A a Torino.

Con i granata a Cagliari raggiunge quota 49 presenze. Per lui non sarà certo una gara normale dato che da piccolo era tifoso dei sardi.

Per me è sempre bello, perché mi ricorda quando da bambino andavo al Sant’Elia a vedere giocare il Cagliari. Poterci tornare, anche se da avversario, è davvero una gioia

A sognarlo ora c’è anche la Nazionale di calcio sarda, nata qualche settimana fa e che si preparerà per le qualificazioni all’Europeo delle nazionali che non sono stati del 2019.

La colonia degli italiani all’estero si arricchisce sempre di più e inoltre si può certamente dire che è l’Europa dell’est che ingolosisce gli allenatori italiani.

Dopo Andrea Stramaccioni allo Sparta Praga e Devis Mangia all’Universitatea Craiova, anche un ex mister della Serie A approda nella zona orientale del vecchio continente: Delio Rossi.

L’allenatore romagnolo ha accettato la proposta del Levski Sofia, la squadra della capitale bulgara con più tifosi e con la storia più importante.

Una nuova sfida per il mister ex Lazio e Fiorentina che, dopo due anni di pausa, ha ripreso l’attività in panchina. Il compito sarà quello di portare il Levski nella parte alta della classifica del campionato bulgaro. La partenza nelle prime tre giornate è stata incostante, così come negativa è stato il secondo turno di qualificazione all’Europa League. Il Levski, infatti, è uscito sconfitto dalla doppia sfida con i croati dell’Hajduk Spalato, ed è per questo che la società ha deciso di voltare pagina e affidare la prestigiosa panchina bulgara ad un allenatore d’esperienza come è Rossi.

L’ultima partita ufficiale di Rossi allenatore risale al 28 ottobre 2015, quando il suo Bologna perde in casa contro l’Inter e con il misero bottino di 6 punti in dieci giornate di campionato.

Ora la prima esperienza all’estero per un allenatore che comunque in Italia ha fatto bene. Dopo le stagioni positive a Lecce e a Bergamo nell’Atalanta, viene chiamato alla guida della panchina biancoceleste della Lazio del presidente Lotito. In tre stagioni nella capitale riesce a vincere la Coppa Italia nel 2008/2009.

La stagione successiva è quello dello sbarco in Sicilia, a Palermo. Il presidente “mangiallenatori”, Maurizio Zamparini, lo vuole fortemente alla guida dei rosanero. Per lui Rossi e il Palermo, la prima stagione è da incorniciare. Quinto posto in classifica e qualificazione storica all’Europa League. L’anno seguente il club decide addirittura di offrirgli la responsabilità dell’intero settore tecnico rosanero, con l’obiettivo primario di permettere un rapido ingresso dei giovani in prima squadra.
La seconda stagione però parte male con un girone d’andata da dimenticare. Viene esonerato e al suo posto arriva Serse Cosmi. Pochi mesi e Zamparini richiama alla base Rossi per cercare di raccogliere una situazione critica. La squadra raccoglie una meritata salvezza e vola anche in Coppa Italia. In finale, infatti, viene sconfitta solamente dall’Inter che passa per 3-1.

Dai rosanero alla Viola. Il tecnico di Rimini, dopo la galoppata con il Palermo, decide di volare a Firenze. L’esperienza con la società dei Della Valle è altalenante. L’addio è ancora più rumoroso a causa di fatti successi in campo.

Le ultime due esperienze in Serie A sono con Sampdoria e Bologna, non proprio due avventure da ricordare positivamente.

Ora il riscatto parte dalla Bulgaria, perché Delio Rossi vuole dimostrare di saper far bene il suo mestiere.

Dario Sette

Sarà una sfida dal sapore particolare il preliminare di Europa League che disputerà il Milan contro l’Universitatea Craiova, club che milita nel campionato Liga I romeno, guidato dall’italianissimo Devis Mangia.

Un ritorno al quanto suggestivo per la squadra allenata da Montella, che torna a calcare i campi d’Europa dopo un digiuno di tre anni. La partita non sarà sicuramente semplice perché i rossoneri si troveranno sia a smaltire ancora i carichi di una preparazione estiva lunga e difficile, che a scontrarsi con una squadra che è già più avanti dal punto di vista atletico e fisico e che, tra l’altro, è guidata da un allenatore che conosce bene il calcio italiano.

Per Mangia sarà un vero e proprio derby dato che è nato a Cernusco sul Naviglio ed è cresciuto con il mito di Arrigo Sacchi.
L’ex ct dell’Under 21, inoltre, è un pupillo dello storico allenatore del Milan dei campioni olandesi soprattutto per lo schema di gioco molto simile a quello del mister emiliano.

La prima delle due sfide si terrà in Romania il 27 luglio allo Stadionul Extensiv di Craoiva (7mila posti), mentre le replica a San Siro sarà il 3 agosto.

La squadra di Montella, che tanto sta facendo parlare di sé per quanto riguarda il calciomercato, dovrà battere i romeni per raggiungere la fase a gironi dell’Europa League. Proprio la competizione continentale è un obiettivo alla portata per la squadra rossonera che, deve lasciarsi alle spalle la telenovela Donnarumma (oramai chiusa con il rinnovo del contratto) e tutte le vicende del mercato che sinora hanno portato 9 acquisti (quasi 10 con il sì di Bonucci).

Per quanto riguarda il CSU Craiova, mister Mangia è alla guida del club da pochi mesi e proprio oggi, giorno del sorteggio di Europa League, parte in campionato contro il Poli Iasi.

Il tecnico ha accettato la sfida di allenare lontano dall’Italia, dopo le ultime parentesi poco incisive. La Romania è un campionato che sta crescendo e tuttavia Mangia non è l’unico allenatore italiano che sta insegnando calcio nell’Europa dell’est. Obiettivo della stagione è sicuramente migliorare il quarto posto dello scorso anno oltre che, magari, fare bene in Europa.

Prima di volare in Romania, Mangia ha girovagato un bel po’ di piazze calcistiche italiane di Serie A e B.
Dopo esser maturato nelle giovanili di molte realtà lombarde, è nella Primavera del Varese che si mostra un allenatore caparbio tanto che riesce a raggiungere la finale del campionato, persa contro la Roma.
A fine stagione il direttore sportivo dei lombardi, Sean Sogliano, lo porta con sé nella Primavera del Palermo del presidente Zamparini. Da qui poi l’esordio in prima squadra, dopo l’esonero di Stefano Pioli.

Una stagione in Sicilia e poi l’avventura con la Nazionale Under 21. L’esperienza è stata abbastanza positiva, peccato per la sconfitta in finale all’Europeo 2013 contro la Spagna.

Dopo la panchina azzurra, diverse apparizioni negative con Spezia, Bari e Ascoli, fino alla firma con la società romena.

Nella rosa dei rumeni c’è un’altra vecchia conoscenza del calcio italiano, il centrocampista Fausto Rossi, scuola Juventus, annunciato la scorsa settimana. Sulla trequarti, invece, giostrerà Gustavo Vagenin, classe 1991, che in Italia abbiamo ammirato in Lega Pro tra Salernitana, Novara e Lecce. Per il Milan un avversario ampiamente alla portata, ma che nasconderà qualche insidia.

Dario Sette

Si svolgerà a Palermo la 16esima edizione dei Mondiali di Orienteering (per terza volta in Italia), dal 22 al 28 aprile prossimi.

I numeri di questo evento dimostrano l’importanza a livello internazionale: 27 nazioni partecipanti dalla Francia alla Nuova Zelanda passando per la Cina, Svezia, Israele e Turchia, in tutto 800 atleti per 146 squadre accompagnate da altrettanti insegnati per un totale di 306 camere d’albergo prenotate, 1050 biglietti aerei e 20 pullman. Saranno 5 le scuole locali coinvolte nell’organizzazione che vedranno impegnati 100 volontari a fare da supporto e guide.

La manifestazione, che il sindaco di Palermo Orlando ha voluto dedicare a Peppino Impastato, avrà inizio domenica 23 con la cerimonia di apertura e si concluderà giovedì 27 aprile nel Bosco di Ficuzza con la cerimonia di chiusura e le premiazioni.

“Questo è uno sport praticato da un milioni di persone e lo considero significativo perché si fa all’aperto, con una qualità di competizione in cui non è importante il tempo che ci si impiega ma il contesto è il riuscire a tenere insieme la testa, il pensiero” ha sottolineato la ministra dell’istruzione Fedeli introducendo la conferenza stampa da padrona di casa.

“Poi c’è una importante capacità di apprendimento e una opportunità di incontro e scambio per i nostri ragazzi con quelli di altri Paesi” ricordando così la giornata del 26, dedicata alla cultura con un incontro tra le diverse delegazioni presenti. “Questa è l’attività più sportiva delle attività scolastiche ed è legata alla vita di ogni giorno. In questa disciplina sportiva c’è un richiamo all’importanza dell’autostima” ha sottolineato il sindaco di Palermo Orlando. “L’autostima è la anche la risorsa straordinaria del nostro territorio: Palermo è la quarta città turistica d’Italia, nel 2018 saremo capitale italiana della cultura, si passerà così da capitale della Mafia a capitale della Cultura e dei giovani”.

 

Scende fiero e orgoglioso per le strade di Palermo, si ferma nello storico mercato della Vucciria, parla con i tifosi rosanero e mostra il suo nuovo, ultimo, tatuaggio, il logo del Palermo Calcio del 1979. Un’aquila nera stilizzata con la sciarpa rosa. Sotto al capezzolo sinistro. Dovrebbe essere il suo tatuaggio numero 60, ma chissà.

Paul Baccaglini è un’incognita. Dai primi giorni di marzo è il nuovo presidente del Palermo e di per sé sarebbe già una grande notizia: Maurizio Zamparini, dopo un’egemonia di 15 anni (la più lunga presidenza nella storia palermitana), si è esonerato.
Sì perché da buon mangia-allenatori, con lui a capo della società ci sono stati 46 cambi di panchina, nove solo nella stagione 2015-2016. Nel turbinio di cambi, però, Zamparini verrà ricordato anche come il presidente che è riuscito a portare il Palermo in Serie A e a mantenerlo, facendo vivere grandi emozioni al Barbera.

 

Ma con più di un passo, ormai, in Serie B, e con una stagione che verrà ricordata con un sorriso per il simpatico scambio di simpatie tra la società siciliana e la scuderia della Force India di Formula 1,  tifosi del Palermo vorrebbero avere certezze e conferme sulla nuova presidenza e su un personaggio davvero particolare. Il suo variopinto curriculum oscilla tra spettacolo, tv e studi: Paul è un italo-americano di 33 anni nato e cresciuto in America da padre americano e madre italiana.

E’ arrivato in Italia quando aveva 15 anni, seguendo la mamma che si era separata dal marito, ha terminato gli studi e poi si è ritrovato prima in radio a Rtl 102.5 poi in televisione a Italia 1, vestito total black come personaggio scomodo de “Le Iene”.
Qui ha conosciuto il siciliano Pif e sempre nel mondo dello spettacolo ha conosciuto la sua attuale compagna, la brasiliana ex-velina Thais. Anche per questo si è tatuato sul petto una bandiera brasiliana con la scritta “obrigado” (grazie). Lo sport è entrato nella sua vita da ragazzino giocando a basket a Padova anche a discreti livelli.

E’ giovane, abbastanza folle e sognatore, può dare la giusta adrenalina per tirar fuori dal pantano il calcio rosanero. Sembra avere idee chiare: nuovo stadio, nuovo centro sportivo e concorso per le start-up.
Ma è solo fumo negli occhi?  Baccaglini è stato definito imprenditore, ma poco o nulla filtra su chi ci sia dietro le sue spalle nell’acquisizione del Palermo. E’ co-fondatore di Integritas Capital, fondo d’investimenti, il cui sito è riservato e consultabile solo su invito. La società è inattiva dal 30 novembre del 2015 con 1.000 sterline di capitale. Ad aumentare la foschia ci pensa anche Zamparini che non ha voluto rivelare la cifra sborsata dagli acquirenti per comprare la società e un comunicato dello stesso Palermo che in confronto la nota e celebre supercazzola di Amici Miei è lapalissiana:

Integritas Capital è un fondo che in meno di cinque anni si è imposto come ’boutique investment solution’ con clienti in ogni parte del mondo. Inizialmente si è dedicato ad asset management e wealth management diversificando il portfolio dei propri clienti su strategie di basso e medio rischio spalmati su equity, futures and options. Da questa base il fondo ha allargato le proprie soluzioni alla ri-capitalizzazione corporativa e private equity fino a toccare venture capital investments. L’obiettivo è stato quello di individuare opportunità nei mercati liquidi e capitalizzare sul ‘re-adjustment’ dei prezzi

Boh. Va detto che Baccaglini e Zamparini si sono conosciuti l’anno passato quando il patron ex-Venezia era in trattativa con Frank Cascio, tra le altre cose manager di Michael Jackson. Paul faceva da intermediario, ma la faccenda sfumò con un nulla di fatto. Ora l’ex-Iena è tornato alla carica agguerrito.

Insomma umorismo, autoironia e voglia di ben fare sicuramente non mancano a Paul che è chiamato a dare risposte alle tante domande e incertezze. Dopo la scoppola per 4-0 contro il Milan e la strigliata alla squadra Baccaglini ha esonerato l’allenatore Diego Lopez affidando la panchina a Diego Bortoluzzi: Paul non vorrai emulare Zamparini?

Una rivoluzione total-pink tra calcio e Formula 1. Dalle divise del Palermo (storico club legato al rosa e al nero) alla…Force India. Se vi è sfuggito il cambio radicale di colore durante la presentazione della monoposto indiana a inizio stagione, sicuramente non è passato inosservato il notevole colpo d’occhio durante il primo Gp di Melbourne vinto da Vettel e dalla Ferrari.
Nel giorno del trionfo della rossa, a spiccare è anche il rosa! Per ragioni di sponsor, infatti, la livrea 2017 della Sahara Force India è totalmente rosa, abbandonando la precedente veste nera alternata tra verde, arancione, bianco e sfumature d’argento.

Curioso, colore non banale e insolito. Tra sportivi, ovviamente, ci si intende, così, a partire dal 14 marzo è nata un’amicizia tutta “social” tra la scuderia dell’imprenditore e politico Vijay Mallya e la squadra di Serie A del nuovo presidente Paul Baccaglini. Il tutto, come detto, è iniziato su Twitter, così:

Il Palermo, ovviamente, ammaliato risponde: «Complimenti per la scelta, che splendidi colori!»Scocca un simpatico e inatteso gemellaggio tra Sicilia e India. La storia diverte e diventa virale così tifosi e appassionati attendono nuovi gesti d’affetto.
Uno arriva già il giorno dopo, il 15 marzo. Il Palermo decide di fare un regalo, mostrando questo video. Il macedone Ilija Nestorovski, piacevole sorpresa di questa stagione travagliata all’ombra del Barbera, mostra l’esultanza al suo prossimo gol:

Sale l’attesa, ma il Palermo cade rovinosamente a Udine, travolto 4-1 dall’Udinese (va a segno Sallai). C’è di mezzo, poi, la pausa delle Nazionali: insomma, è tutto rimandato chissà quando.
In realtà venerdì 24 marzo, mentre l’Italia di Ventura proprio a Palermo vince 2-0 sull’Albania, a Vaduz si gioca Liechtenstein-Macedonia e il bomber rosanero va in rete due volte. E mantiene la promessa per la gioia della scuderia di Formula 1 che esulta assieme:

Arriviamo al Gran Premio di Formula 1 in Australia, come detto, il primo della stagione. Se in Italia si celebra il trionfo di Sebastian Vettel e il quarto posto di Kimi Raikkonen alla guida della Ferrari, dopo la neonata amicizia, qualche curioso e appassionato è andato a sbirciare la classifica per vedere in che zona si è piazzata la Force India: Sergio Perez ha termina in settima posizione, mentre Esteban Ocon, decimo.
Un buon inizio a cui seguono i complimenti del Palermo che annuncia a tutti gli appassionati una curiosa sorpresa durante la giornata: nel box della scuderia indiana arrivano due maglie del Palermo con tanto di nomi dei piloti che si sono improvvisati calciatori palleggiando qua e là:

Adesso, dopo i complimenti e i messaggi di stima, rimane una domanda: continuerà il gemellaggio tutto social tra Palermo e Force India? Vedremo…