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Olimpiadi di Pechino

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Pyeongchang e le sue Olimpiadi invernali ci salutano così: con un medagliere ricco e unico nel suo genere per le sorprese e i record, e una cerimonia di chiusura spettacolare ed emozionante come quella di apertura.

Ma partiamo dai protagonisti di questi XXIII Giochi Invernali che hanno conquistato la scena dal 9 al 25 febbraio, alternando momento di sport a momenti di vita e rendendoci partecipi anche di storie di grande effetto che hanno reso più avvincente questa edizione.

È la Norvegia che ha fatto da protagonista assoluta in diversi sport e che si guadagna la prima posizione del medagliere. Chiude questa competizione olimpica con 39 medaglie, di cui 14 ori, 14 argenti e 11 bronzi.

Un record assoluto che la elegge la Regina di Pyeongchang, capace anche di battere il record degli Stati Uniti ottenuto a Vancouver nel 2010, con un totale di 37 medaglie.

Gli atleti norvegesi hanno ottenuto un risultato storico! E fra tutti festeggia Marit Bjoergen, fondista che entra nella storia come la più vincente della storia delle Olimpiadi.

Nella sua carriera si è aggiudicata ben quindici medaglie olimpiche: 8 ori, 4 argenti e 3 bronzi. Un vero trionfo per il suo paese già leader nel medagliere olimpico 2018.

Al secondo posto troviamo una Germania che equivale la Norvegia per medaglie d’oro ma totalizza meno argenti (10) e bronzi (7). Un ottimo risultato che gli fatto quasi sfiorare la prima posizione.

In terza posizione domina il Canada con 29 medaglie complessive, di cui 11 ori, 8 argenti e 10 bronzi.

Ma in questa edizione a cinque cerchi in Corea del Sud, celebre per essere la prima in cui ben 30 paesi diversi hanno vinto la medaglia, un posto d’onore spetta anche alla nostra Italia, che si piazza al dodicesimo posto e ci regala 10 medaglie, con i tre ori delle tre donne azzurre protagoniste (Fontana, Moioli, Goggia).

Infine, il paese ospitante, la Corea del Sud, si trova alla settima posizione con 17 medaglie e può salutare le Olimpiadi con orgoglio, passando il testimone alla Cina, prossima destinazione della torcia olimpica per le discipline invernali.

Le Olimpiadi della Pace, come molti le hanno battezzate, chiudono i battenti con una cerimonia di chiusura emozionante. Le future Olimpiadi di Pechino vengono presentate in modo plateale, facendo danzare figure di panda luminose e creando un gioco di luci davvero unico.

Si è spento il braciere, si è sventolata la bandiera olimpica e si ufficializzato il passaggio di consegne a Pechino: l’appuntamento con l’edizione XXIV edizione è fissato per il 2022.

E per quanto riguarda il nostro paese ecco come l’Italia ha salutato Pyeongchang, con la nostra portabandiera Carolina Kostner:

Una carriera ricca di successi e una grinta da vendere: ecco chi è Rosalba Forciniti, che sin da piccola ha iniziato ad amare il judo e non l’ha più mollato. Questo sport è diventato parte della sua vita e gli ha regalato non poche soddisfazioni.

Dal suo esordio ha collezionato una serie di trofei: oro nel 2003 ai Campionati europei di judo juniores, oro nel 2008 nei campionati mondiali under23 e oro a squadre e argento individuale agli Europei di Vienna nel 2010. Ma la lista è ancora lunga e arriva fino alla medaglia di bronzo nel 2012 alle Olimpiadi di Londra.

Qui si interrompe la sua carriera in ascesa, ma non per problemi fisici (come era capitato nel 2008 quando a causa di un infortunio non ha potuto partecipare alle Olimpiadi di Pechino) ma per maternità. Diventa mamma di due bellissimi bambini e si allontana momentaneamente dalle palestre.

Ma adesso è pronta per tornare in pista, più determinata e carica che mai, come lei stessa afferma in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport:

Ho avuto due figli, quindi per forza di cose mi sono dovuta fermare. Ora però sono tornata ad allenarmi e già a gennaio salirò sul tatami per i campionati italiani assoluti a Roma. Non vedo l’ora!

Ed è proprio decisa a far parlare ancora del suo talento, magari riuscendo a trasmettere questa passione anche alle generazioni future. Secondo il suo punto di vista attraverso le opportunità che i giovani hanno oggi è più facile avvicinarsi a questo mondo e fare esperienze importanti, come quella prevista in Giappone per gli italiani che possono allenarsi in una delle patrie di questa realtà.

La presenza di grandi campioni al loro fianco, in particolare chi non gareggia più, aiuterebbe molto le nuove promesse del judo a imparare le basi tecniche che fanno la differenza. Alcuni nomi? Fabio Basile e il campione del mondo Hifumi Abe sono per lei al momento i più forti in questa disciplina sportiva e possono essere un valido esempio per i giovani.

E alla domanda “Perché un bambino dovrebbe far judo?” ecco le sue parole: 

Per lo stesso motivo per cui l’ho fatto io! Il judo mi ha dato tanto: divertimento, passione, adrenalina. Poi per un bambino dona uno sviluppo armonico del corpo, del movimento, regole da seguire…. Tante volte ho pensato, durante il mio percorso, di smettere, ma il judo quando ti entra dentro è un amore troppo grande per non praticarlo per tutta la vita

E proprio lei in prima persona dimostra quanto la passione per il judo sia forte quando entra nella propria vita. Dopo ben 5 anni di stop torna ad allenarsi e a gareggiare: vedremo quali altre soddisfazioni sarà in grado di regalarci.