Tag

nizza

Browsing

Nessuna tolleranza per gli insulti. Che siano di natura razzista o sessista. Continua la linea dura della Lega francese contro quei tifosi che si rendono protagonisti di cori e striscioni indecorosi. Ieri, mercoledì 28 agosto, ha sospeso il derby della Costa Azzurra, tra Nizza e Marsiglia, partita di cartello della Ligue1. Uno stop di una decina di minuti, tra il 26′ e il 37′ del primo tempo. E stavolta, l’arbitro della gara Clement Turpin ha deciso di mandare entrambe le squadre negli spogliatoi.

Il tempo di invitare gli ultrà locali a ritirare uno striscione dai toni ambigui e soprattutto per far cessare i ripetuti “vaffa”, rivolti alle istituzioni, che riecheggiavano in curva. C’è voluto anche l’intervento dei giocatori del Nizza per calmare i tifosi e permettere al direttore di gara di riprendere la partita. Patrick Vieria, attuale allenatore del Nizza, ha appoggiato la sospesione e Marlène Schiappa, segretario di Stato francese per le pari opportunità tra donne e uomini, si è complimentata con l’arbitro tramite un tweet, sottolineando che il calcio è passione e non odio

 

Nei primi due turni di campionato, sui rapporti di arbitri e delegati sono finite un paio di dozzine di segnalazioni, secondo il protocollo di lotta alle discriminazioni, e il piano di lotta all’omofobia approvato di recente da Lega, Federazione e Ministero dello Sport.

 The referee stops play after seeing the banners

Proprio non ce la fa Mario Balotelli a fare quel definitivo salto di qualità. L’anno prossimo compirà 30 anni, ma a più di 10 anni dalla sua esplosione, resta l’eterno incompiuto. La sua avventura a Nizza è prossima alla conclusione. L’allenatore Patrick Vieira, ex stella francese dell’Arsenal, l’ha scaricato senza troppi giri di parole. «Ci abbiamo provato, ma è stato un fallimento», sarebbero le parole del tecnico transalpino. Un pensiero che accomuna tanti addetti ai lavori sulla carriera mai pienamente decollata di Balotelli.


L’attaccante italiano sarebbe a un passo dal Marsiglia allenato da Rudi Garcia. Il corteggiamento dell’Olympique risale già alla scorsa estate, poi non se ne fece più niente. Balotelli lascerebbe Nizza dove è approdato a parametro zero nel 2016. Per lui, finora, 76 presenze e 43 reti. Un bottino niente male, rimpinguato soprattutto durante la scorsa stagione, forse la migliore dell’ex Inter e Milan. In 38 partite realizza 26 reti che tuttavia non bastano a far qualificare il Nizza in Europa.


L’arrivo di Vieira in Costa Azzurra ha complicato i piani di Balotelli. Tra l’ex centrocampista, tra le altre, anche di Milan, Inter e Juventus e l’attaccante italiano il feeling non è mai sbocciato. Nei primi mesi della stagione Supermario ha collezionato solo 10 presenze, spesso da subentrante, senza mai andare a rete. La rottura col Nizza ha fatto precipitare il prezzo del suo cartellino che ora varrebbe solo un milione e mezzo di euro. Così Mino Raiola sta correndo ai ripari per rilanciare uno dei pezzi pregiati dei suoi assistiti. Il Marsiglia sarebbe la settima squadra di una carriera quanto mai tormentata.

Balotelli ha infatti indossato le maglie di Lumezzane, Inter, Manchester City, Milan, Liverpool e Nizza. Nel mezzo la maglia azzurra non è stata mai definitivamente accantonata. Dopo l’exploit a Euro 2012 con Prandelli, il bad boy era finito nel dimenticatoio con Conte e Ventura. L’arrivo sulla panchina della Nazionale di Mancini ha riacceso le speranze di convocazione. Mario è stato infatti chiamato dal suo mentore nelle prime amichevoli del Mancio in azzurro contro Arabia Saudita, Francia e Olanda. Balotelli aveva anche firmato il primo gol della Nazionale di Mancini contro i sauditi. Poi l’inizio deludente di stagione a Nizza aveva fatto precipitare le sue quotazioni anche in azzurro. Ora Marsiglia per riconquistare quel talento spesso sprecato e gettato via.

Da un ristorante di Nizza ai campi d’allenamento del Leicester City.

Può sembrare un racconto grottesco ma è la vera storia che è capitata a Davide Lorenzo, 24enne ex attaccante cresciuto nelle giovanili del Torino e poi trasferitosi alla Juventus.

Il giovane ha vissuto sulla sua pelle un’esperienza unica e quasi irreale.
Dopo aver fatto di tutto per esaudire il  di giocare a calcio, ha vissuto momenti bui in cui ha deciso di mollare tutto e fare altro.

Davide si trasferisce in Costa Azzurra per seguire la compagna Noemi. A Nizza ha bisogno di lavorare, a causa anche dei risparmi spesi per il calcio, e trova un impiego come cameriere in uno dei ristoranti più famosi della città.

Una sera di qualche settimana fa tra gli ospiti c’è il proprietario del Leicester, Vichai Srivaddhanaprabha, e da quel giorno qualcosa è cambiato.

Davide si catapulta a conoscerlo e impiega pochi minuti di tempo a raccontargli la sua vita e la sua sfortunata esperienza nel mondo del calcio: le giovanili a Torino, i trasferimenti in club di C2 e della D, e anche avventure estere in campionati minori di Norvegia, Malta, Belgio, Svizzera e Stati Uniti. In Usa ha avuto modo di fare provini con i NY Cosmos e NY Red Bulls, ma la repentina scadenza del visto non gli ha permesso di restare oltreoceano.

In sintesi: esperienze con pochi risultati.
Ma Davide non molla e non appena può coglie l’occasione per farsi notare così com’è successo con il proprietario thailandese del Leicester.

Vichai, durante la cena, ascolta incuriosito la storia dell’italiano e senza mezzi termini gli propone di fare un provino per la sua squadra. Il presidente lo invita a sue spese in Inghilterra per offrirgli un’altra possibilità nel mondo del calcio.

Nel giro di tre giorni, il 24enne vola oltremanica e si arruola con la squadra delle riserve, con l’opportunità di allenarsi assieme ai titolari, sotto gli ordini del tecnico francese Puel. Il mister nota la voglia di fare e d’imparare di Davide e gli consiglia di non mollare.

A Leicester si è fatto subito apprezzare anche da molti giocatori tra cui Jamie Vardy, che gli ha anche regalato una maglia, e il giapponese Okazaki.

Un altro sogno di un altro italiano a Leicester. Dopo Claudio Ranieri, che ha regalato una storica Premier League ai tifosi Foxes, l’arrivo di Davide Lorenzo che vuole riprendersi il suo futuro.

Acclamato, osannato ma anche discusso e contestato: Mario Balotteli, o Super Mario come molti lo hanno ribattezzato, non ha mai nascosto di essere particolarmente sensibile al discorso del razzismo.

Il calciatore del Nizza sabato sera ha deciso di regalare un sorriso ai profughi ospitati dal Centro San Riccardo Pampuri a Brescia e si è intrattenuto con loro facendo selfie e ascoltando storia di vita.

La struttura, che ospita attualmente ragazzi immigrati richiedenti asilo, ha accolto Balotelli con grande gioia, perché ha portato una ventata di allegria a dei giovani il cui destino al momento è incerto.

Una visita a sorpresa che vuole essere anche un monito contro il razzismo, per esaltare centri di accoglienza come il Pampuri che si prendono a cuore la vita di questi immigrati e li accoglie offrendogli un rifugio.

Ed è proprio Balotelli che subito dopo pubblica un post su Instagram che diventa subito virale, con le parole:

Lo sport vince contro ogni discriminazione e razzismo. Grazie al Pampuri che accoglie. Persone, volti e storie da conoscere

Ancora una volta dunque si parla di lui, che è noto per i suoi problemi di razzismo anche in campo. Proprio di recente, nella partita contro il Digione, da cui il Nizza è uscito sconfitto per 2-3, ha dovuto fare i conti con un’ammonizione dovuta proprio al suo atteggiamento contro la tifoseria. Inequivocabile il suo gesto di zittire le folle mentre intonavano cori razzisti.

Aldilà dei suoi modi discutibili di affrontare le cose, resta un gran gesto quello di restare per una serata a fianco degli immigrati: prestare attenzione a ciò che avevano da dire e raccontare, ridere con loro e farsi fotografare.

Se c’è una cosa che non si può obiettare all’attaccante del Nizza è proprio quello di dire sempre quello che pensa e agire di conseguenza e stavolta il suo obiettivo era dire stop al razzismo e lo ha fatto con un’iniziativa davvero significativa.

Il suo sogno è quello di entrare in vasca per difendere i colori della nazionale azzurra, ma per fare ciò il pallanuotista Niccolò Rocchi è consapevole del tanto lavoro che c’è da fare e lui non si tira indietro. Vuole diventare un esempio per i giovani.

Nato e cresciuto a Imperia, Niccolò attualmente gioca in Francia a Nizza nell’OIympic Nice Natation dopo un trasferimento con un po’ dalla Pallanuoto Trieste, società in cui si trovava molto bene.

Tuttavia la professionalità e la dedizione di Niccolò ha preso il sopravvento e ora è soddisfatto di come si sta evolvendo la sua stagione, nella sua prima esperienza estera.

Come ti stai trovando a Nizza?           

Mi sto trovando molto bene, siamo una squadra molto giovane e possiamo crescere ancora molto. Per me è sicuramente un’ottima esperienza finora positiva perché sto giocando molto. Sto crescendo tanto anche a livello mentale dato che le mie responsabilità in acqua aumentano essendo “straniero”, tuttavia c’è ancora molto da lavorare a testa bassa.

Com’è stato lasciare l’Italia e il campionato italiano?

Posso ribadire che lasciare l’Italia e il campionato italiano mi è dispiaciuto molto. Comunque sia ho guardato il lato positivo nel poter fare un’esperienza estera sotto tutti i punti di vista. Penso di essere già migliorato in molti aspetti.

Il tuo sogno è comunque quello di tornare in Italia, magari proprio a Trieste?

Penso che il campionato sia il secondo più bello e competitivo a cui ogni giocatore possa ambire. A fine stagione valuterò la decisione da prendere. Trieste è sempre nel mio cuore. La società friulana mi ha dato tanto in due anni: la possibilità di crescere e giocare a livelli alti.

La cosa positiva di Nizza è che non dista molto da Imperia (la tua città), ti facilita questo aspetto?

Si Nizza-Imperia distano 40 minuti in macchina anche sono non torno molto a casa. Però sapere che la mia famiglia è ad un passo da me mi ha aiutato e facilitato molto all’inizio.

Ci sono altri italiani in squadra?

Sono l’unico italiano in squadra, ma ho trovato un altro italiano nel club che è Marco Fusco. È allenatore delle giovanili. Lui in primis è sempre a disposizione per offrirmi aiuto, è una persona eccezionale a cui sono molto grato.

Tutto sommato ti senti parte del gruppo?

Diciamo che all’inizio ho fatto un po’ di fatica non parlando bene la lingua. Tuttavia far parte di una squadra aiuta sicuramente: quando si scende in acqua si muore l’uno per l’altro. Ora ho legato molto con i miei coetanei diciamo, gli sto insegnando l’italiano (ride, ndr). Cerchiamo almeno di svagarci insiemi fuori dalla piscina.

La preparazione alle partite è simile a quando eri in Italia?

Diciamo che la preparazione è quasi simile. In Italia si lavora molto sulla tattica. Sono convinto che anche  qui un po’ di tattica in più non guasterebbe. In Francia si punta di più sulla preparazione fisica e atletica.

Qual è l’obiettivo stagionale della società?

L’obiettivo attualmente è qualificarci per i play-off scudetto (accedono le prime 4 squadre). Stiamo combattendo con il Montpellier, per aggiudicarci l’accesso.

Capitolo nazionale, hai avuto modo di indossare la cuffia con le categorie minori. Al settebello ci pensi?

Si diciamo che ho fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili. Il settebello penso sia l’obiettivo per ogni pallanuotista, non ho ancora avuto occasione di essere chiamato, vorrà dire che c’è ancora molto da lavorare, quindi testa bassa e macinare.

Hai qualche sogno sportivo da realizzare?

Il mio sogno è magari in futuro diventare una bandiera per qualche squadra ed essere un esempio per i più giovani.

Cosa si prova quando si entra in vasca per difendere i colori azzurri?

È una sensazione unica, porti in giro per l’Europa e per il Mondo il nome della tua nazione. Spero un giorno di rivivere queste emozioni.

Per il futuro cosa ti aspetti?

Spero di continuare a giocare a questo sport il più a lungo possibile e magari riaffacciarmi al mondo dello studio. Non si sa mai, chi vivrà vedrà!

Sta rispondendo alla grande anche quest’anno perché come ha più volte ribadito a Nizza si trova bene e ha trovato il suo habitat calcistico. È Mario Balotelli che, nonostante i gol e le buone prestazione, fa parlare di sé, anche dopo dieci anni dal suo esordio nel calcio professionistico.

Il 16 dicembre 2007 SuperMario calcava per la prima volta i campi della Serie A con la addosso la maglia dell’Inter contro il Cagliari. Da allora ne è passato di tempo: tra gol, balotellate e cambi di maglia. Tra le varie squadre cambiate (grazie alle manovre del procuratore Mino Raiola) l’attaccante ha vestito le maglie delle due squadre di Milano oltre a tre esperienze all’estero (due in Inghilterra: Manchester City e Liverpool, oltre al Nizza).

A Nizza, città della sua attuale squadra, Balotelli ha trovato la giusta tranquillità calcistica e vitale. Quest’anno la squadra, dopo un avvio stentato il Ligue 1, è riuscita a rimettersi in sesto e ad inanellare una serie di risultati positivi in campo, sia in campionato che in Europa. Merito del nuovo allenatore Lucien Favre che ha sostituito l’esonerato Claude Puel, ma soprattutto grazie alle reti e alle belle prestazioni di SuperMario. In effetti l’attaccante italiano, in questa stagione, ha già raggiunto quota 10 reti nel massimo campionato francese oltre alle altre cinque messe a segno tra preliminari di Champions League ed Europa League.

Ovviamente le belle apparizioni in campo fanno pensare a quello che sarebbe stato per la nazionale azzurra con la presenza dell’ex attaccante del Milan. Lui in primis è molto amareggiato della mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale 2018 in Russia.

Non capisco perché Ventura mi ha escluso. Non voglio nascondermi. Il mio sogno è quello di tornare a vestire la maglia azzurra: mio padre era il mio primo tifoso e glielo devo.

Proprio la mancata convocazione lascia l’amaro in bocca a Balotelli che in realtà non ha ancora capito il reale motivo della sua esclusione. Pare che ci sia stato un incontro tra il bomber e l’ex commissario tecnico, Gian Piero Ventura, che aveva lasciato qualsiasi spiraglio aperto per una chiamata. Chiamata però che non è mai arrivata, ma che lui sente ancora di poter indossare.

Pregevoli sono state le prestazioni di SuperMario all’Europeo 2012 in Polonia-Ucraina, quando il numero 9 trascinò l’Italia a una sorprendente finalissima contro la Spagna. Meno felice è stata per lui, ma soprattutto per l’intera nazionale italiana, la spedizione mondiale in Brasile 2014, quando gli azzurri  non sono riusciti a passare nemmeno i gironi a discapito di Uruguay e Costa Rica. In quella pessima edizione per i colori azzurri, l’unico gol partita che ci permise di battere l’Inghilterra fu realizzato proprio da Balotelli.

Una carriera in ascesa, una personalità umile e tanta strada da percorrere per inseguire il suo sogno: Jules Bianchi, il pilota di formula 1 rimasto vittima di un incidente in gara, non è mai stato dimenticato, né dalla sua famiglia né dai suoi sostenitori.

A due anni di distanza dalla sua tragica scomparsa, la sua famiglia ha deciso di farlo rivivere in un’associazione intitolata proprio a lui.

Cari tifosi di Jules, siccome vogliamo mantenere vivo il suo ricordo, abbiamo creato un’associazione che porta il suo nome. Jules ha ricevuto così tanto sostegno e amore quando era in vita che abbiamo pensato fosse giusto restituirlo, e aiutare le persone bisognose. Questo spazio è rimasto silente per troppo tempo e, da oggi in poi, posteremo le attività dell’associazione e condivideremo i ricordi di Jules

Un’iniziativa per tenere sempre vivo il suo ricordo e al contempo aiutare le famiglie bisognose. E così si rianima quel profilo twitter che da tantissimo tempo ormai non veniva aggiornato. Adesso servirà per dare le news sulla nascente associazione.

Jules Bianchi era un giovanissimo pilota di Formula 1 che ha iniziato la sua carriera nel 2009, quando fu introdotto nella Scuderia Ferrari. Da allora ha disputato ben 34 Gran premi di Formula 1, fino all’ultima sua grande sfida in Giappone, dove cominciò la battaglia più dura della sua vita.

La sua partecipazione al Gran premio di Giappone del 2014 fu l’ultima sua prova su pista e segnò l’inizio di un calvario durato quasi un anno. Durante la corsa ebbe un incidente violento che gli causò delle lesioni cerebrali piuttosto gravi e rimase in coma fino al 25 luglio 2015. Quel giorno Jules Bianchi morì, lasciando un gran vuoto non solo nella sua famiglia, ma anche nella Formula 1 e nei suoi fans.

Una vita breve ma intensa che ha lasciato il segno: oggi nasce l’associazione in suo onore, ma tempo prima erano già state avviate altre iniziative per ricordarlo per sempre.

Subito dopo la sua morte il Presidente della FIA Jean Todt ha deciso di eliminare il numero 17 dalle gare, per onorare la memoria del pilota scomparso precocemente.

E nella sua città d’origine, Nizza, all’inizio dell’anno è stata intitolata anche una via in suo nome: Rue du Sapin ha cambiato nome in Rue Jules Bianchi”. (Leggi qui)

Insomma, è chiaro che Jules Bianchi non è stato mai dimenticato e che la sua morte ha scosso tutti. Queste iniziative servono però a non lasciare che la sua scomparsa diventi solo un lontano ricordo col passare del tempo e sperano di onorare la sua memoria per sempre.

Mario Balotelli non è un calciatore che ama molto le interviste anzi, in oltre occasioni, ci sono stati contrasti tra i media e l’attaccante.

I giornalisti del Nice Matin qualceh giorno fa, dopo un anno dal suo approdo in Francia, hanno avuto il “privilegio” di ascoltare le parole dell’italiano.

SuperMario ha spaziato su vari argomenti: dallo sport in cui ha parlato della sua avventura a Nizza ma soprattutto della Nazionale, oltre che della sua vita privata.

Convinto dell’intervista, Balotelli ha ribadito:

È importante che mi esprimi in modo che i tifosi sappiano la mia vera personalità e l’uomo che sono. Mi danno ai nervi i giudizi che vanno oltre il calcio!

A Nizza sta vivendo una nuova vita calcistica, l’anno scorso l’exploit della squadra della Costa Azzurra con tanto di qualificazione alla Champions League. Quest’anno la situazione è più altalenante. Attualmente i rossoneri non vincono in campionato da oltre un mese e domani c’è la trasferta a Parigi contro il Psg.

Vincere è possibile, difficile, ma fattibile. Anche se avrei preferito giocare contro Neymar.

In effetti la stella brasiliana salterà il match a causa dell’espulsione rimediata nell’ultima gara contro il Marsiglia, comunque sia un motivo in più per il Nizza per giocarsela di più contro i vicecampioni di Francia.

Ovviamente le belle prestazioni in campo di SuperMario portano al pensiero Nazionale. Lungo l’intervista Balotelli non ha negato il suo forte attaccamento alla maglia azzurra e che gli piacerebbe ancora tanto poterla indossare dato che l’ultima convocazione risale al novembre 2014 dal ct Conte. In quell’occasione la punta ha dato forfait a causa di un infortunio; mentre l’ultimo match in azzurro risale addirittura alla triste partita del Mondiale brasiliano 2014 persa per 1-0 contro l’Uruguay.

Se il ct Ventura volesse chiamarmi, io sarei pronto. Se non volesse farlo, tiferei sempre per la mia Nazionale!

Un attaccante più maturo quello visto a Nizza, grazie anche alla fiducia della squadra e alla stabilità personale. La nascita del secondo figlio, Lion, il bimbo avuto dalla relazione con Clelia, ragazza 26enne residente in Svizzera, ha giovato in Mario.

Good night ❤️ #Father&Son

Un post condiviso da Mario Balotelli???? (@mb459) in data:

Sembrano lontani i tempi del “Why always me?”

Balotelli sa che per meritarsi la maglia azzurra deve dimostrare di essere sempre ad alti livelli e come tale accetta di ascoltare le critiche solo calcistiche:

Accetto i giudizi anche se possono non piacermi. In ogni caso so bene quando non ho giocato bene la domenica: il lunedì ne discuto con l’allenatore. Non ho bisogno di leggerlo sui giornali per saperlo. E se ho giocato male, per rimediare devo lavorare duramente dal lunedì al venerdì per far bene alla domenica seguente. Non è che il giudizio degli altri m’interessi, ma per me il solo mezzo per migliorare è lavorare. Le critiche non mi piacciono, ma esistono e le accetto. Fanno parte del mestiere. Se non le accetti, bisogna cambiare sport!

Dario Sette

Tra il 9 e il 14 novembre prossimo, la Nazionale italiana affronterà la sua avversaria nelle due gare di spareggio per Russia 2018.

L’Italia, con un po’ di fatica, ha raggiunto il secondo posto nel suo girone alle spalle della Spagna e il 17 ottobre saprà che dovrà sfidare.
Le ultime due uscite azzurre (contro Macedonia e Albania) hanno evidenziato lacune nel gioco e schemi offensivi. In effetti l’Italia ha creato pochissimo contro i macedoni e qualcosa in più contro le aquile. Sintesi dei due match: 2 gol realizzati e uno subito. Il problema è che a segnare non sono stati gli attaccanti bensì un difensore (Giorgio Chiellini) e un centrocampista (Antonio Candreva). Un problema quello degli attaccanti che è evidente, soprattutto a causa dell’infortunio di Andrea Belotti, il quale sarà costretto a dare forfait anche per gli spareggi.
E qui la domanda spontanea: Non c’è qualcun altro, oltre Immobile, che possa sostituirlo?

In realtà c’è, anzi ci sono. Per il ct Ventura, no!

Si tratta dei due Italians: Mario Balotelli e Simone Zaza, che giocano rispettivamente in Ligue 1 a Nizza e in Liga a Valencia. Due giocatori che tanto bene stanno facendo nelle loro rispettive squadre. Ma partiamo da SuperMario.

L’attaccante ex Inter e Milan non gioca una partita con la maglia azzurra dal Mondiale in Brasile, mentre un’ultima convocazione risale al novembre 2014 dal ct Conte, in vista della partita di qualificazione a Euro2016 contro la Croazia, alla quale non partecipa lasciando in anticipo il ritiro per un infortunio.

Dopodiché il vuoto assoluto. Il passaggio in Costa Azzurra però ha dato nuova linfa all’attaccante che, nella scorsa stagione, ha realizzato 17 gol in 28 presenze e anche quest’anno è partito col piede giusto (7 gol in 9 presenze). Numeri non certo negativi, calcolando il fatto che, nel giro azzurro oltre Belotti e Immobile, c’è poca gente che fa gol. E allora perché non provarci? Perché non dare un’altra possibilità a una calciatore che, all’età di 27 anni e papà per la seconda volta, può aver raggiunto un maturità quanto meno calcistica e quindi utile alla causa azzurra?

Anche l’allenatore del Nantes, Claudio Ranieri, è a suo favore

Penso che Ventura lo segua comunque. Balotelli sta finalmente dimostrando il suo valore. Mi auguro possa tornare in Nazionale perché è un giocatore di grande qualità e l’Italia ne ha bisogno.

Mario Balotelli è comunque un ragazzo scherzoso a cui non puoi certo togliere la voglia di divertirsi, come ha fatto qualche giorno fa con un suo compagno di squadra.

Sorte simile a Simone Zaza. L’attaccante lucano sta vivendo un momento magico a Valencia (come la tripletta segnata in 8 minuti contro il Levante).

Oramai si ricorda Simone Zaza con soprattutto per quel sciagurato rigore sbagliato contro la Germania all’Europeo 2016. Invece, l’attaccante è poi stato convocato nel novembre 2016 anche per la partita contro il Liechtenstein e in un’amichevole proprio contro i tedeschi. 15 minuti in tutto in due match e poi quasi un anno di limbo.
Ok per queste ultime due gare è stato indisponibile per infortunio, ma dal prossimo week end sarà a disposizione del tecnico Marcelino.
Intanto al Mestalla se lo godono appieno, ma l’ex Juve ha voglia di rimettersi in gioco anche in azzurro per cercare di sopire l’amarezza di quel rigore calciato alle stelle. Perché non provare a convocarlo per i playoff?

Noi lanciamo l’idea, chissà se il ct Ventura avrà fatto il nostro stesso ragionamento.

Dario Sette

È uno degli astri nascenti della pallanuoto italiana a livello nazionale e internazionale. Ha preso parte al settebello Under 23 della nazionale e si è affermato nelle acque del Trieste.

Si tratta del difensore classe 1996, Niccolò Rocchi, il quale, per una serie di motivi, si è trasferito nel campionato francese e giocherà la prossima stagione con la cuffia del Nizza.

In effetti la scelta di andare a giocare in Francia non è stata presa molto bene da parte del pallanuotista ligure che si è trovato tra l’incudine e il martello. Proprio Rocchi era appieno nel progetto della Pallanuoto Trieste per la stagione, dopo le ultime buone annate. Purtroppo il cartellino dell’atleta è in mano alla società d’origine, l’Imperia. Negli ultimi anni la società ligure lo ha mandato in giro con le modalità del prestito, tra l’altro a cifre spropositate.

La notizia di un interessamento da parte del Nizza ha fatto ben pensare Rocchi di accettare, così da sfruttare il regolamento che prevede lo svincolo da una società italiana se si fa un’esperienza lontano dall’Italia. In effetti l’idea di accettare il progetto francese è proprio quello di svincolarsi dai doveri contrattuali con l’Imperia così da poter esser libero per la prossima stagione.

In effetti la carta d’identità è dalla sua parte e in futuro potrà decidere con più tranquillità il da farsi.
In realtà l’idea è quella di tornare a Trieste perché si è sentito a casa e ha avuto modo di crescere con costanza e diventare punto fermo. Infatti, Niccolò Rocchi, nonostante i soli 21 anni ha dimostrato di essere un atleta di qualità e quantità.

Tuttavia c’è da capire come potrà ambientarsi nella città della Costa Azzurra che, tra l’altro, già ospita un altro sportivo italiano, il calciatore Mario Balotelli.

Tra le note positive di questa futura avventura francese è che non dovrà spostarsi molto da casa, data la vicinanza geografica tra Imperia e Nizza.

La nostalgia per l’addio al capoluogo friulano è racchiuso in un post di poche righe.

Una grave perdita per la squadra allenata dal mister Miroslav Krstovic, che, per tappare il buco della perdita di Rocchi, ha acquistato Nino Blazevic, difensore croato classe ’92, con un’ultima esperienza in Romania.

Dario Sette