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Applausi, cori, brividi e lacrime. Un mix di emozioni è stata la partita tra Nantes – Saint Etienne di Ligue 1, in cui si è ricordato l’attaccante argentino Emiliano Sala, scomparso mentre era in volo sulla Manica direzione Cardiff.

Il calciatore è rimasto nei cuori dei tifosi canarini. Lo stadio Beaujoire  è stato colorato di giallo e, prima della partita, i supporters lo hanno omaggiato con cori, sciarpate e una gigantografia.

L’ingresso in campo degli ex compagni è stato totalmente dedicato al bomber argentino. I calciatori hanno indossato una maglietta con una foto sul petto e sulle spalle una scritta in francese On t’aime Emi, “Ti amiamo Emi”.

Sul cerchio di centrocampo una foto ingigantita, le maglie ufficiali di gara dei canarini tutte con il cognome Sala e sulle tribune il tripudio dei tifosi.

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L’ingresso in campo delle due squadre

Un grande gesto del pubblico e un’atmosfera fantastica per un calciatore che ha contribuito a suon di gol alle vittorie del Nantes. La società francese lo aveva venduto ai gallesi del Cardiff, poi il tragico incidente aereo.

Il momento più commovente è scattato al minuto 9, numero di maglia dell’attaccante argentino. L’arbitro ha sospeso il match per un minuto in cui Emiliano Sala è stato omaggiato, applaudito e acclamato da tutti. Sui volti degli ex compagni tanta tristezza e anche qualche lacrima, soprattutto da parte dell’allenatore Halilhodzic.

Omaggio anche in Premier League. Qualche giorno fa nel match tra Arsenal – Cardiff City, i Gunners hanno voluto inserirlo comunque nella lista dei convocati di quella che sarebbe diventata la sua nuova squadra.

Ci sono due medaglie d’oro che si passano 16 anni di distanza, ma uno stesso scenario: la Francia. E il medesimo avversario in finale: la Spagna.
C’è il basket italiano sul tetto d’Europa nel 1983 a Nantes e nel 1999 a Parigi. Secolo scorso, millennio passato.

Nantes 1983

Nel Girone B, per esempio, URSS e Germania Ovest si scontravano sul parquet, ma le scintille andavano oltre il palazzetto. E poi c’era il girone A con Italia, Spagna, Francia, Jugoslavia, Grecia e Svezia. Passavano solo le prime due.
Eppure l’impresa di 34 anni fa (perché di impresa si parla) confermò la forza di un gruppo che aveva vinto a Mosca, l’anno prima, l’argento alle Olimpiadi. Un’Olimpiade monca per il boicottaggio statunitense. L’Europeo del 1983 fu un autentico atto di forza e di sovversione: cinque partite su cinque vinte nel girone, poi giù con l’Olanda sbolognata in semifinale e poi Spagna in finale. Era il 4 giugno 1983 e la vittoria per 105 a 96 chiuse il cerchio magico aperto proprio contro gli spagnoli, nella prima gara di Limoges.
Lì il primo segno di un percorso che sarebbe diventato fantastico: il canestro sul “ferro e dentro” di Pierluigi Marzorati e vittoria allo scadere di misura. E poi il bacio al pallone di Charlie Caglieris al suono della sirena nella finale contro la Spagna. In mezzo una scazzottata nera contro la Jugoslavia, con tanto di paio di forbici branditi Goran Grbovic.

Quella vittoria della pallacanestro italiana guidata da coach Sandro Gamba e dal magistrale Dino Meneghin è una delle pagine più belle della nostra storia sportiva. Questi gli uomini d’oro di Nantes, oltre a SuperDino: Marco Bonamico, Roberto Brunamonti, Carlo Caglieris, Ario Costa, Enrico Gilardi, Pierluigi Marzorati, Antonello Riva, Romeo Sacchetti, Renzo Vecchiato, Renato Villalta e Alberto Tonut.
Una convocazione, quella di Tonut, che oggi fa sorridere: rimasto fuori dalla lista dei convocati, passò una giornata a mare con amici e con la ragazzi. Aveva solo 21 anni anni. Tornato a casa, la madre disse di aver ricevuto la chiamata di convocazione in Nazionale e lui ovviamente lo prese come uno scherzo. No, era tutto vero.

PARIGI 1999

Chi crebbe a pane e miti come Meneghin e Caglieris fu la generazione d’oro del 1999, quella fatta di grandi nomi, ma anche di spalle solide che sapevano giocare di squadra, nonostante le individualità di spicco. Se nel 1983 non figurava nessun italiano nel quintetto tipo di quell’Europeo, nell’edizione di fine secolo c’erano Gregor Fucka (anche MVP del torneo), Carlton Myers e Andrea Meneghin.
Sotto canestro Roberto Chiacig e Denis Marconato trasmettevano sicurezza, dietro c’era la fantasia e lo spirito vincente di Alessandro Abbio, Gianluca Basile e Davide Bonora. Jack Galanda poteva essere decisivo anche ad altissimo livello. Sandro De Pol, Michele Mian e Marcelo Damiao erano lì pronti a dare l’anima.

E l’allenatore? Bogdan Tanjević, infinita conoscenza del basket e di come si gestisce un gruppo, uno che ha lasciato a casa Gianmarco Pozzecco. L’Italia passò il girone come seconda dietro la Turchia, poi una lunga cavalcata verso la finale fatta di deja vu: battuta la Russia ai quarti, ecco nuovamente la Jugoslavia, superata questa volta senza rissa. E poi la Spagna ancora a sbarrare la strada nella finale. Il risultato sorride nuovamente agli azzurri: 64 a 56 con 18 punti infilati da Myers.

Da un Meneghin a un altro. Amici veri: ecco la ricetta per essere sul trono d’Europa e ancora oggi nei cuori non più giovani dei tifosi.

Il campionato francese, mai come negli ultimi anni, è cresciuto a livello mediatico e sportivo. Con l’acquisto di Neymar da parte del Paris Saint Germain certo l’attenzione è aumentata ancor di più. La squadra parigina è una potenza economica e sicuramente se la protagonista della Ligue 1 che è appena partita. Monaco, vincitrice lo scorso anno, proverà a rendere le cose più complicate ma occhio a Nizza, Lille e Marsiglia.

Italians vuole focalizzarsi appunto sugli italiani che quest’anno disputeranno il prestigioso campionato francese.

Confermati gli italiani nelle maggiori squadre transalpine (un difensore, un centrocampista e un attaccante), ma anche la novità allenatore: Claudio Ranieri alla guida del Nantes.

Partiamo dalla regina di questa sessione di mercato estiva: il PSG. Molte le voci attorno a Marco Verratti (o Verrattì come dicono i francesi) e su un suo addio dal Parco dei Principi. Per ora un nulla di fatto, il proprietario Al Khelaifi lo ha sempre definito incedibile e ora con Neymar pare che la telenovela sia chiusa. I bisticci con il suo ex procuratore  Di Campli, ora anche lui è entrato a far parte della scuderia Mino Raiola. Il centrocampista abruzzese sarà il faro del centrocampo parigino; vuole fare bene per trovarsi in forma a giugno prossimo per il Mondiale in Russia.
Oltre a Verratti a Parigi c’è anche l’italobrasiliano Thiago Motta. Seppur non più un titolarissimo il centrocampista ex Inter è rimasto nella capitale francese e comunque potrà contribuire a far rifiatare i titolari in mezzo al campo.

Nella rosa della squadra vincitrice del campionato 2016/2017, il Monaco, c’è un italiano che oramai nel Principato è un veterano. Si tratta di Andrea Raggi. Il 33enne difensore ligure è tra li fila dei monegaschi dal 2012 con cui ha prima disputato un campionato di Ligue 2, fino ad arrivare alla Champions League. Proprio nell’anno in cui i biancorossi sono saliti in Ligue 1, alla loro guida c’era Claudio Ranieri e in passato è stato tecnico anche Alberto Guidolin.

Se pensiamo alla Francia, non possiamo non citare il nostro SuperMario Balotelli. Alla sua seconda stagione a Nizza, l’attaccante italiano ha ritrovato la sua serenità e i gol. Dopo la bell’annata, condita con una qualificazione ai preliminari di Champions in cui ha realizzato 15 reti in 23 presenze, Balotelli ha già esordito con una rete quest’anno contro l’Ajax nella qualificazione alla Coppa dei Campioni. Nel prossimo turno, ironia della sorte, incontrerà un’italiana: il Napoli. SuperMario cercherà di fare bene quest’anno per strappare una convocazione al Mondiale 2018. Il rapporto con la tifoseria francese è sempre stato speciale anche quando non è in campo.

Se questi sono gli italiani che scenderanno in campo in questa stagione francese, c’è anche un italiano che siede in panchina, a Nantes. È Claudio Ranieri che, dopo la fiabesca avventura al Leicester con tanto di titolo di Premier League nel 2015/2016, ha voluto tentare una nuova avventura estera. Come abbiamo detto, sir Claudio è già stato in Francia ai tempi del Monaco, con cui ha vinto un campionato di Ligue 2 e un buon secondo posto la stagione successiva. Ora l’avventura per uno che ama le grandi sfide. La strada è già in salita dopo la sonora sconfitta a Lille per 3-0.

Dario Sette