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Si accendono i semafori del Motomondiale 2019/2020 e i motori sono già caldi, cosi come lo sono i piloti. Si apre con il Gp del Qatar, nella cornice notturna degli Emirati Arabi.

Per l’Italia è un anno speciale dato che conta la presenza di ben 23 piloti (più di qualsiasi altra nazione) all’interno delle tre classi dei campionati. La MotoGp avrà ben 6 italiani sulla griglia di partenza, erano ben 14 anni che non accadeva dal lontano 2005. In Moto2 saranno nove, mentre nella Moto3 otto.

Partendo dalla MotoGp, come detto, tornano ben sei piloti al via, guidati dal veterano 40enne Valentino Rossi. Nel 2005, il Dottore era al suo secondo anno in sella alla Yamaha M1 con cui aveva vinto nel 2004 e si apprestava a confermarsi. Oltre al fuoriclasse di Tavullia c’erano: Max Biaggi, Marco Melandri, Loris Capirossi, Roberto Rolfo e Franco Battaini. Il campione con la 46 stravinse quel Mondiale davanti a Melandri.

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Valentino Rossi in pista nel 2005

Quest’anno sicuramente Rossi e Dovizioso saranno protagonisti insieme agli spagnoli e compagni di squadra in Honda: Lorenzo e Marquez. Gli italiani cercheranno di rompere il dominio iberico degli ultimi anni, con il Dovi chiamato a dare conferme con la Ducati Desmosedici (specie dopo gli ottimi test invernali) e Rossi che proverà ancora una volta a conquistare il tanto sognato decimo titolo.

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Il Dovi sulla Desmosedici col numero 4

Da non sottovalutare Danilo Petrucci, compagno di squadra del Dovi, Andrea Iannone che è passato dalla Suzuki all’Aprilia, Franco Morbidelli su Yamaha SRT e il campione del Mondo di Moto2 Francesco Bagnaia (esordiente).

Per quanto riguarda Moto2 e Moto3 ci sono molti debutti e qualche ritorno. Nella classe intermedia c’è l’esordio dei piloti provenienti dalla classe più “piccola”: Enea Bastianini (Italtrans Racing Team), Nicolò Bulega (Sky Racing Team VR46), Fabio Di Giannantonio (Speed Up Racing) giunto secondo lo scorso anno alle spalle del solo Jorge Martin e Marco Bezzecchi (Red Bull KTM Tech3), il quale sarà proprio compagno di squadra del campione spagnolo.

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I festeggiamenti di fabio Di Giannantonio

Pattuglia azzurra arricchita da Andrea Locatelli (Italtrans Racing Team), Lorenzo Baldassarri (Pons Hp40), Simone Corsi (Tasca Racing Scuderia Moto2), Stefano Manzi che svezzerà la MV Agusta del Forward Racing Team e poi Luca Marini (Sky Racing Team VR46), oramai maturo abbastanza per puntare a qualcosa di importante.

In Moto3, invece, fari puntati sul ritorno di Romano Fenati. Il pilota ascolano (Team Snipers Honda) è rientrato in pista dopo la squalifica inflittagli in seguito al grave episodio a Misano lo scorso anno. Il suo compagno di squadra sarà Tony Arbollino, mentre sotto la lente d’ingrandimento c’è anche la coppia di talentuosa del team di Valentino Rossi: Dennis Foggia e Celestino Vietti.
Nel team Simoncelli c’è Niccolò Antonelli e non sono da accantonare: Lorenzo Dalla Porta (Leopard Racing), Andrea Migno (Bester Capital Dubai) e Riccardo Rossi del Team Gresini.

Insomma ci sarà da divertirsi.

Romano Fenati vince il GP del Giappone facendo sua, apparentemente in scioltezza, una gara dalle condizioni difficile a causa della pioggia. Dietro al portacolori Marinelli Rivacold due suoi connazionali e rappresentati della scuola di talenti VR46 Academy: Niccolò Antonelli (Red Bull KTM Ajo) e Marco Bezzecchi (CIP Mahindra). Joan Mir (Leopard Racing) cede il passo e non dà la stoccata finale in campionato.

Capitolo a parte per Mir che ha dovuto iniziare la sua gara dalla bassa griglia di partenza a causa della penalità rimediata ad Aragón. Il leader iridato termina la prima prova del triplete al diciassettesimo posto, per la prima volta in questa stagione senza raccogliere punti e non mettendo la parola fine al campionato dove resta però primo a +55 da Fenati.

fenati

“Il campionato non è mai perso finché non lo dice l’aritmetica. Ma oggi non ci ho pensato. In questi giorni abbiamo lavorato bene e questa mattina abbiamo fatto un’ ulteriore modifica che ha funzionato. La moto mi dava sicurezza e il resto è venuto da sé. Non è stato facile, faceva freddo ed ero tutto inzuppato ma stare davanti è più facile! Perché vado così forte sul bagnato? Probabilmente mi fido molto della squadra e della moto. Mi godo questa vittoria adesso ma la testa è già in Australia e Phillip Island è un circuito che mi piace ancora di più”.

Tutti giù per terra e, per fortuna, senza nessuna grave conseguenza. Durante il Gran Premio di Le Mans della classe Moto3, disputato domenica 21 maggio, si è assistito a un autentico e rocambolesco incidente che ha coinvolto ben 15 piloti.
Tutti lunghi, chi sdraiato, chi di fianco, chi perdendo subito il controllo. Alcuni si sono visti scavalcare dalla moto, travolti, ma illesi. Una maxi-caduta all’uniscono, durante il secondo giro, di quelle che si vedono nei videogiochi quando si decide di tamponare volontariamente l’avversario.

Tutto è nato dal giro precedente quando, a causa di un incidente che aveva coinvolto Dalla Porta, Cordaz, Suzuki e Kornfeil, proprio quest’ultimo ha perso olio e, nel rientrare in pista, l’ha sparso per buona parte del tracciato, specialmente in prossimità della curva 6, una delle più difficili di Le Mans essendo in discesa con una pendenza importante. E proprio in quel punto è avvenuta la bagarre.

In pochi secondi si è assistito a una scena surreale: prima Mir, poi anche Fenati, poi la situazione si è fatta complicata ed è sfuggita di mano creando un effetto domino che, fortunatamente, non ha causato danni. Immediata bandiera rossa, gara sospesa con alcuni piloti acciaccati e zoppicanti che sono andati al centro medico.
A rivedere i replay si può capire quanta fortuna abbiano avuto i piloti.

Alla fine a spuntarla è stato lo spagnolo Joan Mir che ha conquistato il suo terzo GP stagionale consolidando la testa del mondiale con 34 punti di vantaggio sull’italiano Fenati e 36 sul connazionale Canet.

Giovanni Sgobba