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Niente sorprese, la finale del Mondiale per club è quella che tutti si attendevano. A giocarsi il trofeo sabato (ore 18:30) saranno dunque Flamengo e Liverpool: 24 ore dopo l’affermazione dei brasiliani che hanno superato l’Al Hilal per 3-1, i Reds hanno avuto la meglio a Doha per 2-1 sul Monterrey, soltanto al 91′, grazie alla rete di Firmino, in campo da 6 minuti al posto di Origi. I campioni d’Europa al Khalifa Stadium si sono imposti al termine di una partita molto combattuta, sbloccata da Keita al 12′, poi il pari di Funes Mori al 14′ e, in extremis, la rete decisiva di Firmino che promuove la squadra di Juergen Klopp.

Non è stato facile per i detentori della Champions League. Eppure il match si era subito messo in discesa per la formazione inglese: splendida l’azione che al 12′ permette a Keita di sbloccare il risultato, dopo una magia di Salah che trova il corridoio giusto per mandare in gol il compagno di squadra. I messicani non si lasciano impressionare e appena due minuti dopo pareggiano con Funes Mori che ribadisce in rete dopo la respinta di Alisson sul sinistro al volo di Pabon Rios: 1-1.

La squadra di Klopp accusa il colpo, la difesa soffre sulle giocate dei due attaccanti messicani che esaltano i riflessi di Alisson (mostruoso al 27′, bravissimo al 37′). Il Liverpool guadagna campo nella parte finale del primo tempo e questa volta è il portiere del Monterrey, Barovero, a fermare in uscita ancora Keita. Nella ripresa non cambia la trama della gara. Centroamericani sempre pericolosi con Alisson che di sicuro non si è annoiato. La squadra di Klopp capisce che non è serata per lasciare spazi agli avversari e arretra di qualche metro il raggio d’azione. Meno offensivo, ma più costruttivo il Liverpool crea un paio di occasioni: prima l’inserimento di Keita, poi l’errore di Origi.

Il Monterrey continua a provarci, ma senza fortuna. Klopp decide di giocarsi la carta Firmino: il brasiliano all’85’ prende il posto di Origi e, al 91′, segna la rete che manda il Liverpool in finale con una zampata vincente che chiude un’azione avviata da Salah e rifinita dall’assist di Alexander-Arnold. Finisce 2-1, il Monterrey avrebbe meritato almeno i supplementari, ma sono i Reds a far festa. E sabato tenteranno di salire sul tetto del mondo.

Inizia oggi l’avventura di Gabigol al Mondiale per club per conquistare la vetta del pianeta. La rassegna iridata entra nel vivo con la prima semifinale tra il Flamengo – dove gioca appunto l’attaccante di proprietà dell’Inter – e l’Al Hilal, la squadra del nostro Sebastiano Giovinco rimasto in panchina nel match vinto nei quarti di finale contro l’Esperance Tunisi (ore 18.30).

In viale Liberazione guardano con attenzione alle prestazioni di Gabigol, vero trascinatore del Flamengo in Coppa Libertadores, che sogna di regalare il titolo alla sua squadra: manca dal 1981 (3-0 al Liverpool, ma era l’Intercontinentale), ai tempi di Zico, uno dei miti del calcio brasiliano che in Italia ha vestito la maglia dell’Udinese. Con altre prestazioni importanti, ed è quello che si augura Beppe Marotta, può lievitare il prezzo del suo cartellino e l’Inter spera di incassare tanti soldi da una sua cessione da investire poi per esaudire le richieste di Antonio Conte nel mercato di gennaio.

L’altra semifinale è Liverpool-Monterrey (mercoledì 18 dicembre ore 18.30). I Reds debuttano così nel Mondiale per club: Jurgen Klopp vuole regalare il primo titolo iridato agli inglesi, per loro una sorta di maledizione avendo perso le finali Intercontinentali del 1981 e del 1984 e del Mondiale per club nel 2005. Salah e compagni cercheranno di sfatare il tabù. Il loro cammino inizierà contro il Monterrey, che in semifinale ha battuto 3-2 l’Al Sadd in una gara ricca di emozioni.

Le squadre europee hanno vinto le ultime sei edizioni della Coppa del Mondo per club, con quattro trionfi per il Real Madrid.

Albo d’Oro Coppa del Mondo FIFA per club

Real Madrid 4 (2014, 2016, 2017, 2018)
Barcelona 3 (2009, 2011, 2015)
Corinthians 2 (2000, 2012)
AC Milan 1 (2007)
Bayern München 1 (2013)
Internacional 1 (2006)
Internazionale Milano 1 (2010)
Manchester United 1 (2008)
São Paulo 1 (2005)

Titoli mondiali per club*

Real Madrid 7 (1960, 1998, 2002; 2014, 2016, 2017, 2018)
AC Milan 4 (1969, 1989, 1990; 2007)
Barcelona 3 (2009, 2011, 2015)
Bayern München 3 (1976, 2001; 2013)
Boca Juniors 3 (1977, 2000, 2003)
Internazionale Milano (1964, 1965; 2010)
Nacional 3 (1971, 1980, 1988)
Peñarol 3 (1961, 1966, 1982)
São Paulo 3 (1992, 1993; 2005)

*Coppa Intercontinentale e Coppa del Mondo FIFA per club

E’ durata 120′, più di quanto si potesse immaginare, la favola dei dilettanti dell’Hienghène Sport club al Mondiale per club iniziato mercoledì 11 dicembre in Qatar con la gara d’esordio tra i padroni di casa dell’Al-Sadd Sports Club e la squadra della Nuova Caledonia, vincitrice della coppa d’Oceania. La formazione allenata dall’ex Barcellona Xavi si è imposta 3-1, ma solo ai supplementari e ora se la vedrà contro i messicani del Monterrey.

 

Un sogno sfumato sul più bello per la formazione composta da pescatori, cacciatori e surfisti che, dopo il vantaggio dei padroni di casa al 26′ con Baghdad Bounedjah (conclusione da posizione ravvicinata), avevano trovato uno storico pareggio con Antoine Roine in avvio di ripresa, al 46′, su assist del capitano Betrand Kai, responsabile della mensa scolastica a tempo pieno e cacciatore e pescatore nel tempo libero. Gol poi confermato dopo il ceck del VAR. Un’esplosione per i poco meno 3 mila abitanti del paesino di Hienghène, nel nord della Nuova Caledonia, isola di 250 mila cittadini.

 

Il muro della formazione oceanica resiste fino al 90′, poi si va ai supplementari e al 100′ Hassan fa esplodere il “Jassim Bin Hamad Stadium” portando in vantaggio gli arabi capitalizzando una punizione a due in area. Al 114′ il tris dei padroni di casa firmato Pedro. Ora la sfida al Monterrey, chi vince si regalerà il Liverpool in semifinale. Applausi, invece, per la squadra della Nuova Caledonia che si è ritrovata in un sogno dopo esser riuscita a vincere la OFC Champions League 2019 (la Coppa dei Campioni dell’Oceania, solitamente vinta da squadre neozelandesi) battendo in finale i compatrioti del Magenta.

 

Sono passati 27 anni dall’ultima volta in cui una squadra italiana ha conquistato il Mondiale di volley per Club: era il 1992 e sul tetto del mondo saliva la Teodora Ravenna di Bernardi e Benelli, fino ad ora prima e unica. La competizione, rinata nel 2010 dopo una parentesi di soli tre anni nel vecchio millennio, è stata appannaggio quasi esclusivo delle corazzate turche – prima Fenerbahce, poi Eczacibasi e infine Vakifbank – ma è stata l’Imoco Conegliano, in Cina, a riportare la bandiera tricolore al vertice del volley mondiale.

Le “Pantere” di Daniele Santarelli hanno sconfitto proprio le ultime due dominatrici del torneo, e dopo aver piegato la resistenza del Vakif nell’epica semifinale del sabato annullando ben 9 match ball, hanno completato il lavoro dominando l’Ecza in un 3-1 senza storia: ceduto il solo primo set, 22-25, Conegliano ha staccato nettamente le avversarie coi parziali di 25-14, 25-19 e 25-21. Migliore in campo, sempre lei: Paola Egonu, autrice di 34 punti e nominata MVP della manifestazione mentre le altre tre “Pantere” che hanno ottenuto premi individuali sono Joana Wolosz, miglior palleggiatrice, Robin De Krujiff, miglior centrale, e Kimberly Hill, miglior schiacciatrice.

Proprio Egonu è stata protagonista di una vittoria nella vittoria, quella sulle più forti attaccanti di palla alta del mondo surclassate una dopo l’altra: battuta per ben due volte Tijana Boskovic, l’incubo della Nazionale azzurra capace di batterla sia nell’ultima finale mondiale che nell’ultima semifinale europea; ma anche l’ex Scandicci Isabelle Haak, dominata dall’opposta dell’Imoco proprio nel tie break della semifinale; infine le stelle brasiliane Gabi e Natalia, e la cinese Zhu Ting – neppure affrontata, ma eliminata dall’altra italiana, Novara, già nel girone assieme al suo Tianjin Bohai.

Quanto a Novara, la Igor arrivava incerottata e ancora in cerca di identità al Mondiale per Club dopo aver perso in estate proprio Egonu e Francesca Piccinini, ritiratasi dal volley. Le campionesse d’Europa in carica hanno tuttavia sovvertito ogni pronostico, sfiorando l’accesso in finale nonostante l’infortunio della centrale Veljkovic nell’ultima gara del girone. Novara ha ceduto a Eczacibasi in semifinale solo al tie break, perso 15-13, e ha chiuso al quarto posto perdendo per 0-3 la finalina contro il Vakif. Ciò nonostante, il volley femminile italiano si ricolloca al centro della scena internazionale. Il 2019 verrà ricordato come l’anno del poker di coppe: a Busto Arsizio la Coppa Cev, a Monza la Challenge, a Novara la Champions e ora, sul finire, a Conegliano il titolo mondiale.

Successo abbastanza prevedibile ad Abu Dhabi, in cui gli spagnoli del Real Madrid, vincitori dell’ultima Champions League, hanno battuto 4-1 l’Al-Ain nel torneo mondiale, per quello che è il settimo titolo per i Blancos, il terzo consecutivo.

Primo trofeo per il tecnico argentino, Santiago Solari, subentrato all’esonerato Lopetegui qualche mese fa. Per quanto riguarda il match c’è stata poca storia, l’Al-Ain non ha impensierito molto la squadra spagnola e il gol della bandiera siglato da Shiotani è stato frutto più che altro dalla distrazione e dalla leggerezza della retroguardia madridista. Tuttavia la squadra ospitante, partita con una wild card, certo non si sarebbe mai aspettata di arrivare fino alla finale ed essere l’assoluta protagonista del torneo. In ordine cronologico l’Al-Ain ha battuto prima i neozelandesi del Team Wellington, poi i tunisini dell’Espérance e, ai calci di rigore, gli argentini del River Plate in semifinale.

A sbloccare il match è il calciatore Blancos più rappresentativo della scorsa stagione: Luka Modric. Il croato, vincitore del Pallone d’oro qualche settimana fa, ha realizzato il gol con un sinistro dal limite dell’area che si infila all’angolino opposto dopo un ottimo lavoro di Benzema. Gli spagnoli sono stati padroni del campo senza nessuna difficoltà e nel secondo tempo è arrivato il raddoppio del classe ‘95 Marcos Llorente grazie a un destro rasoterra di controbalzo dai 20 metri. Ma il gol che ha fatto più discutere è stato sicuramente quello messo a segno da capitan Sergio Ramos. Incornata solita del difensore spagnolo che ha trafitto l’incolpevole portiere Eisa ed esultanza polemica. Fischiato dal pubblico presente, Ramos risponde esultando come Ronaldo. Un segno di ripicca nei confronti dei tifosi ma anche nei confronti dell’ex CR7, il quale ha lasciato Madrid non con pochi mugugni.

In realtà non è la prima volta che il capitano del Real esulta in questa maniera, aveva già fatto scalpore il festeggiamento dopo il gol con la Spagna contro la Croazia in Nations League.

A chiudere la finale è stata l’autorete di Nader dopo la sgroppata del giovane brasiliano 2000, Vinícius. Bene anche Gareth Bale, il gallese è stato premiato come miglior giocatore del torneo.

Real Madrid nuovamente sul tetto del mondo, il River Plate, invece, si è dovuta accontentare del terzo posto, battendo i giapponesi del Kashima Antlers 4-0.

Con la vittoria del River Plate nel superclasico di Coppa Libertadores contro il Boca Juniors, il quadro delle partecipanti al Fifa Mondiale per Club è al completo.

Il torneo internazionale, a cui partecipano tutte le squadre vincitrici delle varie competizioni continentali, inizia oggi negli Emirati Arabi Uniti con il match di playoff tra l’Al-Ain (squadra che ospita il torneo) e il Team Wellington (squadra vincitrice della Champions League oceanica).

Fischio d’inizio alle 16.30 italiane allo stadio Hazza Bin Zayed di Al-Ain. La vincente affronterà nei quarti di finale l’Espérance Sportive de Tunis, trionfatrice nella Champions League africana organizzata dalla Caf.

Il tabellone è già al completo con due semifinaliste già decretate. Il Real Madrid, padrona della Uefa Champions League 2017, attende una tra i giapponesi dei Kashima Antlers (campioni d’Asia) e i messicani del Guadalajara (campioni del centronord America); mentre i Millionarios, freschi vincitori della Libertadores, dovranno attendere qualche risultato in più.

Per la squadra allenata da Santiago Solari non è certo la miglior stagione e la vittoria del Mondiale per club può essere un’ottima conclusione della stagione scorsa e un buon inizio di ripresa per quest’anno un po’ altalenante.

Da sempre le squadre europee partono con un vantaggio tecnico e tattico abbastanza incolmabile, solamente in pochi casi sono state le squadre sudamericane a portarsi il Mondiale per Club o l’ex Coppa Intercontinentale.

Il River Plate proverà a rompere l’incantesimo dei Blancos, che sono riusciti a vincere 3 edizioni negli ultimi 4 anni. L’anno scorso i brasiliani del Gremio non ce l’hanno fatta a battere gli spagnoli, vittoriosi per 1-0 con il solito gol di CR7.

La Banda argentina torna a giocare il Mondiale dopo il 2015, quando è stata sconfitta dal Barcellona di Messi per 3-0.

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Luis Suarez in azione nella finale del Mondiale per Club 2015 contro il River

La Spagna è la nazione con più vittorie (ben 6) in bacheca, seguita dal Brasile con quattro (due Corinthians, una l’Internacional di Porto Alegre e una il San Paolo) e dall’Italia con due (una il Milan nel 2007 e una l’Inter nel 2010).

Il Real Madrid debutterà mercoledì 19 dicembre, Cristiano Ronaldo non ci sarà, presente invece il fresco Pallone d’oro Luka Modric.

Si svolgerà dal 6 al 16 dicembre prossimi ad Abu Dhabi il Mondiale per club vinto lo scorso anno dal Real Madrid a Yokohama.

Il sorteggio effettuato oggi ad Abu Dhabi ha stabilito gli incroci con l’avversaria del Real che uscirà da una serie di spareggi. La vincente tra Al Jazira e Auckland City affronterà la squadra campione d’Asia (che deve essere ancora proclamata: la finale è il 25 novembre). A sua volta la formazione vittoriosa da questa sfida giocherà contro il Real Madrid. Nell’altro girone l’unica certa è la formazione messicana del Pachuca che dovrà vedersela con i campioni d’Africa (finale il 5 novembre). La vincente sfiderà i campioni della Libertadores (finale 27 novembre: in lizza Lanus, Barcelona Guayaquil, Gremio e River Plate).

Per la terza volta nella sua storia, Coppa del mondo per club FIFA si disputerà negli Emirati Arabi Uniti. Il paese organizzatore è stato reso noto il 21 marzo del 2015, con gli Emirati Arabi Uniti che sono stati preferiti ad altre possibili sedi quali Brasile, Giappone ed India. Il torneo prenderà ufficialmente il via il prossimo 6 dicembre, mentre la finalissima è prevista per sabato 16 dicembre e si disputerà ad Abu Dhabi.

le squadre già qualificate

REAL MADRID (Campione d’Europa e campione del mondo in carica)

AL-JAZIRA (Campione del paese ospitante)

PACHUCA (Campione del Centro-Nord America)

AUCKLAND CITY (Campione dell’Oceania)

Quasi 19 anni nello stesso club, superando, per longevità e attaccamento alla maglia giocatori come Buffon alla Juventus, John Terry al Chelsea o Andrés Iniesta al Barcellona. Solo sei mesi passati da tutt’altra parte del mondo, ma che lo hanno fatto conoscere oltre i confini giapponesi, esattamente in Italia. Mitsuo Ogasawara è il Kashima Antlers o il Kashima Antlers è Mitsuo Ogasawara. Il centrocampista 37enne, con il club nipponico, sono stati la sorpresa dell’ultimo Mondiale per club, disputato proprio in Giappone.
Invitati alla manifestazione in quanto vincitori del campionato del paese ospitante, la squadra del cervo ha battuto in ordine, 2-1 l’Auckland City, 2-0 i sudafricani del Mamelodi Sundowns e 3-0 in semifinale i favoritissimi colombiani dell’Atlético Nacional. In finale hanno dato filo da torcere al Real Madrid, piegati dal solito Cristiano Ronaldo solo ai supplementari dopo che i 90’ sono terminati sul 2-2.

Capitano è stato Mitsuo Ogasawara, dal 1998 tra le file del Kashima Antlers. Giocatore stimato e rispettato in Giappone, idolo in una città che, seppur fugacemente, ha visto la classe cristallina del brasiliano Zico che, tra il 1993 e il 1994 chiuse la sua straordinaria carriera con 24 presenze e 15 gol, e di un giovanissimo e talentuoso Leonardo, dal 1994 al 1996, con 49 gettoni e 30 realizzazioni.
Per la quinta volta campione di Giappone con la maglia rossa di Kashima, titolo conquistato lo scorso 3 dicembre, ultimo trofeo risollevato dopo sei anni, quando nel 2009, venne nominato come giocatore dell’anno nel paese del Sol Levante. Tre coppe nazionali e anche una supercoppa nel suo palmarés.

Nell’era del ritorno di fiamma dei giapponesi in Italia – dopo i mitologici Kazuyoshi Miura, Hiroshi Nanami e Hidetoshi Nakata – durante i primi anni 2000, tra il talentuoso Shunsuke Nakamura che fa impazzire la Reggina, un oscuro Masashi Oguro al Torino e le qualità mai messe in mostra di Atsushi Yanagisawa tra Sampdoria e Messina, è proprio la città insulare a portare in Italia, seppur solo per sei mesi, lo stesso Ogasawara. Sei presenze in Serie A, mezzi spezzoni per lo più, e un gol nel 2-2 finale contro l’Empoli. Due apparizioni anche in Coppa Italia e nulla più: un fugace salto nel calcio europeo, nel vero calcio ammirato ed emulato a levante.

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Nell’occidente calcistico, la bandiera Ogasawara ha il suo idolo: l’ex centrocampista del Barcellona, Xavi. Affascinato e letteralmente folgorato dopo averlo affrontato da rivale tanto tanto tempo fa, in Nigeria nel 1999, durante la finale del Mondiale under-20. E’ la Rojita a sollevare il trofeo demolendo i nipponici per 4-0: nella Spagna dei giovani Iker Casillas, Pablo Orbaiz, Carlos Marchena e Gabri, a brillare è il centrocampista con il numero 8, Xavi.
Nonostante i suoi 19 anni, la qualità era già cristallina, tanto da ammaliare il suo omologo giapponese. A fine match, il bel gesto che anche il calciatore spagnolo ricorda positivamente: Ogasawara e il compagno di squadra Motoyama hanno atteso diverso minuti prima di lasciare lo stadio di Lagos, hanno atteso i festeggiamenti dei rivali solo per attendere Xavi Hernandez. Dinanzi a lui, un solo profondo e rispettoso inchino.