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Sarà un derby speciale, il prossimo Milan–Inter, anzi sarà un derby mondiale: le stime parlano di 643.165.764 persone che seguiranno la partita in tv da ogni parte del pianeta. Ma non solo: anche la tribuna stampa di San Siro sarà composita con 250 giornalisti accreditati pronti a scommettere su chi sarà più decisivo tra Donnarumma o Icardi, tra Niang o Handanovic.
E’ il derby, dunque, anche dei giovani, delle possibili sorprese per alcuni o della prova di maturità per altri; di chi, insomma, potrebbe ritagliarsi uno spazio importante durante i prossimi Mondiali del 2018 in Russia. E proviamo a immaginare, pescando dalle rose di Milan e Inter, l’11 migliore in prospettiva. Il modulo è il 3-4-3.

Portiere

Gigio Donnarumma: nel 2018, il giovane talentuoso portiere del Milan avrà 19 anni. Anche se Buffon dimostra ancora di essere una garanzia tra i pali e vero leader nello spogliatoio, il ragazzotto è il futuro della Nazionale italiana e, se diamo per sicura la sua convocazione in Russia, è auspicabile anche un suo impiego;

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Difesa

Jeison Murillo: anche se la sua Colombia ha perso 3-0 nell’ultima sfida contro l’Argentina ed è momentaneamente a due punti dal quarto posto che significa qualificazione matematica per Russia 2018, il difensore dell’Inter, classe 1992, è una certezza nelle retrovie della Nazionale sudamericana;

Alessio Romagnoli: da acquisto troppo costoso per il suo reale valore (il Milan l’ha preso dalla Roma a 25 milioni) a incrociare le dita (e relativi scongiuri dall’altra sponda di Milano) per vederlo in campo nel derby. Ha il numero 13, come quello di Alessandro Nesta, non da poco. In Nazione ha esordito lo scorso 6 ottobre 2016, a 21 anni, giocando titolare nella partita pareggiata 1-1 contro la Spagna. Il Milan e Ventura possono sorridere: il ragazzo si farà;

Miranda: a suo modo, può essere una sorpresa. Il centrale brasiliano dell’Inter non è più tanto giovane (nel 2018 avrà 34 anni), ma è stato in grado di conquistare il posto nella difesa del Brasile, spodestando Thiago Silva e David Luiz. Ma il difensore esploso nel San Paolo e portato in Europa dall’Atletico Madrid, è una garanzia: con lui in campo, la Nazionale carioca, ha perso solo contro il Cile nell’ottobre 2015; poi tre pareggi e otto vittorie;

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Centrocampo

Manuel Locatelli: il The Guardian l’ha inserito nella lista dei migliori cinquanta calciatori nati nel 1998. Le premesse ci sono tutte. Il ragazzo di 18 anni ha segnato il suo primo gol in Serie A con un bel gol da fuori area, nella partita vinta per 4-3 contro il Sassuolo, dopo essere subentrato a Montolivo. Qualche settimana dopo ha castigato anche la Juventus nella vittoria per 1-0. Personalità e piedi buoni per il centrocampista. Al momento è stato convocato dal ct Di Biagio dell’Under-21, ma una coppia Verratti-Locatelli sarebbe affascinante, non trovate?

João Mário: all’Inter, società e tifosi, aspettano di vedere il reale potenziale del portoghese, acquistato quest’estate dallo Sporting Lisbona e tra i protagonisti del trionfo del Portogallo nell’Europeo francese. In patria ha fatto vedere ottime cose in qualità di mediano, in Serie A, complice il disastroso inizio di stagione dei neroazzurri, ha avuto difficoltà a caricarsi sulle spalle le responsabilità del controcampo. A 23 anni c’è tempo ancora per crescere e diventare leader anche della sua Nazionale;

Suso: è maturato nel Genoa, succursale per certi versi del Milan. Da possibile meteora rossonera, da quando Montella siede sulla panchina, il fantasista spagnolo sta diventando sempre più prezioso e pedina insostituibile. Fosforo e piedi buoni per il 23enne di Cadice che in Serie A sta dimostrando personalità. Sarà, però, sufficiente per trovare una maglia nella Spagna dove il tasso tecnico è estremamente elevato? Intanto il ct Lopetegui, nell’ultimo giro di partite l’ha inserito nella lista dei pre-convocati. Anche se nel suo ruolo c’è Isco, Lopetegui conosce molto bene Suso, avendolo già convocato negli anni scorsi con le nazionali giovanili, Under-19 e Under-21. Bisogna crederci;

Marcelo Brozović: la sua Croazia ha un girone di qualificazione molto abbordabile. Il primo posto in classifica e una buona chance di arrivare in Russia è, dunque, abbastanza possibile. La sua è stata un’estate travagliata, tra voci di calciomercato e difficoltà nel trovare continuità tra i vari allenatori, ma il centrocampista 24enne dell’Inter, cresciuto tantissimo dal suo arrivo in Italia nel gennaio 2015, è il giocatore di maggior spessore e tecnica tra le pedine a disposizione di Pioli. E’ stato convocato per i Mondiali 2014 senza aver mai vestito la maglia della Nazionale maggiore in precedenza;

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ATTACCO

Gabriel Barbosa, Gabigol: troppi punti interrogativi aleggiano attorno a lui e alla sua esperienza interista. Il 20enne brasiliano, messosi in luce nell’ultima Olimpiade a Rio, dove ha vinto la medaglia d’oro con la Nazionale brasiliana, è stato l’acquisto di punta della scorsa estate. Quasi 30 milioni di euro, uno spot di presentazione sfarzoso, qualche minuto giocato con il Bologna e nulla più. Con il 2016 ormai al termine, può essere il 2017 il suo anno? Inter e Brasile ci sperano;

Gianluca Lapadula: la sua è una nomina romantica per caparbietà e determinazione che caratterizzano l’attaccante di Torino che ha fatto bene nel Teramo prima di esplodere al Pescara. Nel maggio del 2016 ha rifiutato la proposta della Nazionale peruviana di prendere parte alla Copa América perché, in cuor suo, ha sperato in una convocazione italiana. Arriva, infatti, nello scorso match, dopo il forfait di Manolo Gabbiadini, viene convocato da Ventura per la sfida contro il Liechtenstein e l’amichevole contro la Germania;

Mauro Icardi: tra Higuain, Aguero, Messi, Dybala e Di Maria, gli spazi, in attacco, sembrano serrati. L’Argentina, che sta arrancando nel girone di qualificazione, in avanti può vantare tra i migliori bomber nel panorama calcistico mondiale. L’attaccante dell’Inter che, a 23 anni, stringe al braccio la fascia di capitano, sul campo dimostra di essere predatore d’area, come pochi. I guai, però, sono tutti fuori dal terreno di gioco. Nell’Albiceleste, tra i grandi, non ha ancora debuttato; Maradona e Messi sono contrari: riuscirà a dimostrare tranquillità e maturità per ottenere la fiducia del ct Bauza?

Ecco la formazione al completo: Donnarumma – Miranda, Romagnoli, Murillo – Suso, João Mário, Locatelli, Brozović – Gabigol, Lapadula, Icardi.

Il condottiero di una squadra, l’idolo di un’intera Nazione che si è aggrappata alla sua fascia da capitano e ai suoi gol, quelli che, per la prima volta in assoluto, hanno portato l’Ucraina a ottenere l’accesso a un Mondiale di calcio. Tra le tante figurine di Germania 2006 c’è anche quella di Andriy Shevchenko, viso pulito e sguardo determinato che i tifosi rossoneri ricorderanno per quel frame prima del calcio di rigore decisivo nella finale di Champions League del 2003 contro la Juventus. Gli stessi tifosi rimasti delusi, nell’estate di tre anni più tardi, quando lo zar venuto dall’Est decide di allontanarsi dal Milan per sbarcare a Londra, sponda Chelsea di Mourinho e Abramovich.

Proprio all’Old Trafford di Manchester, durante i festeggiamenti per la vittoria della coppa dalle grandi orecchie, Andriy correva sul rettangolo verde, impugnando e mostrando a tutti la bandiera azzurra e gialla dell’Ucrania: per un Paese nato dalla dissoluzione dell’Urss poco più di 10 anni prima è l’unica possibilità per apparire sul grande palcoscenico del calcio. Ma l’usignolo di Kiev, all’apice della sua carriera e in stato di grazia, va oltre: i successi con il Milan, il Pallone d’oro conquistato nel 2004 e le tante aspettative per una cessione traumatica e costosa, non distraggono e destabilizzano il ragazzo nato a Dvirkivschyna, ex Unione sovietica, da quello che è il momento storico-sportivo che lui e il suo popolo sognavano dall’indipendenza.

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Dopo aver ottenuto sorprendentemente il primo posto nel girone 2 di qualificazione per l’accesso a Germania 2006 (chiuso con una sola sconfitta e vincendo, tra l’altr, per 3-0 sul campo della Turchia, seconda, con doppietta di Sheva), l’Ucraina allenata da Oleh Blochin strappa il pass per volare in Germania. Assieme all’ex attaccante del Milan, la formazione è di tutto rispetto: dal portiere storico Shovkovskiy, al difensore Nesmachniy, passando per il centrocampista Tymoshchuk fino ad arrivare ai solidi attaccanti Voronin e Rebrov.

E’ a Lispia che l’Ucraina fa il suo esordio nel Mondiale del 2006: il 14 giugno ad attenderla c’è la Spagna, in un girone H abbordabile con Tunisia e Arabia Saudita. Contro le “Furie rosse”, Sheva e compagnia escono sconfitti per 4-0; nessun dramma perché riescono subito a risollevarsi sconfiggendo i sauditi con lo stesso punteggio della gara d’esordio (l’attaccante ex Milan segna la rete del momentaneo 3-0) e la Tunisia per 1-0, grazie alla realizzazione su calcio di rigore sempre del numero 7. La sua freddezza dal dischetto si scioglie, però, agli ottavi, nel match contro la Svizzera: terminati i tempi regolamentari e supplementari sullo 0-0, è la lotteria dagli 11 metri a sentenziare chi va avanti e chi torna a casa. Sheva sbaglia il primo tiro per l’Ucraina, ma gli elvetici fanno peggio calciando malamente tutti i tiri a disposizione. L’Ucraina accede, così, ai quarti di finale dove incontra l’Italia che si impone con un secco 3-0: per Shevchenko, contro i suoi ex compagni Pirlo e Gattuso, è il capolinea dell’avventura in terra tedesca.

Sono, dunque, due le reti in un Mondiale per Andriy: con la nazionale maggiore, il cui esordio risale nel 1995 a 18 anni, totalizzerà 111 presenze e 48 gol. Ritiratosi nell’estate del 2012, è ritornato in nazionale prima come assistente di Mykhailo Fomenko, poi, da luglio 2016, come commissario tecnico, subentrando proprio al posto di Fomenko dopo il negativo Europeo in Francia.