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E’ sabato 8 aprile 1967. Al PalaLido di Milano, inaugurato appena sei anni prima, si devono esibire i Rolling Stones per due concerti, uno pomeridiano e l’altro serale. A inizio anno, Mick Jagger e soci hanno pubblicato Between the Buttons in una fase effervescente e di transizione per il rock classico tra Beatles, Bob Dylan e i Beach Boys.

In un’era italiana ricamata tra Sanremo, Nilla Pizzi e Orietta Berti, la nuova generazione che vuole scoprire il mondo e la ribellione non può non essere presente a questo concerto. La passione che supera le regole. Così tra gli spalti, quel pomeriggio, c’è anche un ragazzo che in teoria non dovrebbe essere lì. O meglio, che ha fatto di tutto per esserci.

Emiliano Mondonico ha da poco compiuto 20 anni, porta i baffi e li porterà per sempre, è un giovane promettente calciatore della Cremonese in Serie D, è un’ala e come ogni santo fine settimana dovrebbe essere in ritiro con la sua squadra. E invece no perché pur di essere presente al concerto dei Rolling Stones, Mondonico si è fatto espellere nel match precedente. Pur non giocando quella partita. Ecco un estratto del piacevole aneddoto che lo stesso allenatore ha raccontato a L’isola che non c’era:

 Brian Jones era seduto su una sedia di legno, simile a quella che ho alzato ad Amsterdam. Era uno spettacolo diverso da tutti. Noi eravamo abituati a Orietta Berti, a Nilla Pizzi, a Celentano. Era sconvolgente, ti prendeva…Mi sono fatto squalificare la domenica precedente. Gli Stones avrebbero suonato al sabato sera ed è chiaro che la trasferta sarebbe partita il sabato pomeriggio. Dovevamo giocare a Mestre. Mi sono fatto espellere. Fisicamente non ero in grado di fare dei falli e allora ho cominciato a lanciare improperi all’arbitro. Quando lui si girava per vedere chi era, mi giravo anch’io. E non riusciva a capire chi fosse l’autore delle provocazioni. Alla fine, ha compreso. “È lei che mi ha insultato per tutta la partita?”
L’importante era che mi buttasse fuori, così da potere andare a vedere gli Stones. Oltre a Brian Jones, Mick Jagger, un animale da palcoscenico. Da Tony Dallara che faceva il falsetto, mi trovavo di fronte a Jagger. Eravamo abituati a Sanremo… In quel periodo erano i capelli che facevano la differenza. Noi obbligati da sempre alla sfumatura alta… La grande rivoluzione era avere i capelli lunghi. Era un grande contraltare con i genitori

Ah, non è tutto: Mondonico e i suoi amici, che quel rock se lo volevano godere fino in fondo, si nascondono per assistere anche al secondo spettacolo, in notturna. La Cremonese, la Serie D, la trasferta a Mestre…sì ok, ma per un ventenne nato a Rivolta d’Adda, il futuro può attendere. C’è da vivere il presente senza pensare al domani. Un domani che lo porterà l’anno dopo al Torino, in Serie A, e a una lunga carriera da allenatore anche sulla panchina della sua Cremonese.