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Con le ultime partite di qualificazioni, il Mondiale di Russia 2018 sta prendendo sempre più forma.

Molte nazionali con sponsor Adidas hanno presentato le nuove maglie proprio per il campionato del Mondo, rispolverando i design vintage degli anni 1980/90.

Avvicinandoci a Russia 2018 e rimanendo in tema Adidas, l’azienda tedesca ha presentato ufficialmente anche il nuovo pallone che verrà utilizzato per la rassegna Mondiale.

Telstar 18, è questo il nome attribuito alla nuova sfera che scorrerà sui campi russi la prossima estate.

Non è la prima volta che viene utilizzato il pallone Telstar (nome che richiama una serie di satelliti artificiali delle trasmissioni televisive), il quale è stato presentato per la prima volta nel 1970 quando si disputò il Mondiale in Messico, vinto poi dal Brasile di Pelé in finale contro l’Italia. Fu il primo pallone Adidas in un campionato del Mondo.

All’epoca, l’oggetto fu rivoluzionario, essendo stato il primo a presentare i pentagoni neri sul fondo bianco. Venne realizzato cucendo insieme trentadue panelli di cuoio – dodici pentagoni e venti esagoni – per rendere la forma sferica ancora più precisa.

Un richiamo quindi al vintage e al nostalgico proprio com’è stato per le nuove maglie delle nazionali come la Germania, la Spagna, la Russia ecc…

Alla presentazione ufficiale, tenutasi a Mosca, l’icona del calcio mondiale Lionel Messi, insieme al difensore tedesco Mats Hummels e allo spagnolo Alvaro Morata.

Il design dei pannelli del nuovo Telstar 18 presenta una stampa metallica e un effetto grafico texturizzato, chi ha eseguito i test giura che soddisferà anche le esigenze dei migliori calciatori del mondo.

Il Telstar originario ha fatto la storia del calcio. Ha cambiato per sempre il design dei palloni, quindi creare il Telstar 18, restando fedeli al primo modello, è stato un compito difficile, ma anche emozionante.

In mezzo ai due Telstar ci sono altri palloni passati alla storia. Dal celeberrimo Tango, datato 1978, all’Atzeca Mexico 1986, interamente realizzato con materiale sintetico; dall’Etrusco di Italia 1990 al Tricolore di France ‘98; particolare è stato il Ferernova del 2002, famoso per la particolare fiammella rossa. E poi il Teamgeist impermeabile del 2006, lo Jabulani (2010) con la tecnologia “grip&groove” e il brasiliano Brazuca, nell’ultimo Mondiale di Brasile 2014.

Tuttavia la vera novità del nuovo pallone per il 2018 sta anche nel Chip NFC integrato. Un sistema presente nel pallone che permetterà l’interazione digitale con i consumatori tramite lo smartphone, con la possibilità di accedere a informazioni esclusive.

Gigi Buffon, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo sono i tre finalisti del premio Uefa “Giocatore dell’anno 2016/17“, che verrà consegnato il 24 agosto prossimo a Montecarlo, in occasione del sorteggio della fase a gironi della Champions League 2017/18.

I tre finalisti sono stati decisi da una giuria composta dagli 80 allenatori dei club che hanno partecipato alla fase a gironi 2016/17 di Champions ed Europa League e dai 55 giornalisti del gruppo European Sports Media (ESM). Nella Top Ten da segnalare il sesto posto di un altro bianconero, Paulo Dybala, alle spalle di Modric e Kroos.

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Dietro l’argentino figurano invece Sergio Ramos, Kylian Mbappé, Robert Lewandowski e Zlatan Ibrahimovic. Messi e Ronaldo hanno entrambi vinto il premio due volte ciascuno: l’argentino nel 2010/11 e 2014/15, mentre il portoghese nel 2013/14 e nella passata stagione.

Il premio Uefa di Miglior Calciatore dell’Anno completa i quattro nuovi riconoscimenti per ruolo della Champions League, ovvero miglior portiere (Buffon, Neuer e Oblak i candidati), difensore (Bonucci, Marcelo e Sergio Ramos), centrocampista (Casemiro, Kroos e Modric) e attaccante (Dybala, Messi e Ronaldo) della scorsa stagione di Champions League. Anche questi premi verranno assegnati il 24 agosto.

Il giorno dopo, sempre a Montecarlo, invece verrà assegnato il premio di Giocatore della Stagione per l’Europa League 2016/17. I finalisti sono tutti e tre della squadra che si è aggiudicata la competizione, ovvero il Manchester United, e sono Zlatan Ibrahimovic, Henrikh Mkhitaryan e Paul Pogba.

Il countdown che metterà la parola fine sulla trattativa di calciomercato che passerà alla storia come la più onerosa di sempre (al 2017, verrebbe da dire) è già iniziato. Neymar sta per aprire l’ennesimo solco nel mondo del calcio: il suo passaggio dal Barcellona al Paris Saint Germain sembra in dirittura d’arrivo, ha salutato la squadra e lo stesso club catalano ha ufficialmente comunicato le intenzioni del fuoriclasse brasiliano.

C’è da pagare la clausola di 222 milioni di euro, ma per il presidente qatariota Nasser Al-Khelaïfi non è un intoppo insormontabile. Così, dopo appena quattro stagioni, il 25enne lascia il Barcellona sgretolando il terribile trio d’attacco assieme a Messi e Suarez. La MSN dal 2014, anno di arrivo di Suarez dal Liverpool, ha segnato la bellezza di 364 gol.

E mentre cadono le certezze di un club che sembrava impossibile da saccheggiare, mentre si alzano polveroni di polemiche sulle cifre folli dell’operazione e del suo contratto (arriverà a guadagnare, secondo i calcoli, un euro al minuto), mentre si invoca il fair-play finanziario e mentre si creano le faide tra un Dani Alves che invita O Ney sotto la Tour Eiffel e Piqué e Mascherano che provano a convincerlo, arriva la classe di Messi.

Fuori dalla bagarre delle polemiche, ma con un tocco delicato e morbido come il suo sinistro sa essere, l’argentino saluta anticipatamente il suo amico con un video apparso su Instagram. Dalle maglie accanto nello spogliatoio, alle esultanze assieme, passando per gli allenamenti e i giochi di sguardi che dimostrano una sola cosa: il grande affiatamento tra i due calciatori.
Sul post, accanto al video emozionante, si legge:

E’ stato un grande piacere aver condiviso tutti questi anni con te, amico. Ti auguro buona fortuna in questa tua nuova tappa della vita

 

Messi si è esposto: un’ultima disperata mossa per convincere Neymar a rimanere in blaugrana o è davvero finita?

Di elogi e di apprezzamenti ne ha avuti tanti, ma è fondamentale andarci piano. Se ne rientra in Italia con una medaglia di bronzo al collo, dopo la vittoria nella finalina della Nazionale Under-20 contro l’Uruguay ai calci di rigore, e con una bella scarpa d’oro, riconoscimento come capocannoniere del Mondiale appena concluso. Cinque gol per Riccardo Orsolini, piacevolissima sorpresa di quest’avventura dei ragazzini di Evani che hanno scritto la storia arrivando laddove mai erano arrivate le altre Nazionali, a un passo dalla gloriosa finale.

Ala destra con il numero sette sulle spalle, Orsolini è nato ad Ascoli Piceno il 24 gennaio 1997. La Juventus, sbaragliando la concorrenza, l’ha comprato nel gennaio 2017 parcheggiandolo sempre ad Ascoli dove ha disputato 41 presenze in Serie B con otto reti e una presenza in Coppa Italia.
Dopo la sua brillante performance al Mondiale già si parla di un suo inserimento nella formazione allenata da Massimiliano Allegri che, forse, starebbe più saggiamente pensando a un anno di prestito per poter giocare con continuità e svezzarsi definitivamente.

 

Orsolini ha segnato ben 5 gol, tutti uno dopo l’altro: ha aperto le marcature contro il Sudafrica e poi non si è fermato contro Giappone, Francia, Zambia e Inghilterra, l’ultima sua vittima prima di una partita non troppo entusiasmante contro l’Uruguay. Capocannoniere, dunque, ma non solo: è il giocatore italiano ad aver segnato di più in un Mondiale Under-20, battendo il precedente record, di quattro reti, di Graziano Pellè nell’edizione del 2005 giocata in Olanda.

 

Ma chi sono stati i bomber delle passate edizioni? E che fine hanno fatto? Alcuni nomi sono davvero altisonanti, altri sono finiti nel dimenticatoio, passati per grandi promesse a semplici meteore. E poi ci sono quelli che sono rimasti nel limbo tra l’esplodere definitivamente e il rammarico per qualcosa di intentato.
Come Javier Saviola, centravanti argentino, che nell’edizione del 2001 vinse la classifica dei marcatori con 11 reti alle spalle di altri nomi di un certo spessore come Djibril Cisse o Adriano. El conejo ha fatto vedere grandi cose al River Plate e poi al Barcellona, ma la sua stella ha brillato a intermittenza passando anche per Grecia e Italia, nel Verona.

Stessa sorte, ma più amara per il connazionale Fernando Cavenaghi e capocannoniere dell’edizione 2003 con quattro reti. Il classe ’83, ritiratosi a soli 33 anni anche a causa di problemi al ginocchio, è salpato anche lui dal River Plate per cercar fortuna in Europa, trovando dimora nello Spartak Mosca, in Russia, e girovagando per diversi club tra Francia, Spagna e Cipro.
Nell’edizione delle quattro reti di Pellè, a vincere la classifica del 2005, fu un altro argentino sul quale non ci dilungheremo molto: Lionel Messi con sei reti realizzate in tutto il torneo. La generazione di craque argentini non è ancora finita: nel 2007 è il turno di Sergio Agüero, soprannominato El Kun, che ha da poco compiuto 29 anni, mantenendo medie realizzative impressionati. Solo tre club hanno avuto, per il momento, la fortuna di avercelo nella propria rosa: Independiente, Atlético Madrid e Manchester City.

Di Dominic Adiyiah, invece, si sono perse le tracce: eroe del Ghana nel 2009 con ben otto realizzazioni, l’attaccante è ricordato per esser stato comprato dal Milan che provò a piazzare il colpo del futuro, pagandolo 1,4 milioni di euro. Non giocò mai in prima squadra, ma iniziò un lungo e infinito pellegrinaggio  tra Reggina, Partizan, Karşıyaka (squadra di seconda divisione turca) e Arsenal Kiev. Attualmente gioca nel Nakhon Ratchasima, squdra thailandese.

Il suo connazionale, Ebenezer Assifuah, è invece il capocannoniere del 2013 con sei reti e una carriera ancora da costruire. L’attaccante nato ad Accra, che deve ancora compiere 24 anni, ha giocato quattro stagioni al Sion, in Svizzera, prima di passare al Le Havre in Francia. Due anni prima, nel 2011, a portare a casa la scarpa d’oro fu Henrique, attaccante brasiliano, con cinque reti, le stesse messe a segno da Lacazette, giocatore del Lione di cui tutti aspettiamo la definitiva consacrazione anche dopo aver visto un gol del genere contro la Roma in Europa League:

Nel 2015, infine, lo scettro come bomber del Mondiale Under-20 è andato all’ucraino Viktor Kovalenko, classe 1996 e attualmente nello Shakhtar Donetsk. Insomma, anche per Riccardo Orsolini, il futuro è un’incognita e tutto ancora da scrivere. Starà a lui scegliere se essere ricordato come enfant prodige o signor nessuno…

Sarà un derby speciale, il prossimo Milan–Inter, anzi sarà un derby mondiale: le stime parlano di 643.165.764 persone che seguiranno la partita in tv da ogni parte del pianeta. Ma non solo: anche la tribuna stampa di San Siro sarà composita con 250 giornalisti accreditati pronti a scommettere su chi sarà più decisivo tra Donnarumma o Icardi, tra Niang o Handanovic.
E’ il derby, dunque, anche dei giovani, delle possibili sorprese per alcuni o della prova di maturità per altri; di chi, insomma, potrebbe ritagliarsi uno spazio importante durante i prossimi Mondiali del 2018 in Russia. E proviamo a immaginare, pescando dalle rose di Milan e Inter, l’11 migliore in prospettiva. Il modulo è il 3-4-3.

Portiere

Gigio Donnarumma: nel 2018, il giovane talentuoso portiere del Milan avrà 19 anni. Anche se Buffon dimostra ancora di essere una garanzia tra i pali e vero leader nello spogliatoio, il ragazzotto è il futuro della Nazionale italiana e, se diamo per sicura la sua convocazione in Russia, è auspicabile anche un suo impiego;

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Difesa

Jeison Murillo: anche se la sua Colombia ha perso 3-0 nell’ultima sfida contro l’Argentina ed è momentaneamente a due punti dal quarto posto che significa qualificazione matematica per Russia 2018, il difensore dell’Inter, classe 1992, è una certezza nelle retrovie della Nazionale sudamericana;

Alessio Romagnoli: da acquisto troppo costoso per il suo reale valore (il Milan l’ha preso dalla Roma a 25 milioni) a incrociare le dita (e relativi scongiuri dall’altra sponda di Milano) per vederlo in campo nel derby. Ha il numero 13, come quello di Alessandro Nesta, non da poco. In Nazione ha esordito lo scorso 6 ottobre 2016, a 21 anni, giocando titolare nella partita pareggiata 1-1 contro la Spagna. Il Milan e Ventura possono sorridere: il ragazzo si farà;

Miranda: a suo modo, può essere una sorpresa. Il centrale brasiliano dell’Inter non è più tanto giovane (nel 2018 avrà 34 anni), ma è stato in grado di conquistare il posto nella difesa del Brasile, spodestando Thiago Silva e David Luiz. Ma il difensore esploso nel San Paolo e portato in Europa dall’Atletico Madrid, è una garanzia: con lui in campo, la Nazionale carioca, ha perso solo contro il Cile nell’ottobre 2015; poi tre pareggi e otto vittorie;

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Centrocampo

Manuel Locatelli: il The Guardian l’ha inserito nella lista dei migliori cinquanta calciatori nati nel 1998. Le premesse ci sono tutte. Il ragazzo di 18 anni ha segnato il suo primo gol in Serie A con un bel gol da fuori area, nella partita vinta per 4-3 contro il Sassuolo, dopo essere subentrato a Montolivo. Qualche settimana dopo ha castigato anche la Juventus nella vittoria per 1-0. Personalità e piedi buoni per il centrocampista. Al momento è stato convocato dal ct Di Biagio dell’Under-21, ma una coppia Verratti-Locatelli sarebbe affascinante, non trovate?

João Mário: all’Inter, società e tifosi, aspettano di vedere il reale potenziale del portoghese, acquistato quest’estate dallo Sporting Lisbona e tra i protagonisti del trionfo del Portogallo nell’Europeo francese. In patria ha fatto vedere ottime cose in qualità di mediano, in Serie A, complice il disastroso inizio di stagione dei neroazzurri, ha avuto difficoltà a caricarsi sulle spalle le responsabilità del controcampo. A 23 anni c’è tempo ancora per crescere e diventare leader anche della sua Nazionale;

Suso: è maturato nel Genoa, succursale per certi versi del Milan. Da possibile meteora rossonera, da quando Montella siede sulla panchina, il fantasista spagnolo sta diventando sempre più prezioso e pedina insostituibile. Fosforo e piedi buoni per il 23enne di Cadice che in Serie A sta dimostrando personalità. Sarà, però, sufficiente per trovare una maglia nella Spagna dove il tasso tecnico è estremamente elevato? Intanto il ct Lopetegui, nell’ultimo giro di partite l’ha inserito nella lista dei pre-convocati. Anche se nel suo ruolo c’è Isco, Lopetegui conosce molto bene Suso, avendolo già convocato negli anni scorsi con le nazionali giovanili, Under-19 e Under-21. Bisogna crederci;

Marcelo Brozović: la sua Croazia ha un girone di qualificazione molto abbordabile. Il primo posto in classifica e una buona chance di arrivare in Russia è, dunque, abbastanza possibile. La sua è stata un’estate travagliata, tra voci di calciomercato e difficoltà nel trovare continuità tra i vari allenatori, ma il centrocampista 24enne dell’Inter, cresciuto tantissimo dal suo arrivo in Italia nel gennaio 2015, è il giocatore di maggior spessore e tecnica tra le pedine a disposizione di Pioli. E’ stato convocato per i Mondiali 2014 senza aver mai vestito la maglia della Nazionale maggiore in precedenza;

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ATTACCO

Gabriel Barbosa, Gabigol: troppi punti interrogativi aleggiano attorno a lui e alla sua esperienza interista. Il 20enne brasiliano, messosi in luce nell’ultima Olimpiade a Rio, dove ha vinto la medaglia d’oro con la Nazionale brasiliana, è stato l’acquisto di punta della scorsa estate. Quasi 30 milioni di euro, uno spot di presentazione sfarzoso, qualche minuto giocato con il Bologna e nulla più. Con il 2016 ormai al termine, può essere il 2017 il suo anno? Inter e Brasile ci sperano;

Gianluca Lapadula: la sua è una nomina romantica per caparbietà e determinazione che caratterizzano l’attaccante di Torino che ha fatto bene nel Teramo prima di esplodere al Pescara. Nel maggio del 2016 ha rifiutato la proposta della Nazionale peruviana di prendere parte alla Copa América perché, in cuor suo, ha sperato in una convocazione italiana. Arriva, infatti, nello scorso match, dopo il forfait di Manolo Gabbiadini, viene convocato da Ventura per la sfida contro il Liechtenstein e l’amichevole contro la Germania;

Mauro Icardi: tra Higuain, Aguero, Messi, Dybala e Di Maria, gli spazi, in attacco, sembrano serrati. L’Argentina, che sta arrancando nel girone di qualificazione, in avanti può vantare tra i migliori bomber nel panorama calcistico mondiale. L’attaccante dell’Inter che, a 23 anni, stringe al braccio la fascia di capitano, sul campo dimostra di essere predatore d’area, come pochi. I guai, però, sono tutti fuori dal terreno di gioco. Nell’Albiceleste, tra i grandi, non ha ancora debuttato; Maradona e Messi sono contrari: riuscirà a dimostrare tranquillità e maturità per ottenere la fiducia del ct Bauza?

Ecco la formazione al completo: Donnarumma – Miranda, Romagnoli, Murillo – Suso, João Mário, Locatelli, Brozović – Gabigol, Lapadula, Icardi.