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Solo dieci anni fa sarebbe stato impossibile assistere a una standing ovation, all’interno di una trasmissione musicale nazionale, davanti a un’esibizione rap. Ma Anastasio sul palco di X Factor sta, incredibilmente, mettendo tutti d’accordo: ha colpito i giudici sin dalle prime selezioni per la sua capacità di scrittura, la potenza delle immagini che sa evocare, la sua maturità e la geniale propensione agli incastri con testi mai banali e sempre potenti. Lui che, in un programma generalmente di cover, deve scrivere qualcosa di suo a ogni puntata al punto da leggere, con ironia, il commento dei The Jackal sulla trasmissione del 22 novembre dedicata agli inediti dei giovani artisti.

Entrato nella squadra di Mara Maionchi, Anastasio è presto diventato uno dei pupilli del suo giudice (gasatissima dalla sua performance della scorsa settimana, quando ha reinterpretato alla sua maniera “Another brick in the wall” dei Pink Floyd), amatissimo dal pubblico, nonché uno dei favoriti per la vittoria finale. Basti pensare alle parole con cui recentemente lo ha lodato un giudice “avversario” come Fedez:

Sei una vera e propria penna. Incastri le rime molto bene, fai cose che a me piacciono un sacco. Non ho mai trovato una persona che scrive così a X Factor.

Una sorta di investitura, per un giovane rapper di Meta di Sorrento e che tifa Napoli. Sì perché se ora è riconosciuto grazie allo slancio di X Factor, sul web si è fatto notare già all’inizio di quest’anno grazie a una canzone dedicata a Maurizio Sarri, ex allenatore della squadra partenopea. Nasta, così si faceva chiamare, ha composto “Come Maurizio Sarri” e, in breve tempo, è arrivata alle orecchie dell’allenatore che a marzo lo volle anche suo ospite a Castelvolturno e che gli regalò un souvenir davvero speciale e unico: una sigaretta autografata dall’allenatore ora al Chelsea.

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Ma di cosa parlava “Come Maurizio Sarri”? La canzone, ovviamente un rap, è un inno a un allenatore cresciuto nei campi di periferia e che ha sempre anteposto la parte estetica del suo calcio al pragmatismo vincente che si insegna nei «piani alti». Il tutto sintetizzato nella frase manifesto: “Noi portiamo la bellezza dell’esproprio proletario”. “Lo faccio per passione come Maurizio Sarri. Niente giacca e cravatta come Maurizio Sarri. Sto con la barba sfatta come Maurizio Sarri”. E, come Maurizio Sarri, anche Anastasio adesso punta a diffondere il “bello”, partendo dal basso, ovviamente.

In principio fu l’Empoli a stregare addetti ai lavori e appassionati di calcio. Poi il salto in una grande piazza calcistica, tanto esigente quanto capace di esaltare il bello. Napoli. Ora Londra e il Chelsea hanno capito che quel signore in tuta e sigaretta ha una sua filosofia e un verbo da far conoscere al mondo intero. Fu Arrigo Sacchi il primo ad accorgersi che Maurizio Sarri non era un ciarlatano: andando oltre i risultati, perché non si vive solo di trofei alzati.

O meglio prima di tutto questo,  perché l’allenatore 59enne ha fatto del football una continua ricerca del piacere, frutto di studi e nozioni coltivate negli anni, fin da quando lavorava in banca e la panchina era solo un piacevole passatempo. L’estetica del suo calcio è ormai diventato una sorta di mantra, offre continuamente spunti di riflessione, luccichio per gli occhi e nuove grane per gli avversari. Ma c’è tanta sostanza, tanta preparazione alle spalle se pensate che il tecnico cresciuto nella provincia di Arezzo si è diplomato a Coverciano nel 2006 con la tesi “La preparazione settimanale della partita”.

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Una forma di bellezza, una filosofia che è ormai riconosciuta come “Sarrismo”. Idolatrata, abusata, copiata, letta su tutti i quotidiani sportivi al punto che la Treccani ha deciso di inserire il termine all’interno del suo vocabolario. È stata infatti la grande Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti ad annunciare, attraverso il proprio account Twitter, il nuovo neologismo.

Da una parte lui, dall’altra “Guardiolismo”Cholismo”: simile il primo per obiettivi e interpretazione, mentre quello dell’argentino Simeone, apprezzato all’Altetico Madrid, è più legato al temperamento e alla componente mentale e fisica che non a quella strettamente tecnica. Con i partenopei Sarri ha quasi dimostrato di poter vincere lo scudetto, perso alla distanza dopo un’entusiasmante testa a testa contro la Juventus. Londra attende, c’è una storia da cambiare perché come dice il profilo Twitter “Sarrismo”: La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza (Albert Camus, L’uomo in rivolta).