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Matteo Berrettini chiude il suo 2019 nel circus nel migliore dei modi, diventando il 1° tennista italiano a vincere un match in singolare alle ATP Finals. Non vi erano riusciti in precedenza né Adriano Panatta nel 1975 né Corrado Barazzutti nel 1978. Berrettini ha battuto 7-6, 6-3 Dominic Thiem nell’ultimo match del girone Borg, in un incontro che non aveva valore per la classifica, con l’austriaco già matematicamente primo e l’azzurro eliminato. Dopo aver perso con Djokovic e Federer, Matteo dimostra la costante crescita già intravista nelle uscite londinesi, battendo per la seconda volta in carriera quel Thiem che si era preso nel giro di 48 ore lo scalpo proprio dei due fenomeni. Una bella iniezione di fiducia in vista della Coppa Davis in programma la prossima settimana a Madrid e in vista del 2020, quando tutti gli occhi saranno puntati su di lui. Dopo la prima semifinale Slam, quella in un 1000 e in un 500, ecco un’altra prima volta di rilievo, al termine di una stagione da incorniciare.

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Resta l’impresa, intanto perché il Masters premia i primi otto del mondo e arrivarci testimonia l’appartenenza al gotha delle racchette: ma è giusto sottolineare come Thiem abbia affrontato il match già da primo del girone e con addosso le fatiche, soprattutto mentali, di due grandi vittorie su Federer e Djokovic. In ogni caso, le partite bisogna vincerle e Berrettini ha meritato perché ha concesso pochissimo al servizio tranne il passaggio a vuoto quando ha servito per il primo set sul 5-4 ed è stato più propositivo, pungendo con il dritto, che gli ha garantito 17 dei 30 vincenti. Da conservare e mettere in vetrina il game, il nono del primo set, con cui Matteo ha strappato la prima volta il servizio a Thiem, corredato da un fantastico passante in controbalzo di rovescio a una mano e da un passante di dritto, da dimenticare il game successivo in cui ha regalato il controbreak all’austriaco con almeno tre sciocchezze, forse dettate dall’emozione. Nel tie break, però, Berrettini non ha regalato nulla all’avversario e quando, nel secondo set, sulla palla break per il 4-2 ha giocato un dritto vincente poderoso, si è involato verso il successo.

Applausi per una stagione mirabolante (a marzo era numero 57 del mondo), per le emozioni che ci ha regalato dagli Us Open in poi, per la lucidità e l’umiltà con cui ha affrontato le vittorie e soprattutto le sconfitte. Chiude l’anno nella top ten e se ne va da Londra con 370.000 euro e 200 punti in classifica in più.

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La stagione tennistica 2019 resterà negli annali della storia del movimento italiano. E a irrobustire questa convinzione convergono più storie, più notizie: l’ultima è che, dopo la storica qualificazione alle Atp Finals di Londra, Matteo Berrettini si gode il suo nuovo best ranking, salendo all’ottavo posto della classifica mondiale. Il 23enne romano, il terzo italiano per record in classifica dietro Panatta (numero 4) e Barazzutti (numero 7), è già sicuro di chiudere il 2019 tra i primi dieci, il primo italiano a riuscirci 41 anni dopo Barazzutti.

Il merito è anche e soprattutto per l’accesso alle Atp Finals in programma a Londra dal 10 novembre. E‘ il terzo italiano della storia, dopo Adriano Panatta (1975 a Stoccolma) e Corrado Barazzutti (1978 a New York) e, per il 23enne romano, è il culmine di un finale di stagione spettacolare iniziato con la semifinale Slam agli US Open e proseguito con l’ingresso nei Top Ten della classifica mondiale. Berrettini dunque si divertirà con gli altri ‘Maestri’ come Nadal, Djokovic, Federer, Medvedev, Thiem, Tsitsipas e Zverev. Non male per l’intero movimento azzurro, che ha potuto registrare l’ingresso di otto italiani nei primi 100 del mondo, la vittoria di Fabio Fognini al Master 1000 di Montecarlo e ora anche la partecipazione di Jannik Sinner al Next Gen di Milano, e il 18enne della val Pusteria è l’ultimo campione annunciato.

 

In testa alla classifica mondiale torna a distanza di un anno e per l’ottava volta in carriera Rafa Nadal. Secondo numero 1 più vecchio di sempre a 33 anni (meglio ha fatto solo Federer, a 36 nel 2018), il maiorchino cercherà di difendere il primato fino a fine anno da Novak Djokovic, scalzato sì ma in grande forma come dimostra il successo di Parigi-Bercy. Sale di una posizione anche Tsitsipas (6°) che scavalca Zverev, l’uscita di Khachanov dalla Top Ten permette il ritorno fra i primi dieci al mondo di Gael Monfils dopo quasi due anni. Stabile Fabio Fognini al 12esimo posto, l’Italia si gode altri sei tennisti fra i primi cento al mondo: Lorenzo Sonego (53°, +1), Marco Cecchinato (72°, -1), Andreas Seppi (74°), Stefano Travaglia (86°, +2), Jannik Sinner (95°, -2) e Salvatore Caruso (97°, -1).

 

Col successo alle Wta Finals, Ashleigh Barty consolida il suo primo posto nella classifica mondiale. L’australiana prende il largo, con quasi duemila punti di vantaggio su Karolina Pliskova, mentre Naomi Osaka deve guardarsi dal ritorno di Simona Halep: appena 34 i punti che le separano. La rumena ha approfittato del ritiro a Shenzhen della Andreescu, mentre risale di due posti Elina Svitolina, da ottava a sesta grazie alla finale raggiunta nell’appuntamento cinese. Dietro l’ucraina ci sono Kvitova e Bencic, mentre Kiki Bertens si appropria della nona posizione a scapito di Serena Williams. La migliore delle azzurre resta Camila Giorgi che, però, scivola indietro di altre quattro posizioni ed è 98^. In leggero calo anche Jasmine Paolini (da 115^ a 117^), bel salto in avanti per Sara Errani ed Elisabetta Conciaretto, finaliste ad Asuncion: la romagnola risale 39 posti (200^), per la giovane marchigiana scalata di 60 posizioni per diventare numero 215 del mondo.

Teniamo a bada le euforiche esaltazioni sportive, però a Matteo Berrettini possiamo dirgli che il suo nome sulla storia del tennis l’ha messo: è il primo azzurro ad approdare ai quarti di finale agli US Open da quando si giocano sul cemento di Flushing Meadows. Prima di lui, infatti, c’era riuscito solo Corrado Barazzutti, nel 1977, ma sulla terra verde di Forest Hills.

Il tennista romano, testa di serie n. 24, ha superato il russo Andrey Rublev, n. 43,  con il punteggio di 6-1, 6-4, 7-6 (8/6). Berrettini, dopo aver condotto un match perfetto, ha avuto un solo passaggio a vuoto, sul finire del terzo set quando ha perso per la prima volta la battuta sul 6-5. Ma nel tie-break ha mantenuto i nervi saldi, anche dopo essere stato rimontato da 5-2 a 5-5 e dopo essersi visto annullare un match-point, e alla seconda occasione ha chiuso con una volèe di dritto incrociato. Tra Berrettini e la semifinale c’è il francese Gael Monfils, numero 13 del mondo, che ha regolato in scioltezza lo spagnolo Pablo Andujar con il punteggio di 6-1, 6-2, 6-2. L’incontro è in programma mercoledì 4 settembre.

 

Sono orgoglioso di quello che sto facendo e del mio team . Mi sto togliendo delle grandi soddisfazioni, ma non voglio fermarmi qua: credo che sia una frase abbastanza normale da dire, ma non sempre è così scontata. Sono felicissimo per me, per la mia famiglia, per l’Italia e per tutti gli appassionati che mi seguono

Non vuole fermarsi Berrettini, certo, e continua a scalare il ranking mondiale. La vittoria contro Andrey Rublev gli ha dato la certezza di entrare tra i primi venti della classifica ATP. Da lunedì per il tennista azzurro ci sarà sicuramente il best ranking, anche se c’è ancora la possibilità di migliorarsi. Sì perché in caso di vittoria contro Monfils, ci sarebbe un ulteriore passo in avanti per il tennista azzurro con altri 360 punti guadagnati (sono 720 per chi arriva in semifinale), inserendosi in tredicesima posizione proprio alle spalle del transalpino.