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Se provassimo a chiedere l’esatta posizione del Benin sulla cartina geografica, in pochi (compresi noi) saprebbero rispondere. Eppure questo piccolo Stato da 8 milioni di abitanti si è qualificato ai quarti di finale della Coppa d’Africa eliminando il super favorito Marocco ai calci di rigore. Ma c’è di più. La Nazionale oggi allenata da Michel Dussuyer ha partecipato a 4 edizioni della Coppa, non vincendo neanche una partita. E anche nel torneo in svolgimento in Egitto il Benin ha collezionato “solo” quattro pareggi, il minimo indispensabile per accedere per la prima volta tra le migliori otto del continente.

La partita

È una storia di quelle che solo la Coppa Africa sa offrire. I beninesi nella competizione hanno un bilancio complessivo di 5 pareggi e 8 sconfitte. In questa edizione sono stati inseriti nel gruppo F con le favorite Ghana e Camerun, oltre alla Guinea. Terzo posto finale con tre punti frutto di tre pareggi: 2-2 con i ghanesi, 0-0 con Camerun e Guinea. Agli ottavi al Cairo il rocambolesco passaggio ai rigori contro le stelle del Marocco, guidate da Benatia e Ziyech. Il vantaggio degli scoiattoli al 53’ con Adilehou, pareggiato da En-Nesyri al 76’. Ziyech al 95’ può chiudere i conti dal dischetto ma il suo rigore si infrange sul palo.

Ora il Senegal

Si va ai supplementari, il Benin rimane in 10 per l’espulsione di Adenon ma non molla. Stringe i denti, si compatta e arriva ai rigori dove risultano decisivi gli errori dei marocchini Boufal e En-Nesyri. Esplode così la gioia del Benin per un clamoroso passaggio ai quarti di finale dove incontrerà il Senegal. La Nazionale di Koulibaly e Mane ha eliminato l’Uganda agli ottavi vincendo con uno striminzito 1-0. La stella del Liverpool è stata croce e delizia del match: prima ha sbloccato il risultato al 15’, poi ha sbagliato un rigore al 61’. Poco male visto che i senegalesi sono riusciti in ogni caso a qualificarsi per i quarti contro il Benin. La Nazionale che non vince ma si qualifica. E che per i più curiosi si trova nella parte occidentale dell’Africa.

Cosa è successo mercoledì 20 giugno

Settimo giorno di Mondiali russi e primi fatali verdetti. Nel Gruppo A, già fortemente indirizzato dalla vittoria della Russia sull’Egitto, ci pensa Suarez a mettere la parola fine. Il suo gol basta per piegare le resistenze dell’Arabia Saudita e portare l’Uruguay a sei punti in vetta assieme ai padroni di casa. Arabi e Salah a casa dopo due partite.

E, a braccetto, chiude i bagagli anche il Marocco che, dopo l’inattesa sconfitta all’esordio contro l’Iran, cade nuovamente con un colpo di testa, manco a dirsi, di Cristiano Ronaldo. I “Leoni dell’Atlante” condannati all’eliminazione. CR7 è sufficiente a questo Portogallo per portarsi a casa un risicato e sofferto 1-0 e a conquistare il quarto punto nel Gruppo B.

In serata altrettanto sofferta vittoria per la Spagna che, con il medesimo risultato di 1-0, ha la meglio su un volenteroso Iran che, nonostante il modulo iperprotetto, ha più volte spaventato De Gea e compagni. Simbolo di questa partita contorta è la rete rocambolesca di Diego Costa che segna su rimpallo in azione di disimpegno della formazione iraniana.

Tre partite, tre risultati terminati 1-0.

Portogallo – Marocco 1-0

Il Portogallo è 4 alla terza. O meglio Cristiano Ronaldo. Quarto gol dell’attaccante, al minuto 4 di Portogallo – Marocco e quattro punti per la nazionale lusitana inserita nel Gruppo B. Decisivo ancora una volta, l’asso del Real Madrid in due partite completa il suo repertorio: rigore, di destra su punizione, di sinistro e ora di testa. E’ bravo a farsi trovare libero in area di rigore sugli sviluppi di un calcio d’angolo battendo El Kajoui di testa. La reazione del Marocco è stata veemente con diverse occasioni per Benatia e compagni, senza però infilare la porta di Rui Patricio. Il massimo risultato, ma non con il minimo sforzo: gli uomini di Renard non sono stati abili a capitalizzare con un gol il predominio territoriale in campo. Dopo il vantaggio al 4′ sugli sviluppi di un corner, il Portogallo si è limitato a difendersi con ordine e tanto è bastato a portare a termine la missione.

Uruguay – Arabia Saudita 1-0

Nel Gruppo A, l’Uruguay di Tabarez dimostra pragmatismo e ermeticità battendo l’Arabia Saudita ancora per 1-0 come nel match d’esordio contro l’Egitto. Cavani sciupa tanto quanto Suarez nel primo incontro, a questo giro l’attaccante ex Liverpool segna, festeggiava le 100 presenze con la Celeste, diventa il pichichi della nazionale con 52 gol e il primo uruguaiano a segnare in tre diversi Mondiali. È finita solo 1-0 per alcuni errori di mira e con la formazione saudita creativa fino alla trequarti avversaria (il possesso palla finale dice 53% a 47% per i sauditi) e l’Uruguay solido, cinico e sprecone in contropiede: nella ripresa notevoli gli errori di Carlos Sanchez servito da Cavani e dello stesso Matador che si è fatto fermare dal portiere.

Iran – Spagna 0-1

La sfida serale che mette di fronte “Furie Rosse” e Iran dimostra che l’avvio di questo Mondiale per la Spagna non è per nulla semplice. Le vicissitudini causa esonero Lopetegui e arrivo di Hierro come ct. si fanno sentire così ci pensa ancora Diego Costa a togliere le castagne dal fuoco. Quello che è considerato un po’ il pesce fuor d’acqua, il meno aggraziato in una squadra di prestigiatori. Ma al 54’ è lui a insaccare su carambola dopo che il rilancio di Rezaeian incoccia sul ginocchio dell’attaccante dell’Atletico Madrid. Con un po’ di fortuna, insacca il suo terzo centro nel torneo e firma l’1-0 all’Iran, che vale l’aggancio al Portogallo in vetta al gruppo B.  Gli iraniani masticano amaro, perché avevano appena sfiorato il gol con Ansarifard in una rara sortita offensiva. E perché si vedono annullare, poco dopo, il pari di Taremi per fuorigioco di Ezatolahi. Taremi sarà fino alla fine l’incubo di De Gea: l’occasione ghiottissima gli capita sulla testa a dieci minuti dalla fine, ma non inquadra la porta.

 

Cosa aspettarci giovedì 21 giugno

Gruppo C | Danimarca – Australia | ore 14.00

Dentro o fuori per l’Australia, chiamata a battere la Danimarca per giocarsi poi la qualificazione all’ultima giornata della fase a gironi. I risultati della prima gara non lasciano alternative, per la nazionale del c.t. olandese van Marwijk: la sconfitta con la Francia obbliga gli oceanici a vincere per poi sperare in un altro risultato positivo col Perù. D’altro canto, i danesi blinderebbero di fatto la qualificazione in caso di successo, dopo la vittoria ottenuta contro i sudamericani nella precedente uscita.

Probabili formazioni:
Danimarca (4-2-3-1): Schmeichel; Dalsgaard, Kjaer, Christensen, Larsen; Kvist, Delaney; Poulsen, Eriksen, Sisto; Jorgensen. All. Hareide.
Australia (4-3-3): Ryan; Behich, Milligan, Sainsbury, Risdon; Mooy, Rogic, Jedinak; Leckie, Nabbout, Kruse. All. van Marwijk.

Gruppo C | Francia – Perù | ore 17.00

Francia-Perù può già dire molto del futuro del Girone C dei Mondiali. In caso di successo dei francesi e allo stesso tempo della Danimarca (contro l’Australia), infatti, sarebbe già archiviata con una giornata di anticipo la questione relativa al passaggio del turno. Per questo motivo la squadra del ct. Deschamps non vuole commettere errori contro i biancorossi di Gareca, sfortunati nella sfida di esordio proprio contro i danesi (0-1 finale).

Probabili formazioni:
Francia (4-3-1-2): Lloris; Pavard, Varane, Umtiti, L. Hernandez; Matuidi, Kantè, Pogba; Mbappè, Griezmann, Dembelé. All. Deschamps.
Perù (4-2-3-1): Gallese; Advincula, Rodriguez, Ramos, Trauco; Tapia, Yotun; Flores, Cueva, Farfan; Carrillo.  All. Gareca.

Gruppo D | Argentina – Croazia | ore 20.00

Argentina-Croazia è la partita che aprirà il secondo turno del Girone D. In campo le due iniziali candidate per il passaggio del turno, che però stanno da subito attraversando momenti diversi: la vittoria contro la Nigeria per 2-0 all’esordio permette alla squadra di Dalić di vivere con meno apprensione il big match (in caso di vittoria, l’accesso agli ottavi sarebbe assicurato); il pareggio 1-1 con l’Islanda mette invece ulteriore pressione sulle spalle di Messi e compagni, chiamati immediatamente a reagire per evitare brutte sorprese. In casa croata da registrare la decisione del ct di rispedire a casa Nikola Kalinic, che nella prima sfida, fingendo un mal di schiena, si è rifiutato di entrare in campo nei minuti finali.

Probabili formazioni:
Argentina (3-4-3): Caballero; Tagliafico, Otamendi, Mercado; Salvio, Mascherano, Lo Celso, Acuna; Pavon, Aguero, Messi. All. Sanpaoli.
Croazia (4-2-3-1): Subasic; Vrsaljko, Vida, Lovren, Strinic; Rakitic, Modric; Rebic, Kramaric, Perisic; Mandzukic. All. Dalić.

Diamo un po’ di numeri…

Questa settimana è stata ricca di partite amichevoli in vista del Mondiale russo 2018.

In questi match molti traguardi sono stati raggiunti e a noi piace elencarli.

Il capitano della Spagna, Sergio Ramos, ha raggiunto quota 150 presenze con le Furie Rosse, mentre il serbo Branislav Ivanovic ha raggiunto 102 presenze con la nazionale serba a una sola presenza dal leader Dejan Stankovic. Riuscirà a raggiungerlo e magari superarlo?

22 sono le partite in cui il Brasile non esce sconfitto. Vicini al record tra il 1978 e 1981.

Sono solo 18 anni e 38 giorni e per il giovanissimo americano Tim Weah è già tempo di esordire con la nazionale maggiore degli Usa. Il gioiellino del Paris Saint Germain è il primo 2000 a esordire con la nazionale maggiore a stelle strisce. È il nono più giovane della storia.

Erano 11 partite consecutive che Gibilterra subiva sconfitte subendo 52 reti e realizzandone solo 3. Nella loro prima partita a Gibilterra, però, hanno avuto modo di vincere il match contro la Lettonia per 1-0.

10 ore e 24 minuti senza subire gol, ma poi è arrivato Lorenzo Insigne. L’Inghilterra di Southgate è una fortezza. Non è riuscita a subire gol nemmeno da Germania, Brasile e Olanda. A Wembley il napoletano ha rotto l’incantesimo mettendo a segno il rigore che permesso l’Italia di pareggiare il match.

Numeri da capogiro per l’attaccante marocchino Ayoub El Kaabi. Il 24enne ha messo a segno 10 gol nelle sue prime sei partenze con la nazionale. Grazie alle sue reti, la nazioanle africana ha battuto la Serbia e l’Uzbekistan, raggiungendo lo score di 15 partite senza sconfitta (12 vittorie, tre pareggi).

Sono invece 3 le vittorie consecutive del Kosovo (le ultime con Madagascar e Burkina Faso) dopo una serie di 9 sconfitte consecutive.

Invece sono tante le colpe della difesa dell’Argentina rea di aver subito 6 reti dalla Spagna in amichevole. La peggior sconfitta della storia della nazionale Albiceleste.

Serata di emozioni in Africa per l’ultimo turno di gare nei gironi di Qualificazioni al Mondiale di Russia 2018.

Non poche soprese sono arrivate dal continente africano.

Nel gruppo A alla Tunisia bastava un punto per andare in Russia e con il pareggio a reti bianche arrivato in casa con la Libia, le Aquile di Cartagine possono esultare. Nel gruppo C stesso destino per il Marocco che si qualifica ai Mondiali dopo 20 anni di assenza grazie alla vittoria per 2-0 in Costa D’Avorio. A segno anche il difensore bianconero Benatia che elimina gli Elefanti di Wilmots.

Dunque sono Nigeria, Senegal, Egitto, Marocco e Tunisia i cinque Paesi africani che andranno ai prossimi Mondiali.

Con la vittoria del gruppo A, la Tunisia centra un passaggio alla fase finale di un campionato del Mondo che mancava da Germania 2006 grazie al pareggio 0-0 in casa contro una Libia già eliminata. Le Aquile di Cartagine hanno chiuso prime a 14 punti. Non è bastato dunque alla Repubblica Democratica del Congo il successo per 3-1 arrivato nel finale con la Guinea.

Nel gruppo C è invece storica la qualificazione del Marocco che non andava un Mondiale da 20 anni (Francia 1998). I Leoni dell’Atlante hanno eliminato la Costa d’Avorio in uno scontro diretto dove il mattatore è stato Medhi Benatia, sia in difesa che in attacco con un gol.

Non solo Europa ma per andarsi a giocare il Mondiale di Russia 2018 ci sono ancora da definire i tre posti dei gironi africani e due playoff intercontinentali: Nuova Zelanda-Perù e Honduras-Australia.

Questi ultimi due match promettono molte scintille tra viaggi infiniti, resi più difficili dal fatto che si gioca a distanza di 4-5 giorni con 17-18 fusi orari di differenza. Honduras e Australia, rappresentanti di Centroamerica e Asia (calcisticamente), e Nuova Zelanda e Perù (Oceania e Sudamerica) hanno già iniziato un tour de force aereo, anticipato il più possibile per adattarsi ai fusi orari e costoso anche economicamente (tanto che peruviani e neozelandesi viaggeranno sullo stesso charter prima del ritorno).

La nazionale del Perù è stata scossa dal caso di José Paolo Guerrero, il quale è stato sospeso dopo essere risultato positivo alla cocaina al test antidoping. Proverà a difendersi ma sicuramente per il match d’andata non ci sarà. Al suo posto giocherà Raul Ruidiaz anche se salgono le quotazioni di Jefferson Farfan.

I neozelandesi dovranno combattere per poter strappare il terzo pass Mondiale dopo 1982 e 2010. Tuttavia il recupero in extremis della stella Chris Wood (7 gol in 6 partite nelle qualificazioni), il calore dei tifosi e il vento a favore potranno dare qualche chance in più.

Più bilanciata lo spareggio tra Honduras – Australia. I Socceroos avranno in Tim Cahill un sostegno soprattutto di spogliatoio. Il capitano che ha permesso agli australiani di giocarsi questo playoff ha subìto un infortunio, ma comunque ci sarà e potrà giocare anche qualche minuto.

I dubbi sono più che altro legati al luogo in cui il match verrà giocato: San Pedro Sula, la seconda città honduregna e una con il più altro tasso di criminalità al mondo. Il governo ha schierato un vero e proprio esercito, mentre la nazionale punterà sull’attaccante Eddie Hernandez, il quale giocherà con una maschera protettiva.

Nuova Zelanda-Perù: sabato 11, ore 4.15 (italiane) a Wellington, ritorno giovedì 16 alle 3.15 (italiane) a Lima.

Honduras-Australia: venerdì 10, ore 23 (italiane) a San Pedro Sula, ritorno mercoledì 15 alle 10 (italiane) a Sydney.

Per quanto riguarda il continente africano i gironi ancora aperti sono A, C e D.

Il gruppo A: Tunisia 13, RD Congo 10, Libia e Guinea 3. Sabato: Tunisia-Libia e RD Congo-Guinea. Ai tunisini basta un pareggio a Rades per staccare il biglietto per la Russia. La Repubblica Democratica del Congo deve affidarsi alla Libia e vincere.

Il gruppo C: Marocco 9, Costa d’Avorio 8, Gabon 5, Mali 3. Sabato: Costa d’Avorio-Marocco, Gabon-Mali. Conta solo il big match di Abidjan, con il Marocco di Renard che cerca la prima qualificazione dal 1998, contro la squadra più continua in Africa nell’ultimo decennio. Benatia in campo, ai marocchini basta non perdere.

Il gruppo D: Senegal 8, Burkina Faso 6, Capo Verde 6, Sudafrica 4: Venerdì Sudafrica-Senegal. Martedì 14: Senegal-Sudafrica e Burkina Faso-Capo Verde. In teoria sono ancora tutte in gara, la matassa si dipanerà dopo il replay di Sudafrica-Senegal, gara aggiustata dall’arbitro Tettey, poi radiato. Ultimo turno martedì, col “ritorno” in Senegal e “spareggio” fra seconde.